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''Tratto da www.Vatican.va''<ref>Sito Ufficiale della Santa Sede, link: http://www.vatican.va/roman_curia/congregations/ccdds/documents/rc_con_ccdds_doc_20030317_ordinamento-messale_it.html</ref>
'''PAGINA IN PREPARAZIONE'''
== PROEMIO ==
PROEMIO1. Cristo Signore, desiderando celebrare con i suoi discepoli il banchetto pasquale, nel quale istituì il sacrificio del suo Corpo e del suo Sangue, ordinò di preparare una sala grande e addobbata (Lc 22,12). La Chiesa, quando dettava le norme per preparare gli animi, disporre i luoghi, fissare i riti e scegliere i testi per la celebrazione dell’Eucaristia, ha perciò sempre considerato quest’ordine come rivolto a se stessa.
Testimonianza Allo stesso modo le presenti norme, stabilite in base alle decisioni del Concilio Ecumenico Vaticano II, come anche il nuovo Messale, che d’ora in poi la Chiesa di Rito romano utilizzerà per celebrare la Messa, sono una prova di questa sollecitudine della Chiesa, della sua fede immutata (2 - 5)Prova di una e del suo amore immutato verso il grande mistero eucaristico, e testimoniano la sua continua e ininterrotta tradizione ininterrotta (6 - 9)Adattamento alle nuove condizioni (10 - 15), nonostante siano state introdotte alcune novità.
Capitolo I - IMPORTANZA E DIGNITÀDELLA CELEBRAZIONE EUCARISTICA === Testimonianza di una fede immutata (16 2 - 265)===
Capitolo 2. La natura sacrificale della Messa, solennemente affermata dal Concilio di Trento, in armonia con tutta la tradizione della Chiesa<ref>Conc. Ecum. Tridentino, Sess. XXII, 17 settembre 1562, Denz-Schönm. 1738-1759.</ref>, è stata riaffermata dal Concilio Vaticano II, che ha pronunciato, a proposito della Messa, queste significative parole: «Il nostro Salvatore nell’ultima Cena... istituì il sacrificio eucaristico del suo Corpo e del suo Sangue, al fine di perpetuare nei secoli, fino al suo ritorno, il sacrificio della croce, e di affidare così alla sua diletta sposa, la Chiesa, il memoriale della sua morte e risurrezione»<ref>Conc. Ecum. Vaticano II - STRUTTURA, ELEMENTIE PARTI DELLA MESSACostituzione sulla sacra Liturgia, Sacrosanctum Concilium, n. 47; Costituzione dogmatica sulla Chiesa, Lumen Gentium, nn. 3, 28; Decreto sulla vita e sul ministero sacerdotale, Presbyterorum Ordinis, nn. 2, 4, 5.</ref>.
I - Struttura generale Questo stesso insegnamento del Concilio si ritrova costantemente nelle formule della Messa (27 - 28). Tale dottrina infatti, enunciata con precisione in questo testo dell’antico Sacramentario detto Leoniano: «ogni volta che celebriamo il memoriale di questo sacrificio, si compie l’opera della nostra redenzione»<ref>Messa vespertina «Nella Cena del Signore», orazione sulle offerte. Cf. Sacramentarium Veronense, ed. L. C. Mohlberg, n. 93.</ref>, è sviluppata con chiarezza e con cura nelle Preghiere eucaristiche: in queste Preghiere, quando il sacerdote fa l’anamnesi, rivolgendosi a Dio in nome di tutto il popolo, gli rende grazie e gli offre il sacrificio vivo, santo, cioè l’oblazione della Chiesa e la vittima immolata per la nostra redenzione<ref>Cf. Preghiera eucaristica III.</ref>, e prega perché il Corpo e il Sangue di Cristo siano un sacrificio accetto al Padre per la salvezza del mondo intero<ref>Cf. Preghiera eucaristica IV.</ref>.
II - I diversi elementi Così, nel nuovo Messale, la norma della Messa preghiera (''lex orandi'') della Chiesa corrisponde alla sua costante regola di fede (29 - 45''lex credendi''); questa ci dice che, fatta eccezione per il modo di offrire, che è differente, vi è piena identità tra il sacrificio della croce e la sua rinnovazione sacramentale nella Messa, che Cristo Signore ha istituito nell’ultima Cena e ha ordinato agli Apostoli di celebrare in memoria di lui. Ne consegue che la Messa è insieme sacrificio di lode, d’azione di grazie, di propiziazione e di espiazione.
3. Anche il mistero mirabile della presenza reale del Signore sotto le specie eucaristiche è affermato dal Concilio Vaticano II<ref>Conc. Ecum. Vaticano II, Costituzione sulla sacra Liturgia, Sacrosanctum Concilium, nn. 7, 47; Decreto sulla vita e sul ministero sacerdotale, Presbyterorum Ordinis, nn. 5, 18.</ref> e dagli altri documenti del magistero della Chiesa<ref>Cf. Pio XII, Lett. enc. Humani generis, 12 agosto 1950: AAS 42 (1950) 570- Lettura della Parola 571; Paolo VI, Lett. enc. Mysterium fidei, 3 settembre 1965: AAS 57 (1965) 762-769; Solenne professione di Dio fede, 3 giugno 1968, nn. 24-26: AAS 60 (1968) 442-443; Sacra Congregazione dei riti, Istruzione Eucharisticum mysterium, 25 maggio 1967, nn. 3f, 9: AAS 59 (1967) 543, 547.</ref>, nel medesimo senso e sua spiegazionecon la medesima dottrina con cui il Concilio di Trento l’aveva proposto alla nostra fede<ref>Conc. Ecum. Tridentino, Sess. XIII, 11 ottobre 1551, Denz- Le orazioni e le altre parti che spettano al sacerdoteSchönm. 1635- Altre formule 1661.</ref>. Nella celebrazione della Messa, questo mistero è posto in luce non soltanto dalle parole stesse della consacrazione, che ricorrono rendono Cristo presente per mezzo della transustanziazione, ma anche dal senso e dall’espressione esteriore di sommo rispetto e di adorazione di cui è fatto oggetto nel corso della Liturgia eucaristica. Per lo stesso motivo, il Giovedì santo, nella celebrazione- Il modo di proclamare i vari testi- Importanza della Cena del Signore, e nella solennità del canto- Gesti Corpo e atteggiamenti del corpo- Il silenzioSangue del Signore, il popolo cristiano è chiamato a onorare in modo particolare, con l’adorazione, questo mirabile sacramento.
III - Le singole parti 4. La natura del sacerdozio ministeriale, che è proprio del Vescovo e del presbitero, in quanto offrono il sacrificio nella persona di Cristo e presiedono l’assemblea del popolo santo, è posta in luce, nella forma stessa del rito, dal posto eminente del sacerdote e dalla sua funzione. I compiti di questa funzione sono indicati e ribaditi con molta chiarezza nel prefazio della messa (46 - 90)Messa crismale del Giovedì santo, giorno in cui si commemora l’istituzione del sacerdozio. Il testo sottolinea la potestà sacerdotale conferita per mezzo dell’imposizione delle mani e descrive questa medesima potestà enumerandone tutti gli uffici: è la continuazione della potestà sacerdotale di Cristo, Sommo Sacerdote della Nuova Alleanza.
A) Riti d'Introduzione (46 - 54)5. Questa natura del sacerdozio ministeriale mette a sua volta nella giusta luce un’altra realtà di grande importanza: il sacerdozio regale dei fedeli, il cui sacrificio spirituale raggiunge la sua piena realizzazione attraverso il ministero del Vescovo e dei presbiteri, in unione con il sacrificio di Cristo, unico Mediatore<ref>Conc. Ecum. Vaticano II, Decreto sulla vita e sul ministero sacerdotale, Presbyterorum Ordinis, n. 2.</ref>. La celebrazione dell’Eucaristia è infatti azione di tutta la Chiesa. In essa ciascuno compie soltanto, ma integralmente, quello che gli compete, tenuto conto del posto che occupa nel popolo di Dio. È il motivo per cui si presta ora maggiore attenzione a certi aspetti della celebrazione che, nel corso dei secoli, erano stati talvolta alquanto trascurati. Questo popolo è il popolo di Dio, acquistato dal Sangue di Cristo, radunato dal Signore, nutrito con la sua Parola; popolo la cui vocazione è di far salire verso Dio le preghiere di tutta la famiglia umana; popolo che, in Cristo, rende grazie per il mistero della salvezza, offrendo il suo Sacrificio; popolo infine che, per mezzo della Comunione al Corpo e al Sangue di Cristo, rafforza la sua unità. Questo popolo è già santo per la sua origine; ma in forza della sua partecipazione consapevole, attiva e fruttuosa al mistero eucaristico, progredisce continuamente in santità<ref>Conc. Ecum. Vaticano II, Costituzione sulla sacra Liturgia, Sacrosanctum Concilium, n. 11.</ref>.
=== Prova di una tradizione ininterrotta (6 - L'introito- Saluto all'altare e al popolo radunato- Atto penitenziale- Kyrie eleison- Gloria- Colletta9) ===
B) Liturgia 6. Nell’enunciare le norme per la revisione del rito della Parola(55 - 71)Messa, il Concilio Vaticano II ha ordinato, tra l’altro, che certi riti venissero «riportati all’antica tradizione dei santi Padri»<ref>Ibidem, n. 50.</ref>: sono le stesse parole usate da san Pio V nella costituzione apostolica Quo primum, con la quale nel 1570 promulgava il Messale di Trento. Anche da questa corrispondenza testuale è facile rilevare come i due Messali romani, benché separati da quattro secoli, conservino una medesima e identica tradizione. Se poi si tengono presenti gli elementi profondi di tale tradizione, non è difficile rendersi conto come il secondo Messale completi egregiamente il primo.
- Il silenzio- Le letture bibliche- Il Salmo responsoriale- L’acclamazione prima 7. In tempi davvero difficili, nei quali la fede cattolica era stata messa in pericolo circa la natura sacrificale della lettura Messa, il sacerdozio ministeriale, la presenza reale e permanente di Cristo sotto le specie eucaristiche, a san Pio V premeva anzitutto salvaguardare una tradizione relativamente recente ingiustamente attaccata, introducendo meno cambiamenti possibili nel sacro rito. E in verità, il Messale del 1570 si differenzia ben poco dal primo Messale stampato nel 1474; e questo, a sua volta, riprende fedelmente il Messale del Vangelo- L'omelia- La professione tempo di Innocenzo III. Inoltre i manoscritti della Biblioteca Vaticana, anche se avevano permesso di adottare in certi casi delle lezioni migliori, non consentirono, in quella diligente ricerca di «antichi autori degni di fede», di andare al di là di fede- La preghiera universalequanto s’era fatto con i commentari liturgici del Medioevo.
C) Liturgia eucaristica(72 - 89)8. Oggi, invece, questo «tradizione dei santi Padri», tenuto presente dai revisori responsabili del Messale di san Pio V, si è arricchito di innumerevoli studi di eruditi. Dopo la prima edizione del Sacramentario detto Gregoriano nel 1571, gli antichi sacramentari romani e ambrosiani sono stati oggetto di numerose edizioni critiche; lo stesso si dica degli antichi libri liturgici ispanici e gallicani, che hanno fatto riscoprire un buon numero di preghiere fino allora sconosciute, ma di non poca importanza sotto l’aspetto spirituale.
- La preparazione Le tradizioni dei doni- L'orazione sulle offerte- La preghiera eucaristica- Riti primi secoli, anteriori alla formazione dei riti d’Oriente e d’Occidente, sono ora meglio conosciute, grazie alla scoperta di un buon numero di Comunione- Preghiera del Signore- Rito della pace- Frazione del pane- Comunionedocumenti liturgici.
D) Riti Inoltre, il progresso degli studi patristici ha permesso di conclusione(90)approfondire la teologia del mistero eucaristico attraverso l’insegnamento di Padri eminenti nell’antichità cristiana, come sant’Ireneo, sant’Ambrogio, san Cirillo di Gerusalemme, san Giovanni Crisostomo.
9. La «tradizione dei santi Padri» esige dunque che non solo si conservi la tradizione trasmessa dai nostri predecessori immediati, ma che si tenga presente e si approfondisca fin dalle origini tutto il passato della Chiesa e si faccia un’accurata indagine sui modi molteplici con cui l’unica fede si è manifestata in forme di cultura umana e profana così diverse tra loro, quali erano quelle in uso nelle regioni abitate da Semiti, Greci e Latini. Questo approfondimento più vasto ci permette di constatare come lo Spirito Santo accordi al popolo di Dio un’ammirevole fedeltà nel conservare immutato il deposito della fede, per quanto varie siano le preghiere e i riti.
Capitolo III === Adattamento alle nuove condizioni (10 - UFFICI E MINISTERI NELLA MESSA15) ===
I - Uffici dell'Ordine Sacro (92 - 94)10. Il nuovo Messale, mentre attesta la norma della preghiera della Chiesa romana e salvaguarda il deposito della fede trasmesso dai recenti concili, segna a sua volta una tappa di grande importanza nella tradizione liturgica.
Quando i Padri del Concilio Vaticano II - I compiti ripresero le formulazioni dogmatiche del popolo Concilio di Dio (95 - 97)Trento, le loro parole risuonarono in un’epoca ben diversa nella vita del mondo. Per questo in campo pastorale essi hanno potuto dare suggerimenti e consigli che sarebbero stati impensabili quattro secoli prima.
III 11. Il Concilio di Trento aveva già riconosciuto il grande valore catechetico contenuto nella celebrazione della Messa, ma non poteva trarne tutte le conseguenze pratiche. In realtà molti chiedevano che venisse concesso l’uso della lingua volgare nella celebrazione del sacrificio eucaristico. Ma dinanzi a tale richiesta il Concilio, considerate le circostanze di allora, riteneva suo dovere riaffermare la dottrina tradizionale della Chiesa, secondo la quale il sacrificio eucaristico è anzitutto azione di Cristo stesso: ne consegue che la sua efficacia non dipende affatto da come vi partecipano i fedeli. Ecco perché si espresse con queste parole decise e insieme misurate: «Benché la Messa contenga un ricco insegnamento per il popolo dei fedeli, i Padri non hanno ritenuto opportuno che venga celebrata indistintamente in lingua volgare»<ref>Conc. Ecum. Tridentino, Sess. XXII, Dottrina sul santissimo sacrificio della Messa, cap. 8, Denz- Ministeri particolari (98 Schönm. 1749.</ref>. E condannò chi osasse affermare che «non si deve ammettere il rito della Chiesa romana, in forza del quale una parte del canone e le parole della consacrazione vengono dette a bassa voce; o che la Messa si deve celebrare soltanto in lingua volgare»<ref>Ibidem, can. 9, Denz- 107)Schönm. 1759.</ref>. Nondimeno, se da una parte proibì l’uso della lingua parlata nella Messa, dall’altra ordinò ai pastori di supplirvi con un’opportuna catechesi: «Perché il gregge di Cristo non soffra la fame... il santo Concilio ordina ai pastori e a tutti quelli che hanno cura d’anime di soffermarsi frequentemente, nel corso della celebrazione della Messa, o personalmente o per mezzo di altri, su questo o quel testo della Messa, e di spiegare, tra le altre cose, il mistero di questo santissimo Sacrificio, specialmente nelle domeniche e nei giorni festivi»<ref>Ibidem, cap. 8, Denz-Schönm. 1749.</ref>.
- Il ministero dell'accolito 12. Convocato perché la Chiesa adattasse ai nostri tempi i compiti della sua missione apostolica, il Concilio Vaticano II ha, come quello di Trento, esaminato profondamente la natura didattica e pastorale della Liturgia<ref>Conc. Ecum. Vaticano II, Costituzione sulla sacra Liturgia, Sacrosanctum Concilium, n. 33.</ref>. E poiché non v’è ormai nessun cattolico che neghi la legittimità e l’efficacia del rito compiuto in lingua latina, il Concilio ha ammesso senza difficoltà che «l’uso della lingua parlata può riuscire spesso di grande utilità per il popolo» e l’ha quindi autorizzata<ref>Ibidem, n. 36.</ref>. L’entusiasmo con cui questa decisione è stata dovunque accolta, ha portato, sotto la guida dei Vescovi e della stessa Sede Apostolica, alla concessione che tutte le celebrazioni liturgiche con partecipazione di popolo si possono fare in lingua viva, per rendere più facile la piena intelligenza del lettore istituiti- Gli altri compitimistero celebrato.
IV – La distribuzione 13. Tuttavia, poiché l’uso della lingua parlata nella sacra Liturgia è soltanto uno strumento, anche se molto importante, per esprimere più chiaramente la catechesi del mistero contenuto nella celebrazione, il Concilio Vaticano II ha insistito perché si mettessero in pratica certe prescrizioni del Concilio di Trento che non erano state dovunque osservate, come il dovere di fare l’omelia nelle domeniche e nei giorni festivi<ref>Ibidem, n. 52.</ref>; e la possibilità di intercalare ai riti determinate monizioni<ref>Ibidem, n. 35, § 3.</ref>. Soprattutto, però, il Concilio Vaticano II, nel consigliare «quella partecipazione perfetta alla Messa, per la quale i fedeli, dopo la Comunione del sacerdote, ricevono il Corpo del Signore dal medesimo sacrificio»<ref>Ibidem, n. 55.</ref>, ha portato al compimento di un altro voto dei compitie Padri tridentini, che, cioè, per partecipare più pienamente all’Eucaristia, «nelle singole Messe i presenti si comunicassero non solo con l’intimo fervore dell’anima, ma anche con la preparazione recezione sacramentale dell’Eucaristia»<ref>Conc. Ecum. Tridentino, Sess. XXII, Dottrina sul santissimo sacrificio della celebrazione (108Messa, cap. 6, Denz-111)Schönm. 1747.</ref>.
14. Mosso dal medesimo spirito e dallo stesso zelo pastorale, il Concilio Vaticano II ha potuto riesaminare le decisioni di Trento a proposito della Comunione sotto le due specie. Poiché attualmente nessuno mette in dubbio i principi dottrinali sul pieno valore della Comunione sotto la sola specie del pane, il Concilio ha permesso in alcuni casi la Comunione sotto le due specie, con la quale, grazie alla forma più chiara del segno sacramentale, si ha modo di penetrare più profondamente il mistero al quale i fedeli partecipano<ref>Conc. Ecum. Vaticano II, Costituzione sulla sacra Liturgia, Sacrosanctum Concilium, n. 55.</ref>.
Capitolo IV - DIVERSE FORME DICELEBRAZIONE DELLA MESSA15. In questo modo, mentre la Chiesa rimane fedele al suo compito di maestra di verità, conservando «le cose vecchie» cioè il deposito della tradizione, assolve pure il suo compito di esaminare e adottare con prudenza «le cose nuove» (Cf. Mt 13,52).
I - Messa con il popolo (115 - 198)Una parte del nuovo Messale adegua più visibilmente le preghiere della Chiesa ai bisogni del nostro tempo. Tali sono specialmente le Messe rituali e quelle per varie necessità, nelle quali si fondono felicemente tradizione e novità. Pertanto, mentre sono rimaste intatte molte espressioni attinte alla più antica tradizione della Chiesa e rese familiari dallo stesso Messale romano nelle sue varie edizioni, molte altre sono state adattate alle esigenze e alle condizioni attuali. Altre infine, come le orazioni per la Chiesa, per i laici, per la santificazione del lavoro umano, per l’unione di tutti i popoli e per certe necessità proprie del nostro tempo, sono state interamente composte ex novo, traendo i pensieri e spesso anche i termini dai recenti documenti conciliari.
Cose da preparare (117 - 119)Così pure, in vista di una presa di coscienza della situazione nuova del mondo contemporaneo, è sembrato che non si recasse offesa alcuna al venerabile tesoro della tradizione, modificando alcune espressioni dei testi antichi, allo scopo di meglio armonizzare la lingua con quella della teologia attuale e perché esprimessero in verità la presente situazione della disciplina della Chiesa. Per questo motivo sono stati cambiati alcuni modi di esprimersi, che risentivano di una certa mentalità sull’apprezzamento e sull’uso dei beni terrestri, e altri ancora che mettevano in rilievo una forma di penitenza esteriore propria della Chiesa di altri tempi.
A) Messa senza diacono(120-170)Le norme liturgiche del Concilio di Trento sono state, dunque, su molti punti, completate e integrate dalle norme del Concilio Vaticano II; il Concilio ha così condotto a termine gli sforzi fatti per accostare i fedeli alla Liturgia, sforzi condotti per quattro secoli e con più intensità in un’epoca recente, grazie soprattutto allo zelo liturgico promosso da san Pio X e dai suoi successori.
== Capitolo I - Riti di introduzioneIMPORTANZA E DIGNITÀ DELLA CELEBRAZIONE EUCARISTICA (16 - Liturgia della Parola- Liturgia eucaristica- Riti di conclusione26) ==
B16. La celebrazione della Messa, in quanto azione di Cristo e del popolo di Dio gerarchicamente ordinato, costituisce il centro di tutta la vita cristiana per la Chiesa universale, per quella locale, e per i singoli fedeli<ref>Cf. Conc. Ecum. Vaticano II, Costituzione sulla sacra Liturgia, Sacrosanctum Concilium, n. 41; Costituzione dogmatica sulla Chiesa, Lumen Gentium, n. 11; Decreto sulla vita e sul ministero sacerdotale, Presbyterorum Ordinis, nn. 2, 5, 6; Decreto sull’ufficio pastorale di Vescovi, Christus Dominus, n. 30; Decreto sull’ecumenismo, Unitatis redintegratio, n. 15; Sacra Congregazione dei riti, Istruzione Eucharisticum mysterium, 25 maggio 1967, nn. 3e, 6: AAS 59 (1967) 542, 544-545.</ref>. Nella Messa , infatti, si ha il culmine sia dell’azione con cui Dio santifica il diacono(171 - 186)mondo in Cristo, sia del culto che gli uomini rendono al Padre, adorandolo per mezzo di Cristo Figlio di Dio nello Spirito Santo<ref>Cf. Conc. Ecum. Vaticano II, Costituzione sulla sacra Liturgia, Sacrosanctum Concilium, n. 10.</ref>. In essa inoltre la Chiesa commemora, nel corso dell’anno, i misteri della redenzione, in modo da renderli in certo modo presenti<ref>Cf. Ibidem, n. 102.</ref>. Tutte le altre azioni sacre e ogni attività della vita cristiana sono in stretta relazione con la Messa, da essa derivano e ad essa sono ordinate<ref>Cf. Conc. Ecum. Vaticano II, Costituzione sulla sacra Liturgia, Sacrosanctum Concilium, n. 10; Decreto sulla vita e sul ministero sacerdotale, Presbyterorum Ordinis, n. 5.</ref>.
- Riti 17. È perciò di introduzione- somma importanza che la celebrazione della Messa, o Cena del Signore, sia ordinata in modo tale che i sacri ministri e i fedeli, partecipandovi ciascuno secondo il proprio ordine e grado, traggano abbondanza di quei frutti<ref>Cf. Conc. Ecum. Vaticano II, Costituzione sulla sacra Liturgia , Sacrosanctum Concilium, nn. 14, 19, 26, 28, 30.</ref>, per il conseguimento dei quali Cristo Signore ha istituito il sacrificio eucaristico del suo Corpo e del suo Sangue e lo ha affidato, come memoriale della Parola- Liturgia eucaristica- Riti di conclusionesua passione e risurrezione, alla Chiesa, sua dilettissima sposa<ref>Cf. Ibidem, n. 47.</ref>.
C) Compiti dell'accolito(187 - 193)18. Si potrà ottenere davvero questo risultato, se, tenuto conto della natura e delle altre caratteristiche di ogni assemblea liturgica, tutta la celebrazione verrà ordinata in modo tale da portare i fedeli a una partecipazione consapevole, attiva e piena, esteriore e interiore, ardente di fede, speranza e carità; partecipazione vivamente desiderata dalla Chiesa e richiesta dalla natura stessa della celebrazione, e alla quale il popolo cristiano ha diritto e dovere in forza del battesimo<ref>Cf. Ibidem, n. 14.</ref>.
- Riti iniziali- Liturgia 19. Non sempre si possono avere la presenza e l’attiva partecipazione dei fedeli, che manifestano più chiaramente la natura ecclesiale della celebrazione<ref>Cf. Ibidem, n. 41.</ref>. Sempre però la celebrazione eucaristicaha l’efficacia e la dignità che le sono proprie, in quanto è azione di Cristo e della Chiesa, nella quale il sacerdote compie il suo ministero specifico e agisce sempre per la salvezza del popolo.
D) Compiti del lettore(194 - 198)Perciò a lui si raccomanda di celebrare anche ogni giorno, avendone la possibilità, il sacrificio eucaristico<ref>Cf. Conc. Ecum. Vaticano II, Decreto sulla vita e sul ministero sacerdotale, Presbyterorum Ordinis, n. 13; C.I.C., can. 904.</ref>.
- Riti iniziali- 20. Poiché inoltre la celebrazione dell’Eucaristia, come tutta la Liturgia della Parola, si compie per mezzo di segni sensibili, mediante i quali la fede si alimenta, s’irrobustisce e si esprime<ref>Cf. Conc. Ecum. Vaticano II, Costituzione sulla sacra Liturgia, Sacrosanctum Concilium, n. 59.</ref>, si deve avere la massima cura nello scegliere e nel disporre quelle forme e quegli elementi che la Chiesa propone, e che, considerate le circostanze di persone e di luoghi, possono favorire più intensamente la partecipazione attiva e piena, e rispondere più adeguatamente al bene spirituale dei fedeli.
II - 21. Pertanto questa Introduzione si propone di esporre i principi generali per l’ordinamento della celebrazione dell’Eucaristia, e di presentare le norme per regolare le singole forme di celebrazione<ref>Per la celebrazione della Messa concelebrata in situazioni particolari si osservi quanto stabilito: per le Messe nei gruppi particolari cf. Sacra Congregazione per il Culto Divino, Istruzione Actio pastoralis, 15 maggio 1969: AAS 61 (199 1969) 806- 251811; per le Messe con i fanciulli cf. Direttorio delle Messe con i fanciulli, 1 novembre 1973: AAS 66 (1974)30-46; sul modo di unire le Ore dell’Ufficio con la Messa cf. Principi e norme per la Liturgia delle Ore, nn. 93-98; sul modo di unire alcune benedizioni e l’incoronazione dell’immagine della beata Vergine Maria con la Messa cf. Rituale Romano, Benedizionale, Premesse generali, n. 28; Rituale Romano, Rito per l’incoronazione dell’immagine della beata Vergine Maria, nn. 10, 14.</ref>.
- Riti di introduzione- Liturgia della Parola- Liturgia eucaristica- Modo di dire 22. Ora, nella Chiesa particolare, la Preghiera eucaristicacelebrazione dell’Eucaristia è l’atto più importante.
Preghiera eucaristica I o Canone romanoPreghiera eucaristica Il Vescovo diocesano infatti, primo dispensatore dei misteri di Dio nella Chiesa particolare a lui affidata, è la guida, il promotore e il custode di tutta la vita liturgica<ref>Cf. Conc. Ecum. Vaticano IIPreghiera , Decreto sull’ufficio pastorale di Vescovi, Christus Dominus, n. 14; Costituzione sulla sacra Liturgia, Sacrosanctum Concilium, n. 41.</ref>. Nelle celebrazioni che si compiono sotto la sua presidenza, soprattutto in quella eucaristica IIIPreghiera , celebrata con la partecipazione del presbiterio, dei diaconi e del popolo, si manifesta il mistero della Chiesa. Perciò questo tipo di celebrazione eucaristica IVdeve fungere da modello per tutta la diocesi.
- Riti Deve essere quindi impegno del Vescovo fare in modo che i presbiteri, i diaconi e i fedeli comprendano sempre più il senso autentico dei riti e dei testi liturgici e così siano condotti ad una attiva e fruttuosa celebrazione dell’Eucaristia. Allo stesso fine presti attenzione perché cresca la dignità delle medesime celebrazioni. A questo scopo risulta di comunione- Riti di conclusionegrande importanza promuovere la cura per la bellezza del luogo sacro, della musica e dell’arte.
III - 23. Inoltre, perché la celebrazione corrisponda maggiormente alle norme e allo spirito della sacra Liturgia e se ne avvantaggi l’efficacia pastorale, in questa Introduzione generale e nel Rito della Messa a cui partecipa un solo ministro (252 - 272)vengono esposti le scelte e gli adattamenti possibili.
- Riti 24. Questi adattamenti, che per lo più consistono nella scelta di introduzione- alcuni riti o testi, cioè di canti, letture, orazioni, monizioni e gesti che siano più rispondenti alle necessità, alla preparazione e alla capacità di comprensione dei partecipanti, spettano al sacerdote celebrante. Tuttavia, il sacerdote ricordi di essere il servitore della sacra Liturgia e che nella celebrazione della Parola- Messa a lui non è consentito aggiungere, togliere o mutare nulla a proprio piacimento<ref>Cf. Conc. Ecum. Vaticano II, Costituzione sulla sacra Liturgia eucaristica- Riti di conclusione, Sacrosanctum Concilium, n. 22.</ref>.
IV - Alcune norme di carattere generaleper tutte le forme di messa 25. Inoltre, nel Messale, a suo luogo sono indicati alcuni adattamenti che, secondo la Costituzione sulla sacra Liturgia, competono rispettivamente al Vescovo diocesano o alla Conferenza Episcopale<ref>Cf. Conc. Ecum. Vaticano II, Costituzione sulla sacra Liturgia, Sacrosanctum Concilium, n. 38; Paolo VI, Cost. Ap. Missale Romanum, 3 aprile 1969.</ref> (273 Cf. nn. 387, 388- 287393).
- Venerazione dell'altare 26. Per quanto riguarda le variazioni e gli adattamenti più profondi, rispondenti alle tradizioni e alla cultura di popoli e regioni, e da introdurre per utilità o necessità secondo l’art. 40 della Costituzione sulla sacra Liturgia, si osservi quanto è stabilito nell’Istruzione «Liturgia Romana e inculturazione»<ref>Congregazione per il Culto Divino e dell'Evangelariola Disciplina dei Sacramenti, Istruzione Varietates Legitimae, 25 gennaio 1994: AAS 87 (1995) 288- Genuflessione 314.</ref> e inchino- L'incensazioneai numeri 395- La purificazione399 del presente documento (nn. 395- La Comunione sotto le due specie399).
== Capitolo V II - DISPOSIZIONE STRUTTURA, ELEMENTI E ARREDAMENTODELLE CHIESE PER LA CELEBRAZIONEDELL'EUCARISTIAPARTI DELLA MESSA ==
=== I - Principi generali . STRUTTURA GENERALE DELLA MESSA (288 27 - 29428)===
II – Ordinamento 27. Nella Messa o Cena del Signore, il popolo di Dio è chiamato a riunirsi insieme sotto la presidenza del presbiteriosacerdote, che agisce nella persona di Cristo, per celebrare il memoriale del Signore, cioè il sacrificio eucaristico<ref>Cf. Conc. Ecum. Vaticano II, Decreto sulla vita e sul ministero sacerdotale, Presbyterorum Ordinis, n. 5; Costituzione sulla sacra Liturgia, Sacrosanctum Concilium, n. 33.</ref>. Per questo raduno locale della santa Chiesa vale perciò in modo eminente la Celebrazione eucaristica promessa di Cristo: «Là dove sono due o tre radunati nel mio nome, io sono in mezzo a loro» (Mt 18,20). Infatti nella celebrazione della Messa, nella quale si perpetua il sacrificio della croce<ref>Conc. Ecum. Tridentino, Sess. XXII, Dottrina sul santissimo sacrificio della Messa, cap. 1, Denz-Schönm. 1740; cf. Paolo VI, Solenne professione di fede, 3 giugno 1968, n. 24: AAS 60 (1968) 442.</ref>, Cristo è realmente presente nell’assemblea riunita in suo nome, nella persona del ministro, nella sua parola e in modo sostanziale e permanente sotto le specie eucaristiche<ref>Cf. Conc. Ecum. Vaticano II, Costituzione sulla sacra Liturgia, Sacrosanctum Concilium, n. 7; Paolo VI, Lett. enc. Mysterium fidei, 3 settembre 1965: AAS 57 (1965) 764; Sacra Congregazione dei Riti, Istruzione Eucharisticum mysterium, 25 maggio 1967, n. 9: AAS 59 (295 – 3101967)547.</ref>.
- L'altare 28. La Messa è costituita da due parti, la «Liturgia della Parola» e le sue suppellettili- L´ambone- La sede per il sacerdote celebrante la «Liturgia eucaristica»; esse sono così strettamente congiunte tra loro da formare un unico atto di culto<ref>Cf. Conc. Ecum. Vaticano II, Costituzione sulla sacra Liturgia, Sacrosanctum Concilium, n. 56; Sacra Congregazione dei Riti, Istruzione Eucharisticum mysterium, 25 maggio 1967, n. 3: AAS 59 (1967) 542.</ref>. Nella Messa, infatti, viene imbandita tanto la mensa della parola di Dio quanto la mensa del Corpo di Cristo, e i fedeli ne ricevono istruzione e ristoro<ref>Cf. Conc. Ecum. Vaticano II, Costituzione sulla sacra Liturgia, Sacrosanctum Concilium, n. 48, 51; Costituzione dogmatica sulla divina Rivelazione, Dei Verbum, n. 21; Decreto sulla vita e sul ministero sacerdotale, Presbyterorum Ordinis, n. 4.</ref>. Ci sono inoltre alcuni riti che iniziano e le altre sedialtri che concludono la celebrazione.
=== II. I DIVERSI ELEMENTI DELLA MESSA (29 - 45) ===
III – La disposizione ==== Lettura della Chiesa (311 – 318)parola di Dio e sua spiegazione ===
- I posti dei fedeli- I posti della "schola cantorum" 29. Quando nella Chiesa si legge la sacra Scrittura, Dio stesso parla al suo popolo e degli strumenti musicali- Il posto per la custodia della SsCristo, presente nella sua parola, annunzia il Vangelo.ma Eucaristia- Le immagini sacre
Capitolo VI - COSE NECESSARIE PERLA CELEBRAZIONE DELLA MESSAPer questo tutti devono ascoltare con venerazione le letture della parola di Dio, che costituiscono un elemento importantissimo della Liturgia. E benché la parola di Dio nelle letture della sacra Scrittura sia rivolta a tutti gli uomini di ogni epoca e sia da essi intelligibile, tuttavia una sua più piena comprensione ed efficacia viene favorita da un’esposizione viva e attuale, cioè dall’omelia, che è parte dell’azione liturgica<ref>Cf. Conc. Ecum. Vaticano II, Costituzione sulla sacra Liturgia, Sacrosanctum Concilium, nn. 7, 33, 52.</ref>.
I - Il pane ==== Le orazioni e il vino per celebrare l'Eucaristia (319 - 324)le altre parti che spettano al sacerdote ====
II - Le suppellettili sacre in genere 30. Tra le parti proprie del sacerdote, occupa il primo posto la Preghiera eucaristica, culmine di tutta la celebrazione. Seguono poi le orazioni, cioè: l’orazione di inizio (325 - 326o colletta), l’orazione sulle offerte e l’orazione dopo la Comunione. Queste preghiere, dette dal sacerdote nella sua qualità di presidente dell’assemblea nella persona di Cristo, sono rivolte a Dio a nome dell’intero popolo santo e di tutti i presenti<ref>Cf. ibidem, 33.</ref>. Perciò giustamente si chiamano «orazioni presidenziali».
III - I vasi sacri (327 - 334)31. Spetta ugualmente al sacerdote, per il suo ufficio di presidente dell’assemblea radunata, formulare alcune monizioni previste nel rito medesimo. Quando è previsto dalle rubriche, al celebrante è permesso adattarle in parte affinché rispondano alla comprensione dei partecipanti. Tuttavia il sacerdote faccia in modo di conservare sempre il senso della monizione proposta nel Messale e la esprima con poche parole. Così pure spetta al sacerdote che presiede guidare la proclamazione della parola di Dio e impartire la benedizione finale. Egli può inoltre intervenire con brevissime parole, per introdurre i fedeli alla Messa del giorno, dopo il saluto iniziale e prima dell’atto penitenziale; alla Liturgia della Parola, prima delle letture; alla Preghiera eucaristica, prima di iniziare il prefazio, naturalmente mai nel corso della Preghiera stessa; prima del congedo, per concludere l’intera azione sacra.
IV - Le vesti sacre 32. La natura delle parti «presidenziali» esige che esse siano proferite a voce alta e chiara e che siano ascoltate da tutti con attenzione<ref>Cf. Sacra Congregazione dei Riti, Istruzione Musicam sacram, 5 marzo 1967, n. 14: AAS 59 (335 - 3471967)304.</ref>. Perciò, mentre il sacerdote le dice, non si devono sovrapporre altre orazioni o canti, e l’organo e altri strumenti musicali devono tacere.
V - Le altre suppellettili destinate all'uso 33. Il sacerdote infatti, in quanto presidente, formula le preghiere a nome della Chiesa (348 - 351)e della comunità riunita, talvolta invece anche a titolo personale, per poter compiere il proprio ministero con maggior attenzione e pietà. Tali preghiere, che sono proposte prima della proclamazione del Vangelo, alla preparazione dei doni, prima e dopo la Comunione del sacerdote, si dicono sottovoce.
Capitolo VII - LA SCELTA DELLE PARTI DELLA MESSA==== Altre formule che ricorrono nella celebrazione ====
I 34. Poiché la celebrazione della Messa, per sua natura, ha carattere «comunitario»<ref>Cf. Conc. Ecum. Vaticano II, Costituzione sulla sacra Liturgia, Sacrosanctum Concilium, nn. 26- La scelta della messa 27; Sacra Congregazione dei Riti, Istruzione Eucharisticum mysterium, 25 maggio 1967, n. 3: AAS 59 (353-3551967)542.</ref>, grande rilievo assumono i dialoghi tra il sacerdote e i fedeli riuniti e le acclamazioni<ref>Cf. Conc. Ecum. Vaticano II, Costituzione sulla sacra Liturgia, Sacrosanctum Concilium, n. 30.</ref>. Infatti questi elementi non sono soltanto segni esteriori della celebrazione comunitaria, ma favoriscono e realizzano la comunione tra il sacerdote e il popolo.
II - La scelta delle parti della messa 35. Le acclamazioni e le risposte dei fedeli al saluto del sacerdote e alle orazioni, costituiscono quel grado di partecipazione attiva che i fedeli riuniti devono porre in atto in ogni forma di Messa, per esprimere e ravvivare l’azione di tutta la comunità<ref>Cf. Sacra Congregazione dei Riti, Istruzione Musicam sacram, 5 marzo 1967, n. 16 a: AAS 59 (356-3671967)305.</ref>.
- Le letture- Le orazioni- La Preghiera eucaristica- I canti36. Altre parti, assai utili per manifestare e favorire la partecipazione attiva dei fedeli, spettano all’intera assemblea convocata; sono soprattutto l’atto penitenziale, la professione di fede, la preghiera universale (detta anche preghiera dei fedeli) e la preghiera del Signore (cioè il Padre nostro).
Capitolo VIII - MESSE E ORAZIONIPER DIVERSE CIRCOSTANZEE MESSE PER I DEFUNTI37. Infine, tra le altre formule:
I - Messe per diverse circostanze a) alcune costituiscono un rito o un atto a sé stante, come l’inno Gloria, il salmo responsoriale, l’Alleluia e il versetto prima del Vangelo (368 - 378canto al Vangelo), il Santo, l’acclamazione dell’anamnesi e il canto dopo la Comunione;
II - Messe per b) altre, invece, accompagnano qualche rito, come i defunti canti d’ingresso, di offertorio, quelli che accompagnano la frazione del pane (379-385Agnello di Dio)e la Comunione.
Capitolo IX - GLI ADATTAMENTI CHE COMPETONOAI VESCOVI DIOCESANIE ALLE CONFERENZE EPISCOPALI (386-399)==== Il modo di proclamare i vari testi ====
PROEMIO38. Nei testi che devono essere pronunziati a voce alta e chiara dal sacerdote, dal diacono, dal lettore o da tutti, la voce deve corrispondere al genere del testo, secondo che si tratti di una lettura, di un’orazione, di una monizione, di un’acclamazione, di un canto; deve anche corrispondere alla forma di celebrazione e alla solennità della riunione liturgica. Inoltre si tenga conto delle caratteristiche delle diverse lingue e della cultura specifica di ogni popolo.
1. Cristo Signore, desiderando celebrare con i suoi discepoli il banchetto pasquale, nel quale istituì il sacrificio del suo Corpo Nelle rubriche e del suo Sangue, ordinò di preparare una sala grande e addobbata (Lc 22,12). La Chiesanelle norme che seguono, quando dettava le norme per preparare gli animi, disporre i luoghi, fissare i riti e scegliere i testi per la celebrazione dell’Eucaristiaparole «dire» oppure «proclamare» devono essere intese in riferimento sia al canto che alla recita, ha perciò sempre considerato quest’ordine come rivolto a se stessatenuto conto dei principi sopra esposti.
Allo stesso modo le presenti norme, stabilite in base alle decisioni ==== Importanza del Concilio Ecumenico Vaticano II, come anche il nuovo Messale, che d’ora in poi la Chiesa di Rito romano utilizzerà per celebrare la Messa, sono una prova di questa sollecitudine della Chiesa, della sua fede e del suo amore immutato verso il grande mistero eucaristico, e testimoniano la sua continua e ininterrotta tradizione, nonostante siano state introdotte alcune novità.canto ====
Testimonianza 39. I fedeli che si radunano nell’attesa della venuta del loro Signore, sono esortati dall’apostolo a cantare insieme salmi, inni e cantici spirituali (Cf. Col 3,16). Infatti il canto è segno della gioia del cuore (Cf. At 2,46). Perciò dice molto bene sant’Agostino: «Il cantare è proprio di una fede immutatachi ama»<ref>S. Agostino di Ippona, Sermo 336, 1: PL 38, 1472.</ref>, e già dall’antichità si formò il detto: «Chi canta bene, prega due volte».
240. La natura sacrificale Nella celebrazione della Messasi dia quindi grande importanza al canto, solennemente affermata dal Concilio ponendo attenzione alla diversità culturale delle popolazioni e alle possibilità di Trentociascuna assemblea liturgica. Anche se non è sempre necessario, in armonia con tutta la tradizione della Chiesa[1]per esempio nelle Messe feriali, è stata riaffermata dal Concilio Vaticano IIcantare tutti i testi che per loro natura sono destinati al canto, si deve comunque fare in modo che ha pronunciato, a proposito della Messa, queste significative parole: «Il nostro Salvatore nell’ultima Cena... istituì non manchi il sacrificio eucaristico del suo Corpo canto dei ministri e del suo Sangue, al fine di perpetuare nei secoli, fino al suo ritorno, il sacrificio della croce, popolo nelle celebrazioni domenicali e nelle feste di affidare così alla sua diletta sposa, la Chiesa, il memoriale della sua morte e risurrezione»[2]precetto.
Questo stesso insegnamento del Concilio Nella scelta delle parti destinate al canto, si ritrova costantemente nelle formule della Messa. Tale dottrina infattidia la preferenza a quelle di maggior importanza, enunciata con precisione in questo testo dell’antico Sacramentario detto Leoniano: «ogni volta e soprattutto a quelle che celebriamo il memoriale di questo sacrificiodevono essere cantate dal sacerdote, si compie l’opera della nostra redenzione»[3], è sviluppata dal diacono o dal lettore con chiarezza e con cura nelle Preghiere eucaristiche: in queste Preghierela risposta del popolo, quando il o dal sacerdote fa l’anamnesie dal popolo insieme<ref>Cf. Sacra Congregazione dei Riti, rivolgendosi a Dio in nome di tutto il popoloIstruzione Musicam sacram, gli rende grazie e gli offre il sacrificio vivo5 marzo 1967, santonn. 7, cioè l’oblazione della Chiesa e la vittima immolata per la nostra redenzione [4]16: AAS 59 (1967) 302, e prega perché il Corpo e il Sangue di Cristo siano un sacrificio accetto al Padre per la salvezza del mondo intero[5]305.</ref>.
Così41. A parità condizioni, nel nuovo Messalesi dia la preferenza al canto gregoriano, la norma in quanto proprio della preghiera (lex orandi) della Chiesa corrisponde alla sua costante regola Liturgia romana. Gli altri generi di fede (lex credendi); questa ci dice chemusica sacra, fatta eccezione per il modo di offrirespecialmente la polifonia, che è differentenon sono affatto da escludere, vi è piena identità tra il sacrificio della croce purché rispondano allo spirito dell’azione liturgica e favoriscano la sua rinnovazione sacramentale nella Messa, che Cristo Signore ha istituito nell’ultima Cena e ha ordinato agli Apostoli partecipazione di celebrare in memoria di luitutti i fedeli<ref>Cf. Conc. Ecum. Ne consegue che la Messa è insieme sacrificio di lodeVaticano II, Costituzione sulla sacra Liturgia, d’azione di grazieSacrosanctum Concilium, di propiziazione e di espiazionen. 116; cf. anche il n. 30.</ref>.
3. Anche il mistero mirabile della presenza reale del Signore sotto Poiché sono sempre più frequenti le specie eucaristiche riunioni di fedeli di diverse nazionalità, è affermato dal Concilio Vaticano II[6] opportuno che sappiano cantare insieme, in lingua latina, e dagli altri documenti del magistero nelle melodie più facili, almeno le parti dell’ordinario della Chiesa[7]Messa, nel medesimo senso specialmente il simbolo della fede e con la medesima dottrina con cui il Concilio di Trento l’aveva proposto alla nostra fede[8]preghiera del Signore<ref>Cf. Conc. Ecum. Nella celebrazione della MessaVaticano II, questo mistero è posto in luce non soltanto dalle parole stesse della consacrazioneCostituzione sulla sacra Liturgia, che rendono Cristo presente per mezzo della transustanziazioneSacrosanctum Concilium, ma anche dal senso e dall’espressione esteriore di sommo rispetto e di adorazione di cui è fatto oggetto nel corso della Liturgia eucaristican. 54; Cf. Per lo stesso motivoSacra Congregazione dei Riti, il Giovedì santoIstruzione Inter Oecumenici, nella celebrazione della Cena del Signore26 settembre 1964, e nella solennità del Corpo e del Sangue del Signoren. 59: AAS 56 (1964) 891; Cf. Sacra Congregazione dei Riti, il popolo cristiano è chiamato a onorare in modo particolareIstruzione Musicam sacram, con l’adorazione5 marzo 1967, questo mirabile sacramenton. 47: AAS 59 (1967) 314.</ref>.
