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''agnus in crucis levatur immolandus stipite.''<br />
''Hic En acetum, fel, arundo, sputa, clavi, lancea;''<br />
''mite corpus perforatur; sanguis, unda profluit,''<br />
''terra pontus astra mundus quo lavantur flumine.''<br />
...<br />
E questi, trascorsi ormai sei lustri, percorrendo sino alla fine il tempo della [sua] vita umana,<br />consegnandosi di sua spontanea volontà alla passione — era nato per questo —,<br />è sollevato sulla croce come un agnello da immolare su un ceppo.<br />
Ecco aceto, fiele, canna, sputi, chiodi, lancia;<br />
il corpo mansueto è perforato e ne scaturiscono sangue ed acqua;<br />
la cui corrente lava la terra, il mare, le stelle, il mondo!<br />
Croce fedele, nobile albero, unico tra tutti!<br />
Nessun bosco ne offre uno simile per fiore, fogliame, germoglio.<br />
Dolce legno, dolce palo, che porti un dolce peso.<br />
 
Piega i rami, alto albero, rilascia le [tue] fibre distese<br />
e si pieghi quella rigidità, che avesti dalla nascita,<br />
per concedere alle membra del re celeste un tronco tenero.<br />
 
Tu sola fosti degna di portare il riscatto della stirpe [umana]<br />
e di preparare un porto all'umanità, [ridotta come un] navigante naufrago,<br />
che il sangue sacro, effuso dal corpo dell’Agnello, ha unto.<br />
 
Al Padre e al Figlio e all’illustre Paraclito,<br />
sia un’eguale e sempiterna gloria, alla beata Trinità,<br />
la cui grazia vivificante ci ha redento e ci preserva. Amen.<br />
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