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Sub tuum praesidium

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Versione romana (da cui deriva la traduzione italiana)
{||valign=top|; '''Testo traduzione'''''Sub tuum praesidium confugimus,''<br />''Sancta Dei Genetrix.''<br />''Nostras deprecationes ne despicias''<br />''in necessitatibus,''<br />''sed a periculis cunctis''<br />''libera nos semper,''<br />''Virgo gloriosa et benedicta.''
|valign=top|; '''Traduzione'''''Sotto la tua protezione cerchiamo rifugio,''<br />''Santa Madre di Dio:''<br />''non disprezzare le suppliche''<br />''di noi che siamo nella prova,''<br />''ma liberaci da ogni pericolo,''<br />''o Vergine gloriosa e benedetta.'' |} '''Versione ambrosiana'''
Versione ambrosiana
Questa versione, rimasta nel rito ambrosiano, è più vicina all'originale:
''Sub tuam misericordiam confugimus''<br />''Dei Genitrix''<br />''(ut) nostram deprecationem''<br />''ne inducas in tentationem''<br />''sed de periculo''<br />''libera nos''<br />''sola casta''<br />''et benedicta''
Lungo tutto il testo si riscontra la stessa situazione spirituale manifestata nei salmi individuali che chiedono l'immediato aiuto di Gesù, rifugio e liberatore del credente che fa ricorso a Dio per scampare ai pericoli che lo minacciano (salmi 16,27, 30,58-60 e soprattutto 17,3, 90,1, 114,2-5, 142,9). Questa preghiera mostra una relazione intima con la Chiesa dei martiri, esprimendo l'atteggiamento di un intero popolo che vive in uno stato di pericolo e anela la liberazione: è probabile una connessione alle persecuzioni di Valeriano e di Decio. Infatti, sotto Valeriano, Cipriano fu martirizzato in Africa mentre a Roma erano perseguitati papa Sisto II e il suo diacono Lorenzo. Anche nella persecuzione di Decio, furono numerosi i martirizzati africani: proprio nelle stesse zone fu composto il primitivo testo della preghiera (ritrovata, appunto, ad Alessandria d'Egitto).

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