4. La natura del sacerdozio ministeriale, che è proprio del Vescovo e del presbitero, in quanto offrono il sacrificio nella persona di Cristo ==== Gesti e presiedono l’assemblea atteggiamenti del popolo santo, è posta in luce, nella forma stessa del rito, dal posto eminente del sacerdote e dalla sua funzione. I compiti di questa funzione sono indicati e ribaditi con molta chiarezza nel prefazio della Messa crismale del Giovedì santo, giorno in cui si commemora l’istituzione del sacerdozio. Il testo sottolinea la potestà sacerdotale conferita per mezzo dell’imposizione delle mani e descrive questa medesima potestà enumerandone tutti gli uffici: è la continuazione della potestà sacerdotale di Cristo, Sommo Sacerdote della Nuova Alleanza.corpo ====
542. Questa natura I gesti e l’atteggiamento del corpo sia del sacerdote, del sacerdozio ministeriale mette a sua volta nella giusta luce un’altra realtà di grande importanza: il sacerdozio regale diacono e dei fedeliministri, il cui sacrificio spirituale raggiunge sia del popolo devono tendere a far sì che tutta la sua piena realizzazione attraverso il ministero del Vescovo celebrazione risplenda per decoro e dei presbiteriper nobile semplicità, in unione con che si colga il sacrificio vero e pieno significato delle sue diverse parti e si favorisca la partecipazione di Cristo, unico Mediatore[9]tutti<ref>Cf. Conc. La celebrazione dell’Eucaristia è infatti azione di tutta la ChiesaEcum. In essa ciascuno compie soltantoVaticano II, ma integralmenteCostituzione sulla sacra Liturgia, quello che gli competeSacrosanctum Concilium, tenuto conto del posto che occupa nel popolo di Dion. È il motivo per cui si presta ora maggiore attenzione a certi aspetti della celebrazione che30, nel corso dei secoli, erano stati talvolta alquanto trascurati34; cf. Questo popolo è anche il popolo di Dion. 21.</ref>. Si dovrà prestare attenzione affinché le norme stabilite da questa Introduzione generale e dalla prassi secolare del Rito romano, acquistato dal Sangue di Cristo, radunato dal Signore, nutrito con la sua Parola; contribuiscano al bene spirituale comune del popolo la cui vocazione è di far salire verso Dio le preghiere di tutta la famiglia umana; popolo che, in Cristo, rende grazie per il mistero della salvezza, offrendo il suo Sacrificio; popolo infine più che, per mezzo della Comunione al Corpo e al Sangue di Cristo, rafforza la sua unità. Questo popolo è già santo per la sua origine; ma in forza della sua partecipazione consapevole, attiva e fruttuosa al mistero eucaristico, progredisce continuamente in santità[10]gusto personale o all’arbitrio.
Prova L’atteggiamento comune del corpo, da osservarsi da tutti i partecipanti, è segno dell’unità dei membri della comunità cristiana riuniti per la sacra Liturgia: manifesta infatti e favorisce l’intenzione e i sentimenti dell’animo di una tradizione ininterrottacoloro che partecipano.
643. Nell’enunciare le norme per la revisione I fedeli stiano in piedi dall’inizio del rito della Messacanto di ingresso, o mentre il Concilio Vaticano II ha ordinatosacerdote si reca all’altare, tra l’altrofino alla conclusione dell’orazione di inizio (o colletta), che certi riti venissero «riportati all’antica tradizione dei santi Padri»[11]: sono le stesse parole usate da san Pio V nella costituzione apostolica Quo primum, con durante il canto dell’Alleluia prima del Vangelo; durante la proclamazione del Vangelo; durante la quale nel 1570 promulgava il Messale professione di Trento. Anche da questa corrispondenza testuale è facile rilevare come i due Messali romani, benché separati da quattro secolifede e la preghiera universale (o preghiera dei fedeli); e ancora dall’invito Pregate fratelli prima dell’orazione sulle offerte fino al termine della Messa, conservino una medesima e identica tradizione. Se poi si tengono presenti gli elementi profondi fatta eccezione di tale tradizione, non quanto è difficile rendersi conto come il secondo Messale completi egregiamente il primodetto in seguito.
7. In tempi davvero difficili, nei quali Stiano invece seduti durante la fede cattolica era stata messa in pericolo circa la natura sacrificale della Messa, il sacerdozio ministeriale, la presenza reale proclamazione delle letture prima del Vangelo e permanente di Cristo sotto le specie eucaristiche, a san Pio V premeva anzitutto salvaguardare una tradizione relativamente recente ingiustamente attaccata, introducendo meno cambiamenti possibili nel sacro rito. E in verità, durante il Messale del 1570 si differenzia ben poco dal primo Messale stampato nel 1474salmo responsoriale; all’omelia e questodurante la preparazione dei doni all’offertorio; se lo si ritiene opportuno, a sua volta, riprende fedelmente durante il Messale del tempo di Innocenzo III. Inoltre i manoscritti della Biblioteca Vaticana, anche se avevano permesso di adottare in certi casi delle lezioni migliori, non consentirono, in quella diligente ricerca di «antichi autori degni di fede», di andare al di là di quanto s’era fatto con i commentari liturgici del Medioevosacro silenzio dopo la Comunione.
8. OggiS’inginocchino poi alla consacrazione, invece, questo «tradizione dei santi Padri», tenuto presente dai revisori responsabili del Messale a meno che lo impediscano lo stato di san Pio Vsalute, si è arricchito di innumerevoli studi di eruditi. Dopo la prima edizione ristrettezza del Sacramentario detto Gregoriano nel 1571luogo, gli antichi sacramentari romani e ambrosiani sono stati oggetto di numerose edizioni critiche; lo stesso o il gran numero dei presenti, o altri ragionevoli motivi. Quelli che non si dica degli antichi libri liturgici ispanici e gallicaniinginocchiano alla consacrazione, che hanno fatto riscoprire facciano un buon numero di preghiere fino allora sconosciute, ma di non poca importanza sotto l’aspetto spiritualeprofondo inchino mentre il sacerdote genuflette dopo la consacrazione.
Le Spetta però alle Conferenze Episcopali adattare i gesti e gli atteggiamenti del corpo, descritti nel Rito della Messa, alla cultura e alle ragionevoli tradizioni dei primi secolivari popoli secondo le norme del diritto<ref>Cf. ibidem, anteriori alla formazione n. 40; Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei riti d’Oriente e d’OccidenteSacramenti, Istruzione Varietates Legitimae, sono ora meglio conosciute25 gennaio 1994, grazie n. 41: AAS 87 (1995) 304.</ref>. Nondimeno si faccia in modo che tali adattamenti corrispondano al senso e al carattere di ciascuna parte della celebrazione. Dove vi è la consuetudine che il popolo rimanga in ginocchio dall’acclamazione del Santo fino alla scoperta conclusione della Preghiera eucaristica e prima della Comunione, quando il sacerdote dice Ecco l’Agnello di un buon numero di documenti liturgiciDio, tale uso può essere lodevolmente conservato.
InoltrePer ottenere l’uniformità nei gesti e negli atteggiamenti del corpo in una stessa celebrazione, i fedeli seguano le indicazioni che il progresso degli studi patristici ha permesso di approfondire la teologia del mistero eucaristico attraverso l’insegnamento di Padri eminenti nell’antichità cristiana, come sant’Ireneo, sant’Ambrogio, san Cirillo di Gerusalemme, san Giovanni Crisostomodiacono o un altro ministro laico o lo stesso sacerdote danno secondo le norme stabilite nel Messale.
944. La «tradizione dei santi Padri» esige dunque Fra i gesti sono comprese anche le azioni e le processioni: quella del sacerdote che non solo si conservi la tradizione trasmessa dai nostri predecessori immediati, ma che si tenga presente insieme al diacono e ai ministri, si approfondisca fin dalle origini tutto reca all’altare; quella del diacono che porta all’ambone l’Evangeliario o il passato Libro dei Vangeli prima della Chiesa e si faccia un’accurata indagine sui modi molteplici proclamazione del Vangelo; quella con cui l’unica fede la quale i fedeli presentano i doni o si è manifestata in forme di cultura umana recano a ricevere la Comunione. Conviene che tali azioni e profana così diverse tra loro, quali erano quelle processioni siano fatte in uso nelle regioni abitate da Semitimodo decoroso, Greci e Latini. Questo approfondimento più vasto ci permette di constatare come lo Spirito Santo accordi al popolo di Dio un’ammirevole fedeltà nel conservare immutato il deposito della fedementre si eseguono canti appropriati, secondo le norme stabilite per quanto varie siano le preghiere e i ritiognuna di esse.
Adattamento alle nuove condizioni==== Il silenzio ====
1045. Il nuovo MessaleSi deve anche osservare, mentre attesta la norma a suo tempo, il sacro silenzio, come parte della celebrazione<ref>Cf. Conc. Ecum. Vaticano II, Costituzione sulla sacra Liturgia, Sacrosanctum Concilium, n. 30; Cf. Sacra Congregazione dei Riti, Istruzione Musicam sacram, 5 marzo 1967, n. 17: AAS 59 (1967) 305.</ref>. La sua natura dipende dal momento in cui ha luogo nelle singole celebrazioni. Così, durante l’atto penitenziale e dopo l’invito alla preghiera della Chiesa romana e salvaguarda , il silenzio aiuta il deposito della fede trasmesso dai recenti conciliraccoglimento; dopo la lettura o l’omelia, segna è un richiamo a sua volta una tappa meditare brevemente ciò che si è ascoltato; dopo la Comunione, favorisce la preghiera interiore di lode e di grande importanza nella tradizione liturgicasupplica.
Quando Anche prima della stessa celebrazione è bene osservare il silenzio in chiesa, in sagrestia e nel luogo dove si assumono i Padri del Concilio Vaticano II ripresero le formulazioni dogmatiche del Concilio di Trentoparamenti e nei locali annessi, le loro parole risuonarono in un’epoca ben diversa nella vita del mondo. Per questo in campo pastorale essi hanno potuto dare suggerimenti perché tutti possano prepararsi devotamente e consigli che sarebbero stati impensabili quattro secoli primanei giusti modi alla sacra celebrazione.
11. Il Concilio di Trento aveva già riconosciuto il grande valore catechetico contenuto nella celebrazione della Messa, ma non poteva trarne tutte le conseguenze pratiche. In realtà molti chiedevano che venisse concesso l’uso della lingua volgare nella celebrazione del sacrificio eucaristico. Ma dinanzi a tale richiesta il Concilio, considerate le circostanze di allora, riteneva suo dovere riaffermare la dottrina tradizionale della Chiesa, secondo la quale il sacrificio eucaristico è anzitutto azione di Cristo stesso: ne consegue che la sua efficacia non dipende affatto da come vi partecipano i fedeli. Ecco perché si espresse con queste parole decise e insieme misurate: «Benché la Messa contenga un ricco insegnamento per il popolo dei fedeli, i Padri non hanno ritenuto opportuno che venga celebrata indistintamente in lingua volgare»[12]. E condannò chi osasse affermare che «non si deve ammettere il rito della Chiesa romana, in forza del quale una parte del canone e le parole della consacrazione vengono dette a bassa voce; o che la Messa si deve celebrare soltanto in lingua volgare»[13]. Nondimeno, se da una parte proibì l’uso della lingua parlata nella Messa, dall’altra ordinò ai pastori di supplirvi con un’opportuna catechesi: «Perché il gregge di Cristo non soffra la fame... il santo Concilio ordina ai pastori e a tutti quelli che hanno cura d’anime di soffermarsi frequentemente, nel corso della celebrazione della Messa, o personalmente o per mezzo di altri, su questo o quel testo della Messa, e di spiegare, tra le altre cose, il mistero di questo santissimo Sacrificio, specialmente nelle domeniche e nei giorni festivi»[14]=== III.LE SINGOLE PARTI DELLA MESSA (46 - 90) ===
12. Convocato perché la Chiesa adattasse ai nostri tempi i compiti della sua missione apostolica, il Concilio Vaticano II ha, come quello ==== A) Riti di Trento, esaminato profondamente la natura didattica e pastorale della Liturgia[15]. E poiché non v’è ormai nessun cattolico che neghi la legittimità e l’efficacia del rito compiuto in lingua latina, il Concilio ha ammesso senza difficoltà che «l’uso della lingua parlata può riuscire spesso di grande utilità per il popolo» e l’ha quindi autorizzata[16]. L’entusiasmo con cui questa decisione è stata dovunque accolta, ha portato, sotto la guida dei Vescovi e della stessa Sede Apostolica, alla concessione che tutte le celebrazioni liturgiche con partecipazione di popolo si possono fare in lingua viva, per rendere più facile la piena intelligenza del mistero celebrato.introduzione (46 - 54) ====
1346. Tuttavia, poiché l’uso I riti che precedono la Liturgia della lingua parlata nella sacra Liturgia è soltanto uno strumentoParola, anche se molto importante, per esprimere più chiaramente la catechesi del mistero contenuto nella celebrazionecioè l’introito, il Concilio Vaticano II ha insistito perché si mettessero in pratica certe prescrizioni del Concilio di Trento che non erano state dovunque osservate, come il dovere di fare l’omelia nelle domeniche e nei giorni festivi[17]; e la possibilità di intercalare ai riti determinate monizioni[18]. Soprattuttosaluto, peròl’atto penitenziale, il Concilio Vaticano II, nel consigliare «quella partecipazione perfetta alla Messa, per la quale i fedeli, dopo la Comunione del sacerdoteKyrie eleison, ricevono il Corpo del Signore dal medesimo sacrificio»[19]Gloria e l’orazione (o colletta), ha portato al compimento hanno un carattere di un altro voto dei Padri tridentiniinizio, che, cioè, per partecipare più pienamente all’Eucaristia, «nelle singole Messe i presenti si comunicassero non solo con l’intimo fervore dell’anima, ma anche con la recezione sacramentale dell’Eucaristia»[20]di introduzione e di preparazione.
14. Mosso dal medesimo spirito e dallo stesso zelo pastorale, il Concilio Vaticano II ha potuto riesaminare le decisioni Scopo di Trento a proposito della Comunione sotto le due specie. Poiché attualmente nessuno mette in dubbio questi riti è che i principi dottrinali sul pieno valore della Comunione sotto la sola specie del panefedeli, riuniti insieme, il Concilio ha permesso in alcuni casi la Comunione sotto le due specieformino una comunità, e si dispongano ad ascoltare con fede la quale, grazie alla forma più chiara del segno sacramentale, si ha modo parola di penetrare più profondamente il mistero al quale i fedeli partecipano[21]Dio e a celebrare degnamente l’Eucaristia.
15. In questo modoalcune celebrazioni, mentre connesse con la Chiesa rimane fedele al suo compito di maestra di verità, conservando «le cose vecchie» cioè il deposito della tradizione, assolve pure il suo compito di esaminare e adottare con prudenza «le cose nuove» (Cf. Mt 13Messa secondo le norme dei libri liturgici,52)si omettono i riti iniziali o si svolgono in maniera particolare.
Una parte del nuovo Messale adegua più visibilmente le preghiere della Chiesa ai bisogni del nostro tempo. Tali sono specialmente le Messe rituali e quelle per varie necessità, nelle quali si fondono felicemente tradizione e novità. Pertanto, mentre sono rimaste intatte molte espressioni attinte alla più antica tradizione della Chiesa e rese familiari dallo stesso Messale romano nelle sue varie edizioni, molte altre sono state adattate alle esigenze e alle condizioni attuali. Altre infine, come le orazioni per la Chiesa, per i laici, per la santificazione del lavoro umano, per l’unione di tutti i popoli e per certe necessità proprie del nostro tempo, sono state interamente composte ex novo, traendo i pensieri e spesso anche i termini dai recenti documenti conciliari.===== L’introito =====
Così pure47. Quando il popolo è radunato, mentre il sacerdote fa il suo ingresso con il diacono e i ministri, in vista si inizia il canto d’ingresso. La funzione propria di una presa questo canto è quella di coscienza della situazione nuova del mondo contemporaneodare inizio alla celebrazione, è sembrato che non si recasse offesa alcuna al venerabile tesoro della tradizione, modificando alcune espressioni favorire l’unione dei testi antichifedeli riuniti, allo scopo di meglio armonizzare la lingua con quella introdurre il loro spirito nel mistero del tempo liturgico o della teologia attuale festività, e perché esprimessero in verità accompagnare la presente situazione della disciplina della Chiesa. Per questo motivo sono stati cambiati alcuni modi di esprimersi, che risentivano di una certa mentalità sull’apprezzamento processione del sacerdote e sull’uso dei beni terrestri, e altri ancora che mettevano in rilievo una forma di penitenza esteriore propria della Chiesa di altri tempiministri.
Le norme liturgiche del Concilio di Trento sono state48. Il canto viene eseguito alternativamente dalla schola e dal popolo, o dal cantore e dal popolo, oppure tutto quanto dal popolo o dalla sola schola. Si può utilizzare sia l’antifona con il suo salmo, dunquequale si trova nel Graduale romanum o nel Graduale simplex, su molti puntioppure un altro canto adatto all’azione sacra, completate e integrate dalle norme al carattere del giorno o del Concilio Vaticano tempo<ref>Giovanni Paolo II; il Concilio ha così condotto a termine gli sforzi fatti per accostare i fedeli alla Liturgia, sforzi condotti per quattro secoli e con più intensità in un’epoca recenteLett. Ap. Dies Domini, 31 maggio 1998, n. 50: AAS 90 (1998) 745.</ref>, grazie soprattutto allo zelo liturgico promosso da san Pio X e dai suoi successoriil cui testo sia stato approvato dalla Conferenza Episcopale.
Capitolo IIMPORTANZA E DIGNITÀDELLA CELEBRAZIONE EUCARISTICASe all’introito non ha luogo il canto, l’antifona proposta dal Messale romano viene letta o dai fedeli, o da alcuni di essi, o dal lettore, o altrimenti dallo stesso sacerdote che può anche adattarla a modo di monizione iniziale (Cf. n. 31).
16. La celebrazione della Messa, in quanto azione di Cristo ===== Saluto all’altare e del al popolo di Dio gerarchicamente ordinato, costituisce il centro di tutta la vita cristiana per la Chiesa universale, per quella locale, e per i singoli fedeli[22]. Nella Messa, infatti, si ha il culmine sia dell’azione con cui Dio santifica il mondo in Cristo, sia del culto che gli uomini rendono al Padre, adorandolo per mezzo di Cristo Figlio di Dio nello Spirito Santo[23]. In essa inoltre la Chiesa commemora, nel corso dell’anno, i misteri della redenzione, in modo da renderli in certo modo presenti[24]. Tutte le altre azioni sacre e ogni attività della vita cristiana sono in stretta relazione con la Messa, da essa derivano e ad essa sono ordinate[25].radunato =====
1749. È perciò di somma importanza che la celebrazione della Messa, o Cena del Signore, sia ordinata Giunti in modo tale che i sacri ministri e i fedelipresbiterio, partecipandovi ciascuno secondo il proprio ordine e grado, traggano abbondanza di quei frutti[26]sacerdote, per il conseguimento dei quali Cristo Signore ha istituito il sacrificio eucaristico del suo Corpo diacono e del suo Sangue e lo ha affidato, come memoriale della sua passione e risurrezione, alla Chiesa, sua dilettissima sposa[27]i ministri salutano l’altare con un profondo inchino.
18. Si potrà ottenere davvero questo risultatoQuindi, se, tenuto conto della natura e delle altre caratteristiche in segno di ogni assemblea liturgicavenerazione, tutta la celebrazione verrà ordinata in modo tale da portare i fedeli a una partecipazione consapevole, attiva il sacerdote e piena, esteriore il diacono lo baciano e interioreil sacerdote, ardente di fedesecondo l’opportunità, speranza incensa la croce e carità; partecipazione vivamente desiderata dalla Chiesa e richiesta dalla natura stessa della celebrazione, e alla quale il popolo cristiano ha diritto e dovere in forza del battesimo[28]l’altare.
1950. Non sempre si possono avere la presenza e l’attiva partecipazione dei fedeliTerminato il canto d’ingresso, che manifestano più chiaramente la natura ecclesiale della celebrazione [29]. Sempre però la celebrazione eucaristica ha l’efficacia e la dignità che le sono proprieil sacerdote, stando in quanto è azione piedi alla sede, con tutta l’assemblea si segna col segno di Cristo e della Chiesa, nella quale croce. Poi il sacerdote compie con il suo ministero specifico saluto annunzia alla comunità radunata la presenza del Signore. Il saluto sacerdotale e agisce sempre per la salvezza risposta del popolomanifestano il mistero della Chiesa radunata.
Perciò a lui si raccomanda di celebrare anche ogni giornoSalutato il popolo, avendone la possibilitàil sacerdote, o il sacrificio eucaristico[30]diacono o un ministro laico, può fare una brevissima introduzione alla Messa del giorno.
20. Poiché inoltre la celebrazione dell’Eucaristia, come tutta la Liturgia, si compie per mezzo di segni sensibili, mediante i quali la fede si alimenta, s’irrobustisce e si esprime[31], si deve avere la massima cura nello scegliere e nel disporre quelle forme e quegli elementi che la Chiesa propone, e che, considerate le circostanze di persone e di luoghi, possono favorire più intensamente la partecipazione attiva e piena, e rispondere più adeguatamente al bene spirituale dei fedeli.===== Atto penitenziale =====
2151. Pertanto questa Introduzione si propone Quindi il sacerdote invita all’atto penitenziale, che, dopo una breve pausa di silenzio, viene compiuto da tutta la comunità mediante una formula di esporre i principi generali per l’ordinamento della celebrazione dell’Eucaristiaconfessione generale, e di presentare le norme per regolare le singole forme di celebrazione[32]si conclude con l’assoluzione del sacerdote, che tuttavia non ha lo stesso valore del sacramento della Penitenza.
22. OraLa domenica, specialmente nel tempo pasquale, nella Chiesa particolarein circostanze particolari, si può sostituire il consueto atto penitenziale con la celebrazione dell’Eucaristia è l’atto più importantebenedizione e l’aspersione dell’acqua in memoria del Battesimo<ref>Cf. sotto, Appendice II.</ref>.
Il Vescovo diocesano infatti, primo dispensatore dei misteri di Dio nella Chiesa particolare a lui affidata, è la guida, il promotore e il custode di tutta la vita liturgica[33]. Nelle celebrazioni che si compiono sotto la sua presidenza, soprattutto in quella eucaristica, celebrata con la partecipazione del presbiterio, dei diaconi e del popolo, si manifesta il mistero della Chiesa. Perciò questo tipo di celebrazione eucaristica deve fungere da modello per tutta la diocesi.===== Kyrie eleison =====
Deve essere quindi impegno del Vescovo fare in modo 52. (= 30) Dopo l’atto penitenziale ha sempre luogo il Kyrie eleison, a meno che i presbiteri, i diaconi e non sia già stato detto durante l’atto penitenziale. Essendo un canto col quale i fedeli comprendano sempre più acclamano il senso autentico dei riti Signore e dei testi liturgici e così siano condotti ad una attiva e fruttuosa celebrazione dell’Eucaristia. Allo stesso fine presti attenzione perché cresca implorano la dignità delle medesime celebrazioni. A questo scopo risulta sua misericordia, di grande importanza promuovere la cura per la bellezza del luogo sacrosolito viene eseguito da tutti, della musica in alternanza tra il popolo e dell’artela schola o un cantore.
23. InoltreOgni acclamazione viene ripetuta normalmente due volte, perché la celebrazione corrisponda maggiormente alle norme e allo spirito della sacra Liturgia e se ne avvantaggi l’efficacia pastoralesenza escluderne tuttavia un numero maggiore, in questa Introduzione generale e nel Rito considerazione dell’indole delle diverse lingue o della Messa vengono esposti le scelte e gli adattamenti possibilicomposizione musicale o di circostanze particolari. Quando il Kyrie eleison viene cantato come parte dell’atto penitenziale, alle singole acclamazioni si fa precedere un «tropo».
24. Questi adattamenti, che per lo più consistono nella scelta di alcuni riti o testi, cioè di canti, letture, orazioni, monizioni e gesti che siano più rispondenti alle necessità, alla preparazione e alla capacità di comprensione dei partecipanti, spettano al sacerdote celebrante. Tuttavia, il sacerdote ricordi di essere il servitore della sacra Liturgia e che nella celebrazione della Messa a lui non è consentito aggiungere, togliere o mutare nulla a proprio piacimento[34].===== Gloria =====
2553. InoltreIl Gloria è un inno antichissimo e venerabile con il quale la Chiesa, nel Messaleradunata nello Spirito Santo, a suo luogo sono indicati alcuni adattamenti cheglorifica e supplica Dio Padre e l’Agnello. Il testo di questo inno non può essere sostituito con un altro. Viene iniziato dal sacerdote o, secondo l’opportunità, dal cantore o dalla schola, ma viene cantato o da tutti simultaneamente o dal popolo alternativamente con la Costituzione sulla sacra Liturgiaschola, competono rispettivamente al Vescovo diocesano o alla Conferenza Episcopale[35] (Cfoppure dalla stessa schola. nn. 387Se non lo si canta, viene recitato da tutti, 388-393)o insieme o da due cori che si alternano.
26. Per quanto riguarda le variazioni e gli adattamenti più profondi, rispondenti alle tradizioni Lo si canta o si recita nelle domeniche fuori del tempo di Avvento e alla cultura di popoli Quaresima; e regioni, inoltre nelle solennità e da introdurre per utilità o necessità secondo l’art. 40 della Costituzione sulla sacra Liturgiafeste, si osservi quanto è stabilito nell’Istruzione «Liturgia Romana e inculturazione»[36] e ai numeri 395-399 del presente documento (nn. 395-399)in celebrazioni di particolare solennità.
Capitolo IISTRUTTURA, ELEMENTI E PARTI DELLA MESSA===== Colletta =====
I54. STRUTTURA GENERALE DELLA MESSAPoi il sacerdote invita il popolo a pregare e tutti insieme con lui stanno per qualche momento in silenzio, per prendere coscienza di essere alla presenza di Dio e poter formulare nel cuore le proprie intenzioni di preghiera. Quindi il sacerdote dice l’orazione, chiamata comunemente «colletta», per mezzo della quale viene espresso il carattere della celebrazione. Per antica tradizione della Chiesa, l’orazione colletta è abitualmente rivolta a Dio Padre, per mezzo di Cristo, nello Spirito Santo<ref>Cf. Tertulliano, Adversus Marcionem, IV, 9: CCSL 1, 560; Origene, Disputatio cum Heracleida, n. 4, 24: SCh 67, 62; Statuta Concilii Hipponensi Breviata, 21: CCSL 149, 39.</ref> e termina con la conclusione trinitaria, cioè più lunga, in questo modo:
27. Nella Messa o Cena del Signore, il popolo di Dio - se è chiamato a riunirsi insieme sotto la presidenza del sacerdote, che agisce nella persona di Cristo, per celebrare rivolta al Padre: Per il memoriale del nostro Signore, cioè il sacrificio eucaristico[37]. Per questo raduno locale della santa Chiesa vale perciò in modo eminente la promessa di Gesù Cristo: «Là dove sono due o tre radunati nel mio nome, io sono in mezzo a loro» (Mt 18tuo Figlio,20). Infatti nella celebrazione della Messa, nella quale si perpetua il sacrificio della croce[38], Cristo che è realmente presente nell’assemblea riunita in suo nome, nella persona del ministroDio, nella sua parola e in modo sostanziale vive e permanente sotto le specie eucaristiche[39].regna con te, nell’unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli;
28. La Messa - se è costituita da due partirivolta al Padre, ma verso la «Liturgia della Parola» fine dell’orazione medesima si fa menzione del Figlio: Egli è Dio e vive e la «Liturgia eucaristica»; esse sono così strettamente congiunte tra loro da formare un unico atto di culto[40]. Nella Messa, infattiregna con te, viene imbandita tanto la mensa della parola di Dio quanto la mensa del Corpo di Cristonell’unità dello Spirito Santo, e per tutti i fedeli ne ricevono istruzione e ristoro[41]. Ci sono inoltre alcuni riti che iniziano e altri che concludono la celebrazione.secoli dei secoli;
II- se è rivolta al Figlio: Tu sei Dio e vivi e regni con Dio Padre, nell’unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. I DIVERSI ELEMENTI DELLA MESSA
Lettura della parola di Dio e sua spiegazioneIl popolo, unendosi alla preghiera, fa propria l’orazione con l’acclamazione Amen.
29. Quando nella Chiesa Nella Messa si legge la sacra Scrittura, Dio stesso parla al suo popolo e Cristo, presente nella sua parola, annunzia il Vangelodice sempre una sola colletta.
Per questo tutti devono ascoltare con venerazione le letture della parola di Dio, che costituiscono un elemento importantissimo della ==== B) Liturgia. E benché la parola di Dio nelle letture della sacra Scrittura sia rivolta a tutti gli uomini di ogni epoca e sia da essi intelligibile, tuttavia una sua più piena comprensione ed efficacia viene favorita da un’esposizione viva e attuale, cioè dall’omelia, che è parte dell’azione liturgica[42].Parola (55 - 71) ====
55. Le orazioni letture scelte dalla sacra Scrittura con i canti che le accompagnano costituiscono la parte principale della Liturgia della Parola; l’omelia, la professione di fede e le altre parti la preghiera universale o preghiera dei fedeli sviluppano e concludono tale parte. Infatti nelle letture, che spettano vengono poi spiegate nell’omelia, Dio parla al sacerdotesuo popolo<ref>Cf. Conc. Ecum. Vaticano II, Costituzione sulla sacra Liturgia, Sacrosanctum Concilium, n. 33.</ref>, gli manifesta il mistero della redenzione e della salvezza e offre un nutrimento spirituale; Cristo stesso è presente, per mezzo della sua parola, tra i fedeli<ref>Cf. ibidem, n. 7.</ref>. Il popolo fa propria questa parola divina con il silenzio e i canti, e vi aderisce con la professione di fede. Così nutrito, prega nell’orazione universale per le necessità di tutta la Chiesa e per la salvezza del mondo intero.
30. Tra le parti proprie del sacerdote, occupa il primo posto la Preghiera eucaristica, culmine di tutta la celebrazione. Seguono poi le orazioni, cioè: l’orazione di inizio (o colletta), l’orazione sulle offerte e l’orazione dopo la Comunione. Queste preghiere, dette dal sacerdote nella sua qualità di presidente dell’assemblea nella persona di Cristo, sono rivolte a Dio a nome dell’intero popolo santo e di tutti i presenti[43]. Perciò giustamente si chiamano «orazioni presidenziali».===== Il silenzio =====
3156. Spetta ugualmente al sacerdote, per La Liturgia della Parola deve essere celebrata in modo da favorire la meditazione; quindi si deve assolutamente evitare ogni forma di fretta che impedisca il suo ufficio raccoglimento. In essa sono opportuni anche brevi momenti di presidente dell’assemblea silenzio, adatti all’assemblea radunata, formulare alcune monizioni previste nel rito medesimo. Quando è previsto dalle rubricheper mezzo dei quali, al celebrante è permesso adattarle in parte affinché rispondano alla comprensione dei partecipanti. Tuttavia il sacerdote faccia in modo di conservare sempre il senso della monizione proposta nel Messale e la esprima con poche parole. Così pure spetta al sacerdote che presiede guidare l’aiuto dello Spirito Santo, la proclamazione della parola di Dio venga accolta nel cuore e impartire si prepari la benedizione finalerisposta con la preghiera. Egli può inoltre intervenire con brevissime paroleQuesti momenti di silenzio si possono osservare, per introdurre i fedeli alla Messa del giornoad esempio, dopo il saluto iniziale e prima dell’atto penitenziale; alla che inizi la stessa Liturgia della Parola, dopo la prima delle letture; alla Preghiera eucaristicae la seconda lettura, e terminata l’omelia<ref>Messale Romano, Lezionario, prima di iniziare il prefazioseconda edizione tipica, naturalmente mai nel corso della Preghiera stessa; prima del congedoIntroduzione, per concludere l’intera azione sacran. 28.</ref>.
32. La natura delle parti «presidenziali» esige che esse siano proferite a voce alta e chiara e che siano ascoltate da tutti con attenzione[44]. Perciò, mentre il sacerdote le dice, non si devono sovrapporre altre orazioni o canti, e l’organo e altri strumenti musicali devono tacere.=====Le letture bibliche =====
3357. Il sacerdote infatti, in quanto presidente, formula le preghiere a nome Nelle letture viene preparata ai fedeli la mensa della Chiesa parola di Dio e vengono loro aperti i tesori della comunità riunitaBibbia<ref>Cf. Conc. Ecum. Vaticano II, Costituzione sulla sacra Liturgia, talvolta invece anche a titolo personaleSacrosanctum Concilium, per poter compiere n. 51.</ref>. Conviene quindi che si osservi l’ordine delle letture bibliche, con il proprio ministero quale è messa meglio in luce l’unità dei due Testamenti e della storia della salvezza; non è permesso quindi sostituire con maggior attenzione altri testi non biblici le letture e pietà. Tali preghiereil salmo responsoriale, che sono proposte prima della proclamazione del Vangelocontengono la parola di Dio<ref>Cf. Giovanni Paolo II, alla preparazione dei doniLett. Ap. Vicesimus quintus annus, prima e dopo la Comunione del sacerdote4 dicembre 1988, si dicono sottovocen. 13: AAS 81 (1988) 910.</ref>.
Altre formule che ricorrono nella 58. Nella celebrazionedella Messa con il popolo, le letture si proclamano sempre dall’ambone.
3459. Poiché Il compito di proclamare le letture, secondo la celebrazione della Messatradizione, per sua naturanon è competenza specifica di colui che presiede, ha carattere «comunitario»[45]ma di altri ministri. Le letture quindi siano proclamate da un lettore, grande rilievo assumono i dialoghi tra il Vangelo sia invece proclamato dal diacono o, in sua assenza, da un altro sacerdote e i fedeli riuniti e le acclamazioni[46]. Infatti questi elementi Se non sono soltanto segni esteriori della celebrazione comunitariaè presente un diacono o un altro sacerdote, ma favoriscono lo stesso sacerdote celebrante legga il Vangelo; e realizzano la comunione tra se manca un lettore idoneo, il sacerdote e il popolocelebrante proclami anche le altre letture.
35. Le acclamazioni e Dopo le risposte dei fedeli al saluto del sacerdote singole letture il lettore pronuncia l’acclamazione e alle orazioni, costituiscono quel grado di partecipazione attiva che i fedeli riuniti devono porre in atto in ogni forma il popolo riunito con la sua risposta dà onore alla parola di MessaDio, per esprimere accolta con fede e ravvivare l’azione di tutta la comunità[47]con animo grato.
3660. Altre partiLa lettura del Vangelo costituisce il culmine della Liturgia della Parola. La stessa Liturgia insegna che si deve dare ad essa massima venerazione, assai utili per manifestare e favorire poiché la partecipazione attiva dei fedeli, spettano all’intera assemblea convocata; sono soprattutto l’atto penitenzialedistingue dalle altre letture con particolare onore: sia da parte del ministro incaricato di proclamarla, che si prepara con la professione di fede, benedizione o con la preghiera universale (detta anche preghiera ; sia da parte dei fedeli) , i quali con le acclamazioni riconoscono e professano che Cristo è presente e parla a loro, e ascoltano la preghiera del Signore (cioè il Padre nostro)lettura stando in piedi; sia per mezzo dei segni di venerazione che si rendono all’Evangeliario.
37. Infine, tra le altre formule:=====Il Salmo responsoriale=====
a) alcune costituiscono un rito o un atto a sé stante, come l’inno Gloria, 61. Alla prima lettura segue il salmo responsoriale, l’Alleluia che è parte integrante della Liturgia della Parola e il versetto prima del Vangelo (canto al Vangelo)che ha grande valore liturgico e pastorale, il Santo, l’acclamazione dell’anamnesi e il canto dopo perché favorisce la Comunione;meditazione della parola di Dio.
b) altre, invece, accompagnano qualche rito, come i canti d’ingresso, di offertorio, quelli che accompagnano la frazione del pane (Agnello di Dio) Il salmo responsoriale deve corrispondere a ciascuna lettura e la Comunionedeve essere preso normalmente dal Lezionario.
Conviene che il salmo responsoriale si esegua con il canto, almeno per quanto riguarda la risposta del popolo. Il modo salmista, quindi, o cantore del salmo canta o recita i versetti del salmo all’ambone o in altro luogo adatto; tutta l’assemblea ascolta restando seduta, e partecipa di solito con il ritornello, a meno che il salmo non sia cantato o recitato per intero senza ritornello. Ma perché il popolo possa più facilmente ripetere il ritornello, sono stati scelti alcuni testi comuni di ritornelli e di proclamare salmi per i vari diversi tempi dell’anno e per le diverse categorie di Santi. Questi testisi possono utilizzare al posto di quelli corrispondenti alle letture ogni volta che il salmo viene cantato. Se il salmo non può essere cantato, venga proclamato nel modo più adatto a favorire la meditazione della parola di Dio.
38. Nei testi che devono essere pronunziati a voce alta e chiara Al posto del salmo assegnato nel Lezionario si può cantare o il responsorio graduale tratto dal sacerdoteGraduale romanum, oppure un salmo responsoriale o alleluiatico dal diaconoGraduale simplex, dal lettore o da tutti, la voce deve corrispondere al genere del testo, secondo che si tratti di una lettura, di un’orazione, di una monizione, di un’acclamazione, di un canto; deve anche corrispondere alla forma di celebrazione e alla solennità della riunione liturgica. Inoltre si tenga conto delle caratteristiche delle diverse lingue e della cultura specifica di ogni popolocosì come sono indicati nei rispettivi libri.
Nelle rubriche e nelle norme che seguono, le parole «dire» oppure «proclamare» devono essere intese in riferimento sia al canto che alla recita, tenuto conto dei principi sopra esposti.===== L’acclamazione prima della lettura del Vangelo =====
Importanza 62. Dopo la lettura che precede immediatamente il Vangelo, si canta l’Alleluia o un altro canto stabilito dalle rubriche, come richiede il tempo liturgico. Tale acclamazione costituisce un rito o atto a sé stante, con il quale l’assemblea dei fedeli accoglie e saluta il Signore che sta per parlare nel Vangelo e con il canto manifesta la propria fede. Viene cantato da tutti stando in piedi, sotto la guida della schola o del cantocantore, e se il caso lo richiede, si ripete; il versetto invece viene cantato dalla schola o dal cantore.
39. I fedeli che si radunano nell’attesa della venuta del loro Signore, sono esortati dall’apostolo a cantare insieme salmi, inni e cantici spirituali (Cf. Col 3,16). Infatti il canto è segno della gioia del cuore (Cf. At 2L’Alleluia si canta in qualsiasi tempo,46)tranne in Quaresima. Perciò dice molto bene sant’Agostino: «Il cantare è proprio di chi ama»[48], e già dall’antichità I versetti si formò il detto: «Chi canta bene, prega due volte»scelgono dal Lezionario oppure dal Graduale.
40. Nella celebrazione della Messa si dia quindi grande importanza al canto, ponendo attenzione alla diversità culturale delle popolazioni e alle possibilità b) In tempo di ciascuna assemblea liturgica. Anche se non è sempre necessarioQuaresima, per esempio nelle Messe feriali, cantare tutti i testi che per loro natura sono destinati al canto, posto dell’Alleluia si deve comunque fare in modo che non manchi canta il canto dei ministri e versetto posto nel Lezionario prima del popolo nelle celebrazioni domenicali e nelle feste di precettoVangelo. Si può anche cantare un altro salmo o tratto, come si trova nel Graduale.
Nella scelta delle parti destinate al canto, si dia la preferenza a quelle di maggior importanza, e soprattutto a quelle che devono essere cantate dal sacerdote, dal diacono o dal lettore con la risposta 63. Quando vi è una sola lettura prima del popolo, o dal sacerdote e dal popolo insieme[49].Vangelo:
41. A parità condizionia) nel tempo in cui si canta l’Alleluia, si dia la preferenza al canto gregorianopuò utilizzare o il salmo alleluiatico, in quanto proprio della Liturgia romana. Gli altri generi di musica sacraoppure il salmo e l’Alleluia con il suo versetto, specialmente la polifonia, non sono affatto da escludere, purché rispondano allo spirito dell’azione liturgica e favoriscano la partecipazione di tutti i fedeli[50].
Poiché sono sempre più frequenti le riunioni di fedeli di diverse nazionalità, è opportuno che sappiano cantare insieme, b) nel tempo in lingua latinacui non si canta l’Alleluia, si può eseguire o il salmo e nelle melodie più facili, almeno le parti dell’ordinario della Messa, specialmente il simbolo della fede e la preghiera versetto prima del Signore[51]Vangelo o il salmo soltanto.
Gesti c) l’Alleluia e atteggiamenti il versetto prima del corpoVangelo, se non si cantano, si possono tralasciare.
4264. I gesti e l’atteggiamento del corpo sia del sacerdote, del diacono e dei ministriLa Sequenza, sia del popolo devono tendere a far sì che tutta la celebrazione risplenda per decoro e per nobile semplicità, che si colga il vero e pieno significato delle sue diverse parti e si favorisca la partecipazione tranne nei giorni di tutti[52]. Si dovrà prestare attenzione affinché le norme stabilite da questa Introduzione generale Pasqua e dalla prassi secolare del Rito romanoPentecoste, contribuiscano al bene spirituale comune del popolo di Dioè facoltativa, più che al gusto personale o all’arbitriosi canta prima dell’Alleluia.
L’atteggiamento comune del corpo, da osservarsi da tutti i partecipanti, è segno dell’unità dei membri della comunità cristiana riuniti per la sacra Liturgia: manifesta infatti e favorisce l’intenzione e i sentimenti dell’animo di coloro che partecipano.===== L’omelia =====
4365. L’omelia fa parte della liturgia ed è vivamente raccomandata<ref>Cf. Conc. Ecum. Vaticano II, Costituzione sulla sacra Liturgia, Sacrosanctum Concilium, n. 52; C. I fedeli stiano in piedi dall’inizio del canto .C., can. 767, § 1.</ref>: è infatti necessaria per alimentare la vita cristiana. Essa deve consistere nella spiegazione o di ingressoqualche aspetto delle letture della sacra Scrittura, o mentre il sacerdote si reca all’altare, fino alla conclusione dell’orazione di inizio (un altro testo dell’Ordinario o colletta)del Proprio della Messa del giorno, durante il canto dell’Alleluia prima tenuto conto sia del Vangelo; durante la proclamazione del Vangelo; durante la professione mistero che viene celebrato, sia delle particolari necessità di fede e la preghiera universale chi ascolta<ref>Cf. Sacra Congregazione dei Riti, Istruzione Inter Oecumenici, 26 settembre 1964, n. 54: AAS 56 (o preghiera dei fedeli1964); e ancora dall’invito Pregate fratelli prima dell’orazione sulle offerte fino al termine della Messa, fatta eccezione di quanto è detto in seguito890.</ref>.
Stiano invece seduti durante la proclamazione delle letture prima 66. L’omelia di solito sia tenuta personalmente dal sacerdote celebrante. Talvolta, potrà essere da lui affidata a un sacerdote concelebrante e, secondo l’opportunità, anche al diacono; mai però a un laico<ref>Cf. C.I.C., can 767, § 1; Pontificia Commissione per l’interpretazione autentica del Vangelo e durante C.I.C., risposta al dubbio circa il salmo responsorialecan. 767, § 1: AAS 79 (1987) 1249; all’omelia e durante Istruzione interdicasteriale su alcune questioni circa la preparazione collaborazione dei fedeli laici al ministero dei doni all’offertorio; sacerdoti, Ecclesiae de mysterio, 15 agosto 1997, art. 3: AAS 89 (1997) 864.</ref>. In casi particolari e per un giusto motivo l’omelia può essere tenuta anche dal Vescovo o da un presbitero che partecipa alla celebrazione anche se lo si ritiene opportuno, durante il sacro silenzio dopo la Comunionenon può concelebrare.
S’inginocchino poi alla consacrazioneNelle domeniche e nelle feste di precetto l’omelia si deve tenere e non può essere omessa se non per un grave motivo in tutte le Messe con partecipazione di popolo. Negli altri giorni è raccomandata, a meno che lo impediscano lo stato specialmente nelle ferie di saluteAvvento, la ristrettezza di Quaresima e del luogo, o tempo pasquale; così pure nelle altre feste e circostanze nelle quali è più numeroso il gran numero concorso del popolo alla chiesa<ref>Cf. Sacra Congregazione dei presentiRiti, Istruzione Inter Oecumenici, 26 settembre 1964, o altri ragionevoli motivin. 53: AAS 56 (1964) 890. Quelli che non si inginocchiano alla consacrazione, facciano un profondo inchino mentre il sacerdote genuflette dopo la consacrazione</ref>.
Spetta però alle Conferenze Episcopali adattare i gesti e gli atteggiamenti del corpoÈ opportuno, descritti nel Rito della Messadopo l’omelia, alla cultura e alle ragionevoli tradizioni dei vari popoli secondo le norme del diritto[53]. Nondimeno si faccia in modo che tali adattamenti corrispondano al senso e al carattere osservare un breve momento di ciascuna parte della celebrazione. Dove vi è la consuetudine che il popolo rimanga in ginocchio dall’acclamazione del Santo fino alla conclusione della Preghiera eucaristica e prima della Comunione, quando il sacerdote dice Ecco l’Agnello di Dio, tale uso può essere lodevolmente conservatosilenzio.
Per ottenere l’uniformità nei gesti e negli atteggiamenti del corpo in una stessa celebrazione, i fedeli seguano le indicazioni che il diacono o un altro ministro laico o lo stesso sacerdote danno secondo le norme stabilite nel Messale.===== La professione di fede =====
4467. Fra i gesti sono comprese anche le azioni e le processioni: quella del sacerdote cheIl simbolo, insieme al diacono e ai ministrio professione di fede, si reca all’altare; quella del diacono ha come fine che porta all’ambone l’Evangeliario o tutto il Libro dei Vangeli prima popolo riunito risponda alla parola di Dio, proclamata nella lettura della proclamazione del Vangelosacra Scrittura e spiegata nell’omelia; quella e perché, recitando la regola della fede, con la quale i fedeli presentano i doni o si recano una formula approvata per l’uso liturgico, torni a ricevere la Comunione. Conviene che tali azioni meditare e processioni siano fatte in modo decorosoprofessi i grandi misteri della fede, mentre si eseguono canti appropriati, secondo le norme stabilite per ognuna di esseprima della loro celebrazione nell’Eucaristia.
68. Il silenziosimbolo deve essere cantato o recitato dal sacerdote insieme con il popolo nelle domeniche e nelle solennità; si può dire anche in particolari celebrazioni più solenni.
45. Si deve anche osservareSe si proclama in canto, a suo tempoviene intonato dal sacerdote o, il sacro silenziosecondo l’opportunità, come parte della celebrazione[54]. La sua natura dipende dal momento in cui ha luogo nelle singole celebrazioni. Così, durante l’atto penitenziale e dopo l’invito alla preghiera, il silenzio aiuta il raccoglimentocantore o dalla schola; dopo la lettura ma viene cantato da tutti insieme o l’omelia, è un richiamo a meditare brevemente ciò che si è ascoltato; dopo la Comunione, favorisce dal popolo alternativamente con la preghiera interiore di lode e di supplicaschola.
Anche prima della stessa celebrazione è bene osservare il silenzio in chiesa, in sagrestia e nel luogo dove Se non si assumono i paramenti e nei locali annessicanta, perché viene recitato da tutti possano prepararsi devotamente e nei giusti modi alla sacra celebrazioneinsieme o a cori alterni.
III. LE SINGOLE PARTI DELLA MESSA===== La preghiera universale =====
A) Riti 69. Nella preghiera universale, o preghiera dei fedeli, il popolo, risponde in certo modo alla parola di introduzioneDio accolta con fede e, esercitando il proprio sacerdozio battesimale, offre a Dio preghiere per la salvezza di tutti. È conveniente che nelle Messe con partecipazione di popolo vi sia normalmente questa preghiera, nella quale si elevino suppliche per la santa Chiesa, per i governanti, per coloro che portano il peso di varie necessità, per tutti gli uomini e per la salvezza di tutto il mondo<ref>Cf. Conc. Ecum. Vaticano II, Costituzione sulla sacra Liturgia, Sacrosanctum Concilium, n. 53.</ref>.
