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Il canto gregoriano

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Esso venne elaborato sin dal tardo VII secolo, risultando dalla fusione del canto romano antico con quello gallicano. Generalmente si attribuisce la riunione e la raccolta delle melodie in un volume unico (Antifonario) a papa Gregorio I “Magno”, sebbene gran parte del repertorio gregoriano risalga a non molto prima del IX secolo, epoca in cui Gregorio era già scomparso; probabilmente l’Antifonario di Gregorio, andato perduto, conteneva melodie proprie del canto romano antico, oppure melodie di sua stessa composizione, dato che dalle fonti emerge il fatto della sua perizia in àmbito musicale.
 
== Note ==
Si deve al proposito ricordare che non si conoscono gli autori dei canti gregoriani, tanto meno quelli dei canti romani antichi (quest’ultimi non erano neanche scritti, come diremo in séguito), trattandosi probabilmente di religiosi che componevano una melodia per le liturgie del proprio monastero; da ciò si può ben immaginare come inizialmente non si pensava certo di diffondere le melodie. Ogni monastero e ogni comunità religiosa (in senso lato, anche le diocesi) possedeva dunque un repertorio proprio; qualche canto poteva essere comune a piú territori, ma è difficile pensare che una chiesa franca cantasse le medesime melodie di una basilica romana.
== Repertorio gregoriano ==
Riguardo al repertorio gregoriano, si deve ricordare che la grande mole delle melodie si può suddividere in tre grandi famiglie di tipo stilistico:
* i canti di genere sillabico (''accentus''), in cui ad ogni nota corrisponde una sillaba;
* i canti di genere neumatico (''concentus'' semiornato), in cui vi sono sillabe alle quali corrispondono due o tre note;
* i canti di genere melismatico (''concentus'' ornato), in cui ad ogni sillaba possono corrispondere diverse note ed in cui la melodia prevale in un certo senso sul testo (ma si veda supra).
 
Dal punto di vista del genere di composizione, nel repertorio gregoriano troveremo, per quanto riguarda i canti dell’Ufficio delle Ore diverse forme compositive:
 
* '''Antifona''', breve frase melodica associata a salmi che viene ripetuta dopo ogni versetto;
* '''Cantico''', componimento consistente in un certo numero di versetti, cantati senza alcun ritornello (modo ''in directum'');
* '''Responsorio''', anch’esso legato ad un salmo, è una melodia ornata o semiornata che segue le letture ed è caratterizzato dall’interazione solista/assemblea. Il responsorio può essere breve o prolisso a seconda della mole dello stesso;
* '''Inno''', composizione poetica generica che apre ogni sessione dell’Ufficio.
 
Per quanto riguarda i canti della Messa, distingueremo invece:
 
* i canti dell’'''Ordinario''' (''Kyrie'', ''Gloria'', ''Credo'', ''Sanctus'', ''Agnus Dei''), che non mutano mai nel testo e sono disponibili in diverse melodie a seconda del tempo liturgico;
* i canti del '''Proprio''', i cui testi variano a seconda delle festività:
** '''Introito''', il canto che accompagna la processione d’ingresso, che ha come testo la corrispondente antifona. È in genere in stile semiornato;
** '''Graduale''', corrisponde all’odierno salmo responsoriale, composto in stile ornato, spesso vere e proprie manifestazioni di virtuosismo vocale. Le melodie dei Gradualia sono composte da centoni, ovvero frammenti melodici ricorrenti nelle linee degli altri e sono tra le piú belle e suggestive del repertorio gregoriano;
** '''Alleluia''', dalla melodia in genere sillabica o comunque poco ornata, contiene l’acclamazione “alleluia” tre volte, dove la ''-a'' finale della terza prosegue in complesse fioriture melismatiche, dalle cui propaggini prendeva inizio la Sequenza. Nel tempo di Quaresima, l’Alleluia era (ed è) sostituita dal '''Tratto''', anch’esso eseguito nel modo ''in directum'';
** '''Sequenza''', che segue l’Alleluia, è una composizione generalmente sillabica o semiornata, attestata oggi nelle festività piú importanti. Nel medioevo furono scritte centinaia di sequenze, delle quali sono sopravvissute solo quattro ([[Stabat Mater]], [[Victimae paschali laudes|Victimae Paschali]], [Lauda Sion (Ecce Panis)|Lauda Sion], [[Dies irae (Messa per i defunti)|Dies Irae]]).
** '''Offertorio''', in stile semiornato o ornato, accompagna la processione offertoriale ed i riti ad essa collegati. Sebbene in origine avesse una forma responsoriale, in séguito i versetti furono aboliti e l’Offertorio si limitò alla sola antifona;
– Communio, anch’esso in stile piú o meno ornato, accompagna
la processione eucaristica dei fedeli ed è di forma responsoriale,
associato ad un salmo;
• i salmi, i versetti, i cantici e tutte le parti variabili di un brano, senza melodia
propria, vengono cantati generalmente secondo i toni salmodici,
che sono uno per ogni modo, piú uno (tonus peregrinus) di uso particolare
e circoscritto ed altri assai rari (tra cui i toni in directum e irregularis).
 
Per quanto riguarda la loro ripartizione fisica nei volumi, le melodie vengono
ripartite a seconda del loro uso: si parla di Graduale per le parti riguardanti
la Messa (Proprio e Comune, quest’ultimo comprendente le parti del proprio
accorpate per classi omogenee di festività, come Martiri, Confessori, Beata
Vergine ecc.), e di Antiphonale per le parti della Liturgia delle Ore; il Liber Usualis
costituisce un tomo di composizione eterogenea contenente sia parti relative
a Messa che a Liturgia delle Ore; il Kyriale contiene le parti dell’ordinario e i
moduli fissi per orazioni, letture, risposte, salmi. Oltre a questi tre libri fondamentali,
si aggiungono altri testi ad uso particolare e specifico.
 
== Note ==

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