46. I riti che precedono la Liturgia della Parola, cioè l’introito, il saluto, l’atto penitenziale, il Kyrie eleison, il Gloria e l’orazione (o colletta), hanno un carattere di inizio, di introduzione e di preparazione70.La successione delle intenzioni sia ordinariamente questa:
Scopo di questi riti è che i fedeli, riuniti insieme, formino una comunità, e si dispongano ad ascoltare con fede la parola di Dio e a celebrare degnamente l’Eucaristia.) per le necessità della Chiesa;
In alcune celebrazioni, connesse con b) per i governanti e per la Messa secondo le norme dei libri liturgici, si omettono i riti iniziali o si svolgono in maniera particolare.salvezza di tutto il mondo;
L’introitoc) per quelli che si trovano in difficoltà;
47. Quando il popolo è radunato, mentre il sacerdote fa il suo ingresso con il diacono e i ministri, si inizia il canto d’ingresso. La funzione propria di questo canto è quella di dare inizio alla celebrazione, favorire l’unione dei fedeli riuniti, introdurre il loro spirito nel mistero del tempo liturgico o della festività, e accompagnare d) per la processione del sacerdote e dei ministricomunità locale.
48. Il canto viene eseguito alternativamente dalla schola e dal popoloTuttavia in qualche celebrazione particolare, o dal cantore e dal popoloper esempio nella Confermazione, oppure tutto quanto dal popolo o dalla sola schola. Si può utilizzare sia l’antifona con il suo salmo, quale si trova nel Graduale romanum o nel Graduale simplexMatrimonio, oppure un altro canto adatto all’azione sacranelle Esequie, al carattere del giorno o del tempo[55], e il cui testo sia stato approvato dalla Conferenza Episcopalela successione delle intenzioni può venire adattata maggiormente alla circostanza particolare.
Se all’introito non ha luogo il canto71. Spetta al sacerdote celebrante guidare dalla sede la preghiera. Egli la introduce con una breve monizione, l’antifona proposta dal Messale romano viene letta o dai per invitare i fedelia pregare, o da alcuni di essie la conclude con un’orazione. Le intenzioni che vengono proposte siano sobrie, o dal lettoreformulate con una sapiente libertà e con poche parole, o altrimenti dallo stesso sacerdote che può anche adattarla a modo ed esprimano le intenzioni di monizione iniziale (Cf. n. 31)tutta la comunità.
Saluto all’altare e al popolo radunatoLe intenzioni si leggono dall’ambone o da altro luogo conveniente, da parte del diacono o del cantore o del lettore o da un fedele laico<ref>Cf. Sacra Congregazione dei Riti, Istruzione Inter Oecumenici, 26 settembre 1964, n. 56: AAS 56 (1964) 890.</ref>.
49. Giunti Il popolo invece, stando in presbiteriopiedi, il sacerdoteesprime la sua supplica con una invocazione comune dopo la formulazione di ogni singola intenzione, il diacono e i ministri salutano l’altare con un profondo inchinooppure pregando in silenzio.
Quindi, in segno di venerazione, il sacerdote e il diacono lo baciano e il sacerdote, secondo l’opportunità, incensa la croce e l’altare.==== C) Liturgia eucaristica ====
5072. Terminato Nell’ultima Cena Cristo istituì il canto d’ingressosacrificio e convito pasquale per mezzo del quale è reso continuamente presente nella Chiesa il sacrificio della croce, allorché il sacerdote, stando che rappresenta Cristo Signore, compie ciò che il Signore stesso fece e affidò ai discepoli, perché lo facessero in piedi alla sedememoria di lui<ref>Cf. Conc. Ecum. Vaticano II, Costituzione sulla sacra Liturgia, con tutta l’assemblea si segna col segno di croceSacrosanctum Concilium, n. 47; Sacra Congregazione dei riti, Istruzione Eucharisticum mysterium, 25 maggio 1967, nn. Poi il sacerdote con il saluto annunzia alla comunità radunata la presenza del Signore3a, b: AAS 59 (1967) 540-541. Il saluto sacerdotale e la risposta del popolo manifestano il mistero della Chiesa radunata</ref>.
Salutato Cristo infatti prese il popolopane e il calice, rese grazie, spezzò il sacerdotepane e li diede ai suoi discepoli, o dicendo: «Prendete, mangiate, bevete; questo è il diacono o un ministro laicomio Corpo; questo è il calice del mio Sangue. Fate questo in memoria di me». Perciò la Chiesa ha disposto tutta la celebrazione della Liturgia eucaristica in vari momenti, può fare una brevissima introduzione alla Messa del giornoche corrispondono a queste parole e gesti di Cristo.Infatti:
Atto penitenziale1) Nella preparazione dei doni, vengono portati all’altare pane e vino con acqua, cioè gli stessi elementi che Cristo prese tra le sue mani.
51. Quindi il sacerdote invita all’atto penitenziale, che, dopo una breve pausa di silenzio, viene compiuto da 2) Nella Preghiera eucaristica si rendono grazie a Dio per tutta la comunità mediante una formula di confessione generalel’opera della salvezza, e si conclude con l’assoluzione del sacerdote, che tuttavia non ha lo stesso valore del sacramento della Penitenzale offerte diventano il Corpo e il Sangue di Cristo.
La domenica, specialmente nel tempo pasquale3) Mediante la frazione del pane e per mezzo della Comunione i fedeli, in circostanze particolaribenché molti, si può sostituire cibano del Corpo del Signore dall’unico pane e ricevono il consueto atto penitenziale suo Sangue dall’unico calice, allo stesso modo con la benedizione e l’aspersione dell’acqua in memoria del Battesimo[56]il quale gli Apostoli li hanno ricevuti dalle mani di Cristo stesso.
Kyrie eleison===== La preparazione dei doni =====
5273. (= 30) Dopo l’atto penitenziale ha sempre luogo il Kyrie eleisonAll’inizio della Liturgia eucaristica si portano all’altare i doni, a meno che non sia già stato detto durante l’atto penitenziale. Essendo un canto col quale i fedeli acclamano diventeranno il Signore Corpo e implorano la sua misericordia, il Sangue di solito viene eseguito da tutti, in alternanza tra il popolo e la schola o un cantoreCristo.
Ogni acclamazione viene ripetuta normalmente due voltePrima di tutto si prepara l’altare, senza escluderne tuttavia un numero maggioreo mensa del Signore, in considerazione dell’indole delle diverse lingue o della composizione musicale o che è il centro di circostanze particolaritutta la Liturgia eucaristica<ref>Cf. Sacra Congregazione dei Riti, Istruzione Inter Oecumenici, 26 settembre 1964, n. 91: AAS 56 (1964) 898; Istruzione Eucharisticum mysterium, 25 maggio 1967, n. 24: AAS 59 (1967) 554. Quando </ref>, ponendovi sopra il corporale, il purificatoio, il Messale e il Kyrie eleison calice, se non viene cantato come parte dell’atto penitenziale, alle singole acclamazioni si fa precedere un «tropo»preparato alla credenza.
GloriaPoi si portano le offerte: è bene che i fedeli presentino il pane e il vino; il sacerdote, o il diacono, li riceve in luogo opportuno e adatto e li depone sull’altare. Quantunque i fedeli non portino più, come un tempo, il loro proprio pane e vino destinati alla Liturgia, tuttavia il rito della presentazione di questi doni conserva il suo valore e il suo significato spirituale.
53. Il Gloria è un inno antichissimo e venerabile con il quale Si possono anche fare offerte in denaro, o presentare altri doni per i poveri o per la Chiesa, radunata nello Spirito Santoportati dai fedeli o raccolti in chiesa. Essi vengono deposti in luogo adatto, glorifica e supplica Dio Padre e l’Agnellofuori della mensa eucaristica. 74. Il testo di questo inno non può essere sostituito con un altrocanto all’offertorio (Cf. n. Viene iniziato dal sacerdote o37, secondo l’opportunità, dal cantore o dalla schola, ma viene cantato o da tutti simultaneamente o dal popolo alternativamente b) accompagna la processione con la schola, oppure dalla stessa scholaquale si portano i doni; esso si protrae almeno fino a quando i doni sono stati deposti sull’altare. Se non lo si canta, viene recitato da tutti, o insieme o da due cori Le norme che si alternanoregolano questo canto sono le stesse previste per il canto d’ingresso (Cfr. n. 48).
Lo È sempre possibile accompagnare con il canto i riti offertoriali, anche se non si canta o si recita nelle domeniche fuori del tempo di Avvento e Quaresima; e inoltre nelle solennità e feste, e in celebrazioni di particolare solennitàsvolge la processione con i doni.
Colletta75. Il sacerdote depone il pane e il vino sull’altare pronunciando le formule prescritte; egli può incensare i doni posti sull’altare, quindi la croce e lo stesso altare, per significare che l’offerta della Chiesa e la sua preghiera si innalzano come incenso al cospetto di Dio. Dopo l’incensazione dei doni e dell’altare, anche il sacerdote, in ragione del sacro ministero, e il popolo, per la sua dignità battesimale, possono ricevere l’incensazione dal diacono o da un altro ministro.
5476. Poi Quindi il sacerdote invita il popolo si lava le mani a pregare e tutti insieme lato dell’altare; con lui stanno per qualche momento in silenzio, per prendere coscienza questo rito si esprime il desiderio di essere alla presenza di Dio e poter formulare nel cuore le proprie intenzioni di preghierapurificazione interiore. Quindi il sacerdote dice l’orazione, chiamata comunemente «colletta», per mezzo della quale viene espresso il carattere della celebrazione. Per antica tradizione della Chiesa, l’orazione colletta è abitualmente rivolta a Dio Padre, per mezzo di Cristo, nello Spirito Santo[57] e termina con la conclusione trinitaria, cioè più lunga, in questo modo:
- se è rivolta al Padre: Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, nell’unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli;===== L’orazione sulle offerte =====
- se è rivolta al Padre, ma verso la fine dell’orazione medesima si fa menzione del Figlio: Egli è Dio 77. Deposte le offerte sull’altare e vive e regna con tecompiuti i riti che accompagnano questo gesto, nell’unità dello Spirito Santo, per tutti il sacerdote invita i secoli fedeli a unirsi a lui nella preghiera e pronunzia l’orazione sulle offerte: si conclude così la preparazione dei secoli;doni e ci si prepara alla Preghiera eucaristica.
- Nella Messa si dice un’unica orazione sulle offerte, che si conclude con la formula breve: Per Cristo nostro Signore; se è rivolta al invece essa termina con la menzione del Figlio: Tu sei Dio e vivi Egli vive e regni con Dio Padre, nell’unità dello Spirito Santo, per tutti i regna nei secoli dei secoli.
Il popolo, unendosi alla preghiera, fa propria l’orazione con l’acclamazione Amen.
Nella Messa si dice sempre una sola colletta.===== La Preghiera eucaristica =====
B) Liturgia della Parola78. A questo punto ha inizio il momento centrale e culminante dell’intera celebrazione, la Preghiera eucaristica, ossia la preghiera di azione di grazie e di santificazione. Il sacerdote invita il popolo a innalzare il cuore verso il Signore nella preghiera e nell’azione di grazie, e lo associa a sé nella solenne preghiera, che egli, a nome di tutta la comunità, rivolge a Dio Padre per mezzo di Gesù Cristo nello Spirito Santo. Il significato di questa Preghiera è che tutta l’assemblea dei fedeli si unisca insieme con Cristo nel magnificare le grandi opere di Dio e nell’offrire il sacrificio. La Preghiera eucaristica esige che tutti l’ascoltino con riverenza e silenzio.
5579. Le letture scelte dalla sacra Scrittura con i canti che le accompagnano costituiscono la parte principale della Liturgia della Parola; l’omelia, la professione Gli elementi principali di fede e la preghiera universale o preghiera dei fedeli sviluppano e concludono tale parte. Infatti nelle letture, che vengono poi spiegate nell’omelia, Dio parla al suo popolo[58], gli manifesta il mistero della redenzione e della salvezza e offre un nutrimento spirituale; Cristo stesso è presente, per mezzo della sua parola, tra i fedeli[59]. Il popolo fa propria questa parola divina con il silenzio e i canti, e vi aderisce con cui consta la professione di fede. Così nutrito, prega nell’orazione universale per le necessità di tutta la Chiesa e per la salvezza del mondo intero.Preghiera eucaristica si possono distinguere come segue:
Il silenzioa) L’azione di grazie (che si esprime particolarmente nel prefazio): il sacerdote, a nome di tutto il popolo santo, glorifica Dio Padre e gli rende grazie per tutta l’opera della salvezza o per qualche suo aspetto particolare, a seconda della diversità del giorno, della festa o del Tempo.
56. La Liturgia della Parola deve essere celebrata in modo da favorire la meditazione; quindi si deve assolutamente evitare ogni forma di fretta che impedisca il raccoglimento. In essa sono opportuni anche brevi momenti di silenziob) L’acclamazione: tutta l’assemblea, adatti all’assemblea radunataunendosi alle creature celesti, per mezzo dei quali, con l’aiuto dello Spirito canta il Santo, la parola di Dio venga accolta nel cuore e si prepari la risposta con la preghiera. Questi momenti di silenzio si possono osservare, ad esempioQuesta acclamazione, prima che inizi la stessa Liturgia fa parte della ParolaPreghiera eucaristica, dopo la prima e la seconda lettura, e terminata l’omelia[60]è proclamata da tutto il popolo col sacerdote.
Le letture biblichec) L’epiclesi: la Chiesa implora con speciali invocazioni la potenza dello Spirito Santo, perché i doni offerti dagli uomini siano consacrati, cioè diventino il Corpo e il Sangue di Cristo, e perché la vittima immacolata, che si riceve nella Comunione, giovi per la salvezza di coloro che vi parteciperanno.
57. Nelle letture viene preparata ai fedeli d) Il racconto dell’istituzione e la mensa della parola di Dio consacrazione: mediante le parole e vengono loro aperti i tesori della Bibbia[61]. Conviene quindi gesti di Cristo, si compie il sacrificio che si osservi l’ordine delle letture biblicheCristo stesso istituì nell’ultima Cena, con quando offrì il quale è messa meglio in luce l’unità dei due Testamenti suo Corpo e della storia della salvezza; non è permesso quindi sostituire con altri testi non biblici il suo Sangue sotto le letture specie del pane e del vino, li diede a mangiare e a bere agli Apostoli e lasciò loro il salmo responsoriale, che contengono la parola mandato di Dio[62]perpetuare questo mistero.
58. Nella celebrazione della Messa con e) L’anamnesi: la Chiesa, adempiendo il comando ricevuto da Cristo Signore per mezzo degli Apostoli, celebra il popolomemoriale di Cristo, commemorando specialmente la sua beata passione, le letture si proclamano sempre dall’ambonela gloriosa risurrezione e l’ascensione al cielo.
59. Il compito f) L’offerta: nel corso di proclamare le letturequesto stesso memoriale la Chiesa, secondo in modo particolare quella radunata in quel momento e in quel luogo, offre al Padre nello Spirito Santo la tradizionevittima immacolata. La Chiesa desidera che i fedeli non solo offrano la vittima immacolata, non è competenza specifica ma imparino anche ad offrire se stessi<ref>Cf. Conc. Ecum. Vaticano II, Costituzione sulla sacra Liturgia, Sacrosanctum Concilium, n. 48; Sacra Congregazione dei riti, Istruzione Eucharisticum mysterium, 25 maggio 1967, n. 12: AAS 59 (1967) 548-549.</ref> e così portino a compimento ogni giorno di colui che presiedepiù, ma per mezzo di altri ministri. Le letture quindi siano proclamate da un lettoreCristo Mediatore, la loro unione con Dio e con i fratelli, il Vangelo perché finalmente Dio sia invece proclamato dal diacono otutto in tutti<ref>Cf. Conc. Ecum. Vaticano II, in sua assenzaCostituzione sulla sacra Liturgia, da un altro sacerdoteSacrosanctum Concilium n. Se non è presente un diacono o un altro sacerdote48; Decreto sulla vita e sul ministero sacerdotale, Presbyterorum Ordinis, lo stesso sacerdote celebrante legga il Vangelon. 5; e se manca un lettore idoneoSacra Congregazione dei riti, Istruzione Eucharisticum mysterium, 25 maggio 1967, il sacerdote celebrante proclami anche le altre letturen. 12: AAS 59 (1967) 548-549.</ref>.
Dopo le singole letture il lettore pronuncia l’acclamazione e il popolo riunito g) Le intercessioni: con esse si esprime che l’Eucaristia viene celebrata in comunione con tutta la sua risposta dà onore Chiesa, sia celeste che terrena, e che l’offerta è fatta per essa e per tutti i suoi membri, vivi e defunti, i quali sono stati chiamati a partecipare alla redenzione e alla parola salvezza ottenuta per mezzo del Corpo e del Sangue di Dio, accolta con fede e con animo gratoCristo.
60. h) La lettura del Vangelo costituisce il culmine della Liturgia della Parola. La stessa Liturgia insegna che dossologia finale: con essa si deve dare ad essa massima venerazione, poiché esprime la distingue dalle altre letture con particolare onore: sia da parte del ministro incaricato glorificazione di proclamarla, che si prepara con la benedizione o con la preghieraDio; sia da parte dei fedeli, i quali viene ratificata e conclusa con le acclamazioni riconoscono e professano che Cristo è presente e parla a loro, e ascoltano la lettura stando in piedi; sia per mezzo dei segni di venerazione che si rendono all’Evangeliariol’acclamazione del popolo: Amen.
Il Salmo responsoriale===== Riti di Comunione =====
6180. Alla prima lettura segue Poiché la celebrazione eucaristica è un convito pasquale, conviene che, secondo il salmo responsorialecomando del Signore, che è parte integrante della Liturgia della Parola i fedeli ben disposti ricevano il suo Corpo e che ha grande valore liturgico il suo Sangue come cibo spirituale. A questo mirano la frazione del pane e pastoralegli altri riti preparatori, perché favorisce la meditazione della parola di Dioche dispongono immediatamente i fedeli alla Comunione.
Il salmo responsoriale deve corrispondere a ciascuna lettura e deve essere preso normalmente dal Lezionario.===== Preghiera del Signore =====
Conviene che il salmo responsoriale 81. Nella Preghiera del Signore si esegua con chiede il cantopane quotidiano, nel quale i cristiani scorgono un particolare riferimento al pane eucaristico, almeno per quanto riguarda e si implora la risposta del popolopurificazione dai peccati, così che realmente i santi doni vengano dati ai santi. Il salmistasacerdote rivolge l’invito alla preghiera, quindi, o cantore del salmo canta o recita che tutti i versetti del salmo all’ambone o in altro luogo adattofedeli dicono insieme con lui; tutta l’assemblea ascolta restando seduta, e partecipa di solito con ma soltanto il ritornellosacerdote vi aggiunge l’embolismo, a meno che il salmo non sia cantato o recitato per intero senza ritornellopopolo conclude con la dossologia. Ma perché il popolo possa più facilmente ripetere il ritornelloL’embolismo, sviluppando l’ultima domanda della preghiera del Signore, sono stati scelti alcuni testi comuni di ritornelli e di salmi chiede per i diversi tempi dell’anno e per le diverse categorie di Santi. Questi testi si possono utilizzare al posto di quelli corrispondenti alle letture ogni volta che il salmo viene cantato. Se il salmo non può essere cantato, venga proclamato nel modo più adatto a favorire tutta la comunità dei fedeli la meditazione della parola di Dioliberazione dal potere del male.
Al posto L’invito, la preghiera del salmo assegnato nel Lezionario si può cantare o Signore, l’embolismo e la dossologia, con la quale il responsorio graduale tratto dal Graduale romanumpopolo conclude l’embolismo, oppure un salmo responsoriale si cantano o alleluiatico dal Graduale simplex, così come sono indicati nei rispettivi librisi dicono ad alta voce.
L’acclamazione prima ===== Rito della lettura del Vangelopace =====
6282. Dopo la lettura che precede immediatamente il Vangelo, si canta l’Alleluia o un altro canto stabilito dalle rubriche, come richiede Segue il tempo liturgico. Tale acclamazione costituisce un rito o atto a sé stantedella pace, con il quale l’assemblea dei fedeli accoglie la Chiesa implora la pace e saluta il Signore che sta l’unità per parlare nel Vangelo se stessa e con il canto manifesta la propria fede. Viene cantato da tutti stando in piediper l’intera famiglia umana, sotto e i fedeli esprimono la guida della schola o del cantore, comunione ecclesiale e se il caso lo richiedel’amore vicendevole, si ripete; il versetto invece viene cantato dalla schola o dal cantoreprima di comunicare al Sacramento.
Spetta alle Conferenze Episcopali stabilire il modo di compiere questo gesto di pace secondo l’indole e le usanze dei popoli. Conviene tuttavia che ciascuno dia la pace soltanto a) L’Alleluia si canta in qualsiasi tempochi gli sta più vicino, tranne in Quaresima. I versetti si scelgono dal Lezionario oppure dal Gradualemodo sobrio.
b) In tempo di Quaresima, al posto dell’Alleluia si canta il versetto posto nel Lezionario prima ===== Frazione del Vangelo. Si può anche cantare un altro salmo o tratto, come si trova nel Graduale.pane =====
6383. Quando vi Il sacerdote spezza il pane eucaristico, con l’aiuto, se è una sola lettura prima necessario, del Vangelo:diacono o di un concelebrante. Il gesto della frazione del pane, compiuto da Cristo nell’ultima Cena, che sin dal tempo apostolico ha dato il nome a tutta l’azione eucaristica, significa che i molti fedeli, nella Comunione dall’unico pane di vita, che è il Cristo morto e risorto per la salvezza del mondo, costituiscono un solo corpo (1 Cor 10, 17). La frazione del pane ha inizio dopo lo scambio di pace e deve essere compiuta con il necessario rispetto, senza però che si protragga oltre il tempo dovuto e le si attribuisca esagerata importanza. Questo rito è riservato al sacerdote e al diacono.
a) Il sacerdote spezza il pane e mette una parte dell’ostia nel tempo in cui calice, per significare l’unità del Corpo e del Sangue di Cristo nell’opera della salvezza, cioè del Corpo di Cristo Gesù vivente e glorioso. Abitualmente l’invocazione Agnello di Dio viene cantata dalla schola o dal cantore, con la risposta del popolo, oppure la si canta l’Alleluiadice almeno ad alta voce. L’invocazione accompagna la frazione del pane, perciò la si può utilizzare o il salmo alleluiatico, oppure il salmo e l’Alleluia ripetere tanto quanto è necessario fino alla conclusione del rito. L’ultima invocazione termina con il suo versetto,le parole dona a noi la pace.
b) nel tempo in cui non si canta l’Alleluia, si può eseguire o il salmo e il versetto prima del Vangelo o il salmo soltanto.===== Comunione =====
c) l’Alleluia 84. Il sacerdote si prepara con una preghiera silenziosa a ricevere con frutto il Corpo e il versetto prima del Vangelo, se non si cantano, si possono tralasciareSangue di Cristo. Lo stesso fanno i fedeli pregando in silenzio.
64. La Sequenza, che, tranne nei giorni Quindi il sacerdote mostra ai fedeli il pane eucaristico sulla patena o sul calice e li invita al banchetto di Cristo; poi insieme con loro esprime sentimenti di Pasqua e Pentecoste, è facoltativaumiltà, si canta prima dell’Alleluiaservendosi delle prescritte parole evangeliche.
L’omelia85. Si desidera vivamente che i fedeli, come anche il sacerdote è tenuto a fare, ricevano il Corpo del Signore con ostie consacrate nella stessa Messa e, nei casi previsti, facciano la Comunione al calice (Cf. n. 284), perché anche per mezzo dei segni, la Comunione appaia meglio come partecipazione al sacrificio in atto<ref>Cf. Sacra Congregazione dei riti, Istruzione Eucharisticum mysterium, 25 maggio 1967, nn. 31, 32: AAS 59 (1967) 558-559; Sacra Congregazione per la Disciplina dei Sacramenti, Istruzione Immensae caritatis, 29 gennaio 1973, n. 2: AAS 65 (1973) 267-268.</ref>.
6586. L’omelia fa parte della liturgia ed è vivamente raccomandata[63]Mentre il sacerdote assume il Sacramento, si inizia il canto di Comunione: è infatti necessaria per alimentare la vita cristiana. Essa deve consistere nella spiegazione o di qualche aspetto con esso si esprime, mediante l’accordo delle letture della sacra Scritturavoci, o l’unione spirituale di un altro testo dell’Ordinario o coloro che si comunicano, si manifesta la gioia del Proprio cuore e si pone maggiormente in luce il carattere “comunitario” della Messa processione di coloro che si accostano a ricevere l’Eucaristia. Il canto si protrae durante la distribuzione del giornoSacramento ai fedeli<ref>Cf. Sacra Congregazione per i Sacramenti e il Culto Divino, Istruzione Inestimabile donum, 3 aprile 1980, tenuto conto sia del mistero n. 17: AAS 72 (1980) 338.</ref>. Se però è previsto che viene celebratodopo la Comunione si esegua un inno, sia delle particolari necessità il canto di chi ascolta[64]Comunione s’interrompa al momento opportuno.
66. L’omelia di solito sia tenuta personalmente dal sacerdote celebrante. Talvolta, potrà essere da lui affidata a un sacerdote concelebrante e, secondo l’opportunità, anche al diacono; mai però a un laico[65]. In casi particolari e per un giusto motivo l’omelia può essere tenuta anche dal Vescovo o da un presbitero Si faccia in modo che partecipa alla celebrazione anche se non può concelebrarei cantori possano ricevere agevolmente la Comunione.
Nelle domeniche e nelle feste di precetto l’omelia 87. Per il canto alla Comunione si deve tenere e non può essere omessa se non per utilizzare o l’antifona del Graduale romanum, con o senza salmo, o l’antifona col salmo del Graduale simplex, oppure un grave motivo in tutte le Messe con partecipazione di popoloaltro canto adatto, approvato dalla Conferenza Episcopale. Negli altri giorni è raccomandataPuò essere cantato o dalla sola schola, specialmente nelle ferie di Avvento, di Quaresima e del tempo pasquale; così pure nelle altre feste e circostanze nelle quali è più numeroso il concorso del o dalla schola o dal cantore insieme col popolo alla chiesa[66].
È opportunoSe invece non si canta, l’antifona alla Comunione proposta dal Messale può essere recitata o dai fedeli, o da alcuni di essi, o dal lettore, altrimenti dallo stesso sacerdote dopo l’omeliache questi si è comunicato, osservare un breve momento prima di silenziodistribuire la Comunione ai fedeli.
La professione 88. Terminata la distribuzione della Comunione, il sacerdote e i fedeli, secondo l’opportunità, pregano per un po’ di fedetempo in silenzio. Tutta l’assemblea può anche cantare un salmo, un altro cantico di lode o un inno.
6789. Il simbolo, o professione Per completare la preghiera del popolo di fede, ha come fine che Dio e anche per concludere tutto il popolo riunito risponda alla parola rito di DioComunione, proclamata nella lettura della sacra Scrittura e spiegata nell’omelia; e perché, recitando il sacerdote recita l’orazione dopo la regola della fedeComunione, con una formula approvata per l’uso liturgico, torni a meditare e professi nella quale invoca i grandi misteri della fede, prima della loro celebrazione nell’Eucaristiafrutti del mistero celebrato.
68. Il simbolo deve essere cantato o recitato dal sacerdote insieme Nella Messa si dice una sola orazione dopo la Comunione, che termina con il popolo nelle domeniche e nelle solennità; si può dire anche in particolari celebrazioni più solenni.la conclusione breve, cioè:
Se si proclama in canto, viene intonato dal sacerdote o, secondo l’opportunità, dal cantore o dalla schola- se è rivolta al Padre: Per Cristo nostro Signore; ma viene cantato da tutti insieme o dal popolo alternativamente con la schola.
Se non - se è rivolta al Padre, ma verso la fine dell’orazione medesima si canta, viene recitato da tutti insieme o a cori alterni.fa menzione del Figlio: Egli vive e regna nei secoli dei secoli;
La preghiera universale- se è rivolta al Figlio: Tu che vivi e regni nei secoli dei secoli.
69. Nella preghiera universale, o preghiera dei fedeli, il Il popolo, risponde in certo modo alla parola di Dio accolta fa sua l’orazione con fede e, esercitando il proprio sacerdozio battesimale, offre a Dio preghiere per la salvezza di tutti. È conveniente che nelle Messe con partecipazione di popolo vi sia normalmente questa preghiera, nella quale si elevino suppliche per la santa Chiesa, per i governanti, per coloro che portano il peso di varie necessità, per tutti gli uomini e per la salvezza di tutto il mondo[67]l’acclamazione Amen.
70. La successione delle intenzioni sia ordinariamente questa:==== D) Riti di conclusione (90) ====
a) per le necessità della Chiesa;90. I riti di conclusione comprendono:
ba) per i governanti e per la salvezza di tutto il mondoBrevi avvisi, se necessari;
cb) per quelli Il saluto e la benedizione del sacerdote, che in alcuni giorni e in certe circostanze si trovano in difficoltà;può arricchire e sviluppare con l’orazione sul popolo o con un’altra formula più solenne.
dc) per la comunità locale.Il congedo del popolo da parte del diacono o del sacerdote, perché ognuno ritorni alle sue opere di bene lodando e benedicendo Dio;
Tuttavia in qualche celebrazione particolared) Il bacio dell’altare da parte del sacerdote e del diacono e poi l’inchino profondo all’altare da parte del sacerdote, per esempio nella Confermazione, nel Matrimonio, nelle Esequie, la successione delle intenzioni può venire adattata maggiormente alla circostanza particolaredel diacono e degli altri ministri.
71. Spetta al sacerdote celebrante guidare dalla sede la preghiera. Egli la introduce con una breve monizione, per invitare i fedeli a pregare, e la conclude con un’orazione. Le intenzioni che vengono proposte siano sobrie, formulate con una sapiente libertà e con poche parole, ed esprimano le intenzioni di tutta la comunità.== Capitolo III - UFFICI E MINISTERI NELLA MESSA ==
Le intenzioni si leggono dall’ambone o da altro luogo conveniente91. La celebrazione eucaristica è azione di Cristo e della Chiesa, da parte cioè del diacono o popolo santo riunito e ordinato sotto la guida del cantore Vescovo. Perciò essa appartiene all’intero Corpo della Chiesa, lo manifesta e lo implica; i suoi singoli membri poi vi sono interessati in diverso modo, secondo la diversità degli stati, dei compiti e dell’attiva partecipazione<ref>Cf. Conc. Ecum. Vaticano II, Costituzione sulla sacra Liturgia, Sacrosanctum Concilium, n. 26.</ref>. In questo modo il popolo cristiano, «stirpe eletta, sacerdozio regale, nazione santa, popolo che Dio si è acquistato», manifesta il proprio coerente e gerarchico ordine<ref>Cf. ibidem, n. 14.</ref>. Tutti perciò, sia ministri ordinati sia fedeli laici, esercitando il loro ministero o del lettore o da un fedele laico[68]ufficio, compiano solo e tutto ciò che è di loro competenza<ref>Cf. ibidem, n. 28.</ref>.
Il popolo invece, stando in piedi, esprime la sua supplica con una invocazione comune dopo la formulazione di ogni singola intenzione, oppure pregando in silenzio=== I.UFFICI DELL’ORDINE SACRO (92 - 94) ===
C) 92. Ogni legittima celebrazione dell’Eucaristia è diretta dal Vescovo, o personalmente, o per mezzo dei presbiteri suoi collaboratori<ref>Cf. Conc. Ecum. Vaticano II, Costituzione dogmatica sulla Chiesa, Lumen gentium, nn. 26, 28; Costituzione sulla sacra Liturgia eucaristica, Sacrosanctum Concilium, n. 42.</ref>.
72.Nell’ultima Cena Cristo istituì Quando il sacrificio Vescovo è presente a una Messa con partecipazione di popolo, è molto opportuno che celebri egli stesso l’Eucaristia e convito pasquale che associ a sé nell’azione sacra i presbiteri, come concelebranti. Questo si fa non tanto per mezzo accrescere la solennità esteriore del quale è reso continuamente presente nella Chiesa rito, ma per esprimere con maggior chiarezza il sacrificio mistero della croceChiesa, allorché il sacerdote«sacramento di unità»<ref>Cf. Conc. Ecum. Vaticano II, che rappresenta Cristo SignoreCostituzione sulla sacra Liturgia, compie ciò che il Signore stesso fece e affidò ai discepoliSacrosanctum Concilium, perché lo facessero in memoria di lui[69]n. 26.</ref>.
Cristo infatti prese Se il pane e il calice, rese grazieVescovo non celebra l’Eucaristia, spezzò ma ne affida il pane e li diede ai suoi discepolicompito ad altri, dicendo: «Prendeteallora è bene che lui stesso, mangiateindossati la croce pettorale, bevete; questo è la stola e il mio Corpo; questo è piviale sopra il calice del mio Sangue. Fate questo in memoria di me». Perciò camice, presieda la Chiesa ha disposto tutta Liturgia della Parola e impartisca la celebrazione benedizione alla fine della Liturgia eucaristica in vari momentiMessa<ref>Cf. Caeremoniale Episcoporum, che corrispondono a queste parole e gesti di Cristonn. 175-186.</ref>. Infatti:
1) Nella preparazione dei doni93. Anche il presbitero, vengono portati all’altare che nella Chiesa ha il potere di offrire il sacrificio nella persona di Cristo in virtù della sacra potestà dell’Ordine<ref>Cf. Conc. Ecum. Vaticano II, Costituzione dogmatica sulla Chiesa, Lumen gentium, n. 28; Decreto sulla vita e sul ministero sacerdotale, Presbyterorum Ordinis, n. 2.</ref>, presiede il popolo fedele radunato in quel luogo e in quel momento, ne dirige la preghiera, annuncia ad esso il messaggio della salvezza, lo associa a sé nell’offerta del sacrificio a Dio Padre per Cristo nello Spirito Santo, distribuisce ai fratelli il pane della vita eterna e vino lo condivide con acqualoro. Pertanto, quando celebra l’Eucaristia, cioè gli stessi elementi che deve servire Dio e il popolo con dignità e umiltà, e, nel modo di comportarsi e di pronunziare le parole divine, deve far percepire ai fedeli la presenza viva di Cristo prese tra le sue mani.
294. Il diacono, in forza della sacra ordinazione ricevuta, occupa il primo posto dopo il presbitero tra coloro che esercitano un ministero nella celebrazione eucaristica. Infatti il sacro Ordine del diaconato già nella primitiva età apostolica fu tenuto in grande onore nella Chiesa<ref>Paolo VI, Lett. Ap. Sacrum Diaconatus Ordinem, 18 giugno 1967: AAS 59 (1967) 697-704; Pontificale Romano, Ordinazione del Vescovo, dei Presbiteri e dei Diaconi, seconda edizione, 1992 n. 191.</ref>. Nella Preghiera eucaristica si rendono grazie a Messa il diacono ha come ufficio proprio: annunciare il Vangelo e talvolta predicare la parola di Dio per tutta l’opera , proporre ai fedeli le intenzioni della salvezzapreghiera universale, servire il sacerdote, preparare l’altare e le offerte diventano il Corpo prestare servizio alla celebrazione del sacrificio, distribuire ai fedeli l’Eucaristia, specialmente sotto la specie del vino, ed eventualmente indicare al popolo i gesti e il Sangue di Cristogli atteggiamenti da assumere.
3=== II. I COMPITI DEL POPOLO DI DIO (95 - 97) Mediante la frazione del pane e per mezzo della Comunione i fedeli, benché molti, si cibano del Corpo del Signore dall’unico pane e ricevono il suo Sangue dall’unico calice, allo stesso modo con il quale gli Apostoli li hanno ricevuti dalle mani di Cristo stesso.===
La preparazione 95. I fedeli nella celebrazione della Messa formano la gente santa, il popolo che Dio si è acquistato e il sacerdozio regale, per rendere grazie a Dio, per offrire la vittima immacolata non soltanto per le mani del sacerdote ma anche insieme con lui, e per imparare a offrire se stessi<ref>Cf. Conc. Ecum. Vaticano II, Costituzione sulla sacra Liturgia, Sacrosanctum Concilium, n. 48; Sacra Congregazione dei doniriti, Istruzione Eucharisticum mysterium, 25 maggio 1967, n. 12: AAS 59 (1967) 548-549.</ref>. Procurino quindi di manifestare tutto ciò con un profondo senso religioso e con la carità verso i fratelli che partecipano alla stessa celebrazione.
73. All’inizio della Liturgia eucaristica si portano all’altare i doniEvitino perciò ogni forma di individualismo e di divisione, tenendo presente che diventeranno il Corpo hanno un unico Padre nei cieli, e il Sangue di Cristoperciò tutti sono tra loro fratelli.
Prima 96. Formino invece un solo corpo, sia nell’ascoltare la parola di tutto si prepara l’altareDio, o sia nel prendere parte alle preghiere e al canto, sia specialmente nella comune offerta del sacrificio e nella comune partecipazione alla mensa del Signore. Questa unità appare molto bene dai gesti e dagli atteggiamenti del corpo, che è il centro di tutta la Liturgia eucaristica[70], ponendovi sopra il corporale, il purificatoio, il Messale e il calice, se non viene preparato alla credenzai fedeli compiono tutti insieme.
Poi si portano le offerte: è bene che i fedeli presentino il pane e il vino; il sacerdote, o il diacono, li riceve in luogo opportuno e adatto e li depone sull’altare97. Quantunque i I fedeli non portino più, come un tempo, rifiutino di servire con gioia il loro proprio pane e vino destinati alla Liturgiapopolo di Dio, tuttavia il rito della presentazione ogni volta che sono pregati di questi doni conserva il suo valore e il suo significato spiritualeprestare qualche ministero o compito particolare nella celebrazione.
Si possono anche fare offerte in denaro, o presentare altri doni per i poveri o per la Chiesa, portati dai fedeli o raccolti in chiesa. Essi vengono deposti in luogo adatto, fuori della mensa eucaristica=== III.MINISTERI PARTICOLARI (98 - 107) ===
74. ==== Il canto all’offertorio (Cf. n. 37, b) accompagna la processione con la quale si portano i doni; esso si protrae almeno fino a quando i doni sono stati deposti sull’altare. Le norme che regolano questo canto sono le stesse previste per il canto d’ingresso (Cfr. n. 48).ministero dell’accolito e del lettore istituiti ====
È sempre possibile accompagnare con 98. L’accolito è istituito per il canto servizio all’altare e per aiutare il sacerdote e il diacono. A lui spetta in modo particolare preparare l’altare e i riti offertorialivasi sacri, e, anche se non si svolge necessario, distribuire l’Eucaristia ai fedeli di cui è ministro straordinario<ref>Cf. C.I.C., can 910, § 2; Istruzione interdicasteriale su alcune questioni circa la processione con i donicollaborazione dei fedeli laici al ministero dei sacerdoti, Ecclesiae de mysterio, 15 agosto 1997, art. 8: AAS 89 (1997) 871.</ref>.
75. Il sacerdote depone il pane e il vino sull’altare pronunciando le formule prescritte; Nel ministero dell’altare, l’accolito ha compiti propri che egli può incensare i doni posti sull’altare, quindi la croce e lo stesso altare, per significare che l’offerta della Chiesa e la sua preghiera si innalzano come incenso al cospetto di Diodeve esercitare (Cf. nn. Dopo l’incensazione dei doni e dell’altare, anche il sacerdote, in ragione del sacro ministero, e il popolo, per la sua dignità battesimale, possono ricevere l’incensazione dal diacono o da un altro ministro187-193).
7699. Quindi Il lettore è istituito per proclamare le letture della sacra Scrittura, eccetto il sacerdote si lava Vangelo; può anche proporre le mani a lato dell’altare; con questo rito si esprime intenzioni della preghiera universale e, in mancanza del salmista, proclamare il desiderio di purificazione interioresalmo interlezionale.
L’orazione sulle offerteNella celebrazione eucaristica il lettore ha un suo ufficio proprio (Cf. nn. 194-198), che egli stesso deve esercitare.
77. Deposte le offerte sull’altare e compiuti i riti che accompagnano questo gesto, il sacerdote invita i fedeli a unirsi a lui nella preghiera e pronunzia l’orazione sulle offerte: si conclude così la preparazione dei doni e ci si prepara alla Preghiera eucaristica.==== Gli altri compiti ====
Nella Messa 100. Se manca l’accolito istituito, si dice un’unica orazione sulle offertepossono designare, per il servizio dell’altare in aiuto al sacerdote e al diacono, altri ministri laici che si conclude con portano la croce, i ceri, il turibolo, il pane, il vino, l’acqua. Essi possono essere anche incaricati per distribuire la Comunione come ministri straordinari<ref>Cf. Sacra Congregazione per la formula breveDisciplina dei Sacramenti, Istruzione Immensae caritatis, 29 gennaio 1973, n. 1: Per Cristo nostro SignoreAAS 65 (1973) 265-266; se invece essa termina con la menzione del Figlio: Egli vive e regna nei secoli dei secoliC.I.C, can. 230, § 3.</ref>.
Il popolo101. Se manca il lettore istituito, unendosi altri laici, che siano però adatti a svolgere questo compito e ben preparati, siano incaricati di proclamare le letture della sacra Scrittura, affinché i fedeli maturino nel loro cuore, ascoltando le letture divine, un soave e vivo amore alla preghierasacra Scrittura<ref>Cf. Conc. Ecum. Vaticano II, Costituzione sulla sacra Liturgia, Sacrosanctum Concilium, fa propria l’orazione con l’acclamazione Amenn. 24.</ref>.
La Preghiera eucaristica102. È compito del salmista proclamare il salmo o un altro canto biblico che si trova tra le letture. Per adempiere convenientemente il suo ufficio, è necessario che il salmista possegga l’arte del salmodiare e abbia una buona pronuncia e una buona dizione.
78103. A questo punto ha inizio il momento centrale e culminante dell’intera celebrazione, Tra i fedeli esercita un proprio ufficio liturgico la Preghiera eucaristicaschola cantorum o coro, ossia la preghiera di azione di grazie e di santificazione. Il sacerdote invita il popolo a innalzare il cuore verso il Signore nella preghiera e nell’azione cui compito è quello di grazie, e lo associa eseguire a sé nella solenne preghiera, dovere le parti che eglile sono proprie, a nome secondo i vari generi di tutta canto, e promuovere la comunità, rivolge a Dio Padre per mezzo di Gesù Cristo nello Spirito Santo. Il significato di questa Preghiera è che tutta l’assemblea partecipazione attiva dei fedeli si unisca insieme con Cristo nel magnificare le grandi opere di Dio e nell’offrire il sacrificiocanto<ref>Cf. Sacra Congregazione dei Riti, Istruzione Musicam sacram, 5 marzo 1967, n. 19: AAS 59 (1967) 306.</ref>. La Preghiera eucaristica esige Quello che tutti l’ascoltino si dice della schola cantorum, con riverenza e silenziogli opportuni adattamenti, vale anche per gli altri musicisti, specialmente per l’organista.
79104. Gli elementi principali È opportuno che vi sia un cantore o maestro di cui consta coro per dirigere e sostenere il canto del popolo. Anzi, mancando la Preghiera eucaristica si possono distinguere come segueschola, è compito del cantore guidare i diversi canti, facendo partecipare il popolo per la parte che gli spetta<ref>Cf. ibidem, n. 21:AAS 59 (1967) 306-307.</ref>.
a) L’azione di grazie (che si esprime particolarmente nel prefazio)105. Esercitano un servizio liturgico anche: il sacerdote, a nome di tutto il popolo santo, glorifica Dio Padre e gli rende grazie per tutta l’opera della salvezza o per qualche suo aspetto particolare, a seconda della diversità del giorno, della festa o del Tempo.
ba) L’acclamazione: tutta l’assembleaIl sacrista, unendosi alle creature celesti, canta il Santo. Questa acclamazioneche prepara diligentemente i libri liturgici, le vesti liturgiche e le altre cose che fa parte sono necessarie per la celebrazione della Preghiera eucaristica, è proclamata da tutto il popolo col sacerdoteMessa.
cb) L’epiclesi: la Chiesa implora Il commentatore, che, secondo l’opportunità, rivolge brevemente ai fedeli spiegazioni ed esortazioni per introdurli nella celebrazione e meglio disporli a comprenderla. Gli interventi del commentatore siano preparati con speciali invocazioni la potenza dello Spirito Santocura, perché i doni offerti dagli uomini siano consacrati, cioè diventino il Corpo chiari e sobri. Nel compiere il Sangue di Cristosuo ufficio, e perché la vittima immacolata, che si riceve nella Comunioneil commentatore sta in un luogo adatto davanti ai fedeli, giovi per la salvezza di coloro che vi parteciperannonon però all’ambone.
dc) Il racconto dell’istituzione e la consacrazione: mediante le parole e i gesti di Cristo, si compie il sacrificio Coloro che Cristo stesso istituì nell’ultima Cena, quando offrì il suo Corpo e il suo Sangue sotto raccolgono le specie del pane e del vino, li diede a mangiare e a bere agli Apostoli e lasciò loro il mandato di perpetuare questo misteroofferte in chiesa.
ed) L’anamnesi: la Chiesa, adempiendo il comando ricevuto da Cristo Signore per mezzo degli ApostoliColoro che, celebra il memoriale di Cristoin alcune regioni, commemorando specialmente la sua beata passioneaccolgono i fedeli alla porta della chiesa, la gloriosa risurrezione li dispongono ai propri posti e l’ascensione al cieloordinano i loro movimenti processionali.
f) L’offerta: nel corso di questo stesso memoriale la Chiesa106. È bene che, in modo particolare quella radunata in quel momento almeno nelle chiese cattedrali e in quel luogonelle chiese maggiori, vi sia un ministro competente o maestro delle celebrazioni liturgiche, offre al Padre nello Spirito Santo la vittima immacolata. La Chiesa desidera che incaricato di predisporre con cura i fedeli non solo offrano la vittima immacolatasacri riti, ma imparino anche ad offrire se stessi[71] e così portino a compimento ogni giorno di più, per mezzo di Cristo Mediatore, la loro unione con Dio preparare i ministri sacri e i fedeli laici a compierli con i fratellidecoro, perché finalmente Dio sia tutto in tutti[72]ordine e devozione.
g) Le intercessioni: con esse si esprime che l’Eucaristia viene celebrata in comunione con tutta la Chiesa107. I compiti liturgici, sia celeste che terrenanon sono propri del sacerdote o del diacono, e che l’offerta di cui si è fatta per essa e per tutti i suoi membridetto sopra (nn. 100-106), possono essere affidati, vivi e defunticon la benedizione liturgica o con incarico temporaneo, i quali sono stati chiamati anche a partecipare alla redenzione e alla salvezza ottenuta laici idonei, scelti dal parroco o dal rettore della chiesa<ref>Cf. Pontificio Consiglio per mezzo del Corpo e del Sangue l’interpretazione dei testi legislativi., risposta al dubbio circa il can. 230, § 2: AAS 86 (1994) 541.</ref>. Riguardo al compito di Cristoservire il sacerdote all’altare, si osservino le disposizioni date dal Vescovo per la sua diocesi.
h=== IV. LA DISTRIBUZIONE DEI COMPITI E LA PREPARAZIONE DELLA CELEBRAZIONE (108-111) La dossologia finale: con essa si esprime la glorificazione di Dio; viene ratificata e conclusa con l’acclamazione del popolo: Amen.===
Riti di Comunione108. L’unico e medesimo sacerdote deve sempre esercitare l’ufficio presidenziale in tutte le sue parti, tranne ciò che è proprio della Messa in cui è presente il Vescovo (Cf. n. 92).
80109. Poiché la celebrazione eucaristica è un convito pasqualeSe sono presenti più persone che possono esercitare lo stesso ministero, conviene nulla impedisce chesi distribuiscano tra loro le varie parti di uno stesso ministero o ufficio e ciascuno svolga la sua. Per esempio, secondo il comando un diacono può essere incaricato delle parti in canto e un altro del Signoreservizio all’altare; se vi sono più letture, converrà distribuirle tra più lettori, i fedeli ben disposti ricevano il suo Corpo e il suo Sangue come cibo spiritualecosì via. Non è affatto opportuno che più persone si dividano fra loro un unico elemento della celebrazione: per es. A questo mirano che la frazione del pane e gli altri riti preparatorimedesima lettura sia proclamata da due lettori, uno dopo l’altro, tranne che dispongono immediatamente i fedeli alla Comunionesi tratti della Passione del Signore.
Preghiera del Signore110. Se nella Messa con partecipazione di popolo vi è un solo ministro, egli compia diversi uffici.
81111. Nella Preghiera del Signore La preparazione pratica di ogni celebrazione liturgica si chiede faccia di comune e diligente intesa, secondo il pane quotidianoMessale e gli altri libri liturgici, nel quale i cristiani scorgono un particolare riferimento al pane eucaristicofra tutti coloro che sono interessati rispettivamente alla parte rituale, pastorale e si implora musicale, sotto la purificazione dai peccati, così direzione del rettore della chiesa e sentito anche il parere dei fedeli per quelle cose che realmente i santi doni vengano dati ai santili riguardano direttamente. Il Al sacerdote rivolge l’invito alla preghiera, che tutti i fedeli dicono insieme con lui; ma soltanto presiede la celebrazione spetta però sempre il sacerdote vi aggiunge l’embolismo, diritto di disporre ciò che il popolo conclude con la dossologiaa lui compete<ref>Cf. Conc. Ecum. L’embolismoVaticano II, Costituzione sulla sacra Liturgia, sviluppando l’ultima domanda della preghiera del SignoreSacrosanctum Concilium, chiede per tutta la comunità dei fedeli la liberazione dal potere del malen. 22.</ref>.
L’invito, la preghiera del Signore, l’embolismo e la dossologia, con la quale il popolo conclude l’embolismo, si cantano o si dicono ad alta voce.== Capitolo IV - DIVERSE FORME DI CELEBRAZIONE DELLA MESSA ==
Rito 112. Nella Chiesa locale si deve davvero dare il primo posto, come lo richiede il suo significato, alla Messa presieduta il Vescovo circondato dal suo presbiterio, dai diaconi e dai ministri laici<ref>Cf. Conc. Ecum. Vaticano II, Costituzione sulla sacra Liturgia, Sacrosanctum Concilium, n. 41.</ref> con la partecipazione piena e attiva del popolo santo di Dio. Si ha qui infatti una speciale manifestazione della paceChiesa.
82. Segue il rito della paceNella Messa che viene celebrata dal Vescovo, con il quale la Chiesa implora la pace e l’unità per se stessa e per l’intera famiglia umanao presieduta dal Vescovo senza che celebri l’Eucaristia, e i fedeli esprimono la comunione ecclesiale e l’amore vicendevolesi osservino le norme che si trovano nel Cerimoniale dei Vescovi<ref>Cf. Caeremoniale Episcoporum, prima di comunicare al Sacramentonn. 119-186.</ref>.
Spetta alle Conferenze Episcopali stabilire il modo di compiere questo gesto di pace secondo l’indole 113. Grande importanza si deve dare anche alla Messa celebrata con una comunità, specialmente parrocchiale; essa, infatti, soprattutto nella celebrazione comunitaria della domenica, manifesta la Chiesa universale in un momento e in un luogo determinato<ref>Cf. Conc. Ecum. Vaticano II, Costituzione sulla sacra Liturgia, Sacrosanctum Concilium, n. 42; Costituzione dogmatica sulla Chiesa, Lumen gentium, n. 28; Decreto sulla vita e le usanze sul ministero sacerdotale, Presbyterorum Ordinis n. 5; Sacra Congregazione dei popoliriti, Istruzione Eucharisticum mysterium, 25 maggio 1967, n. Conviene tuttavia che ciascuno dia la pace soltanto a chi gli sta più vicino, in modo sobrio26: AAS 59 (1967) 555.</ref>.
Frazione 114. Tra le Messe celebrate da determinate comunità, particolare importanza ha la Messa conventuale, che è parte dell’ufficio quotidiano, come pure la Messa detta della «comunità». E, sebbene queste Messe non comportino nessuna forma particolare di celebrazione, tuttavia è quanto mai conveniente che siano celebrate con il canto e soprattutto con la piena partecipazione di tutti i membri della comunità, sia di religiosi che di canonici. In queste Messe perciò ognuno eserciti la sua funzione, secondo l’Ordine o il ministero ricevuto. Anzi, conviene che tutti i sacerdoti non tenuti a celebrare individualmente per l’utilità pastorale dei fedeli, per quanto è possibile concelebrino in queste Messe. Inoltre tutti i sacerdoti membri della comunità, tenuti a celebrare individualmente per il bene pastorale dei fedeli, possono, nello stesso giorno, concelebrare anche la Messa conventuale o di comunità<ref>Cf. Sacra Congregazione dei riti, Istruzione Eucharisticum mysterium, 25 maggio 1967, n. 47: AAS 59 (1967) 565.</ref>. È preferibile infatti che i presbiteri presenti alla celebrazione eucaristica, se non sono scusati da una giusta causa, esercitino normalmente il ministero del paneproprio Ordine e quindi partecipino come concelebranti, indossando le sacre vesti. Diversamente indossano il proprio abito corale o la cotta sopra la veste talare.
83=== I. Il sacerdote spezza il pane eucaristico, con l’aiuto, se è necessario, del diacono o di un concelebrante. Il gesto della frazione del pane, compiuto da Cristo nell’ultima Cena, che sin dal tempo apostolico ha dato il nome a tutta l’azione eucaristica, significa che i molti fedeli, nella Comunione dall’unico pane di vita, che è il Cristo morto e risorto per la salvezza del mondo, costituiscono un solo corpo MESSA CON IL POPOLO (1 Cor 10, 17115 - 198). La frazione del pane ha inizio dopo lo scambio di pace e deve essere compiuta con il necessario rispetto, senza però che si protragga oltre il tempo dovuto e le si attribuisca esagerata importanza. Questo rito è riservato al sacerdote e al diacono.===
Il sacerdote spezza 115. Per Messa con il pane popolo si intende quella celebrata con la partecipazione dei fedeli. Soprattutto nelle domeniche e mette una parte dell’ostia nel calicenelle feste di precetto, conviene, per significare l’unità del Corpo quanto è possibile, che la celebrazione si svolga con il canto e del Sangue con un congruo numero di Cristo nell’opera della salvezzaministri,<ref>Cf. ibidem, cioè del Corpo di Cristo Gesù vivente e glorioson. Abitualmente l’invocazione Agnello di Dio viene cantata dalla schola o dal cantore26: AAS 59 (1967) 555; Istruzione Musicam sacram, con la risposta del popolo5 marzo 1967, oppure la si dice almeno ad alta vocenn. L’invocazione accompagna la frazione del pane16, 27: AAS 59 (1967) 305, perciò la 308.</ref>; si può ripetere tanto quanto è necessario fino alla conclusione del rito. L’ultima invocazione termina fare però anche senza canto e con le parole dona a noi la paceun solo ministro.
Comunione116. In ogni celebrazione della Messa, se è presente il diacono, compia il suo ufficio. È bene inoltre che un accolito, un lettore e un cantore assistano il sacerdote celebrante. Il rito qui sotto descritto prevede tuttavia la possibilità di usare un numero anche maggiore di ministri.
84. Il sacerdote si prepara con una preghiera silenziosa a ricevere con frutto il Corpo e il Sangue di Cristo. Lo stesso fanno i fedeli pregando in silenzio.==== Cose da preparare (117 - 119) ====
Quindi 117. L’altare sia ricoperto da almeno una tovaglia bianca. In ogni celebrazione sull’altare, o accanto ad esso, si pongano almeno due candelabri con i ceri accesi, o anche quattro o sei, specialmente se si tratta della Messa domenicale o festiva di precetto; se celebra il sacerdote mostra ai fedeli il pane eucaristico sulla patena Vescovo della diocesi, si usino sette candelabri. Inoltre, sull’altare, o sul calice vicino ad esso, si collochi la croce con l’immagine di Cristo crocifisso. I candelabri e li invita al banchetto la croce con l’immagine di Cristo; poi insieme con loro esprime sentimenti crocifisso si possono portare nella processione di umiltàingresso. Sopra l’altare si può collocare l’Evangeliario, servendosi distinto dal libro delle prescritte parole evangelichealtre letture, a meno che non venga portato nella processione d’ingresso.
85118. Si desidera vivamente che i fedeli, come anche il sacerdote è tenuto a fare, ricevano il Corpo del Signore con ostie consacrate nella stessa Messa e, nei casi previsti, facciano la Comunione al calice (Cf. n. 284), perché anche per mezzo dei segni, la Comunione appaia meglio come partecipazione al sacrificio in atto[73].preparino pure:
86. Mentre il a) accanto alla sede del sacerdote assume : il Sacramento, si inizia il canto di Comunione: con esso si esprimeMessale e, mediante l’accordo delle voci, l’unione spirituale di coloro che si comunicano, si manifesta la gioia del cuore e si pone maggiormente in luce il carattere “comunitario” della processione di coloro che si accostano a ricevere l’Eucaristia. Il canto si protrae durante la distribuzione del Sacramento ai fedeli[74]. Se però è previsto che dopo la Comunione si esegua un innose necessario, il canto di Comunione s’interrompa al momento opportuno.libro dei canti;
Si faccia in modo che anche i cantori possano ricevere agevolmente la Comunione.b) sull’ambone: il Lezionario;
87. Per c) sopra la credenza: il canto alla calice, il corporale, il purificatoio e, secondo l’opportunità, la palla; la patena e le pissidi, se sono necessarie; il pane per la Comunione si può utilizzare o l’antifona del Graduale romanumsacerdote che presiede, con o senza salmodei diaconi, o l’antifona col salmo dei ministri e del Graduale simplexpopolo; le ampolle con il vino e l’acqua, oppure a meno che tutte queste cose non vengano presentate dai fedeli all’offertorio; un altro canto adatto, approvato dalla Conferenza Episcopale. Può essere cantato o dalla sola schola, o dalla schola o dal cantore insieme col popolovaso con l’acqua da benedire se si compie il rito dell’aspersione; il piattello per la Comunione dei fedeli; inoltre il necessario per lavarsi le mani.
Se invece non si cantaIl calice sia lodevolmente ricoperto da un velo, l’antifona alla Comunione proposta dal Messale che può essere recitata o dai fedeli, del colore del giorno o da alcuni di essi, o dal lettore, altrimenti dallo stesso sacerdote dopo che questi si è comunicato, prima di distribuire la Comunione ai fedelibianco.
88119. Terminata la distribuzione della ComunioneIn sagrestia, il sacerdote e i fedelisi preparino, secondo l’opportunitàle varie forme di celebrazione, pregano per un po’ di tempo in silenziole vesti sacre (Cf. nn. Tutta l’assemblea può anche cantare un salmo337-341) del sacerdote, un altro cantico di lode o un inno.del diacono e degli altri ministri:
89. Per completare la preghiera del popolo di Dio e anche a) per concludere tutto il rito di Comunionesacerdote: camice, il sacerdote recita l’orazione dopo la Comunionestola, nella quale invoca i frutti del mistero celebrato.casula o pianeta;
Nella Messa si dice una sola orazione dopo la Comunioneb) per il diacono: camice, stola e dalmatica; in caso però di necessità o di minor solennità, che termina con la conclusione breve, cioè:dalmatica si può omettere;
- se è rivolta c) per gli altri ministri: camici o altre vesti legittimamente approvate<ref>Cf. Istruzione interdicasteriale su alcune questioni circa la collaborazione dei fedeli laici al Padreministero dei sacerdoti, Ecclesiae de mysterio, 15 agosto 1997, art. 6: Per Cristo nostro Signore;AAS 89 (1997) 869.</ref>.
- se è rivolta al PadreTutti coloro che indossano il camice, ma verso usino il cingolo e l’amitto, a meno che per la fine dell’orazione medesima si fa menzione forma stessa del Figlio: Egli vive e regna nei secoli dei secoli;camice non siano necessari.
- Quando si fa la processione d’ingresso, vengano preparati anche l’Evangeliario; nelle domeniche e nelle feste, il turibolo e la navicella con l’incenso, se è rivolta al Figlio: Tu che vivi e regni nei secoli dei secolisi usa l’incenso; la croce da portare in processione, i candelabri con le candele accese.
Il popolo fa sua l’orazione con l’acclamazione Amen.==== A) Messa senza diacono (120-170) ====
D) ===== Riti di conclusioneintroduzione =====
90120. I riti di conclusione comprendonoQuando il popolo è radunato, il sacerdote e i ministri, rivestiti delle vesti sacre, si avviano all’altare, in quest’ordine:
a) Brevi avvisiil turiferario con il turibolo fumigante, se necessarisi usa l’incenso;
b) Il saluto i ministri che portano i ceri accesi e la benedizione del sacerdote, che in alcuni giorni e in certe circostanze si può arricchire e sviluppare con l’orazione sul popolo mezzo a loro, l’accolito o un altro ministro con un’altra formula più solenne.la croce;
c) Il congedo del popolo da parte del diacono o del sacerdote, perché ognuno ritorni alle sue opere di bene lodando gli accoliti e benedicendo Diogli altri ministri;
d) Il bacio dell’altare da parte del sacerdote e del diacono e poi l’inchino profondo all’altare da parte del sacerdoteil lettore, del diacono e degli altri ministri.che può portare l’Evangeliario un po’ elevato, ma non il Lezionario;
Capitolo IIIUFFICI E MINISTERI NELLA MESSAe) il sacerdote che celebra la Messa.
91. La celebrazione eucaristica è azione di Cristo e della Chiesa, cioè del popolo santo riunito e ordinato sotto la guida del Vescovo. Perciò essa appartiene all’intero Corpo della Chiesa, lo manifesta e lo implica; i suoi singoli membri poi vi sono interessati in diverso modo, secondo la diversità degli stati, dei compiti e dell’attiva partecipazione[75]. In questo modo il popolo cristiano, «stirpe eletta, sacerdozio regale, nazione santa, popolo che Dio Se si è acquistato»usa l’incenso, manifesta il proprio coerente e gerarchico ordine[76]. Tutti perciòprima di incamminarsi, sia ministri ordinati sia fedeli laici, esercitando il loro ministero o ufficio, compiano solo sacerdote pone l’incenso nel turibolo e tutto ciò che è lo benedice con un segno di loro competenza[77]croce senza dire nulla.
I121. Durante la processione all’altare, si esegue il canto d’ingresso (Cf. nn. 47-48). UFFICI DELL’ORDINE SACRO
92122. Ogni legittima celebrazione dell’Eucaristia è diretta dal VescovoArrivati all’altare, o personalmente, o per mezzo dei presbiteri suoi collaboratori[78]il sacerdote e i ministri fanno un inchino profondo.
Quando il Vescovo è presente a una Messa La croce con partecipazione l’immagine di popoloCristo crocifisso se portata in processione viene collocata presso l’altare perché sia la croce dell’altare, è molto opportuno che celebri egli stesso l’Eucaristia e che associ a sé nell’azione sacra i presbiterideve essere una soltanto, come concelebrantialtrimenti si metta in disparte in un luogo degno. Questo I candelabri invece si fa non tanto per accrescere la solennità esteriore del rito, ma per esprimere con maggior chiarezza il mistero della Chiesa, «sacramento di unità»[79]mettano sull’altare o accanto ad esso; è bene che l’Evangeliario sia collocato sull’altare.
Se 123. Il sacerdote accede all’altare e lo venera con il Vescovo non celebra l’Eucaristiabacio. Poi, ma ne affida il compito ad altrisecondo l’opportunità, allora è bene che lui stesso, indossati incensa la croce pettorale, la stola e il piviale sopra il camicel’altare, presieda la Liturgia della Parola e impartisca la benedizione alla fine della Messa[80]girandogli intorno.
93124. Anche il presbiteroFatto questo, che nella Chiesa ha il potere di offrire sacerdote si reca alla sede. Terminato il sacrificio nella persona di Cristo in virtù della sacra potestà dell’Ordine[81]canto d’ingresso, tutti, presiede il popolo fedele radunato in quel luogo sacerdote e fedeli, rimanendo in quel momento, ne dirige la preghierapiedi, annuncia ad esso fanno il messaggio segno della salvezza, lo associa a sé nell’offerta croce. Il sacerdote dice: Nel nome del sacrificio a Dio Padre per Cristo nello e del Figlio e dello Spirito Santo, distribuisce ai fratelli il pane della vita eterna e lo condivide con loro. Pertanto, quando celebra l’Eucaristia, deve servire Dio e ; il popolo con dignità e umiltà, e, nel modo di comportarsi e di pronunziare le parole divine, deve far percepire ai fedeli la presenza viva di Cristorisponde: Amen.
94. Il diaconoPoi, in forza della sacra ordinazione ricevutarivolto al popolo, occupa il primo posto dopo il presbitero tra coloro che esercitano un ministero nella celebrazione eucaristica. Infatti il sacro Ordine del diaconato già nella primitiva età apostolica fu tenuto in grande onore nella Chiesa[82]. Nella Messa il diacono ha come ufficio proprio: annunciare il Vangelo e talvolta predicare la parola di Dio, proporre ai fedeli allargando le intenzioni della preghiera universalebraccia, servire il sacerdote, preparare l’altare e prestare servizio lo saluta con una delle formule proposte. Egli stesso o un altro ministro può anche introdurre brevemente i fedeli alla celebrazione Messa del sacrificio, distribuire ai fedeli l’Eucaristia, specialmente sotto la specie del vino, ed eventualmente indicare al popolo i gesti e gli atteggiamenti da assumeregiorno.
II125. I COMPITI DEL POPOLO DI DIOSegue l’atto penitenziale. Poi si canta o si recita il Kyrie eleison secondo le rubriche (Cf. n. 52)
95126. I fedeli nella celebrazione della Messa formano la gente santaNelle celebrazioni in cui è stabilito, il popolo che Dio si è acquistato e canta o si recita il sacerdozio regale, per rendere grazie a Dio, per offrire la vittima immacolata non soltanto per le mani del sacerdote ma anche insieme con lui, e per imparare a offrire se stessi[83]Gloria (Cf. n. Procurino quindi di manifestare tutto ciò con un profondo senso religioso e con la carità verso i fratelli che partecipano alla stessa celebrazione53).
Evitino perciò ogni forma di individualismo e 127. Quindi il sacerdote invita il popolo alla preghiera, dicendo a mani giunte: Preghiamo. E tutti insieme con il sacerdote pregano, per breve tempo, in silenzio. Poi il sacerdote, con le braccia allargate, dice la colletta; al termine di divisione, tenendo presente che hanno un unico Padre nei cieliquesta, e perciò tutti sono tra loro fratelliil popolo acclama: Amen.
96. Formino invece un solo corpo, sia nell’ascoltare la parola di Dio, sia nel prendere parte alle preghiere e al canto, sia specialmente nella comune offerta del sacrificio e nella comune partecipazione alla mensa del Signore. Questa unità appare molto bene dai gesti e dagli atteggiamenti del corpo, che i fedeli compiono tutti insieme.===== Liturgia della Parola =====
97128. I Terminata la colletta, tutti siedono. Il sacerdote in modo molto breve può introdurre i fedeli non rifiutino di servire con gioia alla Liturgia della Parola. Il lettore va all’ambone e proclama la prima lettura dal Lezionario, già là collocato prima della Messa. Tutti ascoltano. Alla fine il popolo lettore pronuncia l’acclamazione Parola di Dio, ogni volta che sono pregati di prestare qualche ministero o compito particolare nella celebrazionee tutti rispondono Rendiamo grazie a Dio.
IIIQuindi si può osservare, secondo l’opportunità, un breve momento di silenzio affinché tutti meditino brevemente ciò che hanno ascoltato. MINISTERI PARTICOLARI
Il ministero dell’accolito e 129. Quindi, il salmista, o lo stesso lettore, proclama i versetti del lettore istituitisalmo, mentre il popolo risponde abitualmente con il ritornello.
98130. L’accolito è istituito per Se c’è una seconda lettura prima del Vangelo, il servizio all’altare e per aiutare il sacerdote e il diacono. A lui spetta lettore la proclama dall’ambone, tutti stanno in modo particolare preparare l’altare e i vasi sacriascolto, ealla fine rispondono con l’acclamazione come è detto sopra (n. 128). Poi, se necessariosecondo l’opportunità, distribuire l’Eucaristia ai fedeli si può osservare un breve momento di cui è ministro straordinario[84]silenzio.
Nel ministero dell’altare131. Poi tutti si alzano e si canta l’Alleluia o un altro canto, l’accolito ha compiti propri che egli stesso deve esercitare come richiesto dal tempo liturgico (Cf. nn. 18762-19364).
99132. Il lettore è istituito per proclamare le letture della sacra ScritturaMentre si canta l’Alleluia o un altro canto, se si usa l’incenso, eccetto il Vangelo; può anche proporre le intenzioni della preghiera universale sacerdote lo mette nel turibolo elo benedice. Quindi, a mani giunte, in mancanza del salmistae inchinato profondamente davanti all’altare, proclamare dice sottovoce: Purifica il salmo interlezionalemio cuore.
Nella celebrazione eucaristica 133. Poi, se l’Evangeliario è sull’altare, lo prende e, preceduto da ministri laici, che possono portare il lettore ha turibolo e i ceri, si reca all’ambone, tenendo un suo ufficio proprio (Cfpo’ elevato l’Evangeliario. nn. 194-198)I presenti si rivolgono verso l’ambone, che egli stesso deve esercitareper manifestare una particolare riverenza al Vangelo di Cristo.
Gli altri compiti134. All’ambone il sacerdote apre il libro e, a mani giunte, dice: Il Signore sia con voi, mentre il popolo risponde: E con il tuo spirito; quindi: Dal Vangelo secondo N., tracciando con il pollice il segno di croce sul libro e sulla propria persona, in fronte, sulla bocca e sul petto, gesto che compiono anche tutti i presenti. Il popolo acclama, dicendo: Gloria a te, o Signore. Il sacerdote, se si usa il turibolo, incensa il libro (Cf. nn. 276-277). Quindi proclama il Vangelo, concludendo con l’acclamazione: Parola del Signore, alla quale tutti rispondono: Lode a te, o Cristo. Il sacerdote bacia il libro, dicendo sottovoce: La parola del Vangelo cancelli i nostri peccati.
100135. Se Quando manca l’accolito istituito, si possono designareil lettore, per il servizio dell’altare in aiuto al sacerdote stesso proclama tutte le letture e al diaconoil salmo stando all’ambone. Qui, altri ministri laici che portano la crocese lo si usa, i ceripone l’incenso nel turibolo, il turibololo benedice e, il paneinchinandosi profondamente, dice: Purifica il vino, l’acqua. Essi possono essere anche incaricati per distribuire la Comunione come ministri straordinari[85]mio cuore.
101136. Se manca il lettore istituitoIl sacerdote, altri laicistando alla sede o allo stesso ambone, che siano però adatti a svolgere questo compito e ben preparatio, siano incaricati di proclamare le letture della sacra Scritturasecondo l’opportunità, affinché i fedeli maturino nel loro cuorein un altro luogo idoneo, ascoltando le letture divinepronuncia l’omelia, al termine della quale si può osservare un soave e vivo amore alla sacra Scrittura[86]momento di silenzio.
102137. È compito del salmista proclamare Il simbolo (Credo) viene cantato o recitato dal sacerdote insieme con il salmo o un altro canto biblico che si trova tra le letturepopolo (Cf. n. Per adempiere convenientemente il suo ufficio68), stando tutti in piedi. Alle parole: E per opera dello Spirito Santo... e si è necessario che il salmista possegga l’arte fatto uomo, tutti si inchinano profondamente; nelle solennità dell’Annunciazione (25 marzo) e del Natale del salmodiare e abbia una buona pronuncia e una buona dizioneSignore (25 dicembre) tutti genuflettono.
103138. Tra i fedeli esercita un proprio ufficio liturgico Terminato il canto o la schola cantorum o coroproclamazione della professione di fede, il cui compito è quello di eseguire sacerdote stando alla sede, a dovere le parti che le sono propriemani giunte, secondo con una breve monizione invita i vari generi di canto, e promuovere la partecipazione attiva dei fedeli nel canto[87]alla preghiera universale. Quello che si dice della schola cantorumQuindi il cantore, il lettore o un altro ministro, dall’ambone o da un altro luogo conveniente, rivolto al popolo propone le intenzioni, con gli opportuni adattamentimentre il popolo risponde supplicando. Alla fine il sacerdote, vale anche per gli altri musicistia braccia aperte, specialmente per l’organistaconclude la preghiera con un’orazione.
104.È opportuno che vi sia un cantore o maestro di coro per dirigere e sostenere il canto del popolo. Anzi, mancando la schola, è compito del cantore guidare i diversi canti, facendo partecipare il popolo per la parte che gli spetta[88].===== Liturgia eucaristica =====
105139. Terminata la preghiera dei fedeli, tutti siedono e ha inizio il canto di offertorio (Cf. n. 74). Esercitano un servizio liturgico anche:
a) Il sacristaL’accolito o un altro ministro laico colloca sull’altare il corporale, che prepara diligentemente i libri liturgiciil purificatoio, le vesti liturgiche il calice, la palla e le altre cose che sono necessarie per la celebrazione della Messail Messale.
b) Il commentatore, 140. È bene che, secondo l’opportunità, rivolge brevemente ai la partecipazione dei fedeli spiegazioni ed esortazioni si manifesti con l’offerta del pane e del vino per introdurli nella la celebrazione e meglio disporli a comprenderla. Gli interventi del commentatore siano preparati con curadell’Eucaristia, sia di altri doni, siano chiari per le necessità della Chiesa e sobri. Nel compiere il suo ufficio, il commentatore sta in un luogo adatto davanti ai fedeli, non però all’ambonedei poveri.
c) Coloro Le offerte dei fedeli sono ricevute dal sacerdote, aiutato dall’accolito o da un altro ministro. Il pane e il vino per l’Eucaristia sono consegnati al celebrante, che raccolgono le offerte li depone sull’altare, mentre gli altri doni sono deposti in chiesaun altro luogo adatto (Cf. n. 73).
d) Coloro che141. All’altare il sacerdote riceve la patena con il pane, in alcune regionie tenendola con entrambe le mani un po’ sollevata sull’altare, accolgono i fedeli alla porta della chiesadice sottovoce: Benedetto sei tu, li dispongono ai propri posti e ordinano i loro movimenti processionaliSignore. Quindi depone la patena con il pane sopra il corporale.
106142. È bene chePoi il sacerdote, almeno nelle chiese cattedrali stando a lato dell’altare, dalle ampolline presentate dal ministro, versa il vino e nelle chiese maggiori, vi sia un ministro competente o maestro delle celebrazioni liturgichepo’ d’acqua nel calice, incaricato di predisporre con cura i sacri ritidicendo sottovoce: L’acqua unita al vino. Ritornato al centro dell’altare, prende il calice e di preparare i ministri sacri e i fedeli laici a compierli , tenendolo un po’ sollevato con decoroentrambe le mani, dice sottovoce: Benedetto sei tu, ordine Signore; quindi depone il calice sul corporale e devozione, se occorre, lo copre con la palla.
107. I compiti liturgiciSe non si fa il canto all’offertorio o non si suona l’organo, che non sono propri del il sacerdote o , nella presentazione del diacono, pane e di cui si è detto sopra (nn. 100-106)del vino, possono essere affidati, con la può dire ad alta voce le formule della benedizione liturgica o con incarico temporaneo, anche a laici idonei, scelti dal parroco o dal rettore della chiesa[89]. Riguardo al compito di servire alle quali il popolo risponde: Benedetto nei secoli il sacerdote all’altare, si osservino le disposizioni date dal Vescovo per la sua diocesiSignore.
IV143. Deposto il calice sull’altare, il sacerdote, inchinandosi profondamente, dice sottovoce: Umili e pentiti. LA DISTRIBUZIONE DEI COMPITIE LA PREPARAZIONE DELLA CELEBRAZIONE
108144. L’unico Se si usa l’incenso, il sacerdote lo infonde nel turibolo, lo benedice senza nulla dire e medesimo sacerdote deve sempre esercitare l’ufficio presidenziale in tutte incensa le sue partiofferte, tranne ciò che è proprio della Messa in cui è presente la croce e l’altare. Il ministro, stando a lato dell’altare, incensa il celebrante, poi il Vescovo (Cf. n. 92)popolo.
109145. Se sono presenti più persone che possono esercitare lo stesso ministeroDopo la preghiera Umili e pentiti, nulla impedisce che si distribuiscano tra loro le varie parti di uno stesso ministero o ufficio e ciascuno svolga la sua. Per esempiooppure dopo l’incensazione, un diacono può essere incaricato delle parti in canto e un altro del servizio all’altare; se vi sono più lettureil sacerdote, converrà distribuirle tra più lettoristando a lato dell’altare, e così via. Non è affatto opportuno che più persone si dividano fra loro un unico elemento della celebrazionelava le mani con l’acqua versatagli dal ministro, dicendo sottovoce: per es. che la medesima lettura sia proclamata da due lettoriLavami, uno dopo l’altroSignore, tranne che si tratti della Passione del Signoreda ogni colpa.
110146. Se nella Messa Ritornato al centro dell’altare, il sacerdote, rivolto al popolo, allargando e ricongiungendo le mani, lo invita a pregare dicendo: Pregate, fratelli. Il popolo si alza e risponde: Il Signore riceva. Dopo la risposta del popolo, il sacerdote, con partecipazione di le braccia allargate dice l’orazione sopra le offerte. Al termine, il popolo vi è un solo ministro, egli compia diversi ufficiacclama: Amen.
111147. Quindi il sacerdote inizia la Preghiera eucaristica. Secondo le rubriche (Cf. n. 365) ne sceglie una fra quelle che si trovano nel Messale Romano o che sono approvate dalla Santa Sede. La preparazione pratica Preghiera eucaristica esige, per sua natura, di ogni celebrazione liturgica essere pronunciata dal solo sacerdote, in forza dell’ordinazione. Il popolo invece si faccia di comune associ al sacerdote con fede e diligente intesain silenzio, secondo il Messale e ed anche con gli altri libri liturgiciinterventi stabiliti nel corso della Preghiera eucaristica, fra tutti coloro che quali sono interessati rispettivamente alla parte ritualele risposte nel dialogo del Prefazio, pastorale e musicaleil Santo, sotto l’acclamazione dopo la direzione del rettore della chiesa consacrazione e sentito anche il parere dei fedeli per quelle cose che li riguardano direttamente. Al sacerdote che presiede l’Amen dopo la celebrazione spetta però sempre il diritto di disporre ciò che a lui compete[90]dossologia finale, ed altre acclamazioni approvate dalla Conferenza Episcopale e confermate dalla Santa Sede.Capitolo IVDIVERSE FORME DI CELEBRAZIONE DELLA MESSA
112. Nella Chiesa locale si deve davvero dare È assai conveniente che il primo posto, come lo richiede il suo significato, alla Messa presieduta il Vescovo circondato dal suo presbiterio, dai diaconi e dai ministri laici[91] con la partecipazione piena e attiva del popolo santo di Dio. Si ha qui infatti una speciale manifestazione sacerdote canti le parti della ChiesaPreghiera eucaristica che sono indicate in musica.
Nella Messa che viene celebrata dal Vescovo148. Il sacerdote, quando inizia la Preghiera eucaristica, allargando le braccia, canta o presieduta dal Vescovo senza che celebri l’Eucaristiadice: Il Signore sia con voi; mentre il popolo risponde: E con il tuo spirito. Prosegue: In alto i nostri cuori, e intanto innalza le mani. Il popolo risponde: Sono rivolti al Signore. Poi il sacerdote, si osservino con le norme che si trovano nel Cerimoniale dei Vescovi[92]braccia aperte, soggiunge: Rendiamo grazie al Signore, nostro Dio, e il popolo risponde: È cosa buona e giusta. Poi il sacerdote, con le braccia allargate, continua il prefazio; al termine di esso, a mani giunte, canta o dice ad alta voce, insieme con tutti i presenti: Santo (Cf. n. 79 b).
113149. Grande importanza si deve dare anche alla Messa celebrata con una comunitàIl sacerdote prosegue la Preghiera eucaristica, specialmente parrocchiale; essa, infatti, soprattutto nella celebrazione comunitaria secondo le rubriche indicate in ogni formulario della domenica, manifesta la Chiesa universale in un momento e in un luogo determinato[93]Preghiera stessa.
114. Tra le Messe celebrate da determinate comunitàSe il celebrante è un Vescovo, particolare importanza ha la Messa conventualenelle Preghiere, che è parte dell’ufficio quotidianodopo le parole: il nostro Papa N. soggiunge: me, come pure la Messa detta della «comunità»indegno tuo servo. O dopo le parole: del nostro Papa N. E, sebbene queste Messe non comportino nessuna forma particolare aggiunge: di celebrazione, tuttavia è quanto mai conveniente che siano celebrate con me indegno tuo servo. Se invece il canto e soprattutto con la piena partecipazione di tutti i membri Vescovo celebra fuori della comunitàsua Diocesi, sia di religiosi che di canonicidopo le parole: il nostro Papa N. In queste Messe perciò ognuno eserciti la sua funzioneaggiunge: e me indegno tuo servo, secondo l’Ordine o e il ministero ricevutomio fratello N. Anzi, conviene che tutti i sacerdoti non tenuti a celebrare individualmente per l’utilità pastorale dei fedeli, per quanto è possibile concelebrino in queste MesseVescovo di questa Chiesa N. Inoltre tutti i sacerdoti membri della comunità, tenuti a celebrare individualmente per il bene pastorale dei fedeli, possono, nello stesso giorno, concelebrare anche la Messa conventuale o di comunità[94]dopo le parole: del nostro Papa N. È preferibile infatti che i presbiteri presenti alla celebrazione eucaristica, se non sono scusati da una giusta causaaggiunge: di me indegno tuo servo, esercitino normalmente il ministero e del proprio Ordine e quindi partecipino come concelebrantimio fratello N., indossando le sacre vesti. Diversamente indossano il proprio abito corale o la cotta sopra la veste talareVescovo di questa Chiesa N.
IIl Vescovo diocesano o colui che è ad esso equiparato a norma del diritto, si deve nominare con questa formula: con il tuo servo il nostro Papa N. e il nostro Vescovo (o Vicario, Prelato, Prefetto, Abate) N. MESSA CON IL POPOLO
115Nella Preghiera eucaristica è permesso nominare i Vescovi Coadiutori e Ausiliari, non invece altri Vescovi eventualmente presenti. Per Messa con il popolo Quando si intende quella celebrata con la partecipazione dei fedeli. Soprattutto nelle domeniche e nelle feste di precettodovessero fare più nomi, conviene, per quanto è possibile, che la celebrazione si svolga dice con il canto formula generale: e con un congruo numero di ministri,[95]; si può fare però anche senza canto il nostro Vescovo N. e con un solo ministroi Vescovi suoi collaboratori.
116. In ogni celebrazione della MessaPreghiera eucaristica tali formule si devono adattare, se è presente il diacono, compia il suo ufficio. È bene inoltre che un accolito, un lettore e un cantore assistano il sacerdote celebrante. Il rito qui sotto descritto prevede tuttavia la possibilità di usare un numero anche maggiore di ministrisecondo le esigenze grammaticali.
Cose da preparare150. Poco prima della consacrazione, il ministro, se è opportuno, avverte i fedeli con un segno di campanello. Così pure suona il campanello alla presentazione al popolo dell’ostia consacrata e del calice secondo le consuetudini locali.
117. L’altare sia ricoperto da almeno una tovaglia bianca. In ogni celebrazione sull’altare, o accanto ad esso, Se si pongano almeno due candelabri con i ceri accesiusa l’incenso, o anche quattro o seiquando, specialmente se si tratta della Messa domenicale o festiva di precetto; se celebra il Vescovo della diocesi, si usino sette candelabri. Inoltre, sull’altare, o vicino ad essodopo la consacrazione, si collochi la croce con l’immagine di Cristo crocifisso. I candelabri mostrano al popolo l’ostia e la croce con l’immagine di Cristo crocifisso si possono portare nella processione di ingresso. Sopra l’altare si può collocare l’Evangeliarioil calice, distinto dal libro delle altre letture, a meno che non venga portato nella processione d’ingressoil ministro li incensa.
118151. Si preparino pureDopo la consacrazione, il sacerdote dice:Mistero della fede e il popolo risponde con un’acclamazione, scegliendo una formula fra quelle prescritte.
a) accanto alla sede del Al termine della Preghiera eucaristica, il sacerdote, prendendo la patena con l’ostia insieme al calice, ed elevandoli entrambi, pronuncia, lui solo, la dossologia: Per Cristo. Il popolo al termine acclama: Amen. Poi il sacerdote depone sopra il Messale corporale la patena e, se necessario, il libro dei canti;calice.
b) sull’ambone: 152. Conclusa la Preghiera eucaristica, il Lezionario;sacerdote, a mani giunte, dice la monizione che precede l’orazione del Signore e recita poi il Padre nostro, con le braccia allargate, insieme con il popolo.
c) sopra la credenza: il calice153. Al termine del Padre nostro, il corporalesacerdote, il purificatoio e, secondo l’opportunità, la palla; la patena e con le pissidibraccia allargate, se sono necessarie; il pane per la Comunione del sacerdote che presiededice da solo l’embolismo Liberaci, dei diaconio Signore, dei ministri e del popolo; le ampolle con dopo il vino e l’acqua, a meno che tutte queste cose non vengano presentate dai fedeli all’offertorio; un vaso con l’acqua da benedire se si compie quale il rito dell’aspersione; popolo acclama: Tuo è il piattello per la Comunione dei fedeli; inoltre il necessario per lavarsi le maniregno.
154. Quindi il sacerdote, con le braccia allargate dice ad alta voce la preghiera: Signore Gesù Cristo; terminata la preghiera, allargando e ricongiungendo le mani, annuncia la pace, dicendo verso il popolo: La pace del Signore sia sempre con voi. Il calice sia lodevolmente ricoperto da popolo risponde: E con il tuo spirito. Poi, secondo l’opportunità, il sacerdote soggiunge: Scambiatevi un velo, che può essere o del colore del giorno o biancosegno di pace.
119Il sacerdote può dare la pace ai ministri, rimanendo tuttavia sempre nel presbiterio, per non disturbare la celebrazione. In sagrestiaCosì ugualmente faccia se, per qualche buon motivo, si preparinovuol dare la pace ad alcuni fedeli. Tutti però, secondo le varie forme di celebrazionequanto è stabilito dalla Conferenza Episcopale, si manifestano reciprocamente pace, le vesti sacre (Cfcomunione e carità. nn. 337-341) Quando si dà la pace, si può dire: La pace del sacerdoteSignore sia sempre con te, del diacono e degli altri ministria cui si risponde:Amen.
a) per il 155. Il sacerdote: camiceprende l’ostia, stolala spezza sopra la patena e ne mette una particella nel calice, casula dicendo sottovoce: Il Corpo e il Sangue... uniti in questo calice. Intanto la schola e il popolo cantano o pianeta;dicono: Agnello di Dio (Cf. n. 83).
b) per 156. Quindi il diaconosacerdote dice sottovoce e con le mani giunte la preghiera alla Comunione: camiceSignore Gesù Cristo, stola e dalmatica; in caso però di necessità o di minor solennitàFiglio del Dio vivo, la dalmatica si può omettere;oppure La Comunione con il tuo Corpo.
c) per gli altri ministri157. Terminata la preghiera, il sacerdote genuflette, prende l’ostia consacrata nella stessa Messa e, tenendola alquanto sollevata sopra la patena o sopra il calice, rivolto al popolo, dice: camici o altre vesti legittimamente approvate[96]Ecco l’Agnello di Dio, e, insieme con il popolo, prosegue: O Signore, non sono degno.
Tutti coloro che indossano 158. Poi, rivolto all’altare, il camicesacerdote dice sottovoce: Il Corpo di Cristo mi custodisca per la vita eterna, usino e con riverenza si ciba del Corpo di Cristo. Quindi prende il cingolo e l’amittocalice, a meno che dicendo sottovoce: Il Sangue di Cristo mi custodisca per la forma stessa del camice non siano necessarivita eterna, e con riverenza beve il Sangue di Cristo.
Quando 159. Mentre il sacerdote si fa la processione d’ingresso, vengano preparati anche l’Evangeliario; nelle domeniche e nelle festecomunica, si inizia il turibolo e la navicella con l’incenso, se si usa l’incenso; la croce da portare in processione, i candelabri con le candele accesecanto alla Comunione (Cf. n. 86).
A) Messa senza diacono160. Poi il sacerdote prende la patena o la pisside e si reca dai comunicandi, che normalmente si avvicinano processionalmente.
Riti Non è permesso ai fedeli prendere da se stessi il pane consacrato o il sacro calice, tanto meno passarselo di introduzionemano in mano. I fedeli si comunicano in ginocchio o in piedi, come stabilito dalla Conferenza Episcopale. Quando però si comunicano stando in piedi, si raccomanda che, prima di ricevere il Sacramento, facciano la debita riverenza, da stabilire dalle stesse norme.
120161. Quando il popolo è radunatoSe la Comunione si fa sotto la sola specie del pane, il sacerdote , eleva alquanto l’ostia e i ministrila presenta a ciascuno dicendo: Il Corpo di Cristo. Il comunicando risponde: Amen, rivestiti delle vesti sacree riceve il sacramento in bocca o, si avviano all’altarenei luoghi in cui è stato permesso, sulla mano, come preferisce. Il comunicando appena ha ricevuto l’ostia sacra, in quest’ordine:la consuma totalmente.
Se invece la Comunione si fa sotto le due specie si segue il rito descritto asuo luogo (Cf. nn. 284-287) il turiferario con il turibolo fumigante, se si usa l’incenso;.
b) i ministri che portano i ceri accesi 162. Nel caso siano presenti altri presbiteri, essi possono aiutare il sacerdote nella distribuzione della Comunione. Se non ve ne sono a disposizione eil numero dei comunicandi è molto grande, il sacerdote può chiamare in mezzo a loroaiuto ministri straordinari, cioè l’accolito istituito, o anche altri fedeli a ciò deputati secondo il diritto<ref>Cf. Sacra Congregazione per i Sacramenti e il Culto Divino, Istruzione Inestimabile donum, 3 aprile 1980, n. 10: AAS 72 (1980) 336; Istruzione interdicasteriale su alcune questioni circa la collaborazione dei fedeli laici al ministero dei sacerdoti, Ecclesiae de mysterio, 15 agosto 1997, art. 8: AAS 89 (1997) 871.</ref>. In caso di necessità, il sacerdote può incaricare volta per volta fedeli idonei<ref>Cf. sotto, Appendice III, Rito per incaricare volta per volta un altro ministro con fedele per la croce;distribuzione dell’Eucaristia.</ref>.
c) gli accoliti Questi ministri non salgano all’altare prima che il sacerdote abbia fatto la Comunione e gli altri ministri;ricevano sempre dalla mano del sacerdote il vaso in cui si custodiscono le specie della Ss.ma Eucaristia da distribuire ai fedeli.
d) 163. Terminata la distribuzione della Comunione, il lettoresacerdote all’altare consuma subito e totalmente il vino consacrato rimasto; invece le ostie consacrate, che può portare l’Evangeliario un po’ elevatosono avanzate, ma non il Lezionario;o le consuma all’altare o le porta al luogo destinato alla conservazione dell’Eucaristia.
Il sacerdote, ritornato all’altare, raccoglie i frammenti, se ce ne fossero; poi, stando all’altare o alla credenza, purifica la patena o la pisside sopra il calice, purifica poi il calice dicendo sottovoce: Il sacramento ricevuto, e) lo asterge con il purificatoio. Se i vasi sacri sono stati astersi all’altare, il sacerdote che celebra ministro li porta alla credenza. I vasi sacri da purificare, soprattutto se fossero molti, si possono anche lasciare, opportunamente ricoperti, sull’altare o alla credenza, sopra il corporale; la purificazione si compie subito dopo la Messa, una volta congedato il popolo.
Se si usa l’incenso164. Compiuta la purificazione, prima di incamminarsiil sacerdote può ritornare alla sede. Si può osservare, per un tempo conveniente, il sacerdote pone l’incenso nel turibolo e lo benedice con sacro silenzio, oppure cantare un salmo, un segno altro canto di croce senza dire nullalode o un inno (Cf. n. 88).
121165. Durante la processione Poi, stando alla sede o all’altare, si esegue il canto d’ingresso (Cfsacerdote, rivolto al popolo, dice a mani giunte: Preghiamo, e, a braccia allargate, dice l’orazione dopo la Comunione, alla quale può premettere una breve pausa di silenzio, a meno che sia già stato osservato subito dopo la Comunione. nn. 47-48)Al termine dell’orazione il popolo acclama: Amen.
122. Arrivati all’altare, il sacerdote e i ministri fanno un inchino profondo.===== Riti di conclusione =====
La croce con l’immagine di Cristo crocifisso se portata in processione viene collocata presso l’altare perché sia 166. Detta l’orazione dopo la croce dell’altareComunione, si possono dare, che deve essere una soltantose occorre, altrimenti si metta in disparte in un luogo degno. I candelabri invece si mettano sull’altare o accanto ad esso; è bene che l’Evangeliario sia collocato sull’altarebrevi comunicazioni al popolo.
123167. Poi il sacerdote, allargando le braccia, saluta il popolo, dicendo: Il sacerdote accede all’altare e lo venera Signore sia con voi; il popolo risponde: E con il baciotuo spirito. PoiIl sacerdote, secondo l’opportunitàcongiunge ancora le mani e subito, incensa tenendo la mano sinistra sul petto e alzando la destra, soggiunge: Vi benedica Dio onnipotente, e, tracciando il segno di croce sopra il popolo, prosegue: Padre e Figlio e l’altare, girandogli intornoSpirito Santo. Tutti rispondono: Amen.
124. Fatto questoIn giorni e circostanze particolari, il sacerdote si reca alla sede. Terminato il canto d’ingressoquesta benedizione, tuttisecondo le rubriche, sacerdote e fedeli, rimanendo in piedi, fanno il segno della croce. Il sacerdote dice: Nel nome del Padre e del Figlio viene espressa e dello Spirito Santo; il arricchita con l’orazione sul popolo risponde: Ameno con un’altra formula più solenne.
Poi, rivolto al Il Vescovo benedice il popolosecondo la formula a lui propria, e allargando le bracciatracciando tre volte il segno di croce<ref>Cf. Caeremoniale Episcoporum, il sacerdote lo saluta con una delle formule propostenn. 1118-1121. Egli stesso o un altro ministro può anche introdurre brevemente i fedeli alla Messa del giorno</ref>.
125168. Segue l’atto penitenziale. Poi si canta o si recita Subito dopo la benedizione, il Kyrie eleison secondo le rubriche (Cf. nsacerdote, a mani giunte, aggiunge: La Messa è finita: andate in pace; e tutti rispondono: Rendiamo grazie a Dio. 52)
126169. Nelle celebrazioni in cui è stabilitoInfine il sacerdote venera l’altare con il bacio e, fatto un profondo inchino all’altare insieme con i ministri laici, con loro si canta o si recita il Gloria (Cf. n. 53)ritira.
127170. Quindi il sacerdote invita il popolo Se alla preghieraMessa segue un’altra azione liturgica, dicendo a mani giunte: Preghiamo. E tutti insieme con il sacerdote pregano, per breve temposi tralasciano i riti di conclusione, in silenzio. Poi cioè il sacerdotesaluto, con le braccia allargate, dice la colletta; al termine di questa, benedizione e il popolo acclama: Amencongedo.
Liturgia della Parola==== B) Messa con il diacono (171 - 186) ====
128171. Terminata la collettaIl diacono, tutti siedono. Il sacerdote in modo molto breve può introdurre i fedeli quando è presente alla Liturgia della Parola. Il lettore va all’ambone e proclama la prima lettura dal Lezionariocelebrazione eucaristica, rivestito delle sacre vesti, già là collocato prima della Messa. Tutti ascoltano. Alla fine eserciti il lettore pronuncia l’acclamazione Parola di Dio e tutti rispondono Rendiamo grazie a Diosuo ministero.Egli infatti:
Quindi si può osservare, secondo l’opportunità, un breve momento di silenzio affinché tutti meditino brevemente ciò che hanno ascoltato.a) sta accanto al sacerdote e lo aiuta;
129. Quindib) all’altare, svolge il salmista, o lo stesso lettore, proclama i versetti del salmo, mentre il popolo risponde abitualmente con il ritornello.suo servizio al calice e al libro;
130. Se c’è una seconda lettura prima del c) proclama il Vangeloe può, il lettore la proclama dall’amboneper incarico del sacerdote celebrante, tutti stanno in ascolto, e alla fine rispondono con l’acclamazione come è detto sopra tenere l’omelia (Cf. n. 12866). Poi, secondo l’opportunità, si può osservare un breve momento di silenzio.;
131. Poi tutti si alzano e si canta l’Alleluia o un altro canto, come richiesto dal tempo liturgico (Cf. nn. 62-64d).guida il popolo dei fedeli con opportune monizioni ed enuncia le intenzioni della preghiera universale;
132. Mentre si canta l’Alleluia o un altro canto, se si usa l’incenso, e) aiuta il sacerdote lo mette nel turibolo e lo benedice. Quindi, a mani giuntecelebrante nella distribuzione della Comunione, purifica e inchinato profondamente davanti all’altare, dice sottovoce: Purifica il mio cuore.ripone i vasi sacri;
133. Poi, se l’Evangeliario è sull’altare, lo prende e, preceduto da f) compie lui stesso gli uffici degli altri ministri laici, che possono portare il turibolo e i cerisecondo la necessità, si reca all’ambone, tenendo un po’ elevato l’Evangeliario. I presenti si rivolgono verso l’ambone, per manifestare una particolare riverenza al Vangelo quando nessuno di Cristoessi è presente.
134. All’ambone il sacerdote apre il libro e, a mani giunte, dice: Il Signore sia con voi, mentre il popolo risponde: E con il tuo spirito; quindi: Dal Vangelo secondo N., tracciando con il pollice il segno ===== Riti di croce sul libro e sulla propria persona, in fronte, sulla bocca e sul petto, gesto che compiono anche tutti i presenti. Il popolo acclama, dicendo: Gloria a te, o Signore. Il sacerdote, se si usa il turibolo, incensa il libro (Cf. nn. 276-277). Quindi proclama il Vangelo, concludendo con l’acclamazione: Parola del Signore, alla quale tutti rispondono: Lode a te, o Cristo. Il sacerdote bacia il libro, dicendo sottovoce: La parola del Vangelo cancelli i nostri peccati.introduzione =====
135172. Quando manca il lettore, Il diacono precede il sacerdote stesso proclama tutte le letture e il salmo stando all’ambone. Qui, se lo si usa, pone l’incenso nel turibolo, lo benedice e, inchinandosi profondamente, dice: Purifica il mio cuorenella processione verso l’altare portando l’Evangeliario un po’ elevato; altrimenti incede al suo fianco.
136173. Il sacerdotediacono, stando alla sede o allo stesso ambonese porta l’Evangeliario, oquando è giunto all’altare, secondo l’opportunitàvi si accosta, in un altro luogo idoneoomettendo la reverenza. Quindi, pronuncia l’omeliadeposto l’Evangeliario sull’altare, al termine della quale si può osservare un momento di silenzioinsieme con il sacerdote venera l’altare con il bacio.
137. Il simbolo (Credo) viene cantato o recitato dal Se invece non porta l’Evangeliario, fa con il sacerdote insieme nel modo consueto un profondo inchino all’altare e con lui lo venera con il popolo (Cf. n. 68), stando tutti in piedi. Alle parole: E per opera dello Spirito Santo... e si è fatto uomo, tutti si inchinano profondamente; nelle solennità dell’Annunciazione (25 marzo) e del Natale del Signore (25 dicembre) tutti genuflettonobacio.
138. Terminato il canto o la proclamazione della professione di fede, il sacerdote stando alla sede, a mani giunteInfine, con una breve monizione invita i fedeli alla preghiera universale. Quindi il cantorese si usa l’incenso, il lettore o un altro ministro, dall’ambone o da un altro luogo conveniente, rivolto al popolo propone le intenzioni, mentre il popolo risponde supplicando. Alla fine assiste il sacerdote, a braccia aperte, conclude la preghiera con un’orazionenell’infusione dell’incenso nel turibolo e nella incensazione della croce e dell’altare.
Liturgia eucaristica174. Incensato l’altare, insieme con il sacerdote si reca alla sede; qui rimane accanto al sacerdote, prestandogli servizio secondo le necessità.
139. Terminata la preghiera dei fedeli, tutti siedono e ha inizio il canto di offertorio (Cf. n. 74).===== Liturgia della Parola =====
L’accolito 175. Mentre si canta l’Alleluia o un altro ministro laico colloca sull’altare canto, se si usa il corporaleturibolo, aiuta il purificatoiosacerdote nell’infusione dell’incenso, quindi, inchinandosi profondamente dinanzi al sacerdote, chiede la benedizione dicendo a bassa voce: Benedicimi, o padre. Il sacerdote lo benedice con la formula: Il Signore sia nel tuo cuore. Il diacono si segna con il calicesegno di croce e risponde: Amen. Poi, fatta la palla debita riverenza all’altare, prende l’Evangeliario che vi è stato collocato sopra e va all’ambone, portando il libro un po’ elevato; lo precedono il turiferario con il turibolo fumigante e i ministri con i ceri accesi. Qui saluta il popolo dicendo, a mani giunte, Il Signore sia con voi, quindi, alle parole Dal Vangelo secondo N., con il pollice segna il libro e poi se stesso sulla fronte, sulla bocca e sul petto, incensa il libro e proclama il Vangelo. Terminata la lettura, acclama: Parola del Signore; tutti rispondono: Lode a te, o Cristo. Quindi venera il libro con il bacio, dicendo sottovoce: La parola del Vangelo, e ritorna presso il Messalesacerdote.
140Quando il diacono serve il Vescovo, gli porta il libro da baciare o lui stesso lo bacia, dicendo sottovoce: La parola del Vangelo. È bene che Nelle celebrazioni più solenni il Vescovo, secondo l’opportunità, imparte al popolo la partecipazione dei fedeli si manifesti benedizione con l’offerta del pane e del vino per la celebrazione dell’Eucaristia, sia di altri doni, per le necessità della Chiesa e dei poveril’Evangeliario.
Le offerte dei fedeli sono ricevute dal sacerdote, aiutato dall’accolito L’Evangeliario infine può essere portato alla credenza o da un altro ministro. Il pane e il vino per l’Eucaristia sono consegnati al celebrante, che li depone sull’altare, mentre gli altri doni sono deposti in un altro luogo adatto (Cf. n. 73)e degno.
141176. All’altare il sacerdote riceve la patena con il pane, e tenendola con entrambe le mani Se manca un po’ sollevata sull’altare, dice sottovoce: Benedetto sei tualtro lettore idoneo, Signore. Quindi depone la patena con il pane sopra il corporalediacono proclami anche le altre letture.
142177. Poi il Alla preghiera dei fedeli, dopo l’introduzione del sacerdote, stando a lato dell’altare, dalle ampolline presentate dal ministro, versa il vino e un po’ d’acqua nel calice, dicendo sottovoce: L’acqua unita al vino. Ritornato al centro dell’altare, prende il calice e, tenendolo un po’ sollevato con entrambe diacono propone le manivarie intenzioni, dice sottovoce: Benedetto sei tu, Signore; quindi depone il calice sul corporale e, se occorre, lo copre con la pallastando abitualmente all’ambone.
Se non si fa il canto all’offertorio o non si suona l’organo, il sacerdote, nella presentazione del pane e del vino, può dire ad alta voce le formule della benedizione, alle quali il popolo risponde: Benedetto nei secoli il Signore.===== Liturgia eucaristica =====
143178. Deposto Terminata la preghiera universale, mentre il sacerdote rimane alla sede, il diacono prepara l’altare con l’aiuto dell’accolito; spetta a lui la cura dei vasi sacri. Sta accanto al sacerdote e lo aiuta nel ricevere i doni del popolo. Presenta al sacerdote la patena con il pane da consacrare; versa il vino e un po’ d’acqua nel calice, dicendo sottovoce: L’acqua unita al vino, e lo presenta poi al sacerdote. Questa preparazione del calice sull’altare, la può fare alla credenza. Se si usa l’incenso, assiste il sacerdotenell’incensazione delle offerte della croce e dell’altare, inchinandosi profondamentepoi lui stesso, dice sottovoce: Umili o l’accolito incensa il sacerdote e pentitiil popolo.
144179. Se si usa l’incensoDurante la Preghiera eucaristica, il diacono sta accanto al sacerdote lo infonde nel turibolo, lo benedice senza nulla dire e incensa le offertema un po’ indietro, la croce e l’altare. Il ministroper attendere, stando a lato dell’altarequando occorre, incensa il celebrante, poi il popoloal calice e al Messale.
145Quindi dall’epiclesi fino all’ostensione del calice il diacono abitualmente sta in ginocchio. Dopo la preghiera Umili e pentitiSe sono presenti più diaconi, oppure dopo l’incensazioneuno di essi, il sacerdoteal momento della consacrazione, stando a lato dell’altare, si lava le mani con l’acqua versatagli dal ministro, dicendo sottovoce: Lavami, Signore, da ogni colpapuò mettere l’incenso nel turibolo e incensare durante l’ostensione dell’ostia e del calice.
146180. Ritornato Alla dossologia finale della Preghiera eucaristica, stando accanto al centro dell’altaresacerdote, tiene sollevato il sacerdote, rivolto al popolo, allargando e ricongiungendo le mani, lo invita a pregare dicendo: Pregate, fratelli. Il popolo si alza e risponde: Il Signore riceva. Dopo la risposta del popolocalice, mentre il sacerdote, eleva la patena con le braccia allargate dice l’orazione sopra le offerte. Al terminel’ostia, finché il popolo acclama: Amennon abbia acclamato l’Amen.
147181. Quindi Dopo che il sacerdote inizia ha detto la Preghiera eucaristica. Secondo le rubriche (Cf. n. 365) ne sceglie una fra quelle che si trovano nel Messale Romano o che sono approvate dalla Santa Sede. preghiera per la pace e rivolto l’augurio: La Preghiera eucaristica esigepace del Signore sia sempre con voi, per sua natura, di essere pronunciata dal solo sacerdote, in forza dell’ordinazione. Il al quale il popolo invece si associ al sacerdote risponde: E con fede e in silenzioil tuo spirito, il diacono, ed anche con gli interventi stabiliti nel corso della Preghiera eucaristicasecondo l’opportunità, quali sono le risposte nel dialogo del Prefazioinvita a darsi scambievolmente la pace, il Santodicendo, l’acclamazione dopo la consacrazione a mani giunte e l’Amen dopo rivolto verso il popolo: Scambiatevi il dono della pace. Riceve dal sacerdote la dossologia finalepace, ed altre acclamazioni approvate dalla Conferenza Episcopale e confermate dalla Santa Sedela può dare agli altri ministri a lui più vicini.
È assai conveniente 182. Dopo che il sacerdote canti si è comunicato, il diacono riceve la Comunione sotto le due specie dallo stesso sacerdote, quindi aiuta il sacerdote a distribuire la Comunione al popolo. Se la Comunione viene distribuita sotto le parti della Preghiera eucaristica due specie, porge il calice a quanti si comunicano; poi, terminata la distribuzione, all’altare devotamente consuma subito il Sangue di Cristo che sono indicate in musicaè rimasto, con l’aiuto, se il caso lo richiede, degli altri diaconi e presbiteri.
148183. Il sacerdote, quando inizia Terminata la Preghiera eucaristica, allargando le bracciadistribuzione della Comunione, canta o dice: Il Signore sia con voi; mentre il popolo risponde: E diacono ritorna all’altare con il tuo spirito. Prosegue: In alto sacerdote, raccoglie i nostri cuoriframmenti, se ve ne fossero, quindi porta alla credenza il calice e intanto innalza le mani. Il popolo risponde: Sono rivolti al Signore. Poi il sacerdotegli altri vasi sacri, con le braccia apertedove li purifica e riordina, soggiunge: Rendiamo grazie al Signorecome di norma, nostro Dio, e mentre il popolo risponde: È cosa buona e giustasacerdote ritorna alla sede. Poi il sacerdoteI vasi sacri da purificare si possono anche lasciare opportunamente ricoperti alla credenza, con le braccia allargate, continua sopra il prefaziocorporale; al termine di essola purificazione si compia subito dopo la Messa, a mani giunte, canta o dice ad alta voce, insieme con tutti i presenti: Santo (Cf. n. 79 b)una volta congedato il popolo.
149. Il sacerdote prosegue la Preghiera eucaristica, secondo le rubriche indicate in ogni formulario della Preghiera stessa.===== Riti di conclusione =====
Se il celebrante è un Vescovo, nelle Preghiere, dopo le parole: il nostro Papa N. soggiunge: me, indegno tuo servo184. O Detta l’orazione dopo le parole: del nostro Papa N.la Comunione, aggiunge: di me indegno tuo servo. Se invece il Vescovo celebra fuori della sua Diocesidiacono dà al popolo brevi comunicazioni, dopo le parole: a meno che il nostro Papa N. aggiunge: e me indegno tuo servo, e il mio fratello N., Vescovo di questa Chiesa N., o dopo le parole: del nostro Papa N., aggiunge: di me indegno tuo servo, e del mio fratello N., Vescovo di questa Chiesa Nsacerdote preferisca darle personalmente.
Il Vescovo diocesano 185. Se si usa l’orazione sul popolo o colui che è ad esso equiparato a norma la formula della benedizione solenne, il diacono dice: Inchinatevi per la benedizione. Dopo la benedizione del dirittosacerdote, si deve nominare con questa formula: con il tuo servo diacono congeda il nostro Papa N. popolo dicendo, a mani giunte e rivolto verso il nostro Vescovo (o Vicario, Prelato, Prefetto, Abate) Npopolo: La Messa è finita andate in pace. Tutti rispondono: Rendiamo grazie a Dio.
Nella Preghiera eucaristica è permesso nominare i Vescovi Coadiutori e Ausiliari, non invece altri Vescovi eventualmente presenti186. Quando si dovessero fare più nomiQuindi, si dice insieme con formula generale: e il sacerdote, venera l’altare con il nostro Vescovo N. bacio e i Vescovi suoi collaboratori, fatto un profondo inchino, ritorna allo stesso modo come era venuto.
In ogni Preghiera eucaristica tali formule si devono adattare, secondo le esigenze grammaticali.==== C) Compiti dell’accolito (187 - 193) ====
150187. Poco prima della consacrazione, il ministro, I compiti che l’accolito può svolgere sono di vario genere; molti di essi si possono presentare contemporaneamente. Conviene quindi distribuire i vari compiti tra più accoliti; se però è opportunopresente un solo accolito, svolga lui stesso gli uffici più importanti, avverte i fedeli con un segno di campanello. Così pure suona il campanello alla presentazione al popolo dell’ostia consacrata e del calice secondo le consuetudini localigli altri vengano distribuiti tra più ministri.
Se si usa l’incenso, quando, dopo la consacrazione, si mostrano al popolo l’ostia e il calice, il ministro li incensa.===== Riti iniziali =====
151188. Dopo Nella processione all’altare, l’accolito può portare la consacrazionecroce, il sacerdote dice: Mistero della fede e il popolo risponde affiancato da due ministri con un’acclamazionei ceri accesi. Giunto all’altare, colloca la croce presso l’altare, affinché sia la croce dell’altare, scegliendo una formula fra quelle prescrittealtrimenti la ripone in un luogo degno. Quindi va al suo posto in presbiterio.
Al termine della Preghiera eucaristica, il sacerdote, prendendo la patena con l’ostia insieme al calice, ed elevandoli entrambi189. Durante l’intera celebrazione, pronunciaè compito dell’accolito accostarsi, lui soloall’occorrenza, la dossologia: Per Cristo. Il popolo al termine acclama: Amen. Poi il sacerdote depone sopra o al diacono per presentare loro il corporale la patena e libro o per aiutarli in tutto ciò che è necessario. Conviene pertanto che, per quanto possibile, occupi un posto dal quale possa svolgere comodamente il calicesuo compito, sia alla sede che all’altare.
152. Conclusa la Preghiera ===== Liturgia eucaristica, il sacerdote, a mani giunte, dice la monizione che precede l’orazione del Signore e recita poi il Padre nostro, con le braccia allargate, insieme con il popolo.=====
153190. Al termine In assenza del Padre nostrodiacono, terminata la preghiera universale, mentre il sacerdoterimane alla sede, con le braccia allargatel’accolito dispone sull’altare il corporale, dice da solo l’embolismo Liberaciil purificatoio, o Signoreil calice, dopo la palla e il quale Messale. Quindi, se necessario, aiuta il sacerdote nel ricevere i doni del popolo acclama: Tuo è e, secondo l’opportunità, porta all’altare il pane e il vino e li consegna al sacerdote. Se si usa l’incenso, presenta il turibolo al sacerdote, e lo assiste poi nell’incensazione delle offerte, della croce e dell’altare. Quindi incensa il sacerdote e il regnopopolo.
154191. Quindi il sacerdoteL’accolito istituito, con le braccia allargate dice ad alta voce la preghiera: Signore Gesù Cristo; terminata la preghierase necessario, allargando e ricongiungendo le manipuò, annuncia la pacecome ministro straordinario, dicendo verso aiutare il sacerdote nella distribuzione della Comunione al popolo<ref>Cf. Paolo VI, Lett. Ap. Ministeria quaedam, 15 agosto 1972: La pace del Signore sia sempre con voiAAS 64 (1972) 532. Il popolo risponde: E con il tuo spirito</ref>. PoiSe si fa la Comunione sotto le due specie, secondo l’opportunitàin assenza del diacono, l’accolito presenta il sacerdote soggiunge: Scambiatevi un segno di pacecalice ai comunicandi, o tiene lui stesso il calice, se la Comunione si dà per intinzione.
Il sacerdote può dare la pace ai ministri, rimanendo tuttavia sempre nel presbiterio192. L’accolito istituito, per non disturbare terminata la celebrazione. Così ugualmente faccia sedistribuzione della Comunione, per qualche buon motivo, vuol dare la pace ad alcuni fedeliaiuta il sacerdote o il diacono a purificare e riordinare i vasi sacri. Tutti peròIn assenza del diacono, secondo quanto è stabilito dalla Conferenza Episcopalel’accolito istituito porta i vasi sacri alla credenza e lì, come si manifestano reciprocamente paceusa abitualmente, comunione li purifica, li asterge e carità. Quando si dà la pace, si può dire: La pace del Signore sia sempre con te, a cui si risponde: Amenli riordina.
155193. Il sacerdote prende l’ostiaTerminata la celebrazione della Messa, la spezza sopra la patena l’accolito e ne mette una particella nel calicegli altri ministri, dicendo sottovoce: Il Corpo insieme al sacerdote e il Sangue... uniti al diacono, ritornano in questo calice. Intanto la schola sagrestia processionalmente nello stesso modo e ordine con il popolo cantano o dicono: Agnello di Dio (Cf. n. 83)quale erano arrivati.
156. Quindi il sacerdote dice sottovoce e con le mani giunte la preghiera alla Comunione: Signore Gesù Cristo, Figlio ==== D) Compiti del Dio vivo, oppure La Comunione con il tuo Corpo.lettore (194 - 198) ====
157. Terminata la preghiera, il sacerdote genuflette, prende l’ostia consacrata nella stessa Messa e, tenendola alquanto sollevata sopra la patena o sopra il calice, rivolto al popolo, dice: Ecco l’Agnello di Dio, e, insieme con il popolo, prosegue: O Signore, non sono degno.===== Riti iniziali =====
158194. PoiNella processione all’altare, rivolto all’altarein assenza del diacono, il sacerdote dice sottovoce: Il Corpo di Cristo mi custodisca per la vita eternalettore, e con riverenza si ciba del Corpo di Cristo. Quindi prende il caliceindossata una veste approvata, dicendo sottovoce: Il Sangue di Cristo mi custodisca per la vita eternapuò portare l’Evangeliario un po’ elevato; in tal caso procede davanti al sacerdote; altrimenti, e incede con riverenza beve il Sangue di Cristogli altri ministri.
159195. Mentre il sacerdote si comunicaGiunto all’altare, si inizia il canto alla Comunione (Cffa’ con gli altri un profondo inchino. nSe porta l’Evangeliario, accede all’altare e ve lo depone. 86)Quindi va ad occupare il suo posto in presbiterio con gli altri ministri.
160. Poi il sacerdote prende la patena o la pisside e si reca dai comunicandi, che normalmente si avvicinano processionalmente.===== Liturgia della Parola =====
Non è permesso ai fedeli prendere da se stessi il pane consacrato o 196. Proclama dall’ambone le letture che precedono il sacro calice, tanto meno passarselo di mano in mano. I fedeli si comunicano in ginocchio o in piedi, come stabilito dalla Conferenza EpiscopaleVangelo. Quando però si comunicano stando in piedi, si raccomanda cheIn mancanza del salmista, prima di ricevere può anche proclamare il Sacramento, facciano salmo responsoriale dopo la debita riverenza, da stabilire dalle stesse normeprima lettura.
161197. Se la Comunione si fa sotto la sola specie In assenza del panediacono, il dopo l’introduzione del sacerdote, eleva alquanto l’ostia e la presenta a ciascuno dicendo: Il Corpo di Cristo. Il comunicando risponde: Amen, e riceve il sacramento in bocca o, nei luoghi in cui è stato permesso, sulla mano, come preferisce. Il comunicando appena ha ricevuto l’ostia sacra, la consuma totalmentepuò proporre dall’ambone le intenzioni della preghiera universale.
198. Se invece la all’ingresso o alla Comunione non si fa sotto un canto, e se non vengono recitate dai fedeli le due specie si segue antifone indicate nel Messale, le può dire il rito descritto a suo luogo lettore al tempo dovuto (Cf. nnn. 284-28748, 87).
162. Nel caso siano presenti altri presbiteri, essi possono aiutare il sacerdote nella distribuzione della Comunione. Se non ve ne sono a disposizione e il numero dei comunicandi è molto grande, il sacerdote può chiamare in aiuto ministri straordinari, cioè l’accolito istituito, o anche altri fedeli a ciò deputati secondo il diritto[97]. In caso di necessità, il sacerdote può incaricare volta per volta fedeli idonei[98]=== II.MESSA CONCELEBRATA (199 - 251) ===
Questi ministri non salgano all’altare prima che 199. La concelebrazione, nella quale si manifesta assai bene l’unità del sacerdozio, del sacrificio e di tutto il sacerdote abbia fatto la Comunione popolo di Dio, è prescritta dal rito stesso: nell’ordinazione del Vescovo e ricevano sempre dalla mano del sacerdote il vaso in cui si custodiscono le specie della Ss.ma Eucaristia da distribuire ai fedelidei presbiteri, nella benedizione dell’abate e nella Messa crismale.
163. Terminata la distribuzione della Comunione, il sacerdote all’altare consuma subito e totalmente il vino consacrato rimasto; È invece le ostie consacrateraccomandata, che sono avanzate, o le consuma all’altare se l’utilità dei fedeli non richiede o le porta al luogo destinato alla conservazione dell’Eucaristia.suggerisce altro:
Il sacerdote, ritornato all’altare, raccoglie i frammenti, se ce ne fosseroa) nella Messa vespertina «Nella Cena del Signore»; poi, stando all’altare o alla credenza, purifica la patena o la pisside sopra il calice, purifica poi il calice dicendo sottovoce: Il sacramento ricevuto, e lo asterge con il purificatoio. Se i vasi sacri sono stati astersi all’altare, il ministro li porta alla credenza. I vasi sacri da purificare, soprattutto se fossero molti, si possono anche lasciare, opportunamente ricoperti, sull’altare o alla credenza, sopra il corporale; la purificazione si compie subito dopo la Messa, una volta congedato il popolo.
164. Compiuta la purificazioneb) nella Messa celebrata in occasione di Concili, il sacerdote può ritornare alla sede. Si può osservare, per un tempo conveniente, il sacro silenzio, oppure cantare un salmo, un altro canto di lode o un inno (Cf. n. 88).raduni di Vescovi e di Sinodi;
165. Poi, stando alla sede o all’altare, il sacerdote, rivolto al popolo, dice a mani giunte: Preghiamo, c) nella Messa conventuale e, a braccia allargate, dice l’orazione dopo la Comunione, alla quale può premettere una breve pausa di silenzio, a meno che sia già stato osservato subito dopo la Comunione. Al termine dell’orazione il popolo acclama: Amen.nella Messa principale nelle chiese e negli oratori;
Riti d) nelle Messe in occasione di conclusioneincontri di sacerdoti, secolari o religiosi, qualunque sia il carattere di tali incontri<ref>Cf. Conc. Ecum. Vaticano II, Costituzione sulla sacra Liturgia, Sacrosanctum Concilium, n. 57; C.I.C., can. 902.</ref>.
166. Detta l’orazione dopo la ComunioneAl singolo sacerdote sia tuttavia permesso celebrare l’Eucaristia in modo individuale, non però nel tempo in cui nella stessa chiesa o oratorio si possono dare, se occorre, brevi comunicazioni al popolotiene la concelebrazione. Ma il Giovedì della Settimana santa nella Messa vespertina «Nella Cena del Signore» e nella Messa della Veglia Pasquale non è permesso celebrare in modo individuale.
167200. Poi il sacerdoteI presbiteri pellegrini siano accolti volentieri nella concelebrazione eucaristica, allargando le braccia, saluta il popolo, dicendo: Il Signore purché sia con voi; il popolo risponde: E con il tuo spirito. Il sacerdote, congiunge ancora le mani e subito, tenendo riconosciuta la mano sinistra sul petto e alzando la destra, soggiunge: Vi benedica Dio onnipotente, e, tracciando il segno loro condizione di croce sopra il popolo, prosegue: Padre e Figlio e Spirito Santo. Tutti rispondono: Amensacerdoti.
In giorni e circostanze particolari201. Quando vi è un numero considerevole di sacerdoti, questa benedizionese la necessità o l’utilità pastorale lo suggerisce, si possono svolgere anche più concelebrazioni nello stesso giorno; si devono tuttavia tenere in tempi successivi o in luoghi sacri diversi<ref>Cf. Sacra Congregazione dei riti, secondo le rubricheIstruzione Eucharisticum mysterium, viene espressa e arricchita con l’orazione sul popolo o con un’altra formula più solenne25 maggio 1967, n. 47: AAS 59 (1967) 566.</ref>.
Il 202. Spetta al Vescovo benedice il popolo secondo la formula , a lui proprianorma del diritto, tracciando tre volte il segno di croce[99]regolare la disciplina della concelebrazione nella sua diocesi.
168203. Subito dopo la benedizioneParticolare importanza si deve dare a quella concelebrazione, in cui i presbiteri di una diocesi concelebrano con il sacerdoteproprio Vescovo, nella Messa stazionale soprattutto nei giorni più solenni dell’anno liturgico, a mani giuntenella Messa dell’ordinazione del nuovo Vescovo diocesano o del suo Coadiutore o Ausiliare, nella Messa crismale, aggiunge: La nella Messa è finita: andate vespertina «Nella Cena del Signore», nelle celebrazioni del Santo Fondatore della Chiesa locale o del Patrono della diocesi, negli anniversari del Vescovo, e infine in pace; e tutti rispondono: Rendiamo grazie a Diooccasione del Sinodo o della visita pastorale.
169. Infine il sacerdote venera l’altare Per lo stesso motivo si raccomanda la concelebrazione tutte le volte che i sacerdoti si radunano insieme con il bacio eproprio Vescovo, sia in occasione di esercizi spirituali, sia per qualche altro convegno. In tali circostanze viene manifestato in modo più evidente quel segno dell’unità del sacerdozio, fatto un profondo inchino all’altare insieme con i ministri laicicome pure della Chiesa stessa, che è proprio di ogni concelebrazione<ref>Cf. ibidem, con loro si ritira565.</ref>.
170204. Se alla Messa segue un’altra azione liturgicaPer motivi particolari, si tralasciano i riti di conclusionesuggeriti dal significato del rito o della festa, cioè il saluto, la benedizione e il congedo.è concesso celebrare o concelebrare più volte nello stesso giorno nei seguenti casi:
Ba) chi ha celebrato o concelebrato al Giovedì della Settimana santa la Messa con il diaconocrismale, può celebrare o concelebrare anche la Messa vespertina «Nella Cena del Signore»;
171. Il diacono, quando è presente alla celebrazione eucaristica, rivestito delle sacre vesti, eserciti il suo ministero. Egli infatti:b) chi ha celebrato o concelebrato la Messa della Veglia Pasquale può celebrare o concelebrare la Messa del giorno di Pasqua;
ac) sta accanto al sacerdote e nel Natale del Signore tutti i sacerdoti possono celebrare o concelebrare le tre Messe, purché lo aiutafacciano nelle ore corrispondenti;
bd) all’altarenel giorno della Commemorazione di tutti i fedeli defunti, svolge il suo servizio al calice tutti i sacerdoti possono celebrare o concelebrare tre Messe, purché le celebrazioni avvengano in tempi diversi e al libroosservando ciò che è stato stabilito per l’applicazione della seconda e terza Messa<ref>Cf. Benedetto XV, Cost. Ap. Incruentum altaris sacrificium, 10 agosto 1915: AAS 7 (1915) 401-404.</ref>;
ce) proclama il Vangelo e chi in occasione del Sinodo, della visita pastorale o di incontri sacerdotali concelebra col Vescovo o con un suo delegato, puòdi nuovo celebrare, per incarico del sacerdote celebrantel’utilità dei fedeli. La stessa possibilità è data, con gli opportuni adattamenti, tenere l’omelia (Cfanche per le riunioni dei religiosi. n. 66);
d205. La Messa concelebrata, in qualunque forma si svolga, è ordinata secondo le norme che comunemente di devono osservare (Cf. nn. 112-198) guida il popolo dei fedeli con opportune monizioni ed enuncia , tenute presenti le intenzioni della preghiera universale;varianti qui sotto indicate.
e) aiuta il sacerdote celebrante nella distribuzione della Comunione, purifica e ripone i vasi sacri;206. Nessuno mai vada o sia ammesso a concelebrare quando la Messa è già iniziata.
f) compie lui stesso gli uffici degli altri ministri, secondo la necessità, quando nessuno di essi è presente207.In presbiterio si preparino:
Riti di introduzionea) le sedi e i sussidi per i sacerdoti concelebranti;
172. Il diacono precede il sacerdote nella processione verso l’altare portando l’Evangeliario b) sulla credenza: un po’ elevato; altrimenti incede al suo fiancocalice di sufficiente capacità o più calici.
173208. Il Se non è presente il diacono, se porta l’Evangeliario, quando è giunto all’altare, vi si accosta, omettendo la reverenza. Quindi, deposto l’Evangeliario sull’altare, insieme con il sacerdote venera l’altare con il bacioi compiti a lui propri sono svolti da alcuni concelebranti.
Se invece non porta l’Evangeliariovi sono gli altri ministri, fa con il sacerdote nel modo consueto un profondo inchino all’altare e con lui lo venera con il baciole parti loro proprie si possono affidare ad altri fedeli idonei, altrimenti vengono assolte da alcuni concelebranti.
Infine209. I concelebranti, se in sagrestia o in altro luogo adatto, indossano le vesti sacre che abitualmente si usa l’incensoutilizzano nella celebrazione individuale. Tuttavia per un ragionevole motivo, come ad esempio un numero notevole di concelebranti e la mancanza di paramenti, i concelebranti, assiste fatta sempre eccezione per il sacerdote nell’infusione dell’incenso nel turibolo e nella incensazione celebrante principale, possono fare a meno della croce casula o pianeta, e dell’altareusare soltanto la stola sopra il camice.
174. Incensato l’altare, insieme con il sacerdote si reca alla sede; qui rimane accanto al sacerdote, prestandogli servizio secondo le necessità.==== Riti di introduzione ====
Liturgia della Parola210. Preparata ogni cosa in modo ordinato, si fa, come di consueto, la processione attraverso la chiesa fino all’altare. I sacerdoti concelebranti precedono il celebrante principale.
175211. Mentre si canta l’Alleluia o un altro cantoGiunti all’altare, se si usa i sacerdoti concelebranti e il turibolosacerdote celebrante principale, aiuta fatto un profondo inchino, venerano l’altare con il sacerdote nell’infusione dell’incensobacio, quindi, inchinandosi profondamente dinanzi si recano al sacerdote, chiede la benedizione dicendo a bassa voce: Benedicimi, o padreposto loro assegnato. Il sacerdote lo benedice con la formula: Il Signore sia nel tuo cuore. Il diacono si segna con il segno di croce e risponde: Amen. Poi, fatta la debita riverenza all’altare, prende l’Evangeliario che vi è stato collocato sopra e va all’ambone, portando il libro un po’ elevato; lo precedono il turiferario con il turibolo fumigante e i ministri con i ceri accesi. Qui saluta il popolo dicendocelebrante principale, a mani giunte, Il Signore sia con voi, quindi, alle parole Dal Vangelo secondo N., con il pollice segna il libro e poi se stesso sulla fronte, sulla bocca e sul pettol’opportunità, incensa il libro la croce e proclama il Vangelo. Terminata la lettura, acclama: Parola del Signorel’altare; tutti rispondono: Lode a te, o Cristo. Quindi venera il libro con il bacio, dicendo sottovoce: La parola del Vangelo, e ritorna presso il sacerdotesi reca poi alla sede.
Quando il diacono serve il Vescovo, gli porta il libro da baciare o lui stesso lo bacia, dicendo sottovoce: La parola del Vangelo. Nelle celebrazioni più solenni il Vescovo, secondo l’opportunità, imparte al popolo la benedizione con l’Evangeliario.==== Liturgia della Parola ====
L’Evangeliario infine può essere portato alla credenza o in altro luogo adatto 212. Durante la Liturgia della Parola, i sacerdoti concelebranti stanno al loro posto, e degnonel sedere e nell’alzarsi si uniformano al sacerdote celebrante principale.
176Iniziato il canto dell’Alleluia, tutti si alzano, tranne il Vescovo, che impone l’incenso senza nulla dire e benedice il diacono o, se questo è assente, il concelebrante che proclamerà il Vangelo. Se manca Tuttavia nella concelebrazione presieduta da un altro lettore idoneopresbitero, il concelebrante che proclama il Vangelo in assenza del diacono proclami anche le altre letturené chiede né riceve la benedizione del celebrante principale.
177213. Alla preghiera L’omelia è tenuta normalmente dal sacerdote celebrante principale o da uno dei fedeli, dopo l’introduzione del sacerdote, il diacono propone le varie intenzioni, stando abitualmente all’amboneconcelebranti.
==== Liturgia eucaristica====
178214. Terminata la preghiera universale, mentre il sacerdote rimane alla sede, il diacono prepara l’altare con l’aiuto dell’accolito; spetta a lui la cura La preparazione dei vasi sacridoni (Cf. Sta accanto al sacerdote e lo aiuta nel ricevere i doni del popolonn. Presenta al sacerdote la patena con il pane da consacrare139-146) viene compiuta dal celebrante principale; versa il vino e un po’ d’acqua nel calice, dicendo sottovoce: L’acqua unita gli altri concelebranti restano al vino, e lo presenta poi al sacerdote. Questa preparazione del calice, la può fare alla credenza. Se si usa l’incenso, assiste il sacerdote nell’incensazione delle offerte della croce e dell’altare, poi lui stesso, o l’accolito incensa il sacerdote e il popololoro posto.
179215. Durante la Preghiera eucaristica, Dopo che il diacono sta accanto al sacerdotecelebrante principale ha recitato l’orazione sulle offerte, ma un po’ indietroi concelebranti si avvicinano all’altare disponendosi attorno ad esso, per attenderein modo però da non intralciare lo svolgimento dei riti, quando occorre, al calice da permettere ai fedeli di vedere bene l’azione sacra e al Messalediacono di avvicinarsi facilmente all’altare per svolgere il suo ministero.
Quindi dall’epiclesi fino all’ostensione del Il diacono eserciti il suo ministero all’altare, servendo quando è necessario al calice il diacono abitualmente sta in ginocchioe al Messale. Se sono presenti più diaconiTuttavia, per quanto è possibile, uno di essiegli sta abbastanza arretrato, un po’ indietro rispetto ai sacerdoti concelebranti che si dispongono attorno al momento della consacrazione, può mettere l’incenso nel turibolo e incensare durante l’ostensione dell’ostia e del calicecelebrante principale.
180. Alla dossologia finale della ==== Modo di dire la Preghiera eucaristica, stando accanto al sacerdote, tiene sollevato il calice, mentre il sacerdote eleva la patena con l’ostia, finché il popolo non abbia acclamato l’Amen.====
181216. Dopo che il Il prefazio viene cantato o detto dal solo sacerdote ha detto la preghiera per la pace e rivolto l’augurio: La pace del Signore sia sempre con voi, al quale celebrante principale; il popolo risponde: E Santo viene cantato o recitato da tutti i concelebranti insieme con il tuo spirito, il diacono, secondo l’opportunità, invita a darsi scambievolmente la pace, dicendo, a mani giunte e rivolto verso il popolo: Scambiatevi il dono della pace. Riceve dal sacerdote la pace, e la può dare agli altri ministri a lui più vicinischola.
182217. Dopo che Terminato il sacerdote si è comunicatoSanto, il diacono riceve i sacerdoti concelebranti proseguono la Comunione sotto le due specie dallo stesso sacerdoterecita della Preghiera eucaristica, quindi aiuta il sacerdote a distribuire la Comunione al popolo. Se la Comunione viene distribuita nel modo sotto le due specie, porge il calice a quanti si comunicano; poi, terminata la distribuzione, all’altare devotamente consuma subito il Sangue di Cristo che è rimasto, con l’aiuto, se il caso lo richiede, degli altri diaconi e presbiteriindicato.
183. Terminata la distribuzione della Comunione, il diacono ritorna all’altare con Soltanto il sacerdote, raccoglie celebrante principale compie i frammentigesti, se ve ne fossero, quindi porta alla credenza il calice e gli altri vasi sacri, dove li purifica e riordina, come di norma, mentre il sacerdote ritorna alla sede. I vasi sacri da purificare si possono anche lasciare opportunamente ricoperti alla credenza, sopra il corporale; la purificazione si compia subito dopo la Messa, una volta congedato il popolosalvo indicazioni contrarie.
Riti di conclusione 218. Le parti che sono pronunciate da tutti i concelebranti, in modo particolare le parole della consacrazione, che tutti sono tenuti ad esprimere, si devono recitare sottovoce, in modo che venga udita chiaramente la voce del celebrante principale. In tal modo le parole sono più facilmente intese dal popolo.
184. Detta l’orazione dopo la ComunioneLe parti che devono essere dette insieme da tutti i concelebranti, il diacono dà al popolo brevi comunicazionise sul Messale sono musicate, a meno è bene che il sacerdote preferisca darle personalmentevengano cantate.
185. Se si usa l’orazione sul popolo ===== Preghiera eucaristica I o la formula della benedizione solenne, il diacono dice: Inchinatevi per la benedizione. Dopo la benedizione del sacerdote, il diacono congeda il popolo dicendo, a mani giunte e rivolto verso il popolo: La Messa è finita andate in pace. Tutti rispondono: Rendiamo grazie a Dio.Canone romano =====
186219. QuindiNella Preghiera eucaristica I o Canone Romano, insieme con solo il sacerdotecelebrante principale, venera l’altare con le braccia allargate, dice il bacio e, fatto un profondo inchino, ritorna allo stesso modo come era venutoPadre clementissimo.
C) Compiti dell’accolito220. Il ricordo dei vivi Ricordati, Signore e il In comunione conviene siano affidati all’uno o all’altro dei sacerdoti concelebranti, che dice queste preghiere da solo, con le braccia allargate e ad alta voce.
187221. I compiti che l’accolito può svolgere sono di vario genere; molti di essi si possono presentare contemporaneamente. Conviene quindi distribuire i vari compiti tra più accoliti; se però è presente un Il solo accolitocelebrante principale, con le braccia allargate, svolga lui stesso gli uffici più importantidice l’Accetta con benevolenza, e gli altri vengano distribuiti tra più ministrio Signore.
Riti iniziali 222. Da Santifica, o Dio fino a Ti supplichiamo, Dio onnipotente il celebrante principale compie i gesti, tutti i concelebranti però recitano insieme tutte le formule, in questo modo:
188. Nella processione all’altarea) Santifica, l’accolito può portare la croce, affiancato da due ministri o Dio: con i ceri accesi. Giunto all’altare, colloca la croce presso l’altare, affinché sia la croce dell’altare, altrimenti la ripone in un luogo degno. Quindi va al suo posto in presbiterio.le mani stese verso le offerte;
189. Durante l’intera celebrazione, è compito dell’accolito accostarsi, all’occorrenza, al sacerdote o al diacono per presentare loro il libro o per aiutarli in tutto ciò che è necessario. Conviene pertanto che, per quanto possibile, occupi un posto dal quale possa svolgere comodamente il suo compito, sia alla sede che all’altare.b) La vigilia e Dopo la cena: a mani giunte;
Liturgia eucaristica c) alle parole del Signore, con la mano destra stesa verso il pane e il calice, se ciò sembra opportuno; alla loro presentazione, i concelebranti sollevano lo sguardo verso l’ostia consacrata e il calice, poi si inchinano profondamente;
190. d) In assenza del diacono, terminata la preghiera universale, mentre il sacerdote rimane alla sede, l’accolito dispone sull’altare il corporale, il purificatoio, il calice, la palla questo sacrificio e il Messale. Quindi, se necessario, aiuta il sacerdote nel ricevere i doni del popolo e, secondo l’opportunità, porta all’altare il pane e il vino e li consegna al sacerdote. Se si usa l’incenso, presenta il turibolo al sacerdote, e lo assiste poi nell’incensazione delle offerte, della croce e dell’altare. Quindi incensa il sacerdote e il popolo.Volgi sulla nostra offerta: con le braccia allargate;
191. L’accolito istituitoe) Ti supplichiamo, se necessarioDio onnipotente: stando inchinati e a mani giunte fino alle parole: perché su tutti noi che partecipiamo di questo altare; poi, puòeretti, come ministro straordinario, aiutare i concelebranti fanno il sacerdote nella distribuzione della Comunione al popolo[100]. Se si fa segno di croce alle parole: scenda la Comunione sotto le due specie, in assenza pienezza di ogni grazia e benedizione del diacono, l’accolito presenta il calice ai comunicandi, o tiene lui stesso il calice, se la Comunione si dà per intinzionecielo.
192223. L’accolito istituitoIl ricordo dei morti Ricordati, terminata la distribuzione della Comunione, aiuta il sacerdote o il diacono Signore e Anche a purificare e riordinare i vasi sacri. In assenza del diacononoi, tuoi ministri, l’accolito istituito porta i vasi sacri alla credenza e lìpeccatori, come si usa abitualmenteconviene siano affidati all’uno o all’altro dei concelebranti, li purificache dice queste parti da solo, li asterge con le braccia allargate e li riordinaad alta voce.
193224. Terminata la celebrazione della MessaAlle parole Anche a noi, l’accolito e gli altri tuoi ministri, insieme al sacerdote e al diaconopeccatori, ritornano in sagrestia processionalmente nello stesso modo e ordine con tutti i concelebranti si battono il quale erano arrivatipetto.
D) Compiti del lettore225. Solo il celebrante principale dice: Per Cristo, nostro Signore, tu, o Dio.
Riti iniziali ===== Preghiera eucaristica II =====
194226. Nella processione all’altarePreghiera eucaristica II solo il celebrante principale, in assenza del diaconocon le braccia allargate, dice il lettore, indossata una veste approvata, può portare l’Evangeliario un po’ elevato; in tal caso procede davanti al sacerdote; altrimenti, incede con gli altri ministriPadre veramente santo.
195227. Giunto all’altareTutti i concelebranti recitano insieme tutte le formule da Santifica questi doni fino a Ti preghiamo umilmente, fa’ con gli altri un profondo inchino. Se porta l’Evangeliario, accede all’altare e ve lo depone. Quindi va ad occupare il suo posto in presbiterio con gli altri ministri.questo modo:
Liturgia della Parola a) Santifica questi doni: con le mani stese verso le offerte;
196. Proclama dall’ambone le letture che precedono il Vangelo. In mancanza del salmistab) Egli, può anche proclamare il salmo responsoriale dopo offrendosi liberamente e Dopo la prima lettura.cena: a mani giunte;
197. In assenza c) le parole del diaconoSignore, dopo l’introduzione del sacerdotecon la mano destra stesa verso il pane e il calice, se ciò sembra opportuno; alla loro presentazione, i concelebranti sollevano lo sguardo verso l’ostia consacrata e il calice, può proporre dall’ambone le intenzioni della preghiera universale.poi si inchinano profondamente;
198. Se all’ingresso o alla Comunione non si fa un canto, d) Celebrando il memoriale e se non vengono recitate dai fedeli Ti preghiamo umilmente: con le antifone indicate nel Messale, le può dire il lettore al tempo dovuto (Cf. n. 48, 87)braccia allargate.
II228. Le intercessioni per i vivi: Ricordati, Padre e per i defunti: Ricordati dei nostri fratelli, conviene siano affidate all’uno o all’altro dei sacerdoti concelebranti, che dice queste parti da solo, con le braccia allargate e ad alta voce. MESSA CONCELEBRATA
199. La concelebrazione, nella quale si manifesta assai bene l’unità del sacerdozio, del sacrificio e di tutto il popolo di Dio, è prescritta dal rito stesso: nell’ordinazione del Vescovo e dei presbiteri, nella benedizione dell’abate e nella Messa crismale.===== Preghiera eucaristica III =====
È invece raccomandata229. Nella Preghiera eucaristica III solo il celebrante principale, se l’utilità dei fedeli non richiede o suggerisce altro:con le braccia allargate, dice il Padre veramente santo.
230. Tutti i concelebranti recitano insieme tutte le formule da Ora ti preghiamo umilmente fino a) nella Messa vespertina «Nella Cena del Signore»;Guarda con amore, in questo modo:
ba) nella Messa celebrata in occasione di Concili, di raduni di Vescovi e di SinodiOra ti preghiamo umilmente: con le mani stese verso le offerte;
cb) nella Messa conventuale Nella notte in cui fu tradito e nella Messa principale nelle chiese e negli oratoriDopo la cena a mani giunte;
dc) nelle Messe in occasione di incontri di sacerdotile parole del Signore, secolari o religiosicon la mano destra stesa verso il pane e il calice, se ciò sembra opportuno; alla loro presentazione, qualunque sia i concelebranti sollevano lo sguardo verso l’ostia consacrata e il carattere di tali incontri[101].calice, poi si inchinano profondamente;
Al singolo sacerdote sia tuttavia permesso celebrare l’Eucaristia in modo individuale, non però nel tempo in cui nella stessa chiesa o oratorio si tiene la concelebrazione. Ma d) Celebrando il Giovedì della Settimana santa nella Messa vespertina «Nella Cena del Signore» memoriale e nella Messa della Veglia Pasquale non è permesso celebrare in modo individualeGuarda con amore: con le braccia allargate.
200231. I presbiteri pellegrini siano accolti volentieri nella concelebrazione eucaristicaLe intercessioni: Egli faccia di noi, purché sia riconosciuta la loro condizione Per questo sacrificio di riconciliazione e Accogli nel tuo regno, conviene siano affidate all’uno o all’altro dei sacerdoticoncelebranti, che recita queste parti da solo, con le braccia allargate e ad alta voce.
201. Quando vi è un numero considerevole di sacerdoti, se la necessità o l’utilità pastorale lo suggerisce, si possono svolgere anche più concelebrazioni nello stesso giorno; si devono tuttavia tenere in tempi successivi o in luoghi sacri diversi[102].===== Preghiera eucaristica IV =====
202232. Spetta al VescovoNella Preghiera eucaristica IV solo il celebrante principale, da solo, con le braccia allargate, dice Noi ti lodiamo, Padre santo, fino a norma del diritto, regolare la disciplina della concelebrazione nella sua diocesicompiere ogni santificazione.
203233. Particolare importanza si deve dare a quella concelebrazione, in cui Tutti i presbiteri di una diocesi concelebrano con il proprio Vescovoconcelebranti dicono insieme tutte le formule da Ora ti preghiamo, nella Messa stazionale soprattutto nei giorni più solenni dell’anno liturgicoPadre, nella Messa dell’ordinazione del nuovo Vescovo diocesano o del suo Coadiutore o Ausiliarefino a Guarda con amore, nella Messa crismale, nella Messa vespertina «Nella Cena del Signore», nelle celebrazioni del Santo Fondatore della Chiesa locale o del Patrono della diocesi, negli anniversari del Vescovo, e infine in occasione del Sinodo o della visita pastorale.questo modo:
Per lo stesso motivo si raccomanda la concelebrazione tutte a) Ora ti preghiamo, Padre: con le mani stese verso le volte che i sacerdoti si radunano insieme con il proprio Vescovo, sia in occasione di esercizi spirituali, sia per qualche altro convegno. In tali circostanze viene manifestato in modo più evidente quel segno dell’unità del sacerdozio, come pure della Chiesa stessa, che è proprio di ogni concelebrazione[103].offerte;
204. Per motivi particolarib) Egli, suggeriti dal significato del rito o della festa, è concesso celebrare o concelebrare più volte nello venuta l’ora e Allo stesso giorno nei seguenti casimodo:a mani giunte;
ac) chi ha celebrato o concelebrato al Giovedì della Settimana santa le parole del Signore, con la Messa crismalemano destra stesa verso il pane e il calice, può celebrare o concelebrare anche la Messa vespertina «Nella Cena del Signore»se ciò sembra opportuno;alla loro presentazione, i concelebranti sollevano lo sguardo verso l’ostia consacrata e il calice, poi si inchinano profondamente:
bd) chi ha celebrato o concelebrato la Messa della Veglia Pasquale può celebrare o concelebrare la Messa del giorno di Pasqua;In questo memoriale e Guarda con amore: con le braccia allargate.
c) nel Natale del Signore tutti i 234. Le intercessioni: Ora, Padre, ricordati e Padre misericordioso conviene siano affidate alternativamente a uno dei sacerdoti possono celebrare o concelebrare concelebranti, che dice queste parti da solo, con le tre Messe, purché lo facciano nelle ore corrispondenti;braccia allargate e ad alta voce.
d) nel giorno della Commemorazione di tutti i fedeli defunti, tutti i sacerdoti possono celebrare o concelebrare tre Messe235. Per quanto riguarda le altre Preghiere eucaristiche approvate dalla Sede Apostolica, purché si osservino le celebrazioni avvengano in tempi diversi e osservando ciò che è stato stabilito norme stabilite per l’applicazione della seconda e terza Messa[104];ciascuna di esse.
236. La dossologia finale della Preghiera eucaristica viene recitata solamente dal sacerdote celebrante principale e) chi in occasione del Sinodo, della visita pastorale o di incontri sacerdotali concelebra col Vescovo o con un suo delegatose sembra opportuno, può di nuovo celebrareinsieme agli altri concelebranti, per l’utilità dei non invece dai fedeli. La stessa possibilità è data, con gli opportuni adattamenti, anche per le riunioni dei religiosi.
205. La Messa concelebrata, in qualunque forma si svolga, è ordinata secondo le norme che comunemente ==== Riti di devono osservare (Cf. nn. 112-198), tenute presenti le varianti qui sotto indicate.Comunione ====
206237. Nessuno mai vada o sia ammesso Quindi il celebrante principale, a concelebrare quando mani giunte, dice la Messa è già iniziatamonizione prima della preghiera del Signore; poi, con le braccia allargate, recita il Padre nostro insieme con gli altri sacerdoti concelebranti, i quali pure allargano le braccia, e con il popolo.
207238. In presbiterio si preparinoIl solo celebrante principale, con le braccia allargate, prosegue:Liberaci. Al termine, tutti i concelebranti, insieme con il popolo, acclamano: Tuo è il regno.
a) le sedi e i sussidi per i sacerdoti 239. Dopo l’invito del diacono o, se questo è assente, di uno dei concelebranti;: Scambiatevi il dono della pace, tutti si scambiano tra loro la pace. Coloro che sono più vicini al celebrante principale ricevono da lui la pace prima del diacono.
b) sulla credenza: un calice 240. Mentre si canta o si dice l’Agnello di sufficiente capacità Dio, i diaconi o più calicialcuni dei concelebranti possono aiutare il celebrante principale nello spezzare le ostie per la Comunione dei concelebranti e del popolo.
208241. Se non è presente Compiuta la immixtio, soltanto il diaconocelebrante principale recita sottovoce, i compiti a lui propri sono svolti da alcuni concelebrantimani giunte, la preghiera: Signore Gesù Cristo, Figlio del Dio vivo, oppure La Comunione con il tuo Corpo e il tuo Sangue.
Se non vi sono gli altri ministri242. Terminata la preghiera prima della Comunione, le parti il celebrante principale genuflette e si scosta un poco dall’altare. I concelebranti, uno dopo l’altro, si accostano al centro dell’altare, genuflettono, prendono con devozione il Corpo di Cristo e, tenendo la mano sinistra sotto la destra, ritornano al loro proprie si posto. I concelebranti possono affidare ad altri fedeli idonei, altrimenti vengono assolte anche rimanere al loro posto e prendere il Corpo di Cristo dalla patena presentata ai singoli dal celebrante principale o da alcuni uno o più concelebranti; possono anche passarsi l’un l’altro la patena.
209243. I concelebrantiPoi il celebrante principale prende l’ostia consacrata nella stessa Messa e, in sagrestia tenendola un po’ sollevata sopra la patena o in altro luogo adattosopra il calice, indossano le vesti sacre che abitualmente si utilizzano nella celebrazione individuale. Tuttavia per un ragionevole motivo, come ad esempio un numero notevole rivolto al popolo dice: Ecco l’Agnello di concelebranti Dio e la mancanza di paramenti, prosegue insieme con i sacerdoti concelebranti, fatta sempre eccezione per e il celebrante principalepopolo, possono fare a meno della casula o pianetadicendo: O Signore, e usare soltanto la stola sopra il camicenon sono degno.
Riti 244. Quindi il celebrante principale, rivolto verso l’altare, dice sottovoce: Il Corpo di introduzione Cristo mi custodisca per la vita eterna, e devotamente si comunica al Corpo di Cristo. Allo stesso modo si comunicano i concelebranti. Dopo di loro il diacono riceve dal celebrante principale il Corpo e il Sangue del Signore.
210245. Preparata ogni cosa in modo ordinato, La Comunione al Sangue di Cristo si fapuò fare bevendo direttamente dal calice, come di consuetoper intinzione, con la processione attraverso la chiesa fino all’altare. I sacerdoti concelebranti precedono cannuccia o con il celebrante principalecucchiaino.
211246. Giunti all’altare, i sacerdoti concelebranti e il sacerdote celebrante principale, fatto un profondo inchino, venerano l’altare con il bacio, quindi Se si recano fa la Comunione direttamente al posto loro assegnato. Il sacerdote celebrante principale, secondo l’opportunitàcalice, incensa la croce e l’altare; si reca poi alla sede.può fare in uno di questi modi:
Liturgia della Parola a) il celebrante principale, stando in mezzo all’altare, prende il calice, dicendo sottovoce: Il Sangue di Cristo mi custodisca per la vita eterna e beve al calice, che consegna poi al diacono o a un concelebrante; quindi distribuisce la Comunione ai fedeli (Cf. nn. 160-162)
212. Durante la Liturgia della ParolaI concelebranti, uno dopo l’altro, oppure a due a due, se vi sono due calici, si accostano all’altare, genuflettono, i sacerdoti concelebranti stanno assumono il Sangue, astergono il labbro del calice e ritornano al loro posto, e nel sedere e nell’alzarsi si uniformano al sacerdote celebrante principale.
Iniziato il canto dell’Alleluiab) Il celebrante principale, tutti si alzano, tranne il Vescovostando in mezzo all’altare, che impone l’incenso senza nulla dire e benedice il diacono o, se questo è assente, il concelebrante che proclamerà il Vangelo. Tuttavia nella concelebrazione presieduta da un presbitero, il concelebrante che proclama il Vangelo in assenza del diacono né chiede né riceve fa la benedizione Comunione al Sangue del celebrante principaleSignore nel modo consueto.
213. L’omelia è tenuta normalmente I concelebranti possono rimanere al loro posto, e far la Comunione al Sangue del Signore bevendo al calice che viene loro presentato dal sacerdote celebrante principale diacono o da uno dei concelebranti; oppure anche passandosi il calice l’un l’altro. Il labbro del calice viene sempre asterso da colui che beve o da chi lo presenta ai singoli. Dopo essersi comunicato, ognuno ritorna al suo posto.
Liturgia eucaristica 247. Il diacono devotamente consuma all’altare tutto il Sangue di Cristo che è rimasto, con l’aiuto, se è il caso, di alcuni concelebranti, quindi porta il calice alla credenza, dove lui stesso o l’accolito istituito compie la purificazione, asterge il calice e lo riordina come di consueto (Cf. n. 183).
214248. La preparazione Comunione dei doni (Cf. nn. 139-146) viene compiuta dal celebrante principale; gli altri concelebranti restano può anche essere ordinata in modo che i singoli comunichino al Corpo e, subito dopo, al loro postoSangue del Signore presso l’altare.
215. Dopo che In questo caso, il celebrante principale ha recitato l’orazione sulle offerte, i concelebranti si avvicinano all’altare disponendosi attorno ad essocomunica sotto le due specie, in modo però da non intralciare lo svolgimento dei riticome di consueto (Cf. n. 158), da permettere ai fedeli di vedere bene l’azione sacra e attenendosi tuttavia al diacono di avvicinarsi facilmente all’altare rito scelto nei singoli casi per svolgere il suo ministerola Comunione al calice: rito al quale devono conformarsi tutti gli altri concelebranti.
Il diacono eserciti Dopo che il suo ministero all’altarecelebrante principale si è comunicato, servendo quando è necessario al il calice e viene deposto al Messalelato destro dell’altare, sopra un altro corporale. TuttaviaI concelebranti, uno dopo l’altro, si portano al centro dell’altare, per quanto è possibilegenuflettono e si comunicano al Corpo del Signore; successivamente, egli sta abbastanza arretratoal lato destro dell’altare, un po’ indietro rispetto ai sacerdoti concelebranti che si dispongono attorno comunicano al celebrante principaleSangue del Signore, secondo il rito adottato per la Comunione al calice, come è detto sopra.
Modo di dire La Comunione del diacono e la Preghiera eucaristicapurificazione del calice si svolgono secondo le modalità sopra indicate.
216249. Il prefazio viene cantato o detto dal solo sacerdote Se la Comunione dei concelebranti si fa per intinzione, il celebrante principale; si comunica al Corpo e al Sangue del Signore nel modo consueto, facendo però attenzione a lasciarne nel calice una quantità sufficiente per la Comunione dei concelebranti. Poi il Santo viene cantato o recitato da tutti i diacono, oppure uno dei concelebranti , dispone opportunamente il calice insieme con il popolo e la scholapatena che contiene le ostie, in mezzo all’altare o a un suo lato sopra un altro corporale.
217. Terminato il SantoI concelebranti, uno dopo l’altro, si accostano all’altare, genuflettono, prendono l’ostia, i sacerdoti concelebranti proseguono la recita della Preghiera eucaristicaintingono nel calice e, nel modo tenendo il purificatoio sotto indicatoil mento, si comunicano; ritornano poi al loro posto, come all’inizio della Messa.
Soltanto Anche il celebrante principale diacono riceve la Comunione per intinzione e risponde Amen quando un concelebrante dice: Il Corpo e il Sangue di Cristo. Quindi il diacono, se è il caso con l’aiuto di alcuni concelebranti, all’altare, beve quanto è rimasto nel calice, poi lo porta alla credenza, dove egli stesso o l’accolito istituito compie i gestila purificazione, salvo indicazioni contrarieasterge il calice e lo riordina come di consueto.
218. Le parti che sono pronunciate da tutti i concelebranti, in modo particolare le parole della consacrazione, che tutti sono tenuti ad esprimere, si devono recitare sottovoce, in modo che venga udita chiaramente la voce del celebrante principale. In tal modo le parole sono più facilmente intese dal popolo.==== Riti di conclusione ====
Le parti che devono essere dette insieme da tutti 250. Il celebrante principale compie i riti di conclusione nel modo consueto (Cf. nn. 166-169), mentre i concelebranti, se sul Messale sono musicate, è bene che vengano cantaterimangono al loro posto.
Preghiera eucaristica 251. I o Canone romanoconcelebranti, prima di allontanarsi dall’altare, fanno un profondo inchino. Il celebrante principale, invece, con il diacono venera l’altare con il bacio.
219. Nella Preghiera eucaristica I o Canone Romano, solo il celebrante principale, con le braccia allargate, dice il Padre clementissimo=== III.MESSA A CUI PARTECIPA UN SOLO MINISTRO (252 - 272) ===
220252. Il ricordo dei vivi RicordatiNella Messa celebrata dal sacerdote con la sola presenza di un ministro che gli risponde, Signore e si osserva il In comunione conviene siano affidati all’uno o all’altro dei sacerdoti concelebranti, che dice queste preghiere da solo, rito della Messa con le braccia allargate e ad alta voceil popolo (Cf. nn. 120-169).
221. Il solo celebrante principale, con ministro secondo l’opportunità pronuncia le braccia allargate, dice l’Accetta con benevolenza, o Signoreparti che spettano al popolo.
222253. Da Santifica, o Dio fino a Ti supplichiamoSe tuttavia il ministro è un diacono, Dio onnipotente il celebrante principale egli compie i gesti, tutti i concelebranti però recitano insieme tutte gli uffici che gli sono propri (Cf. nn. 171-186) e svolge le formule, in questo modo:altre parti del popolo.
a) Santifica254. La celebrazione senza ministro o senza almeno qualche fedele non si faccia se non per un giusto e ragionevole motivo. In questo caso si tralasciano i saluti, o Dio: con le mani stese verso le offerte;monizioni e la benedizione al termine della Messa.
b) La vigilia e Dopo la cena: a mani giunte;255. Prima della Messa i vasi sacri necessari si preparano o alla credenza o sull’altare al lato destro.
c) alle parole del Signore, con la mano destra stesa verso il pane e il calice, se ciò sembra opportuno; alla loro presentazione, i concelebranti sollevano lo sguardo verso l’ostia consacrata e il calice, poi si inchinano profondamente;==== Riti di introduzione ====
d) In questo sacrificio 256. Il sacerdote si accosta all’altare e, fatto con il ministro un profondo inchino, venera l’altare con il bacio e Volgi sulla nostra offertasi reca alla sede. Se lo preferisce, il sacerdote può rimanere all’altare: con le braccia allargate;in questo caso lì si prepara anche il Messale. Allora il ministro o il sacerdote recita l’antifona d’ingresso.
e) Ti supplichiamo257. Quindi il sacerdote con il ministro, Dio onnipotente: stando inchinati e a mani giunte fino alle parole: perché su tutti noi che partecipiamo di questo altare; poiin piedi, eretti, i concelebranti fanno si segna con il segno di della croce alle parolee dice: scenda la pienezza di ogni grazia e benedizione Nel nome del cieloPadre; rivolto al ministro lo saluta, scegliendo una delle formule proposte.
223258. Il ricordo dei morti Ricordati, o Signore Poi compie l’atto penitenziale e Anche a noi, tuoi ministri, peccatori, conviene siano affidati all’uno o all’altro dei concelebrantisecondo le rubriche, che dice queste parti da solo, con le braccia allargate il Kyrie e ad alta voceil Gloria.
224259. Alle parole Anche Poi, a noimani giunte, dice Preghiamo e, dopo una conveniente pausa, dice, tuoi ministricon le braccia allargate, peccatorila colletta, tutti i concelebranti si battono al termine della quale il pettoministro risponde: Amen.
225. Solo il celebrante principale dice: Per Cristo, nostro Signore, tu, o Dio.==== Liturgia della Parola ====
Preghiera eucaristica II260. Le letture, per quanto è possibile, si fanno dall’ambone o da un leggio.
226261. Nella Preghiera eucaristica II solo Dopo la colletta, il celebrante principaleministro legge la prima lettura e il salmo e, con le braccia allargatequando si deve dire, dice la seconda lettura e il Padre veramente santoversetto alleluiatico, o un altro canto.
227262. Tutti i concelebranti recitano insieme tutte le formule da Santifica questi doni fino Quindi, il sacerdote, profondamente inchinato, dice: Purifica il mio cuore, poi legge il Vangelo. Alla fine dice: Parola del Signore, a cui il ministro risponde: Lode a Ti preghiamo umilmentete, o Cristo. Poi il sacerdote venera il libro con il bacio, in questo mododicendo sottovoce:La parola del Vangelo.
a) Santifica questi doni: 263. Il sacerdote recita poi, secondo le rubriche, il simbolo insieme con le mani stese verso le offerte;il ministro.
b) Egli264. Segue la preghiera universale, offrendosi liberamente che si può dire anche in questa Messa. Il sacerdote introduce e Dopo conclude la cena: a mani giunte;preghiera, mentre il ministro formula le intenzioni.
c) le parole del Signore, con la mano destra stesa verso il pane e il calice, se ciò sembra opportuno; alla loro presentazione, i concelebranti sollevano lo sguardo verso l’ostia consacrata e il calice, poi si inchinano profondamente;==== Liturgia eucaristica ====
d) Celebrando 265. Nella Liturgia eucaristica tutto si svolge come nella Messa con il memoriale e Ti preghiamo umilmente: con le braccia allargatepopolo, tranne ciò che segue.
228266. Le intercessioni per i vivi: RicordatiDopo l’acclamazione al termine dell’embolismo che segue il Padre nostro, Padre e per i defuntiil sacerdote dice la preghiera: Ricordati dei nostri fratelli, conviene siano affidate all’uno o all’altro dei sacerdoti concelebrantiSignore Gesù Cristo, che dice queste parti da solohai detto; quindi soggiunge: La pace del Signore sia sempre con voi, e il ministro risponde: E con le braccia allargate e ad alta voceil tuo spirito. Se lo ritiene opportuno, il sacerdote offre la pace al ministro.
Preghiera eucaristica III267. Quindi, mentre dice l’Agnello di Dio insieme con il ministro, il sacerdote spezza l’ostia sopra la patena. Terminato l’Agnello di Dio, compie l’immixtio dicendo sottovoce: Il Corpo e il Sangue... uniti in questo calice.
229268. Nella Preghiera eucaristica III solo Dopo l’immixtio, il celebrante principalesacerdote dice la preghiera Signore Gesù Cristo, Figlio del Dio vivo, oppure La Comunione con le braccia allargateil tuo Corpo e il tuo Sangue; quindi genuflette, prende l’ostia e, se il ministro fa la Comunione, si volta verso di lui. Tenendo l’ostia un po’ sollevata sopra la patena o sopra il calice, dice : Ecco l’Agnello di Dio e continua con lui: O Signore non sono degno. Rivolto poi verso l’altare, si comunica al Corpo di Cristo. Se invece il ministro non riceve la Comunione, il sacerdote prende l’ostia e, stando rivolto all’altare, dice sottovoce: O Signore, non sono degno, e Il Corpo di Cristo mi custodisca e quindi assume il Corpo del Signore. Quindi prende il calice e dice sottovoce: Il Sangue di Cristo mi custodisca e assume il Padre veramente santoSangue.
230269. Tutti i concelebranti recitano insieme tutte le formule da Ora ti preghiamo umilmente fino a Guarda con amorePrima di dare la Comunione al ministro, in questo modo:il ministro o lo stesso sacerdote legge l’antifona alla Comunione.
270. Il sacerdote purifica il calice alla credenza o all’altare. Se il calice viene purificato all’altare, può essere portato alla credenza dal ministro o essere riposto sopra l’altare a) Ora ti preghiamo umilmente: con le mani stese verso le offerte;lato.
b) Nella notte in cui fu tradito e 271. Dopo aver purificato il calice, conviene che il sacerdote osservi una pausa di silenzio; poi dice l’orazione dopo la cena a mani giunte;Comunione.
c) le parole del Signore, con la mano destra stesa verso il pane e il calice, se ciò sembra opportuno; alla loro presentazione, i concelebranti sollevano lo sguardo verso l’ostia consacrata e il calice, poi si inchinano profondamente;==== Riti di conclusione ====
d) Celebrando 272. I riti di conclusione si svolgono come nella Messa con il popolo, tralasciato il congedo. Il sacerdote nel modo solito venera l’altare con il memoriale bacio e Guarda con amore: con le braccia allargate, fatto un profondo inchino, insieme al ministro si allontana.
231. Le intercessioni: Egli faccia di noi, Per questo sacrificio di riconciliazione e Accogli nel tuo regno, conviene siano affidate all’uno o all’altro dei sacerdoti concelebranti, che recita queste parti da solo, con le braccia allargate e ad alta voce=== IV.ALCUNE NORME DI CARATTERE GENERALE PER TUTTE LE FORME DI MESSA (273 - 287) ===
Preghiera eucaristica IV==== Venerazione dell’altare e dell’Evangeliario ====
232273. Nella Preghiera eucaristica IV solo Secondo l’uso tramandato, la venerazione dell’altare e dell’Evangeliario si esprime con il celebrante principalebacio. Qualora però questo gesto simbolico non corrispondesse pienamente alle tradizioni e alla cultura di una determinata regione, da solospetta alla Conferenza Episcopale determinare, con le braccia allargateil consenso della Sede Apostolica, dice Noi ti lodiamo, Padre santo, fino a compiere ogni santificazioneun gesto che sostituisca il bacio.
233. Tutti i concelebranti dicono insieme tutte le formule da Ora ti preghiamo, Padre, fino a Guarda con amore, in questo modo:==== Genuflessione e inchino ====
274. La genuflessione, che si fa piegando il ginocchio destro fino a) Ora ti preghiamoterra, Padre: con le mani stese verso le offertesignifica adorazione;perciò è riservata al SS. Sacramento e alla santa Croce, dalla solenne adorazione nell’Azione liturgica del Venerdì nella Passione del Signore fino all’inizio della Veglia pasquale.
b) EgliNella Messa vengono fatte dal sacerdote celebrante tre genuflessioni, cioè: dopo l’ostensione dell’ostia, venuta l’ora dopo l’ostensione del calice e Allo stesso modo: prima della Comunione. Le particolarità da osservarsi nella Messa concelebrata sono indicate a mani giunte;suo luogo (Cf. nn. 210-251).
c) le parole del Signore, Se nel presbiterio ci fosse il tabernacolo con la mano destra stesa verso il pane e Ss.mo Sacramento, il calicesacerdote, se ciò sembra opportuno; alla loro presentazione, i concelebranti sollevano lo sguardo verso l’ostia consacrata il diacono e il calicegli altri ministri genuflettono quando giungono all’altare o quando si allontanano, poi si inchinano profondamente:non invece durante la stessa celebrazione della Messa.
d) In questo memoriale e Guarda con amore: con le braccia allargateInoltre genuflettono tutti coloro che passano davanti al Ss.mo Sacramento, se non procedono in processione.
234. Le intercessioni: Ora, Padre, ricordati e Padre misericordioso conviene siano affidate alternativamente a uno dei sacerdoti concelebranti, I ministri che dice queste parti da soloportano la croce processionale o i ceri, con le braccia allargate e ad alta voceal posto della genuflessione fanno un inchino col capo.
235275. Per quanto riguarda le altre Preghiere eucaristiche approvate dalla Sede Apostolica, Con l’inchino si indicano la riverenza e l’onore che si osservino le norme stabilite per ciascuna danno alle persone o ai loro segni. Vi sono due specie di esse.inchino, del capo e del corpo:
236. La dossologia finale a) L’inchino del capo si fa quando vengono nominate insieme le tre divine Persone; al nome di Gesù, della Preghiera eucaristica viene recitata solamente dal sacerdote celebrante principale beata Vergine Maria e, se sembra opportuno, insieme agli altri concelebranti, non invece dai fedelidel Santo in onore del quale si celebra la Messa.
Riti b) L’inchino di Comunionetutto il corpo, o inchino profondo, si fa: all’altare; mentre si dicono le preghiere Purifica il mio cuore e Umili e pentiti; nel simbolo (Credo) alle parole: ''E per opera dello Spirito Santo''; nel canone romano, alle parole: ''Ti supplichiamo, Dio onnipotente''. Il diacono compie lo stesso inchino mentre chiede la benedizione prima di proclamare il Vangelo. Inoltre il sacerdote, alla consacrazione, si inchina leggermente mentre proferisce le parole del Signore.
237. Quindi il celebrante principale, a mani giunte, dice la monizione prima della preghiera del Signore; poi, con le braccia allargate, recita il Padre nostro insieme con gli altri sacerdoti concelebranti, i quali pure allargano le braccia, e con il popolo.==== L’incensazione ====
238276. Il solo celebrante principaleL’incensazione esprime riverenza e preghiera, con le braccia allargate, prosegue: Liberacicome è indicato nella sacra Scrittura (Cf. Al termine, tutti i concelebrantiSal 140, insieme con il popolo2; Ap 8, acclamano: Tuo è il regno3).
239. Dopo l’invito del diacono o, se questo L’uso dell’incenso in qualsiasi forma di Messa è assente, di uno dei concelebrantifacoltativo: Scambiatevi il dono della pace, tutti si scambiano tra loro la pace. Coloro che sono più vicini al celebrante principale ricevono da lui la pace prima del diacono.
240. Mentre si canta o si dice l’Agnello di Dio, i diaconi o alcuni dei concelebranti possono aiutare il celebrante principale nello spezzare le ostie per a) durante la Comunione dei concelebranti e del popolo.processione d’ingresso;
241. Compiuta la immixtio, soltanto il celebrante principale recita sottovoce, a mani giunteb) all’inizio della Messa, per incensare la preghiera: Signore Gesù Cristo, Figlio del Dio vivo, oppure La Comunione con il tuo Corpo croce e il tuo Sangue.l’altare;
242. Terminata la preghiera prima della Comunione, il celebrante principale genuflette c) alla processione e si scosta un poco dall’altare. I concelebranti, uno dopo l’altro, si accostano al centro dell’altare, genuflettono, prendono con devozione il Corpo di Cristo e, tenendo la mano sinistra sotto la destra, ritornano al loro posto. I concelebranti possono anche rimanere al loro posto e prendere il Corpo di Cristo dalla patena presentata ai singoli dal celebrante principale o da uno o più concelebrantialla proclamazione del Vangelo; possono anche passarsi l’un l’altro la patena.
243. Poi d) quando sono stati posti sull’altare il celebrante principale prende l’ostia consacrata nella stessa Messa pane e, tenendola un po’ sollevata sopra la patena o sopra il calice, rivolto al popolo dice: Ecco l’Agnello di Dio per incensare le offerte, la croce e prosegue insieme con i sacerdoti concelebranti l’altare, il sacerdote e il popolo, dicendo: O Signore, non sono degno.;
244. Quindi il celebrante principale, rivolto verso l’altare, dice sottovoce: Il Corpo di Cristo mi custodisca per la vita eterna, e devotamente si comunica al Corpo di Cristo. Allo stesso modo si comunicano i concelebranti. Dopo di loro il diacono riceve dal celebrante principale il Corpo ) alla presentazione dell’ostia e il Sangue del Signorecalice dopo la consacrazione.
245277. La Comunione al Sangue Il sacerdote quando mette l’incenso nel turibolo lo benedice tracciando un segno di Cristo si può fare bevendo direttamente dal calicecroce, per intinzione, con la cannuccia o con il cucchiainosenza nulla dire.
246. Se Prima e dopo l’incensazione si fa la Comunione direttamente al caliceun profondo inchino alla persona o alla cosa che viene incensata, si può fare in uno di questi modi:non però all’altare e alle offerte per il sacrificio della Messa.
a) Con tre colpi del turibolo si incensano: il celebrante principaleSS. Sacramento, stando in mezzo all’altarela reliquia della santa Croce e le immagini del Signore esposte alla pubblica venerazione, prende le offerte per il calicesacrificio della Messa, dicendo sottovoce: Il Sangue di Cristo mi custodisca per la vita eterna croce dell’altare, l’Evangeliario, il cero pasquale, il sacerdote e beve al calice, che consegna poi al diacono o a un concelebrante; quindi distribuisce la Comunione ai fedeli (Cf. nnil popolo. 160-162)
I concelebranti, uno dopo l’altro, oppure a due a Con duecolpi si incensano le reliquie e le immagini dei Santi esposte alla pubblica venerazione, se vi sono due caliciunicamente all’inizio della celebrazione, quando si accostano all’altare, genuflettono, assumono il Sangue, astergono il labbro del calice e ritornano al loro postoincensa l’altare.
b) Il celebrante principale, stando L’altare si incensa con singoli colpi in mezzo all’altare, fa la Comunione al Sangue del Signore nel questo modo consueto.:
I concelebranti possono rimanere al loro postoa) Se l’altare è separato dalla parete, e far la Comunione al Sangue del Signore bevendo al calice che viene loro presentato dal diacono o da uno dei concelebranti; oppure anche passandosi il calice l’un l’altro. Il labbro del calice viene sempre asterso da colui che beve o da chi sacerdote lo presenta ai singoli. Dopo essersi comunicato, ognuno ritorna al suo posto.incensa girandogli intorno;
247. Il diacono devotamente consuma all’altare tutto il Sangue di Cristo che b) Se invece l’altare è rimasto, con l’aiutoaddossato alla parete, se è il casosacerdote lo incensa passando prima la parte destra dell’altare, di alcuni concelebranti, quindi porta il calice alla credenza, dove lui stesso o l’accolito istituito compie poi la purificazione, asterge il calice e lo riordina come di consueto (Cf. n. 183)sinistra.
248. La Comunione dei concelebranti può anche essere ordinata in modo che i singoli comunichino al Corpo ecroce, subito dopose è sopra l’altare o accanto ad esso, al Sangue del Signore presso l’altareviene incensata prima dell’altare; altrimenti quando il sacerdote le passa davanti.
In questo casoIl sacerdote incensa le offerte prima dell’incensazione della croce e dell’altare con tre colpi di turibolo, oppure facendo col turibolo il celebrante principale si comunica sotto segno di croce sopra le due specie, come di consueto (Cf. n. 158), attenendosi tuttavia al rito scelto nei singoli casi per la Comunione al calice: rito al quale devono conformarsi tutti gli altri concelebrantiofferte.
Dopo che il celebrante principale si è comunicato, il calice viene deposto al lato destro dell’altare, sopra un altro corporale. I concelebranti, uno dopo l’altro, si portano al centro dell’altare, genuflettono e si comunicano al Corpo del Signore; successivamente, al lato destro dell’altare, si comunicano al Sangue del Signore, secondo il rito adottato per la Comunione al calice, come è detto sopra.==== La purificazione ====
La 278. Ogni volta che qualche frammento di ostia rimane attaccato alle dita, soprattutto dopo la frazione o dopo la Comunione del diacono e la purificazione del calice si svolgono secondo dei fedeli, il sacerdote asterga le dita sulla patena, oppure, se necessario, lavi le modalità sopra indicatedita stesse. Così pure raccolga eventuali frammenti fuori della patena.
249279. Se la Comunione dei concelebranti si fa per intinzioneI vasi sacri vengono purificati dal sacerdote, il celebrante principale si comunica al Corpo e al Sangue del Signore nel modo consuetodal diacono o dall’accolito istituito, facendo però attenzione a lasciarne nel calice una quantità sufficiente per dopo la Comunione dei concelebranti. Poi il diacono, oppure uno dei concelebrantidopo la Messa, dispone opportunamente il possibilmente alla credenza. La purificazione del calice insieme si fa con la acqua o con acqua e vino, che poi quello che purifica beve. La patena che contiene le ostie, in mezzo all’altare o a un suo lato sopra un altro corporalesi asterge normalmente con il purificatoio.
I concelebranti, uno dopo l’altro, Si presti attenzione a che si accostano consumi subito e totalmente all’altare, genuflettono, prendono l’ostia, quanto per caso rimane del Sangue di Cristo dopo la intingono nel calice e, tenendo il purificatoio sotto il mento, si comunicano; ritornano poi al loro posto, come all’inizio distribuzione della MessaComunione.
Anche il diacono riceve la Comunione per intinzione e risponde Amen quando un concelebrante dice: Il Corpo e il Sangue di Cristo280. Quindi il diaconoSe un’ostia o una particola scivolasse via, si raccolga con rispetto; se è poi si versasse qualche goccia del Sangue del Signore, si lavi il caso luogo con l’aiuto di alcuni concelebrantiacqua, all’altare, beve quanto è rimasto e l’acqua si versi nel calice, poi lo porta alla credenza, dove egli stesso o l’accolito istituito compie la purificazione, asterge il calice e lo riordina come di consuetosacrario che si trova in sagrestia.
Riti di conclusione ==== La Comunione sotto le due specie ====
250281. Il celebrante principale compie i riti La santa Comunione esprime con maggior pienezza la sua forma di segno, se viene fatta sotto le due specie. Risulta infatti più evidente il segno del banchetto eucaristico, e si esprime più chiaramente la volontà divina di conclusione ratificare la nuova ed eterna alleanza nel Sangue del Signore, ed è più intuitivo il rapporto tra il banchetto eucaristico e il convito escatologico nel modo consueto (regno del Padre<ref>Cf. nnSacra Congregazione dei riti, Istruzione Eucharisticum mysterium, 25 maggio 1967, n. 166-16932: AAS 59 (1967), mentre i concelebranti rimangono al loro posto558.</ref>.
251282. I concelebrantipastori d’anime si facciano un dovere di ricordare, nel modo più adatto, prima ai fedeli che partecipano al rito o che vi assistono, la dottrina cattolica riguardo alla forma della Comunione, secondo il Concilio Ecumenico di allontanarsi dall’altare, fanno un profondo inchinoTrento. Il celebrante principaleIn particolare ricordino ai fedeli quanto insegna la fede cattolica: che, invececioè, con anche sotto una sola specie si riceve il diacono venera l’altare con Cristo tutto intero e il bacioSacramento in tutta la sua verità; di conseguenza, per quanto riguarda i frutti della Comunione, coloro che ricevono una sola specie, non rimangono privi di nessuna grazia necessaria alla salvezza<ref>Cf. Conc. Ecum. Tridentino, Sess. XXI, 16 luglio 1562, Decreto sulla Comunione eucaristica, capp. 1-3, Denz-Schönm. 1725-1729.</ref>.
IIIInoltre insegnino che nell’amministrazione dei Sacramenti, salva la loro sostanza, la Chiesa ha il potere di determinare o cambiare ciò che essa ritiene più conveniente per la venerazione dovuta ai Sacramenti stessi e per l’utilità di coloro che li ricevono secondo la diversità delle circostanze, dei tempi e dei luoghi<ref>Cf. ibidem, cap. 2, Denz-Schönm. 1728.</ref>. Nello stesso tempo però esortino i fedeli perché partecipino più intensamente al sacro rito, nella forma in cui è posto in maggior evidenza il segno del banchetto. MESSA A CUI PARTECIPA UN SOLO MINISTRO
252283. Nella Messa celebrata dal sacerdote con la sola presenza di un ministro che gli rispondeLa Comunione sotto le due specie è permessa, si osserva il rito della Messa con il popolo (Cf. nn. 120-169).oltre ai casi descritti nei libri rituali:
Il ministro secondo l’opportunità pronuncia le parti a) ai sacerdoti che spettano al popolo.non possono celebrare o concelebrare;
253. Se tuttavia il ministro è un b) al diacono, egli compie gli uffici e agli altri che gli sono propri (Cf. nn. 171-186) e svolge le altre parti del popolo.compiono qualche ufficio nella Messa;
254. La celebrazione senza ministro c) ai membri delle comunità nella Messa conventuale o senza almeno qualche fedele non in quella che si faccia se non per dice «della comunità», agli alunni dei seminari, a tutti coloro che attendono agli esercizi spirituali o partecipano ad un giusto e ragionevole motivo. In questo caso si tralasciano i saluti, le monizioni e la benedizione al termine della Messaconvegno spirituale o pastorale.
255Il Vescovo diocesano può stabilire per la sua diocesi norme riguardo alla Comunione sotto le due specie, da osservarsi anche nelle chiese dei religiosi e nei piccoli gruppi. Prima della Messa Allo stesso Vescovo è data facoltà di permettere la Comunione sotto le due specie ogni volta che sembri opportuno al sacerdote al quale, come pastore proprio, è affidata la comunità, purché i vasi sacri necessari si preparano fedeli siano ben preparati e non ci sia pericolo di profanazione del Sacramento o alla credenza la celebrazione non risulti troppo difficoltosa per il gran numero di partecipanti o sull’altare al lato destroper altra causa.
Riti Circa il modo di introduzione distribuire ai fedeli la sacra Comunione sotto le due specie e circa l’estensione delle facoltà, le Conferenze Episcopali possono stabilire delle norme, approvate dalla Sede Apostolica.
256284. Il sacerdote Quando si accosta all’altare e, fatto con il ministro un profondo inchino, venera l’altare con il bacio e si reca alla sede. Se lo preferisce, il sacerdote può rimanere all’altaredistribuisce la Comunione sotto le due specie: in questo caso lì si prepara anche il Messale. Allora il ministro o il sacerdote recita l’antifona d’ingresso.
257. Quindi a) per il sacerdote con calice solitamente compie il servizio il ministrodiacono, o, stando in piedisua assenza, si segna con il segno sacerdote; o anche l’accolito istituito o un altro ministro straordinario della croce e dice: Nel nome del Padresacra Comunione; rivolto al ministro lo salutao un fedele a cui, in caso di necessità, scegliendo una delle formule proposte.viene affidato questo compito per l’occasione;
258. Poi compie l’atto penitenziale b) ciò che rimane del Sangue viene consumato all’altare dal sacerdote, dal diacono o dall’accolito istituito che ha prestato servizio per il calice eche poi, secondo le rubrichenel modo solito purifica, dice il Kyrie asterge e il Gloriaordina i vasi sacri.
259. Poi, a mani giunte, dice Preghiamo e, dopo una conveniente pausa, dice, con le braccia allargateAi fedeli che vogliono comunicarsi solo sotto la specie del pane, la colletta, al termine della quale il ministro risponde: Amensacra Comunione si dia in questa forma.
Liturgia della Parola 285. Per distribuire la Comunione sotto le due specie, si devono preparare:
260. Le letturea) se la Comunione si fa bevendo direttamente dal calice, per quanto è possibileo un calice di sufficiente grandezza o più calici, si fanno dall’ambone o con attenzione tuttavia nel prevedere che la quantità del Sangue di Cristo da un leggio.consumare alla fine della celebrazione non rimanga in misura sovrabbondante;
261. Dopo la collettab) se si fa per intinzione, il ministro legge la prima lettura e il salmo eostie né troppo sottili né troppo piccole, quando ma un poco più consistenti del solito, perché si deve direpossano convenientemente distribuire, la seconda lettura e il versetto alleluiatico, o un altro cantodopo averle intinte parzialmente nel Sangue del Signore.
262286. QuindiSe la Comunione al Sangue si fa bevendo dal calice, il sacerdotecomunicando, profondamente inchinatodopo aver ricevuto il Corpo di Cristo, va dal ministro del calice e si ferma davanti a lui. Il ministro dice: Purifica Il Sangue di Cristo; il mio cuorecomunicando risponde: Amen, poi legge il Vangelo. Alla fine dice: Parola del Signoree, a cui il ministro risponde: Lode a tegli porge il calice, o Cristoche lo stesso comunicando accosta alle labbra con le sue mani. Poi Il comunicando beve un po’ dal calice, lo restituisce al ministro e si allontana; il sacerdote venera ministro asterge con il libro con purificatoio il bacio, dicendo sottovoce: La parola labbro del Vangelocalice.
263287. Il sacerdote recita poiSe la Comunione al calice si fa per intinzione, il comunicando, secondo le rubrichetenendo la patena sotto il mento, va dal sacerdote che tiene il simbolo insieme vaso con le particole, al cui fianco sta il ministroche tiene il calice. Il sacerdote prende l’ostia, ne intinge una parte nel calice e mostrandola dice: Il Corpo e il Sangue di Cristo; il comunicando risponde: Amen, dal sacerdote riceve in bocca il Sacramento, e poi si allontana.
264. Segue la preghiera universale, che si può dire anche in questa Messa. Il sacerdote introduce e conclude la preghiera, mentre il ministro formula le intenzioni.== Capitolo V - DISPOSIZIONE E ARREDAMENTO DELLE CHIESE PER LA CELEBRAZIONE DELLA EUCARISTIA ==
Liturgia eucaristica === I. Principi generali (288 - 294) ===
265288. Nella Liturgia eucaristica tutto Per la celebrazione dell’Eucaristia, il popolo di Dio si svolge come riunisce di solito nella Messa con il popolochiesa oppure, se questa manca o è insufficiente, in un altro luogo decoroso che sia tuttavia degno di un così grande mistero. Quindi le chiese, o gli altri luoghi, tranne ciò siano adatte alla celebrazione delle azioni sacre e all’attiva partecipazione dei fedeli. Inoltre i luoghi sacri e le cose che segueservono al culto siano davvero degne, belle, segni e simboli delle realtà celesti<ref>Cf. Conc. Ecum. Vaticano II, Costituzione sulla sacra Liturgia, Sacrosanctum Concilium, nn. 122-124; Decreto sulla vita e sul ministero sacerdotale, Presbyterorum Ordinis, n. 5; Sacra Congregazione dei Riti, Istruzione Inter Oecumenici, 26 settembre 1964, n. 90: AAS 56 (1964) 897; Istruzione Eucharisticum mysterium, 25 maggio 1967, n. 24: AAS 59 (1967) 554; C.I.C., can. 932, § 1.</ref>.
266289. Dopo l’acclamazione Pertanto la Chiesa non cessa di fare appello al termine dell’embolismo nobile servizio delle arti e ammette le forme artistiche di tutti i popoli e di tutti i paesi<ref>Cf. Conc. Ecum. Vaticano II, Costituzione sulla sacra Liturgia, Sacrosanctum Concilium, n. 123.</ref>. Anzi, come si sforza di conservare le opere d’arte e i tesori che segue il Padre nostroi secoli passati hanno trasmesso<ref>Cf. Sacra Congregazione dei Riti, Istruzione Eucharisticum mysterium, il sacerdote dice la preghiera25 maggio 1967, n. 24: Signore Gesù CristoAAS 59 (1967) 554.</ref> e, per quanto è possibile, cerca di adattarli alle nuove esigenze, cerca pure di promuovere nuove forme corrispondenti all’indole di ogni epoca<ref>Cf. Conc. Ecum. Vaticano II, Costituzione sulla sacra Liturgia, Sacrosanctum Concilium, n. 123, che hai detto129; quindi soggiunge: La pace del Signore sia sempre con voiSacra Congregazione dei Riti, Istruzione Inter Oecumenici, 26 settembre 1964, e il ministro risponden. 13 c: E con il tuo spiritoAAS 56 (1964) 880. Se lo ritiene opportuno, il sacerdote offre la pace al ministro</ref>.
267. QuindiPerciò nella formazione degli artisti come pure nella scelta delle opere da ammettere nella chiesa, mentre dice l’Agnello di Dio insieme con il ministrosi ricerchino gli autentici valori dell’arte, il sacerdote spezza l’ostia sopra che alimentino la fede e la patenadevozione e corrispondano alla verità del loro significato e al fine cui sono destinate<ref>Cf. Terminato l’Agnello di DioConc. Ecum. Vaticano II, compie l’immixtio dicendo sottovoce: Il Corpo e il Sangue.Costituzione sulla sacra Liturgia, Sacrosanctum Concilium, n.123. uniti in questo calice</ref>.
268290. Dopo l’immixtio, il sacerdote dice la preghiera Signore Gesù Cristo, Figlio del Dio vivo, oppure La Comunione con il tuo Corpo e il tuo Sangue; quindi genuflette, prende l’ostia e, se il ministro fa la Comunione, si volta verso di luiTutte le chiese siano dedicate o almeno benedette. Tenendo l’ostia un po’ sollevata sopra la patena o sopra il calice, dice: Ecco l’Agnello di Dio Le chiese cattedrali e continua parrocchiali siano dedicate con lui: O Signore non sono degno. Rivolto poi verso l’altare, si comunica al Corpo di Cristo. Se invece il ministro non riceve la Comunione, il sacerdote prende l’ostia e, stando rivolto all’altare, dice sottovoce: O Signore, non sono degno, e Il Corpo di Cristo mi custodisca e quindi assume il Corpo del Signore. Quindi prende il calice e dice sottovoce: Il Sangue di Cristo mi custodisca e assume il Sanguerito solenne.
269291. Prima Tutti coloro che sono interessati alla costruzione, alla ristrutturazione e all’adeguamento delle chiese, consultino la Commissione diocesana di Liturgia e Arte sacra. Il Vescovo diocesano, poi, si serva del consiglio e dell’aiuto della stessa Commissione quando si tratta di dare la Comunione al ministronorme in questa materia o di approvare progetti di nuove chiese o di definire questioni di una certa importanza<ref>Cf. ibidem, n. 126; Sacra Congregazione dei Riti, Istruzione Inter Oecumenici, 26 settembre 1964, il ministro o lo stesso sacerdote legge l’antifona alla Comunionen. 91: AAS 56 (1964) 898.</ref>.
270292. Il sacerdote purifica il calice alla credenza o all’altareL’arredamento della chiesa si ispiri a una nobile semplicità, piuttosto che al fasto. Se il calice viene purificato all’altareNella scelta degli elementi per l’arredamento, può essere portato si curi la verità delle cose e si tenda all’educazione dei fedeli e alla credenza dal ministro o essere riposto sopra l’altare a latodignità di tutto il luogo sacro.
271293. Dopo aver purificato il caliceUna conveniente disposizione della chiesa e dei suoi accessori, che rispondano opportunamente alle esigenze del nostro tempo, richiede che non si curino solo le cose più direttamente pertinenti alla celebrazione delle azioni sacre, ma che si preveda anche ciò che contribuisce alla comodità dei fedeli, conviene e che abitualmente si trova nei luoghi dove il sacerdote osservi una pausa di silenzio; poi dice l’orazione dopo la Comunionepopolo si raduna.
Riti 294. Il popolo di conclusione Dio, che si raduna per la Messa, ha una struttura organica e gerarchica, che si esprime nei vari compiti e nel diverso comportamento secondo le singole parti della celebrazione. Pertanto è necessario che la disposizione generale del luogo sacro sia tale da presentare in certo modo l’immagine dell’assemblea riunita, consentire l’ordinata e organica partecipazione di tutti e favorire il regolare svolgimento dei compiti di ciascuno.
272I fedeli e la schola avranno un posto che renda più facile la loro partecipazione attiva<ref>Cf. I riti di conclusione si svolgono come nella Messa con il popoloSacra Congregazione dei Riti, tralasciato il congedo. Il sacerdote nel modo solito venera l’altare con il bacio eIstruzione Inter Oecumenici, fatto un profondo inchino26 settembre 1964, insieme al ministro si allontanann. 97-98: AAS 56 (1964) 899.</ref>.
IVIl sacerdote celebrante, il diacono e gli altri ministri prenderanno posto nel presbiterio. Lì si preparino le sedi dei concelebranti; se però il loro numero è grande, si dispongano le loro sedi in altra parte della chiesa, ma vicino all’altare. ALCUNE NORME DI CARATTERE GENERALEPER TUTTE LE FORME DI MESSA
Venerazione dell’altare Queste disposizioni servono a esprimere la struttura gerarchica e dell’Evangeliariola diversità dei compiti, ma devono anche assicurare una più profonda e organica unità, attraverso la quale si manifesti chiaramente l’unità di tutto il popolo santo. La natura e la bellezza del luogo e di tutta la suppellettile devono poi favorire la pietà e manifestare la santità dei misteri che vengono celebrati.
273=== II. Secondo l’uso tramandato, Ordinamento del presbiterio per la venerazione dell’altare e dell’Evangeliario si esprime con il bacio. Qualora però questo gesto simbolico non corrispondesse pienamente alle tradizioni e alla cultura di una determinata regione, spetta alla Conferenza Episcopale determinare, con il consenso della Sede Apostolica, un gesto che sostituisca il bacio.Celebrazione eucaristica (295 – 310) ===
Genuflessione 295. Il presbiterio è il luogo dove si trova l’altare, viene proclamata la parola di Dio, e inchinoil sacerdote, il diacono e gli altri ministri esercitano il loro ufficio. Si deve opportunamente distinguere dalla navata della chiesa per mezzo di una elevazione, o mediante strutture e ornamenti particolari. Sia inoltre di tale ampiezza da consentire un comodo svolgimento della celebrazione dell’Eucaristia e da favorire la sua visione<ref>Cf. ibidem, n. 91: AAS 56 (1964) 898.</ref>.
274. La genuflessione, che si fa piegando il ginocchio destro fino a terra, significa adorazione; perciò è riservata al SS. Sacramento ==== L’altare e alla santa Croce, dalla solenne adorazione nell’Azione liturgica del Venerdì nella Passione del Signore fino all’inizio della Veglia pasquale.le sue suppellettili ====
Nella Messa vengono fatte dal sacerdote celebrante tre genuflessioni296. L’altare, cioè: dopo l’ostensione dell’ostiasul quale si rende presente nei segni sacramentali il sacrificio della croce, dopo l’ostensione è anche la mensa del calice e prima della Comunione. Le particolarità da osservarsi nella Signore, alla quale il popolo di Dio è chiamato a partecipare quando è convocato per la Messa concelebrata sono indicate a suo luogo (Cf. nn. 210-251); l’altare è il centro dell’azione di grazie che si compie con l’Eucaristia.
Se nel presbiterio ci fosse il tabernacolo con il Ss297.mo SacramentoLa celebrazione dell’Eucaristia, il sacerdotenel luogo sacro, il diacono e gli altri ministri genuflettono quando giungono all’altare o quando si allontananodeve compiere sopra un altare; fuori del luogo sacro, non invece durante , si può compiere anche sopra un tavolo adatto, purché vi siano sempre una tovaglia e il corporale, la stessa celebrazione della Messacroce e i candelabri.
Inoltre genuflettono tutti coloro 298. Conviene che passano davanti al Ssin ogni chiesa ci sia l’altare fisso, che significa più chiaramente e permanentemente Gesù Cristo, pietra viva (1Pt 2,4; cf.mo SacramentoEf 2,20); negli altri luoghi, destinati alle celebrazioni sacre, se non procedono in processionel’altare può essere mobile.
I ministri che portano la croce processionale o i ceri, L’altare si dice fisso se è costruito in modo da aderire al posto della genuflessione fanno un inchino col capopavimento e non poter quindi venir rimosso; si dice invece mobile se lo si può trasportare.
275299. Con l’inchino si indicano L’altare sia costruito staccato dalla parete, per potervi facilmente girare intorno e celebrare rivolti verso il popolo: la riverenza qual cosa è conveniente realizzare ovunque sia possibile. L’altare sia poi collocato in modo da costituire realmente il centro verso il quale spontaneamente converga l’attenzione dei fedeli<ref>Cf. ibidem.</ref>. Normalmente sia fisso e l’onore che si danno alle persone o ai loro segnidedicato. Vi sono due specie di inchino, del capo e del corpo:
a) L’inchino del capo si fa quando vengono nominate insieme le tre divine Persone300. L’altare, sia fisso che mobile, sia dedicato secondo il rito descritto nel Pontificale Romano; al nome di Gesù, della beata Vergine Maria e del Santo in onore del quale si celebra la Messatuttavia l’altare mobile può essere solamente benedetto.
b) L’inchino 301. Secondo un uso e un simbolismo tradizionali nella Chiesa, la mensa dell’altare fisso sia di pietra, e più precisamente di tutto il corpopietra naturale. Tuttavia, o inchino profondoa giudizio della Conferenza Episcopale, si fa: all’altare; mentre si dicono le preghiere Purifica il mio cuore può adoperare anche un’altra materia degna, solida e Umili ben lavorata. Gli stipiti però e pentiti; nel simbolo (Credo) alle parole: E la base per opera dello Spirito Santo; nel canone romano, alle parole: Ti supplichiamo, Dio onnipotente. Il diacono compie lo stesso inchino mentre chiede sostenere la benedizione prima mensa possono essere di proclamare il Vangelo. Inoltre il sacerdotequalsiasi materiale, alla consacrazione, si inchina leggermente mentre proferisce le parole del Signorepurché conveniente e solido.
L’incensazioneL’altare mobile può essere costruito con qualsiasi materiale di un certo pregio e solido, confacente all’uso liturgico, secondo lo stile e gli usi locali delle diverse regioni.
276302. L’incensazione esprime riverenza e preghieraSi mantenga l’uso di deporre sotto l’altare da dedicare le reliquie dei Santi, come è indicato nella sacra Scrittura (Cfanche se non martiri. Sal 140, 2; Ap 8, 3)Però si curi di verificare l’autenticità di tali reliquie.
L’uso dell’incenso in qualsiasi forma di Messa è facoltativo:303. Nelle nuove chiese si costruisca un solo altare che significhi alla comunità dei fedeli l’unico Cristo e l’unica Eucaristia della Chiesa.
a) durante Nelle chiese già costruite, quando il vecchio altare è collocato in modo da rendere difficile la processione d’ingresso;partecipazione del popolo e non può essere rimosso senza danneggiare il valore artistico, si costruisca un altro altare fisso, realizzato con arte e debitamente dedicato. Soltanto sopra questo altare si compiano le sacre celebrazioni. Il vecchio altare non venga ornato con particolare cura per non sottrarre l’attenzione dei fedeli dal nuovo altare.
b) all’inizio della Messa304. Per rispetto verso la celebrazione del memoriale del Signore e verso il convito nel quale vengono presentati il Corpo e il Sangue di Cristo, si distenda sopra l’altare sul quale si celebra almeno una tovaglia di colore bianco, che sia adatta alla struttura dell’altare per incensare la croce forma, la misura e l’altare;l’ornamento.
c) alla processione e alla proclamazione del Vangelo;305. Nell’ornare l’altare si agisca con moderazione.
d) quando sono stati posti sull’altare il pane e il calice, per incensare le offerteNel tempo d’Avvento l’altare sia ornato di fiori con quella misura che conviene alla natura di questo tempo, evitando di anticipare la croce e gioia piena della Natività del Signore. Nel tempo di Quaresima è proibito ornare l’altarecon fiori. Fanno eccezione tuttavia la domenica Laetare (IV di Quaresima), il sacerdote le solennità e il popolo;le feste.
L’ornamento dei fiori sia sempre misurato e) alla presentazione dell’ostia e del calice dopo , piuttosto che sopra la consacrazionemensa dell’altare, si disponga attorno ad esso.
277306. Il sacerdote quando mette l’incenso nel turibolo lo benedice tracciando un segno di croceInfatti sopra la mensa dell’altare possono disporsi solo le cose richieste per la celebrazione della Messa: l’Evangeliario dall’inizio della celebrazione fino alla proclamazione del Vangelo; il calice con la patena, senza nulla direla pisside, se è necessaria, il corporale, il purificatoio, la palla e il Messale, siano disposti sulla mensa solo dal momento della presentazione dei doni fino alla purificazione dei vasi.
Prima e dopo l’incensazione si fa un profondo inchino alla persona o alla cosa Si collochi pure in modo discreto ciò che viene incensata, non però all’altare e alle offerte può essere necessario per il sacrificio della Messaamplificare la voce del sacerdote.
Con tre colpi del turibolo si incensano: il SS307. SacramentoI candelabri, la reliquia della santa Croce e richiesti per le immagini del Signore esposte alla pubblica singole azioni liturgiche, in segno di venerazionee di celebrazione festiva (Cf. n. 117), siano collocati o sopra l’altare, le offerte per il sacrificio della Messaoppure accanto ad esso, tenuta presente la croce struttura sia dell’altareche del presbiterio, l’Evangeliario, il cero pasquale, il sacerdote in modo da formare un tutto armonico; e il popolonon impediscano ai fedeli di vedere comodamente ciò che si compie o viene collocato sull’altare.
Con due colpi si incensano le reliquie e le immagini dei Santi esposte alla pubblica venerazione308. Inoltre vi sia sopra l’altare, o accanto ad esso, una croce, con l’immagine di Cristo crocifisso, unicamente all’inizio della celebrazioneben visibile allo sguardo del popolo radunato. Conviene che questa croce rimanga vicino all’altare anche al di fuori delle celebrazioni liturgiche, quando si incensa l’altareper ricordare alla mente dei fedeli la salvifica Passione del Signore.
L’altare si incensa con singoli colpi in questo modo:==== L’ambone ====
a) Se l’altare è separato dalla parete309. L’importanza della parola di Dio esige che vi sia nella chiesa un luogo adatto dal quale essa venga annunciata, e verso il sacerdote lo incensa girandogli intorno;quale, durante la Liturgia della Parola, spontaneamente si rivolga l’attenzione dei fedeli<ref>Cf. Sacra Congregazione dei Riti, Istruzione Inter Oecumenici, 26 settembre 1964, n. 96: AAS 56 (1964) 899.</ref>.
b) Se invece l’altare è addossato alla pareteConviene che tale luogo generalmente sia un ambone fisso e non un semplice leggio mobile. L’ambone, il sacerdote lo incensa passando prima secondo la parte destra dell’altarestruttura di ogni chiesa, poi la sinistradeve essere disposto in modo tale che i ministri ordinati e i lettori possano essere comodamente visti e ascoltati dai fedeli.
La croceDall’ambone si proclamano unicamente le letture, se è sopra l’altare il salmo responsoriale e il preconio pasquale; ivi inoltre si possono proferire l’omelia e le intenzioni della preghiera universale o accanto preghiera dei fedeli. La dignità dell’ambone esige che ad esso, viene incensata prima dell’altare; altrimenti quando salga solo il sacerdote le passa davantiministro della Parola.
Il sacerdote incensa le offerte È conveniente che il nuovo ambone sia benedetto, prima dell’incensazione della croce e dell’altare con tre colpi di turiboloesser destinato all’uso liturgico, oppure facendo col turibolo secondo il segno rito descritto nel Rituale Romano<ref>Cf. Rituale Romano, Benedizionale, 1992, Benedizione di croce sopra le offerteun nuovo ambone, nn. 1238-1266.</ref>.
==== La purificazionesede per il sacerdote celebrante e le altre sedi ====
278310. Ogni volta La sede del sacerdote celebrante deve mostrare il compito che qualche frammento egli ha di ostia rimane attaccato alle ditapresiedere l’assemblea e di guidare la preghiera. Perciò la collocazione più adatta è quella rivolta al popolo, al fondo del presbiterio, a meno che non vi si oppongano la struttura dell’edificio e altri elementi, soprattutto dopo ad esempio la troppa distanza che rendesse difficile la frazione comunicazione tra il sacerdote e i fedeli riuniti, o dopo se il tabernacolo occupa un posto centrale dietro l’altare. Si eviti ogni forma di trono<ref>Cf. Sacra Congregazione dei Riti, Istruzione Inter Oecumenici, 26 settembre 1964, n. 92: AAS 56 (1964) 898.</ref>. È conveniente che la Comunione dei fedelisede sia benedetta, prima di esser destinata all’uso liturgico, secondo il sacerdote asterga le dita sulla patenarito descritto nel Rituale Romano<ref>Cf. Rituale Romano, Benedizionale, oppure1992, se necessarioBenedizione di una cattedra o sede presidenziale, lavi le dita stessenn. 1214-1237. Così pure raccolga eventuali frammenti fuori della patena</ref>.
279. I vasi sacri vengono purificati dal sacerdote, dal diacono o dall’accolito istituito, dopo la ComunioneNel presbiterio siano collocate inoltre le sedi per i sacerdoti concelebranti e quelle per i presbiteri che, oppure dopo indossando la Messaveste corale, possibilmente sono presenti alla credenza. La purificazione del calice si fa con acqua o con acqua e vinocelebrazione, che poi quello che purifica beve. La patena si asterge normalmente con il purificatoiosenza concelebrare.
Si presti attenzione a La sede del diacono sia posta vicino alla sede del celebrante. Per gli altri ministri le sedi siano disposte in modo che si consumi subito distinguano dalle sedi del clero e totalmente all’altare quanto per caso rimane del Sangue che sia permesso loro di Cristo dopo la distribuzione della Comunioneesercitare con facilità il proprio ufficio<ref>Cf. Sacra Congregazione dei Riti, Istruzione Inter Oecumenici, 26 settembre 1964, n. 92: AAS 56 (1964) 898.</ref>.
280. Se un’ostia o una particola scivolasse via, si raccolga con rispetto; se poi si versasse qualche goccia del Sangue del Signore, si lavi il luogo con acqua, e l’acqua si versi nel sacrario che si trova in sagrestia=== III.La disposizione della Chiesa (311 – 318) ===
La Comunione sotto le due specie==== I posti dei fedeli ====
281311. La santa Comunione esprime Si curi in modo particolare la collocazione dei posti dei fedeli, perché possano debitamente partecipare, con lo sguardo e con maggior pienezza la sua forma lo spirito, alle sacre celebrazioni. È bene mettere a loro disposizione banchi e sedie. Si deve però riprovare l’uso di segnoriservare dei posti a persone private<ref>Cf. Conc. Ecum. Vaticano II, se viene fatta sotto le due specieCostituzione sulla sacra Liturgia, Sacrosanctum Concilium, n. 32. Risulta infatti più evidente il segno </ref>. Le sedie o i banchi, specialmente nelle nuove chiese, vengano disposti in modo che i fedeli possano assumere comodamente i diversi atteggiamenti del banchetto eucaristicocorpo richiesti dalle diverse parti della celebrazione, e si esprime più chiaramente recarsi senza difficoltà a ricevere la volontà divina di ratificare la nuova ed eterna alleanza nel Sangue del Signore, ed è più intuitivo il rapporto tra il banchetto eucaristico e il convito escatologico nel regno del Padre[105]santa Comunione.
282. I pastori d’anime si facciano un dovere di ricordare, nel modo più adatto, ai Si abbia cura che i fedeli che partecipano al rito o che vi assistonopossano non solo vedere, la dottrina cattolica riguardo alla forma della Comunionema anche, secondo ascoltare comodamente sia il Concilio Ecumenico di Trento. In particolare ricordino ai fedeli quanto insegna la fede cattolica: chesacerdote, cioè, anche sotto una sola specie si riceve sia il Cristo tutto intero e il Sacramento in tutta la sua verità; di conseguenza, per quanto riguarda diacono che i frutti della Comunione, coloro che ricevono una sola specie, non rimangono privi di nessuna grazia necessaria alla salvezza[106]lettori grazie ai mezzi tecnici moderni.
Inoltre insegnino che nell’amministrazione dei Sacramenti, salva la loro sostanza, la Chiesa ha il potere di determinare o cambiare ciò che essa ritiene più conveniente per la venerazione dovuta ai Sacramenti stessi ==== Il posto della "schola cantorum" e per l’utilità di coloro che li ricevono secondo la diversità delle circostanze, dei tempi e dei luoghi[107]. Nello stesso tempo però esortino i fedeli perché partecipino più intensamente al sacro rito, nella forma in cui è posto in maggior evidenza il segno del banchetto.degli strumenti musicali ====
283312. La Comunione sotto le due specie schola cantorum, tenuto conto della disposizione di ogni chiesa, sia collocata in modo da mettere chiaramente in risalto la sua natura: che essa cioè è permessaparte della comunità dei fedeli e svolge un suo particolare ufficio; sia agevolato perciò il compimento del suo ministero liturgico e sia facilitata a ciascuno dei membri della schola la partecipazione sacramentale piena alla Messa<ref>Cf. Sacra Congregazione dei Riti, oltre ai casi descritti nei libri ritualiIstruzione Musicam sacram, 5 marzo 1967, n. 23:AAS 59 (1967) 307.</ref>.
a) ai sacerdoti 313. L’organo e gli altri strumenti musicali legittimamente ammessi siano collocati in luogo adatto, in modo da poter essere di appoggio sia alla schola sia al popolo che non possono celebrare o concelebrare;canta e, se vengono suonati da soli, possano essere facilmente ascoltati da tutti. È conveniente che l’organo venga benedetto prima di esser destinato all’uso liturgico, secondo il rito descritto nel Rituale Romano<ref>Cf. Rituale Romano, Benedizionale, edizione italiana 1992, Benedizione di un organo, nn. 1478-1494.</ref>.
b) al diacono In tempo d’Avvento l’organo e agli altri strumenti musicali siano usati con quella moderazione che compiono qualche ufficio nella Messa;conviene alla natura di questo tempo, evitando di anticipare la gioia piena della Natività del Signore.
cIn tempo di Quaresima è permesso il suono dell’organo e di altri strumenti musicali soltanto per sostenere il canto. Fanno eccezione tuttavia la domenica Laetare (IV di Quaresima) ai membri delle comunità nella Messa conventuale o in quella che si dice «della comunità», agli alunni dei seminari, a tutti coloro che attendono agli esercizi spirituali o partecipano ad un convegno spirituale o pastoralele solennità e le feste.
==== Il Vescovo diocesano può stabilire posto per la sua diocesi norme riguardo alla Comunione sotto le due specie, da osservarsi anche nelle chiese dei religiosi e nei piccoli gruppi. Allo stesso Vescovo è data facoltà di permettere la Comunione sotto le due specie ogni volta che sembri opportuno al sacerdote al quale, come pastore proprio, è affidata la comunità, purché i fedeli siano ben preparati e non ci sia pericolo di profanazione del Sacramento o la celebrazione non risulti troppo difficoltosa per il gran numero di partecipanti o per altra causacustodia della Ss.ma Eucaristia ====
Circa il modo 314. Tenuto conto della struttura di distribuire ai fedeli la sacra Comunione sotto le due specie ciascuna chiesa e circa l’estensione delle facoltàlegittime consuetudini dei luoghi, il SS. Sacramento sia conservato nel tabernacolo collocato in una parte della chiesa assai dignitosa, insigne, le Conferenze Episcopali possono stabilire delle normeben visibile, ornata decorosamente e adatta alla preghiera<ref>Cf. Sacra Congregazione dei Riti, Istruzione Eucharisticum mysterium, 25 maggio 1967, n. 54: AAS 59 (1967) 568; Istruzione Inter Oecumenici, 26 settembre 1964, approvate dalla Sede Apostolican. 95: AAS 56 (1964) 898.</ref>.
284Il tabernacolo sia unico, inamovibile, solido e inviolabile, non trasparente e chiuso in modo da evitare il più possibile il pericolo di profanazione<ref>Cf. Quando si distribuisce la Sacra Congregazione dei Riti, Istruzione Eucharisticum mysterium, 25 maggio 1967, n. 52: AAS 59 (1967) 568; Istruzione Inter Oecumenici, 26 settembre 1964, n. 95: AAS 56 (1964) 898; Sacra Congregazione per i Sacramenti, Istruzione Nullo umquam tempore, 28 maggio 1938, n. 4: AAS 30 (1938) 199-200; cf. Rituale Romano, Rito della Comunione sotto le due specie:fuori della Messa e Culto eucaristico, 1979, nn. 10-11; C.I.C., can. 938, § 3.</ref>. È conveniente inoltre che venga benedetto prima di esser destinato all’uso liturgico, secondo il rito descritto nel Rituale Romano<ref>Cf. Rituale Romano, Benedizionale, 1992, Benedizione di un tabernacolo eucaristico, nn. 1312-1330.</ref>.
a) per il calice solitamente compie il servizio 315. In ragione del segno, è più conveniente che il diacono, o, tabernacolo in sua assenzacui si conserva la SS. Eucaristia non sia collocato sull’altare su cui si celebra la Messa<ref>Cf. Sacra Congregazione dei Riti, il sacerdote; o anche l’accolito istituito o un altro ministro straordinario della sacra Comunione; o un fedele a cuiIstruzione Eucharisticum mysterium, in caso di necessità25 maggio 1967, viene affidato questo compito per l’occasione;n. 55: AAS 59 (1967) 569.</ref>.
b) ciò Conviene quindi che rimane del Sangue viene consumato all’altare dal sacerdote, dal diacono o dall’accolito istituito che ha prestato servizio per il calice e che poitabernacolo sia collocato, nel modo solito purifica, asterge e ordina i vasi sacri.a giudizio del Vescovo diocesano:
Ai fedeli a) o in presbiterio, non però sull’altare della celebrazione, nella forma e nel luogo più adatti, non escluso il vecchio altare che vogliono comunicarsi solo sotto non si usa più per la specie del pane, la sacra Comunione si dia in questa formacelebrazione (Cf. n.303);
285b) o anche in qualche cappella adatta all’adorazione e alla preghiera privata dei fedeli<ref>Cf. Per distribuire la ibidem, n. 53: AAS 59 (1967) 568; Rituale Romano, Rito della Comunione sotto le due speciefuori della Messa e Culto eucaristico, 1979, n. 9; C.I.C., si devono prepararecan. can. 938, § 2; Giovanni Paolo II, Lett. Dominicae Cenae, 24 febbraio 1980, n. 3:AAS 72 (1980) 117-119.</ref>, che però sia unita strutturalmente con la chiesa e ben visibile ai fedeli.
a) se la Comunione si fa bevendo direttamente dal calice316. Secondo una consuetudine tramandata, presso il tabernacolo rimanga sempre accesa una lampada particolare, alimentata da olio o un calice di sufficiente grandezza o più calicicera, con attenzione tuttavia nel prevedere che cui si indichi e si onori la quantità del Sangue presenza di Cristo da consumare alla fine <ref>Cf. C.I.C., can. 940; Sacra Congregazione dei Riti, Istruzione Eucharisticum mysterium, 25 maggio 1967, n. 57: AAS 59 (1967) 569; cf. Rituale Romano, Rito della Comunione fuori della celebrazione non rimanga in misura sovrabbondante;Messa e Culto eucaristico, 1979, n. 11.</ref>.
b) se si fa 317. Si osservino rigorosamente anche tutte le altre disposizioni previste dal diritto per la conservazione della SS. Eucaristia<ref>Cf. soprattutto Sacra Congregazione per intinzionei Sacramenti, ostie né troppo sottili né troppo piccoleIstruzione Nullo umquam tempore, ma un poco più consistenti del solito, perché si possano convenientemente distribuire28 maggio 1938: AAS 30 (1938) 198-207; C.I.C., dopo averle intinte parzialmente nel Sangue del Signorecan. 934-944.</ref>.
286. Se la Comunione al Sangue si fa bevendo dal calice, il comunicando, dopo aver ricevuto il Corpo di Cristo, va dal ministro del calice e si ferma davanti a lui. Il ministro dice: Il Sangue di Cristo; il comunicando risponde: Amen, e, il ministro gli porge il calice, che lo stesso comunicando accosta alle labbra con le sue mani. Il comunicando beve un po’ dal calice, lo restituisce al ministro e si allontana; il ministro asterge con il purificatoio il labbro del calice.==== Le immagini sacre ====
287318. Se la Comunione al calice si fa per intinzioneNella Liturgia terrena, il comunicando, tenendo la patena sotto il mentoChiesa partecipa, va dal sacerdote che tiene il vaso con le particolepregustandola, al cui fianco sta il ministro a quella celeste che tiene il calice. Il sacerdote prende l’ostiaviene celebrata nella santa città di Gerusalemme, ne intinge una parte nel calice alla quale tende come pellegrina e mostrandola dice: Il Corpo nella quale Cristo siede alla destra di Dio, e il Sangue , venerando la memoria dei Santi, spera di Cristo; il comunicando risponde: Amenavere parte con essi<ref>Cf. Conc. Ecum. Vaticano II, Costituzione sulla sacra Liturgia, dal sacerdote riceve in bocca il SacramentoSacrosanctum Concilium, e poi si allontanan. 8.</ref>.
Capitolo VDISPOSIZIONE E ARREDAMENTO DELLE CHIESEPER LA CELEBRAZIONE DELLA EUCARISTIAPerciò, secondo un’antichissima tradizione della Chiesa, negli edifici sacri si espongano alla venerazione dei fedeli le immagini del Signore, della beata Vergine Maria e dei Santi<ref>Cf. Pontificale Romano, Benedizione degli oli e dedicazione della chiesa e dell’altare, 1980, n. 161; Rituale Romano, Benedizionale, 1992, Benedizione per l’esposizione di nuove immagini alla pubblica venerazione, nn. 1358-1406.</ref>;lì siano disposte in modo che conducano i fedeli verso i misteri della fede che vi si celebrano. Si presti attenzione che il loro numero non cresca in modo eccessivo, e che la loro disposizione non distolga l’attenzione dei fedeli dalla celebrazione<ref>Cf. Conc. Ecum. Vaticano II, Costituzione sulla sacra Liturgia, Sacrosanctum Concilium, n. 125.</ref>. Di un medesimo Santo poi non si abbia abitualmente che una sola immagine. In generale, nell’ornamento e nella disposizione della chiesa, per quanto riguarda le immagini, si cerchi di favorire la pietà di tutta la comunità oltre che la bellezza e la dignità delle immagini.
I. Principi generali== Capitolo VI - COSE NECESSARIE PER LA CELEBRAZIONE DELLA MESSA ==
288=== I. Per la celebrazione dell’Eucaristia, Il pane e il popolo di Dio si riunisce di solito nella chiesa oppure, se questa manca o è insufficiente, in un altro luogo decoroso che sia tuttavia degno di un così grande mistero. Quindi le chiese, o gli altri luoghi, siano adatte alla celebrazione delle azioni sacre e all’attiva partecipazione dei fedeli. Inoltre i luoghi sacri e le cose che servono al culto siano davvero degne, belle, segni e simboli delle realtà celesti[108].vino per celebrare l’Eucaristia (319 - 324) ===
289319. Pertanto Fedele all’esempio di Cristo, la Chiesa non cessa di fare appello al nobile servizio delle arti e ammette le forme artistiche di tutti i popoli e di tutti i paesi[109]. Anzi, come si sforza di conservare le opere d’arte ha sempre usato pane e i tesori che i secoli passati hanno trasmesso[110] e, vino con acqua per quanto è possibile, cerca di adattarli alle nuove esigenze, cerca pure di promuovere nuove forme corrispondenti all’indole di ogni epoca[111]celebrare la Cena del Signore.
Perciò nella formazione degli artisti come pure nella scelta delle opere da ammettere nella chiesa320. Il pane per la celebrazione dell’Eucaristia deve essere esclusivamente di frumento, si ricerchino gli autentici valori dell’arteconfezionato di recente e azzimo, che alimentino la fede e la devozione e corrispondano alla verità del loro significato e al fine cui sono destinate[112]secondo l’antica tradizione della Chiesa latina.
290321. Tutte le chiese siano dedicate o La natura di segno esige che la materia della celebrazione eucaristica si presenti veramente come cibo. Conviene quindi che il pane eucaristico, sebbene azzimo e confezionato nella forma tradizionale, sia fatto in modo che il sacerdote nella Messa celebrata con il popolo possa spezzare davvero l’ostia in più parti e distribuirle almeno benedettead alcuni dei fedeli. Le chiese cattedrali ostie piccole non sono comunque affatto escluse, quando il numero dei comunicandi, o altre ragioni pastorali lo esigano. Il gesto della frazione del pane, con cui l’Eucaristia veniva semplicemente designata nel tempo apostolico, manifesterà sempre più la forza e parrocchiali siano dedicate con rito solennel’importanza del segno dell’unità di tutti in un unico pane e del segno della carità, per il fatto che un unico pane è distribuito tra i fratelli.
291322. Tutti coloro che sono interessati alla costruzione, alla ristrutturazione e all’adeguamento delle chiese, consultino Il vino per la Commissione diocesana di Liturgia e Arte sacracelebrazione eucaristica deve essere tratto dal frutto della vite (Cf. Il Vescovo diocesanoLc 22, poi18), si serva del consiglio naturale e dell’aiuto della stessa Commissione quando si tratta di dare norme in questa materia o di approvare progetti di nuove chiese o di definire questioni di una certa importanza[113]genuino, cioè non misto a sostanze estranee.
292323. L’arredamento della chiesa Con la massima cura si ispiri a una nobile semplicità, piuttosto che al fasto. Nella scelta degli elementi per l’arredamento, si curi la verità delle cose conservino in perfetto stato il pane e il vino destinati all’Eucaristia; si tenda all’educazione dei fedeli badi cioè che il vino non diventi aceto e alla dignità di tutto che il luogo sacropane non si guasti o diventi troppo duro, così che solo con difficoltà si possa spezzare.
293324. Una conveniente disposizione Se dopo la consacrazione, o al momento della chiesa e dei suoi accessoriComunione, che rispondano opportunamente alle esigenze del nostro tempoil sacerdote si accorge di aver usato acqua, richiede che non si curino solo le cose più direttamente pertinenti alla celebrazione delle azioni sacreanziché vino, ma che si preveda anche ciò che contribuisce alla comodità dei fedelimetta l’acqua in un recipiente, versi nel calice vino con acqua e lo consacri, ripetendo la parte del racconto evangelico che abitualmente si trova nei luoghi dove riguarda la consacrazione del calice, senza dover nuovamente consacrare il popolo si radunapane.
294=== II. Il popolo di Dio, che si raduna per la Messa, ha una struttura organica e gerarchica, che si esprime nei vari compiti e nel diverso comportamento secondo le singole parti della celebrazione. Pertanto è necessario che la disposizione generale del luogo sacro sia tale da presentare Le suppellettili sacre in certo modo l’immagine dell’assemblea riunita, consentire l’ordinata e organica partecipazione di tutti e favorire il regolare svolgimento dei compiti di ciascuno.genere (325 - 326) ===
I fedeli 325. Come per la costruzione delle chiese, anche per ogni tipo di suppellettile sacra la Chiesa ammette il genere e lo stile artistico di ogni regione, e la schola avranno un posto accetta quegli adattamenti che renda più facile la loro partecipazione attiva[114]corrispondono alle culture e alle tradizioni dei singoli popoli, purché ogni cosa sia adatta all’uso per il quale è destinata<ref>Cf. Conc. Ecum. Vaticano II, Costituzione sulla sacra Liturgia, Sacrosanctum Concilium, n. 128.</ref>.
Il sacerdote celebrante, il diacono e gli altri ministri prenderanno posto nel presbiterio. Lì Anche in questo settore si preparino le sedi dei concelebranti; se però il loro numero è grande, curi quella nobile semplicità che si dispongano le loro sedi in altra parte della chiesa, ma vicino all’altareaccompagna tanto bene con l’arte autentica.
Queste disposizioni servono a esprimere 326. Nello scegliere la struttura gerarchica e materia per la diversità dei compitisuppellettile sacra, ma devono oltre a quella tradizionalmente in uso, si possono adoperare anche assicurare una più profonda e organica unitàquelle che, attraverso secondo la quale mentalità del nostro tempo, sono ritenute nobili, durevoli e che si manifesti chiaramente l’unità di tutto adattano bene all’uso sacro. In questo settore, il popolo santogiudizio spetta alla Conferenza Episcopale delle singole regioni (Cf. n. La natura e la bellezza del luogo e di tutta la suppellettile devono poi favorire la pietà e manifestare la santità dei misteri che vengono celebrati390).
II=== III. Ordinamento del presbiterioper la Celebrazione eucaristicaI vasi sacri (327 - 334) ===
295327. Il presbiterio è il luogo dove si trova l’altareTra le cose richieste per la celebrazione della Messa, viene proclamata la parola sono degni di Dioparticolare rispetto i vasi sacri; tra questi, specialmente il calice e il sacerdotela patena, nei quali vengono offerti, consacrati e consumati il diacono pane e gli altri ministri esercitano il loro ufficio. Si deve opportunamente distinguere dalla navata della chiesa per mezzo di una elevazione, o mediante strutture e ornamenti particolari. Sia inoltre di tale ampiezza da consentire un comodo svolgimento della celebrazione dell’Eucaristia e da favorire la sua visione[115]vino.
L’altare e le sue suppellettili328. I vasi sacri siano di metallo nobile. Se sono costruiti con metallo ossidabile o meno nobile dell’oro, vengano dorati almeno all’interno.
296329. L’altareA giudizio della Conferenza Episcopale, sul quale si rende presente nei segni sacramentali il sacrificio della crocecon atti riconosciuti dalla Sede Apostolica, è i vasi sacri possono essere fatti anche con altre materie solide e nobili, secondo la mensa del Signorecomune valutazione di ogni regione, alla quale il popolo di Dio è chiamato a partecipare quando è convocato per la Messa; l’altare è il centro dell’azione di grazie es. ebano o altri legni più duri, purché siano materie adatte all’uso sacro. In questo caso siano da preferire sempre materie che non si compie con l’Eucaristiaspezzino o si rovinino facilmente. Questo vale per tutti i vasi che sono destinati a custodire le ostie, come la patena, la pisside, la teca, l’ostensorio e altri vasi analoghi.
297330. I calici e gli altri vasi destinati a contenere il Sangue del Signore, abbiano la coppa fatta di una materia che non assorba i liquidi. La celebrazione dell’Eucaristia, nel luogo sacro, si deve compiere sopra un altare; fuori base del luogo sacro, invece, si calice può compiere anche sopra un tavolo adattoessere fatta con materie diverse, purché vi siano sempre una tovaglia solide e il corporale, la croce e i candelabridecorose.
298331. Conviene che in ogni chiesa ci sia l’altare fissoPer la consacrazione delle ostie, che significa si può convenientemente usare un’unica patena più chiaramente grande, nella quale si pone il pane sia per il sacerdote e permanentemente Gesù Cristoil diacono, pietra viva (1Pt 2,4; cf. Ef 2,20); negli sia per gli altri luoghi, destinati alle celebrazioni sacre, l’altare può essere mobileministri e i fedeli.
L’altare si dice fisso se 332. Per quanto riguarda la forma dei vasi sacri, è costruito in compito dell’artista confezionarli nel modo da aderire al pavimento più conveniente, secondo gli usi delle singole regioni, purché siano adatti all’uso liturgico cui sono destinati, e non poter quindi venir rimosso; si dice invece mobile se lo si può trasportaredistinguano chiaramente da quelli destinati all’uso quotidiano.
299333. L’altare sia costruito staccato dalla paretePer la benedizione dei vasi sacri, si osservino i riti prescritti nei libri liturgici<ref>Cf. Pontificale Romano, Benedizione degli oli e dedicazione della chiesa e dell’altare, 1980, Benedizione del calice e della patena, nn. 260-279; Rituale Romano, Benedizionale, 1992, Benedizione degli oggetti per potervi facilmente girare intorno e celebrare rivolti verso il popolo: la qual cosa è conveniente realizzare ovunque sia possibileculto, nn. L’altare sia poi collocato in modo da costituire realmente il centro verso il quale spontaneamente converga l’attenzione dei fedeli[116]1495-1505. Normalmente sia fisso e dedicato</ref>.
300334. L’altare, sia fisso che mobile, sia dedicato secondo Si conservi la tradizione di costruire in sagrestia il rito descritto nel Pontificale Romano; tuttavia l’altare mobile può essere solamente benedettosacrario per versarvi l’acqua per l’abluzione dei vasi sacri e della biancheria (Cf. n. 280).
301. Secondo un uso e un simbolismo tradizionali nella Chiesa, la mensa dell’altare fisso sia di pietra, e più precisamente di pietra naturale. Tuttavia, a giudizio della Conferenza Episcopale, si può adoperare anche un’altra materia degna, solida e ben lavorata. Gli stipiti però e la base per sostenere la mensa possono essere di qualsiasi materiale, purché conveniente e solido=== IV.Le vesti sacre (335 - 347) ===
L’altare mobile può 335. Nella Chiesa, corpo mistico di Cristo, non tutte le membra svolgono lo stesso compito. Questa diversità di compiti nella celebrazione dell’Eucaristia, si manifesta esteriormente con la diversità delle vesti sacre, che perciò devono essere costruito con qualsiasi materiale segno dell’ufficio proprio di un certo pregio ogni ministro. Conviene però che tali vesti contribuiscano anche al decoro dell’azione sacra. Le vesti che indossano i sacerdoti e i diaconi e solidogli altri ministri laici, confacente prima di essere destinate all’uso liturgico, vengono opportunamente benedette secondo lo stile e gli usi locali delle diverse regioniil rito descritto nel Rituale Romano<ref>Cf. Rituale Romano, Benedizionale, 1992, Benedizione degli oggetti per il culto, nn. 1497.</ref>.
302336. Si mantenga l’uso La veste sacra comune a tutti i ministri ordinati e istituiti di deporre sotto l’altare qualsiasi grado è il camice stretto ai fianchi dal cingolo, a meno che non sia fatto in modo da dedicare le reliquie dei Santiaderire al corpo anche senza cingolo. Prima di indossare il camice, anche se questo non martiricopre l’abito comune attorno al collo, si usi l’amitto. Però Il camice non può essere sostituito dalla cotta, neppure sopra la veste talare, quando, secondo le norme, si indossano la casula o la dalmatica, oppure quando si curi di verificare l’autenticità di tali reliquiedeve indossare la stola, senza la casula o la dalmatica.
303337. Nelle nuove chiese si costruisca un solo altare che significhi alla comunità dei fedeli l’unico Cristo Nella Messa e l’unica Eucaristia della Chiesanelle altre azioni sacre direttamente collegate con essa, veste propria del sacerdote celebrante è la casula o pianeta, se non viene indicato diversamente; la casula s’indossa sopra il camice e la stola.
Nelle chiese già costruite338. Veste propria del diacono è la dalmatica, quando da indossarsi sopra il vecchio altare è collocato in modo da rendere difficile camice e la stola; tuttavia la partecipazione del popolo e non può essere rimosso senza danneggiare dalmatica, o per necessità o per il valore artisticogrado minore di solennità, si costruisca un altro altare fisso, realizzato con arte e debitamente dedicato. Soltanto sopra questo altare si compiano le sacre celebrazioni. Il vecchio altare non venga ornato con particolare cura per non sottrarre l’attenzione dei fedeli dal nuovo altarepuò tralasciare.
304339. Per rispetto verso la celebrazione del memoriale del Signore Gli accoliti, i lettori e verso gli altri ministri laici possono indossare il convito nel quale vengono presentati il Corpo e il Sangue di Cristo, si distenda sopra l’altare sul quale si celebra almeno una tovaglia di colore bianco, che sia adatta alla struttura dell’altare per la forma, la misura e l’ornamentocamice o un’altra veste legittimamente approvata nella loro regione dalla Conferenza Episcopale (Cf. n. 390).
305340. Nell’ornare l’altare La stola indossata dal sacerdote gira attorno al collo e scende davanti, diritta. La stola indossata dal diacono poggia sulla spalla sinistra e, passando trasversalmente davanti al petto, si agisca con moderazioneraccoglie sul fianco destro.
Nel tempo d’Avvento l’altare sia ornato di fiori con quella misura che conviene alla natura di questo tempo, evitando di anticipare la gioia piena della Natività del Signore341. Nel tempo di Quaresima è proibito ornare l’altare con fiori. Fanno eccezione tuttavia la domenica Laetare (IV di Quaresima)Il piviale viene indossato dal sacerdote nelle processioni e nelle altre azioni sacre, secondo le solennità e le festerubriche proprie dei singoli riti.
L’ornamento dei fiori sia sempre misurato 342. Riguardo alla forma delle vesti sacre, le Conferenze Episcopali possono stabilire eproporre alla Sede Apostolica adattamenti richiesti dalle necessità e dagli usi delle singole regioni<ref>Cf. Conc. Ecum. Vaticano II, Costituzione sulla sacra Liturgia, piuttosto che sopra la mensa dell’altareSacrosanctum Concilium, si disponga attorno ad esson. 128.</ref>.
306343. Infatti sopra Per la mensa dell’altare possono disporsi solo le cose richieste per la celebrazione della Messa: l’Evangeliario dall’inizio della celebrazione fino alla proclamazione del Vangelo; il calice con la patenaconfezione delle vesti sacre, la pissideoltre alle stoffe tradizionali, se è necessariasi possono usare altre fibre naturali proprie delle singole regioni, il corporalecome pure fibre artificiali, il purificatoio, la palla rispondenti alla dignità dell’azione sacra e il Messale, siano disposti sulla mensa solo dal momento della presentazione dei doni fino alla purificazione dei vasipersona. In questa materia è giudice la Conferenza Episcopale<ref>Cf. ibidem.</ref>.
Si collochi pure 344. La bellezza e la nobiltà delle vesti si devono cercare e porre in modo discreto risalto più nella forma e nella materia usata, che nella ricchezza dell’ornato. Gli ornamenti possono presentare figurazioni, o immagini, o simboli, che indichino l’uso sacro delle vesti, con esclusione di ciò che può essere necessario per amplificare la voce del sacerdotenon vi si addice.
307345. I candelabri, richiesti per le singole azioni liturgiche, in segno di venerazione e La differenza dei colori nelle vesti sacre ha lo scopo di celebrazione festiva (Cf. n. 117)esprimere, siano collocati o sopra l’altareanche con mezzi esterni, oppure accanto ad esso, tenuta presente la struttura sia dell’altare caratteristica particolare dei misteri della fede che del presbiteriovengono celebrati, e il senso della vita cristiana in modo da formare un tutto armonico; e non impediscano ai fedeli di vedere comodamente ciò che si compie o viene collocato sull’altarecammino lungo il corso dell’anno liturgico.
308346. Inoltre vi sia sopra l’altare, o accanto ad esso, una croce, con l’immagine di Cristo crocifisso, ben visibile allo sguardo del popolo radunato. Conviene che questa croce rimanga vicino all’altare anche Riguardo al di fuori colore delle celebrazioni liturgichesacre vesti, per ricordare alla mente dei fedeli la salvifica Passione del Signore.si mantenga l’uso tradizionale, e cioè:
L’ambonea) Il colore bianco si usa negli Uffici e nelle Messe del tempo pasquale e del tempo natalizio. Inoltre: nelle celebrazioni del Signore, escluse quelle della Passione; nelle feste e nelle memorie della beata Vergine Maria, dei Santi Angeli, dei Santi non Martiri, nelle solennità di Tutti i Santi (1 novembre) e di san Giovanni Battista (24 giugno), nelle feste di san Giovanni evangelista (27 dicembre), della Cattedra di san Pietro (22 febbraio) e della Conversione di san Paolo (25 gennaio).
309. L’importanza della parola b) Il colore rosso si usa nella domenica di Dio esige che vi sia Passione (o delle Palme) e nel Venerdì santo, nella chiesa un luogo adatto dal quale essa venga annunciata, e verso il qualedomenica di Pentecoste, durante la Liturgia nelle celebrazioni della ParolaPassione del Signore, spontaneamente si rivolga l’attenzione nella festa natalizia degli Apostoli e degli evangelisti e nelle celebrazioni dei fedeli[117]Santi Martiri.
Conviene che tale luogo generalmente sia un ambone fisso c) Il colore verde si usa negli Uffici e non un semplice leggio mobile. L’ambone, secondo la struttura di ogni chiesa, deve essere disposto in modo tale che i ministri ordinati e i lettori possano essere comodamente visti e ascoltati dai fedelinelle Messe del tempo ordinario.
Dall’ambone d) Il colore viola si proclamano unicamente le letture, il salmo responsoriale usa nel tempo di Avvento e il preconio pasquale; ivi inoltre si possono proferire l’omelia di Quaresima. Si può usare negli Uffici e le intenzioni della preghiera universale o preghiera dei fedeli. La dignità dell’ambone esige che ad esso salga solo il ministro della Parolanelle Messe per i defunti.
È conveniente che il nuovo ambone sia benedettoe) Il colore nero si può usare, prima di esser destinato all’uso liturgicodove è prassi consueta, secondo il rito descritto nel Rituale Romano[118]nelle Messe per i defunti.
La sede per il sacerdote celebrante f) Il colore rosaceo si può usare, dove è tradizione, nelle domeniche Gaudete (III di Avvento) e le altre sediLaetare (IV di Quaresima).
310. La sede del sacerdote celebrante deve mostrare il compito che egli ha di presiedere l’assemblea e di guidare la preghiera. Perciò la collocazione g) Nei giorni più adatta è quella rivolta al popolo, al fondo del presbiterio, a meno che non vi solenni si oppongano la struttura dell’edificio e altri elementi, ad esempio la troppa distanza che rendesse difficile la comunicazione tra il sacerdote e i fedeli riunitipossono usare vesti festive più preziose, o anche se il tabernacolo occupa un posto centrale dietro l’altare. Si eviti ogni forma di trono[119]. È conveniente che la sede sia benedetta, prima di esser destinata all’uso liturgico, secondo il rito descritto nel Rituale Romano[120]non sono del colore del giorno.
Nel presbiterio siano collocate inoltre Per quanto riguarda i colori liturgici, le sedi per i sacerdoti concelebranti Conferenze Episcopali possono però stabilire e proporre alla Sede Apostolica adattamenti conformi alle necessità e quelle per i presbiteri che, indossando la veste corale, sono presenti alla celebrazione, senza concelebrarecultura dei singoli popoli.
La sede 347. Le Messe rituali si celebrano con il colore ad esse proprio, oppure con colore bianco o festivo. Le Messe per varie necessità con il colore proprio del diacono sia posta vicino alla sede giorno o del celebrantetempo, oppure con colore viola se hanno carattere penitenziale (ad es. Per gli altri ministri le sedi siano disposte Messe in tempo di guerra o di disordini; in modo tempo di fame; per la remissione dei peccati). Le Messe votive si celebrano con il colore adatto alla Messa che si distinguano dalle sedi del clero e che sia permesso loro di esercitare celebra o anche con facilità il colore proprio ufficio[121]del giorno o del tempo.
III=== V. La disposizione Altre suppellettili destinate all’uso della Chiesachiesa (348 - 351) ===
I posti dei fedeli348. Oltre ai vasi sacri e alle vesti liturgiche, per cui viene prescritta una determinata materia, anche l’altra suppellettile, destinata direttamente all’uso liturgico<ref>Per quanto riguarda la benedizione degli oggetti che nella chiesa sono destinati all’uso liturgico, cf. Rituale Romano, Benedizionale, 1992, Parte terza.</ref>, o in qualunque altro modo ammessa nella chiesa, deve essere degna e rispondere al fine a cui ogni cosa è destinata.
311349. Si curi in modo particolare la collocazione dei posti dei fedeliche i libri liturgici, perché possano debitamente parteciparespecialmente l’Evangeliario e il Lezionario, con lo sguardo che sono destinati alla proclamazione della parola di Dio e con lo spiritoquindi meritano una particolare venerazione, alle sacre celebrazioni. È bene mettere a loro disposizione banchi nell’azione liturgica siano davvero segni e sedie. Si deve però riprovare l’uso di riservare dei posti a persone private[122]. Le sedie o i banchi, specialmente nelle nuove chiesesimboli delle realtà soprannaturali, vengano disposti in modo che i fedeli possano assumere comodamente i diversi atteggiamenti del corpo richiesti dalle diverse parti della celebrazionesiano quindi degni, ornati e recarsi senza difficoltà a ricevere la santa Comunionebelli.
Si abbia 350. Inoltre si deve avere ogni cura per le cose che i fedeli possano non solo vederesono direttamente collegate con l’altare e la celebrazione eucaristica, ma anche, ascoltare comodamente sia il sacerdote, sia il diacono che i lettori grazie ai mezzi tecnici modernicome la croce dell’altare e quella processionale.
Il posto della "schola cantorum"351. Si curi in modo particolare che anche nelle cose di minore importanza le esigenze dell’arte siano opportunamente rispettate e degli strumenti musicaliche una nobile semplicità sia sempre congiunta con la debita pulizia.
312. La schola cantorum, tenuto conto della disposizione di ogni chiesa, sia collocata in modo da mettere chiaramente in risalto la sua natura: che essa cioè è parte della comunità dei fedeli e svolge un suo particolare ufficio; sia agevolato perciò il compimento del suo ministero liturgico e sia facilitata a ciascuno dei membri della schola la partecipazione sacramentale piena alla Messa[123].== Capitolo VII - LA SCELTA DELLE PARTI DELLA MESSA ==
313352. L’organo L’efficacia pastorale della celebrazione aumenta se i testi delle letture, delle orazioni e gli altri strumenti musicali legittimamente ammessi siano collocati in luogo adattodei canti corrispondono il meglio possibile alle necessità, in modo da poter essere di appoggio sia alla schola sia al popolo che canta preparazione spirituale e, se vengono suonati da soli, possano essere facilmente ascoltati da tuttialle capacità dei partecipanti. È conveniente Questo si ottiene usando convenientemente quella molteplice facoltà di scelta che l’organo venga benedetto prima di esser destinato all’uso liturgico, secondo il rito descritto nel Rituale Romano[124]sarà descritta più avanti.
In tempo d’Avvento l’organo Nel preparare la Messa il sacerdote tenga presente più il bene spirituale del popolo di Dio che la propria personale inclinazione. Si ricordi anche che la scelta di queste parti si deve fare insieme con i ministri e altri strumenti musicali siano usati con quella moderazione coloro che conviene alla natura di questo temposvolgono qualche ufficio nella celebrazione, evitando di anticipare la gioia piena della Natività del Signoresenza escludere i fedeli in ciò che li riguarda direttamente.
In tempo Dal momento che è offerta un’ampia possibilità di Quaresima scegliere le diverse parti della Messa, è permesso necessario che prima della celebrazione il diacono, il lettore, il salmista, il cantore, il suono dell’organo e di altri strumenti musicali soltanto commentatore, la schola, ognuno per sostenere il cantola sua parte, sappiano bene quali testi spettano a ciascuno, in modo che nulla si lasci all’improvvisazione. Fanno eccezione tuttavia L’armonica disposizione ed esecuzione dei riti contribuisce moltissimo a disporre lo spirito dei fedeli per la domenica Laetare (IV di Quaresima), le solennità e le festepartecipazione all’Eucaristia.
Il posto per la custodia === I. La scelta della Ss.ma EucaristiaMessa (353-355) ===
314353. Tenuto conto Nelle solennità il sacerdote è tenuto a seguire il calendario della struttura di ciascuna chiesa e delle legittime consuetudini dei luoghi, il SS. Sacramento sia conservato nel tabernacolo collocato in una parte della chiesa assai dignitosa, insigne, ben visibile, ornata decorosamente e adatta alla preghiera[125]cui celebra.
Il tabernacolo sia unico354. Nelle domeniche, inamovibilenelle ferie di Avvento, solido e inviolabiledi Natale, non trasparente di Quaresima e chiuso in modo da evitare il più possibile il pericolo di profanazione[126]. È conveniente inoltre che venga benedetto prima di esser destinato all’uso liturgicoPasqua, secondo il rito descritto nel Rituale Romano[127].nelle feste e nelle memorie obbligatorie:
315. In ragione del segnoa) se la Messa si celebra con il popolo, è più conveniente che il tabernacolo sacerdote segua il calendario della chiesa in cui si conserva la SS. Eucaristia non sia collocato sull’altare su cui si celebra la Messa[128].;
Conviene quindi che b) se la Messa si celebra con la partecipazione del solo ministro, il tabernacolo sia collocato, a giudizio sacerdote può scegliere tra il calendario del Vescovo diocesano:luogo e il calendario proprio.
a) o in presbiterio, non però sull’altare della celebrazione, nella forma e nel luogo più adatti, non escluso il vecchio altare che non si usa più per la celebrazione (Cf355. n. 303);Nelle memorie facoltative:
ba) o anche in qualche cappella adatta all’adorazione Nelle ferie di Avvento dal 17 al 24 dicembre, tra l’ottava di Natale, e nelle ferie di Quaresima, fatta eccezione per il Mercoledì delle Ceneri e alla preghiera privata dei fedeli[129]per le ferie della Settimana santa, che si celebra la Messa del giorno liturgico corrente; però sia unita strutturalmente con dalla memoria eventualmente segnata in quel giorno sul calendario generale si può prendere la chiesa e ben visibile ai fedelicolletta, purché non occorra il Mercoledì delle Ceneri o una feria della Settimana santa. Nelle ferie del tempo pasquale è possibile celebrare integralmente le memorie dei Santi.
316. Secondo una consuetudine tramandatab) Nelle ferie di Avvento prima del 17 dicembre, presso il tabernacolo rimanga sempre accesa una lampada particolarenelle ferie del tempo natalizio dal 2 gennaio e in quelle del tempo pasquale, alimentata da olio si può scegliere o cerala Messa della feria, con o la Messa del Santo o di uno dei Santi di cui si indichi e si onori fa la memoria, o la presenza Messa di Cristo[130]un Santo ricordato quel giorno nel Martirologio.
317. Si osservino rigorosamente anche tutte le altre disposizioni previste dal diritto per c) Nelle ferie del tempo ordinario, si può scegliere o la conservazione Messa della SS. Eucaristia[131]feria o la Messa di un’eventuale memoria facoltativa, o la Messa di qualche Santo ricordato in quel giorno nel Martirologio, o una Messa per le varie necessità o una Messa votiva.
Le immagini sacreSe celebra con partecipazione di popolo, il sacerdote si preoccuperà di non omettere troppo spesso e senza motivo sufficiente le letture assegnate per i singoli giorni dal Lezionario feriale: la Chiesa desidera infatti che venga offerta ai fedeli una mensa sempre più abbondante della parola di Dio<ref>Cf. Conc. Ecum. Vaticano II, Costituzione sulla sacra Liturgia, Sacrosanctum Concilium, n. 51.</ref>.
318. Nella Liturgia terrenaPer lo stesso motivo, la Chiesa partecipa, pregustandola, a quella celeste che viene celebrata nella santa città di Gerusalemme, alla quale tende come pellegrina non ricorra troppo spesso alle Messe dei defunti: tutte le Messe sono offerte per i vivi e nella quale Cristo siede alla destra di Dioper i defunti, e, venerando la dei defunti si fa memoria dei Santi, spera di avere parte con essi[132]in ogni Preghiera eucaristica.
Perciò, secondo un’antichissima tradizione della Chiesa, negli edifici sacri si espongano alla venerazione dei fedeli Là dove le immagini del Signore, memorie facoltative della beata Vergine Maria e dei Santi[133];lì siano disposte in modo che conducano i fedeli verso i misteri della fede che vi si celebrano. Si presti attenzione che il loro numero non cresca in modo eccessivo, e che la loro disposizione non distolga l’attenzione dei fedeli dalla celebrazione[134]. Di o di un medesimo Santo poi non si abbia abitualmente che una sola immagine. In generale, nell’ornamento e nella disposizione della chiesa, per quanto riguarda le immaginisono care alla pietà dei fedeli, si cerchi di favorire soddisfi la pietà di tutta la comunità oltre che la bellezza e la dignità delle immaginiloro legittima devozione.
Capitolo VICOSE NECESSARIE PER LACELEBRAZIONE DELLA MESSAQuando poi c’è possibilità di scelta tra una memoria iscritta nel calendario generale e una memoria del calendario diocesano o religioso, si dia la precedenza, a parità di importanza e secondo la tradizione, alla memoria del calendario particolare.
I=== II. Il pane e il vino per celebrare l’EucaristiaLa scelta delle parti della Messa (356-367) ===
319356. Fedele all’esempio di CristoNello scegliere i testi delle diverse parti della Messa, la Chiesa ha sempre usato pane e vino con acqua per celebrare la Cena sia del Signoretempo che dei Santi, si osservino le norme seguenti.
320. Il pane per la celebrazione dell’Eucaristia deve essere esclusivamente di frumento, confezionato di recente e azzimo, secondo l’antica tradizione della Chiesa latina.==== Le letture ====
321357. La natura di segno esige che la materia della celebrazione eucaristica si presenti veramente come cibo. Conviene quindi che Alla domenica e nelle solennità vi sono tre letture: il pane eucaristicoProfeta, sebbene azzimo l’Apostolo e confezionato nella forma tradizionale, sia fatto in modo che il sacerdote nella Messa celebrata con Vangelo; la loro proclamazione educa il popolo possa spezzare davvero l’ostia in più parti e distribuirle almeno ad alcuni dei fedelicristiano al senso della continuità nell’opera di salvezza, secondo la mirabile pedagogia divina. Le ostie piccole non sono comunque affatto escluse, quando il numero dei comunicandi, o altre ragioni pastorali lo esiganoQueste letture siano scrupolosamente utilizzate. Il gesto della frazione del pane, con cui l’Eucaristia veniva semplicemente designata nel Nel tempo apostolicopasquale, manifesterà sempre più secondo la forza e l’importanza del segno dell’unità di tutti in un unico pane e del segno tradizione della caritàChiesa, al posto dell’Antico Testamento, per il fatto che un unico pane è distribuito tra i fratellila lettura viene tratta dagli Atti degli Apostoli.
322Per le feste invece sono assegnate due letture. Il vino per Se tuttavia la celebrazione eucaristica deve essere tratto dal frutto della vite (Cf. Lc 22festa,18)secondo le norme, naturale e genuinoviene elevata al grado di solennità, cioè non misto a sostanze estraneesi aggiunge la terza lettura, che si prende dal Comune.
323Nelle memorie dei Santi, se non vi sono letture proprie, si proclamano normalmente le letture assegnate alla feria. Con la massima cura In alcuni casi si conservino propongono letture appropriate, che pongono in perfetto stato il pane e il vino destinati all’Eucaristia; luce un particolare aspetto della vita spirituale o dell’azione del Santo. Non si badi cioè che il vino deve però esagerare con l’uso di queste letture, se non diventi aceto e che il pane non si guasti o diventi troppo duro, così che solo con difficoltà si possa spezzarelo suggerisce una autentica ragione pastorale.
324358. Se dopo la consacrazione, o al momento Nel Lezionario feriale sono proposte delle letture per ogni giorno della Comunionesettimana, lungo tutto il sacerdote corso dell’anno: pertanto proprio queste letture si accorge di aver usato acquadovranno abitualmente usare nei giorni a cui sono assegnate, anziché vinoa meno che non ricorra una solennità o una festa, metta l’acqua in un recipienteo una memoria che abbia letture proprie dal Nuovo Testamento, versi nel calice vino con acqua e lo consacri, ripetendo nelle quali si faccia la parte menzione del racconto evangelico che riguarda la consacrazione del calice, senza dover nuovamente consacrare il paneSanto celebrato.
IIQuando la lettura continua venisse interrotta durante la settimana da una qualche solennità, o una festa o da qualche celebrazione speciale, il sacerdote, tenendo presente l’ordine delle letture di tutta la settimana, può aggiungere alle altre letture quella omessa o decidere quale testo sia da preferire. Le suppellettili sacre in genere
325. Come Nelle Messe per la costruzione delle chiesegruppi particolari, anche per ogni tipo di suppellettile sacra la Chiesa ammette il genere e lo stile artistico di ogni regione, e accetta quegli adattamenti che corrispondono alle culture e alle tradizioni dei singoli popolisacerdote potrà scegliere le letture più adatte a quella particolare celebrazione, purché ogni cosa sia adatta all’uso per il quale è destinata[135]tratte dai testi del Lezionario approvato.
Anche in questo settore si curi quella nobile semplicità 359. Una scelta speciale di testi della sacra Scrittura è fatta nel Lezionario per le Messe rituali, nelle quali è inserita la celebrazione di sacramenti o di sacramentali, o per le Messe che si accompagna tanto bene con l’arte autenticavengono celebrate per diverse necessità.
326. Nello scegliere la materia per la suppellettile sacra, oltre a quella tradizionalmente Questi Lezionari sono stati composti in uso, si possono adoperare anche quelle modo chei fedeli, secondo la mentalità del nostro tempo, sono ritenute nobiliattraverso l’ascolto di una lettura più adatta, durevoli comprendano meglio il mistero a cui prendono parte e che si adattano bene all’uso sacro. In questo settore, aumentino il giudizio spetta alla Conferenza Episcopale delle singole regioni (Cf. n. 390)loro amore per la parola di Dio.
IIIQuindi i testi da leggersi nella celebrazione si devono scegliere in base a un’opportuna considerazione pastorale, e tenuta presente la libertà di scelta prevista per questi casi. I vasi sacri
327360. Tra Si dà a volte una forma più lunga e una forma più breve dello stesso testo. Nella scelta fra le cose richieste per la celebrazione della Messadue stesure si tenga presente il criterio pastorale. Bisogna essere cioè attenti alla capacità dei fedeli di ascoltare con frutto una lettura più lunga o più breve e alla loro capacità di ascoltare il testo più completo, sono degni di particolare rispetto i vasi sacri; tra questida spiegare poi con l’omelia<ref>Cf. Messale Romano, Lezionario, specialmente il calice e la patenaseconda edizione tipica, nei quali vengono offertiIntroduzione, consacrati e consumati il pane e il vinon. 80.</ref>.
328361. I vasi sacri siano Quando è data la possibilità di metallo nobilescelta tra due testi già stabiliti o proposti come facoltativi, si dovrà tenere presente l’utilità dei partecipanti: si sceglierà quindi il testo più facile o più adatto ai fedeli riuniti, oppure si ripeterà o si tralascerà un testo indicato come proprio per una data celebrazione e facoltativo per l’altra, tenendo conto dell’utilità pastorale<ref>Cf. Se sono costruiti con metallo ossidabile o meno nobile dell’oroibidem, vengano dorati almeno all’internon. 81.</ref>.
329. A giudizio della Conferenza EpiscopaleCiò può avvenire o quando il medesimo testo si dovesse rileggere a distanza ravvicinata, con atti riconosciuti dalla Sede Apostolica, i vasi sacri possono essere fatti anche con altre materie solide per esempio di domenica e nobili, secondo la comune valutazione di ogni regioneil lunedì seguente, per es. ebano o altri legni più duri, purché siano materie adatte all’uso sacro. In questo caso siano da preferire sempre materie quando si ha il fondato timore che non si spezzino o si rovinino facilmenteil testo presenti difficoltà in qualche gruppo di fedeli. Questo vale per tutti i vasi Si eviti tuttavia che sono destinati a custodire le ostie, come la patenanella scelta dei testi della sacra Scrittura, la pisside, la teca, l’ostensorio e altri vasi analoghialcune parti siano costantemente escluse.
330362. I calici e gli altri vasi destinati a contenere il Sangue del SignoreOltre alle possibilità di cui si è parlato nei numeri precedenti per la scelta dei testi più adatti, abbiano le Conferenze Episcopali hanno la coppa fatta facoltà di una materia indicare, per particolari circostanze, alcuni adattamenti per le letture, a condizione che non assorba i liquidi. La base del calice può essere fatta con materie diverse, solide e decorosetesti vengano scelti da un Lezionario debitamente approvato.
331. Per la consacrazione delle ostie, si può convenientemente usare un’unica patena più grande, nella quale si pone il pane sia per il sacerdote e il diacono, sia per gli altri ministri e i fedeli.==== Le orazioni ====
332363. Per quanto riguarda la forma dei vasi sacriIn ogni Messa, è compito dell’artista confezionarli nel modo più convenientesalvo indicazioni in contrario, secondo gli usi delle singole regioni, purché siano adatti all’uso liturgico cui sono destinati, e si distinguano chiaramente da quelli destinati all’uso quotidianodicono le orazioni proprie di quella Messa.
333. Per Nelle memorie dei Santi si dice la benedizione dei vasi sacricolletta propria o, se questa manca, quella del Comune adatto; le orazioni sulle offerte e dopo la Comunione, se non sono proprie, si osservino i riti prescritti nei libri liturgici[136]possono scegliere dal comune o dalle ferie del tempo corrente.
334. Si conservi la tradizione Nelle ferie del tempo ordinario, oltre all’orazione della domenica precedente, si possono dire le orazioni di costruire in sagrestia il sacrario un’altra domenica del tempo ordinario, oppure un’orazione scelta tra i formulari per versarvi l’acqua per l’abluzione dei vasi sacri e della biancheria (Cf«varie necessità» che si trovano nel Messale. n. 280)Di queste Messe si può sempre comunque scegliere anche la sola colletta.
IVIn tal modo viene proposta una maggior ricchezza di testi, con i quali viene nutrita più abbondantemente la preghiera dei fedeli. Le vesti sacre
335. Nella ChiesaNei tempi più importanti dell’anno, corpo mistico di Cristo, non tutte le membra svolgono lo stesso compito. Questa diversità di compiti nella celebrazione dell’Eucaristiaquesto adattamento già avviene mediante l’orazione propria del tempo, che si manifesta esteriormente con la diversità delle vesti sacre, che perciò devono essere segno dell’ufficio proprio di trova per ogni ministro. Conviene però che tali vesti contribuiscano anche al decoro dell’azione sacra. Le vesti che indossano i sacerdoti e i diaconi e gli altri ministri laici, prima di essere destinate all’uso liturgico, vengono opportunamente benedette secondo il rito descritto giorno nel Rituale Romano[137]Messale.
336. ==== La veste sacra comune a tutti i ministri ordinati e istituiti di qualsiasi grado è il camice stretto ai fianchi dal cingolo, a meno che non sia fatto in modo da aderire al corpo anche senza cingolo. Prima di indossare il camice, se questo non copre l’abito comune attorno al collo, si usi l’amitto. Il camice non può essere sostituito dalla cotta, neppure sopra la veste talare, quando, secondo le norme, si indossano la casula o la dalmatica, oppure quando si deve indossare la stola, senza la casula o la dalmatica.Preghiera eucaristica ====
337364. Nella Messa e nelle altre azioni sacre direttamente collegate con essaI numerosi prefazi, veste propria del sacerdote celebrante di cui è la casula o pianetaarricchito il Messale Romano, se non viene indicato diversamente; la casula s’indossa sopra il camice mirano a mettere più pienamente in evidenza i motivi dell’azione di grazie nella Preghiera eucaristica e la stolaa porre maggiormente in luce i vari aspetti del mistero della salvezza.
338365. Veste propria del diacono è la dalmaticaLa scelta tra le Preghiere eucaristiche, da indossarsi sopra il camice e la stola; tuttavia la dalmaticache si trovano nel rito della Messa, o per necessità o per il grado minore di solennità, si può tralasciare.è regolata dalle norme seguenti:
339. Gli accolitia) La Preghiera eucaristica I o Canone Romano, i lettori e gli altri ministri laici possono indossare si può sempre usare; il camice suo uso tuttavia è più indicato nei giorni ai quali è assegnato un In comunione proprio, o un’altra veste legittimamente approvata nelle Messe con l’Accetta con benevolenza proprio, oltre che nelle celebrazioni degli Apostoli e dei Santi di cui si fa menzione nella loro regione dalla Conferenza Episcopale (Cf. n. 390)Preghiera stessa; così pure nelle domeniche, a meno che, per ragioni pastorali, non si preferisca la Preghiera eucaristica III.
340. b) La stola indossata dal sacerdote gira attorno al collo e scende davantiPreghiera eucaristica II, per le sue particolari caratteristiche, dirittaè più indicata per i giorni feriali o in circostanze particolari. La stola indossata dal diacono poggia sulla spalla sinistra eQuantunque abbia un prefazio proprio, può essere collegata con altri prefazi, specialmente con quelli che presentano in sintesi il mistero della salvezza, passando trasversalmente davanti al pettocome ad esempio i prefazi comuni. Quando si celebra la Messa per un defunto, si raccoglie sul fianco destropuò inserire la formula particolare proposta a suo luogo, cioè prima del Ricordati dei nostri fratelli.
341c) La Preghiera eucaristica III si può dire con qualsiasi prefazio. Il piviale viene indossato dal sacerdote È preferibile usarla nelle processioni domeniche e nei giorni festivi. Se questa Preghiera viene usata nelle altre azioni sacreMesse per i defunti, secondo si può usare la formula particolare per un defunto, inserendola a suo luogo, cioè dopo le rubriche proprie dei singoli ritiparole Ricongiungi a te, Padre misericordioso, tutti i tuoi figli ovunque dispersi.
342d) La Preghiera eucaristica IV ha un prefazio invariabile e offre un compendio più completo della storia della salvezza. Si può usare quando la Messa manca di un prefazio proprio e nelle domeniche del tempo ordinario. Riguardo alla forma delle vesti sacreIn questa Preghiera, in ragione della sua struttura, le Conferenze Episcopali possono stabilire e proporre alla Sede Apostolica adattamenti richiesti dalle necessità e dagli usi delle singole regioni[138]non si può inserire una particolare formula per un defunto.
343. Per la confezione delle vesti sacre, oltre alle stoffe tradizionali, si possono usare altre fibre naturali proprie delle singole regioni, come pure fibre artificiali, rispondenti alla dignità dell’azione sacra e della persona. In questa materia è giudice la Conferenza Episcopale[139].==== I canti ====
344366. La bellezza e la nobiltà delle vesti si devono cercare e porre in risalto più nella forma e nella materia usataAi canti stabiliti nell’ordinario della Messa, che nella ricchezza dell’ornato. Gli ornamenti possono presentare figurazionicome ad esempio l’Agnello di Dio, o immagini, o simboli, che indichino l’uso sacro delle vesti, con esclusione di ciò che non vi si addicepossono sostituire altri canti.
345367. La differenza dei colori nelle vesti sacre ha lo scopo Nello scegliere i canti fra le letture, e i canti di esprimereingresso, anche con mezzi esternidi offertorio e di Comunione, la caratteristica particolare dei misteri della fede che vengono celebratisi osservino le norme stabilite a suo luogo (Cf. nn. 40-41, e il senso della vita cristiana in cammino lungo il corso dell’anno liturgico47-48, 61-64, 74, 86-88).
346. Riguardo al colore delle sacre vesti, si mantenga l’uso tradizionale, e cioè:== Capitolo VIII - MESSE E ORAZIONI PER DIVERSE CIRCOSTANZE E MESSE PER I DEFUNTI ==
a) Il colore bianco si usa negli Uffici e nelle === I. Messe del tempo pasquale e del tempo natalizio. Inoltre: nelle celebrazioni del Signore, escluse quelle della Passione; nelle feste e nelle memorie della beata Vergine Maria, dei Santi Angeli, dei Santi non Martiri, nelle solennità di Tutti i Santi (1 novembre) e di san Giovanni Battista (24 giugno), nelle feste di san Giovanni evangelista (27 dicembre), della Cattedra di san Pietro (22 febbraio) e della Conversione di san Paolo orazioni per diverse circostanze (25 gennaio368 - 378).===
b) Il colore rosso si usa nella domenica 368. Poiché la Liturgia dei Sacramenti e dei Sacramentali offre ai fedeli ben disposti la possibilità di Passione (o delle Palme) santificare quasi tutti gli avvenimenti della vita per mezzo della grazia che fluisce dal mistero pasquale<ref>Cf. Conc. Ecum. Vaticano II, Costituzione sulla sacra Liturgia, Sacrosanctum Concilium, n. 61.</ref>, e nel Venerdì santopoiché l’Eucaristia è il sacramento per eccellenza, nella domenica il Messale presenta formulari di Pentecoste, Messe e orazioni che si possono usare nelle celebrazioni diverse circostanze della Passione del Signorevita cristiana, nella festa natalizia degli Apostoli per le necessità di tutto il mondo o della Chiesa universale e degli evangelisti e nelle celebrazioni dei Santi Martirilocale.
c) Il colore verde si usa negli Uffici 369. Essendovi una maggiore facoltà di scegliere le letture e nelle le orazioni, è bene che delle Messe del tempo ordinarioper diverse circostanze si faccia un uso moderato, cioè quando lo esige l’opportunità pastorale.
d) Il colore viola si usa nel tempo di Avvento e di Quaresima370. Si può usare negli Uffici e nelle In tutte le Messe per diverse circostanze, salvo espresse indicazioni in contrario, si possono usare le letture feriali con i defuntiloro canti responsoriali, se si accordano con la celebrazione.
e) Il colore nero si può usare371. Fra queste Messe vengono annoverate le Messe rituali, dove è prassi consuetale Messe per le varie necessità, nelle Messe quelle per i defuntidiverse circostanze e le votive.
f) Il colore rosaceo si può usare, dove è tradizione, 372. Le Messe rituali sono collegate con la celebrazione di alcuni Sacramenti o Sacramentali. Sono proibite nelle domeniche Gaudete (III di Avvento) , Quaresima e Laetare (IV Pasqua, nelle solennità, nei giorni fra l’ottava di Pasqua, nella Commemorazione di Quaresima)tutti i fedeli defunti, nel Mercoledì delle Ceneri e nelle ferie della Settimana santa; si devono inoltre osservare le norme indicate nei libri rituali o nei formulari delle Messe stesse.
g) Nei giorni più solenni 373. Le Messe per varie necessità o per diverse circostanze si possono usare vesti festive più prezioseutilizzano in alcuni particolari momenti, in tempi stabiliti o anche se non sono del colore del giornodi tanto in tanto. Tra queste, la competente autorità può scegliere Messe per eventuali suppliche pubbliche, stabilite dalla Conferenza Episcopale nel corso dell’anno.
Per quanto riguarda i colori liturgici374. Nel caso di una necessità particolarmente grave o di una utilità pastorale, si può celebrare una Messa adatta, per ordine o con il consenso del Vescovo diocesano, in qualsiasi giorno, eccetto le solennità e le Conferenze Episcopali possono però stabilire domeniche di Avvento, Quaresima e proporre alla Sede Apostolica adattamenti conformi alle necessità Pasqua, i giorni fra l’ottava di Pasqua, la Commemorazione di tutti i fedeli defunti, il Mercoledì delle Ceneri e alla cultura dei singoli popolile ferie della Settimana santa.
347375. Le Messe rituali si celebrano con il colore ad esse proprio, oppure con colore bianco o festivo. Le Messe per varie necessità con il colore proprio votive dei misteri del giorno Signore o del tempo, oppure con colore viola se hanno carattere penitenziale (ad es. le Messe in tempo onore della beata Vergine Maria o degliAngeli o di guerra qualche Santo o di disordini; in tempo di fame; tutti i Santi, si possono celebrare per la remissione pietà dei peccati)fedeli nelle ferie del tempo ordinario, anche se ricorre una memoria facoltativa. Le Tuttavia non si possono celebrare come votive le Messe votive si celebrano con il colore adatto alla Messa che si celebra riferiscono ai misteri della vita del Signore o anche della beata Vergine Maria, eccetto la Messa della sua Immacolata Concezione, perché la loro celebrazione è in armonia con il colore proprio del giorno o del tempocorso dell’anno liturgico.
V376. Altre suppellettili destinate all’uso Nei giorni in cui ricorre una memoria obbligatoria o una feria di Avvento fino al 16 dicembre, del tempo natalizio a cominciare dal 2 gennaio, e del tempo pasquale dopo l’ottava di Pasqua, sono per sé proibite le Messe per varie necessità e quelle votive. Se però lo richiede un’autentica necessità o un’utilità pastorale, nella Messa con partecipazione di popolo si può usare il formulario corrispondente a questa necessità o utilità, a giudizio del rettore della chiesao dello stesso sacerdote celebrante.
348377. Oltre ai vasi sacri e alle vesti liturgiche, per cui viene prescritta una determinata materia, anche l’altra suppellettile, destinata direttamente all’uso liturgico[140]Nelle ferie del tempo ordinario nelle quali ricorrono memorie facoltative o si fa l’ufficio della feria, si può celebrare qualunque Messa o in utilizzare qualunque altro modo ammessa nella chiesaorazione per diverse circostanze, deve essere degna e rispondere al fine a cui ogni cosa è destinatafatta eccezione per le Messe rituali.
349378. Si curi raccomanda particolarmente la memoria di santa Maria in sabato, perché nella Liturgia della Chiesa viene venerata in modo particolare che speciale e prima di tutti i libri liturgiciSanti la Madre del Redentore<ref>Cf. Conc. Vaticano II, specialmente l’Evangeliario e il LezionarioCostituzione dogmatica sulla Chiesa, Lumen gentium, che sono destinati alla proclamazione della parola di Dio e quindi meritano una particolare venerazionen. 54; Paolo VI, nell’azione liturgica siano davvero segni e simboli delle realtà soprannaturaliEsort. Ap. Marialis cultus, siano quindi degni2 febbraio 1974, ornati e bellin. 9: AAS 66 (1974) 122-123.</ref>.
350=== II. Inoltre si deve avere ogni cura Messe per le cose che sono direttamente collegate con l’altare e la celebrazione eucaristica, come la croce dell’altare e quella processionale.i defunti (379-385) ===
351379. Si curi La Chiesa offre il sacrificio eucaristico della Pasqua di Cristo per i defunti, in modo particolare che anche nelle cose , per la comunione esistente fra tutte le membra di minore importanza le esigenze dell’arte siano opportunamente rispettate Cristo, gli uni ricevano un aiuto spirituale e che una nobile semplicità sia sempre congiunta con la debita puliziagli altri il conforto della speranza.
Capitolo VIILA SCELTA DELLE PARTI DELLA MESSA380. Tra le Messe per i defunti ha il primo posto la Messa esequiale, che si può celebrare tutti i giorni, eccetto le solennità di precetto, il Giovedì della Settimana santa, il Triduo pasquale e le domeniche di Avvento, Quaresima e Pasqua, osservando inoltre tutto quello che prescrive il diritto<ref>Cf. soprattutto C.I.C., cann. 1176-1185; Rituale Romano, Rito delle esequie, 1974.</ref>.
352381. L’efficacia pastorale La Messa dei defunti alla notizia della celebrazione aumenta se i testi delle letturemorte di una persona, o nel giorno della sepoltura definitiva, delle orazioni e dei canti corrispondono il meglio possibile alle necessitào nel primo anniversario, alla preparazione spirituale e alle capacità dei partecipanti. Questo si ottiene usando convenientemente quella molteplice facoltà può celebrare anche fra l’ottava di scelta Natale, nei giorni nei quali occorre una memoria obbligatoria o una feria, che sarà descritta più avantinon sia il Mercoledì delle Ceneri o una feria della Settimana santa.
Nel preparare la Messa il sacerdote tenga presente più il bene spirituale Le altre Messe per i defunti, o Messe «quotidiane», si possono celebrare nelle ferie del popolo di Dio che la propria personale inclinazione. Si ricordi anche che la scelta di queste parti tempo ordinario, nelle quali occorrono memorie facoltative o si deve fare insieme con i ministri e con coloro che svolgono qualche ufficio nella celebrazionefa l’Ufficio della feria, senza escludere purché siano veramente applicate per i fedeli in ciò che li riguarda direttamentedefunti.
Dal momento che è offerta un’ampia possibilità di scegliere le diverse parti della 382. Nella Messaesequiale si tenga normalmente una breve omelia, è necessario che prima della celebrazione il diacono, il lettore, il salmista, il cantore, il commentatore, la schola, ognuno per la sua parte, sappiano bene quali testi spettano a ciascuno, in modo che nulla si lasci all’improvvisazione. L’armonica disposizione ed esecuzione dei riti contribuisce moltissimo a disporre lo spirito dei fedeli per escludendo però la partecipazione all’Eucaristiaforma dell’elogio funebre.
I383. Si invitino i fedeli, specialmente i familiari del defunto, a partecipare anche con la santa Comunione al sacrificio eucaristico offerto per il defunto stesso. La scelta della Messa
353384. Nelle solennità Se la Messa e il sacerdote rito delle esequie vengono celebrati insieme, recitata l’orazione dopo la Comunione, si tralasciano i riti di conclusione e si compie l’ultima raccomandazione o commiato. Questo rito si fa soltanto quando il cadavere è tenuto a seguire il calendario della chiesa in cui celebrapresente.
354385. Nelle domenicheNell’ordinare e scegliere le parti variabili della Messa per i defunti (come le orazioni, le letture, la preghiera universale), specialmente nella Messa esequiale, nelle ferie di Avventosi tengano presenti, di Natalecome è giusto, di Quaresima e di Pasquagli aspetti pastorali che interessano il defunto, nelle feste la sua famiglia e nelle memorie obbligatorie:i presenti.
a) se Inoltre i pastori d’anime abbiano un riguardo speciale per coloro che in occasione del funerale assistono alla celebrazione liturgica o ascoltano la Messa si celebra con il popoloproclamazione del Vangelo, siano essi acattolici o cattolici che non partecipano mai o quasi mai all’Eucaristia, il sacerdote segua il calendario della chiesa in cui si celebrao che sembrano aver perduto la fede;i sacerdoti sono per tutti i ministri del Vangelo di Cristo.
b== Capitolo IX - GLI ADATTAMENTI CHE COMPETONO AI VESCOVI DIOCESANI E ALLE CONFERENZE EPISCOPALI (386-399) se la Messa si celebra con la partecipazione del solo ministro, il sacerdote può scegliere tra il calendario del luogo e il calendario proprio.==
355386. Ai nostri tempi, nel riformare il Messale Romano secondo i decreti del Concilio Ecumenico Vaticano II, ci si è sempre preoccupati che tutti i fedeli, nella celebrazione eucaristica, possano esercitare quella piena, cosciente e attiva partecipazione, che è richiesta dalla natura della stessa Liturgia e alla quale gli stessi fedeli, in forza della loro condizione, hanno diritto e dovere<ref>Cf. Conc. Ecum. Vaticano II, Costituzione sulla sacra Liturgia, Sacrosanctum Concilium, n. 14.</ref>. Nelle memorie facoltative:
a) Nelle ferie di Avvento dal 17 al 24 dicembre, tra l’ottava di Natale, Perché la celebrazione risponda più pienamente alle norme e nelle ferie di Quaresimaallo spirito della sacra Liturgia, fatta eccezione per il Mercoledì delle Ceneri in questo Ordinamento generale e per le ferie nel rito della Settimana santa, si celebra la Messa del giorno liturgico corrente; però dalla memoria eventualmente segnata in quel giorno sul calendario generale si può prendere la collettavengono proposti alcuni ulteriori adattamenti, purché non occorra il Mercoledì delle Ceneri che sono affidati al giudizio o una feria della Settimana santa. Nelle ferie del tempo pasquale è possibile celebrare integralmente le memorie dei SantiVescovo diocesano o delle Conferenze Episcopali.
b) Nelle ferie di Avvento prima 387. Il Vescovo diocesano, che è da considerare come il grande sacerdote del 17 dicembresuo gregge, nelle ferie del tempo natalizio dal 2 gennaio quale in qualche misura deriva e dipende la vita dei suoi fedeli in quelle del tempo pasqualeCristo<ref>Cf. ibidem, n. 41.</ref>, deve promuovere, guidare e vigilare sulla vita liturgica nella sua diocesi. A lui, si può scegliere o in questo Ordinamento generale è affidato il compito di regolare la Messa disciplina della feriaconcelebrazione (Cf. n. 202, 374), o la Messa del Santo o stabilire le norme circa il compito di uno dei Santi di cui si fa servire il sacerdote all’altare (Cf. n. 107), circa la memoriadistribuzione della sacra Comunione sotto le due specie (Cf. n. 283), o circa la costruzione e la Messa ristrutturazione delle chiese (Cf. n. 291). Ma a lui spetta prima di un Santo ricordato quel giorno nel Martirologiotutto coltivare nei presbiteri, nei diaconi e nei fedeli lo spirito della sacra Liturgia.
c) Nelle ferie del tempo ordinario388. Gli adattamenti sotto descritti, si può scegliere o la Messa della feria o la Messa di un’eventuale memoria facoltativache esigono maggiore coordinamento, o la Messa di qualche Santo ricordato in quel giorno nel Martirologiosono da stabilirsi, o una Messa per le varie necessità o una Messa votivasecondo il diritto, dalla Conferenza Episcopale.
Se celebra con partecipazione 389. Alle Conferenze Episcopali spetta anzitutto preparare e approvare l’edizione di popoloquesto Messale Romano nelle lingue moderne approvate, il sacerdote si preoccuperà di non omettere troppo spesso e senza motivo sufficiente le letture assegnate per i singoli giorni dal Lezionario feriale: affinché, dopo la Chiesa desidera infatti che venga offerta ai fedeli una mensa sempre più abbondante conferma della parola di Dio[141]Sede Apostolica, si usi poi nelle rispettive regioni<ref>Cf. C.I.C., can. 838, § 3.</ref>.
Per lo stesso motivoIl Messale Romano, non ricorra troppo spesso alle Messe dei defunti: tutte le Messe sono offerte per i vivi e per i defuntisia nel testo latino che nelle traduzioni nazionali legittimamente approvate, e dei defunti si fa memoria in ogni Preghiera eucaristicadeve pubblicare integralmente.
Là dove le memorie facoltative 390. È proprio delle Conferenze Episcopali, dopo la conferma della beata Vergine Maria, o di un SantoSede Apostolica, definire e introdurre nel Messale gli adattamenti che sono care alla pietà dei fedeliindicati in questo Ordinamento generale nel rito della Messa, si soddisfi la loro legittima devozione.come:
Quando poi c’è possibilità di scelta tra una memoria iscritta nel calendario generale - i gesti dei fedeli e una memoria gli atteggiamenti del calendario diocesano o religiosocorpo (Cf. sopra, si dia la precedenza, a parità di importanza e secondo la tradizione, alla memoria del calendario particolaren.43);
II- i gesti di venerazione verso l’altare e l’Evangeliario (Cf. La scelta delle parti della Messasopra, n.273);
356. Nello scegliere - i testi delle diverse parti della Messadei canti all’ingresso, sia del tempo che dei Santiall’offertorio e alla Comunione (Cf. sopra, si osservino le norme seguentinn.48, 74, 87);
Le - le letturedella sacra Scrittura da usare in particolari circostanze (Cf. sopra, n. 362);
357. Alla domenica e nelle solennità vi sono tre letture: il Profeta, l’Apostolo e il Vangelo; - la loro proclamazione educa il popolo cristiano al senso della continuità nell’opera modalità dello scambio di salvezza, secondo la mirabile pedagogia divinapace (Cf. Queste letture siano scrupolosamente utilizzate. Nel tempo pasqualesopra, secondo la tradizione della Chiesa, al posto dell’Antico Testamento, la lettura viene tratta dagli Atti degli Apostolin.82);
Per le feste invece sono assegnate due letture. Se tuttavia la festa, secondo le norme, viene elevata al grado - il modo di solennità, si aggiunge ricevere la terza letturasacra Comunione (Cf. sopra, che si prende dal Comunenn.160, 283);
Nelle memorie - la materia dell’altare e della sacra suppellettile, specialmente dei Santivasi sacri, se non vi sono letture propriee anche la materia, si proclamano normalmente le letture assegnate alla feriala forma e il colore delle vesti liturgiche (Cf. In alcuni casi si propongono letture appropriatesopra, che pongono in luce un particolare aspetto della vita spirituale o dell’azione del Santonn. Non si deve però esagerare con l’uso di queste letture301, 326, 329, 339, se non lo suggerisce una autentica ragione pastorale342-346).
358. Nel Lezionario feriale sono proposte delle letture per ogni giorno della settimanaI Direttori o le Istruzioni pastorali, lungo tutto il corso dell’anno: pertanto proprio queste letture si dovranno abitualmente usare nei giorni a cui sono assegnate, a meno che non ricorra una solennità o una festale Conferenze Episcopali riterranno utili, o una memoria che abbia letture proprie dal Nuovo Testamentoprevio il riconoscimento della Sede Apostolica, nelle quali si faccia la menzione del Santo celebratopotranno essere introdotte nel Messale Romano in luogo opportuno.
Quando la lettura continua venisse interrotta durante la settimana da 391. Alle stesse Conferenze Episcopali spetta di dedicare una qualche solennitàcura particolare alla traduzione dei testi biblici che si usano nella celebrazione della Messa. Dalla sacra Scrittura infatti sono desunte le pericopi che si leggono e che si spiegano nell’omelia e i salmi che si cantano; inoltre dalla sua ispirazione e dal suo contenuto sono nate le preghiere, le orazioni e i canti liturgici, o una festa o come pure da qualche celebrazione specialeessa prendono significato le azioni e i segni<ref>Cf. Conc. Ecum. Vaticano II, il sacerdoteCostituzione sulla sacra Liturgia, tenendo presente l’ordine delle letture di tutta la settimanaSacrosanctum Concilium, può aggiungere alle altre letture quella omessa o decidere quale testo sia da preferiren. 24.</ref>.
Nelle Messe per gruppi particolari, Si usi il sacerdote potrà scegliere le letture più adatte a quella particolare celebrazionelinguaggio che risponda alla capacità dei fedeli e che sia adatto ad una proclamazione pubblica, purché tratte dai testi del Lezionario approvatoosservando tuttavia ciò che è proprio dei diversi modi di parlare nei libri biblici.
359392. Una scelta speciale di Spetta inoltre alle Conferenze Episcopali preparare con grande diligenza la traduzione degli altri testi della sacra Scrittura è fatta , cosicché, nel Lezionario per rispetto anche del carattere proprio di ciascuna lingua, venga reso pienamente e fedelmente il senso del testo originale latino. Nel compiere questo lavoro, conviene prestare attenzione ai diversi generi di espressioni che si usano nella Messa, quali le orazioni presidenziali, le antifone, le Messe ritualiacclamazioni, nelle quali è inserita la celebrazione di sacramenti o di sacramentalii responsori, o per le Messe che vengono celebrate per diverse necessitàinvocazioni litaniche, ecc.
Questi Lezionari sono stati composti in modo Si tenga presente che i fedelila traduzione dei testi non ha come primo scopo la meditazione, attraverso l’ascolto di una lettura più adatta, comprendano meglio ma piuttosto la proclamazione o il mistero a cui prendono parte e aumentino il loro amore per la parola di Diocanto nell’atto della celebrazione.
Quindi i testi da leggersi nella celebrazione si devono scegliere in base a un’opportuna considerazione pastoraleSi usi un linguaggio adatto ai fedeli della regione; tuttavia sia dignitoso e dotato di qualità letteraria, ferma restando la necessità di una catechesi sul senso biblico e tenuta presente la libertà cristiano di scelta prevista per questi casialcune parole ed espressioni.
360. Si dà a volte una forma più lunga È opportuno che, nelle regioni che hanno la stessa lingua, per quanto possibile, si abbia la stessa traduzione dei testi liturgici, soprattutto dei testi biblici e una forma più breve dello stesso testodel rito della Messa<ref>Cf. Nella scelta fra le due stesure si tenga presente il criterio pastoraleibidem, n. Bisogna essere cioè attenti alla capacità dei fedeli di ascoltare con frutto una lettura più lunga o più breve e alla loro capacità di ascoltare il testo più completo36, da spiegare poi con l’omelia[142]§ 3.</ref>.
361393. Quando Considerando il posto eminente che il canto ha nella celebrazione, come parte necessaria e integrale della Liturgia<ref>Cf. ibidem, n. 112.</ref>, è data la possibilità di scelta tra due compito delle Conferenze Episcopali approvare melodie adatte, specialmente per i testi già stabiliti o proposti come facoltativi, si dovrà tenere presente l’utilità dei partecipanti: si sceglierà quindi il testo più facile o più adatto ai fedeli riunitidell’Ordinario della Messa, oppure si ripeterà o si tralascerà un testo indicato come proprio per una data celebrazione le risposte e le acclamazioni del popolo e facoltativo per l’altra, tenendo conto dell’utilità pastorale[143]riti particolari che ricorrono durante l’anno liturgico.
Ciò può avvenire o quando il medesimo testo si dovesse rileggere a distanza ravvicinataÈ loro competenza, per esempio di domenica e il lunedì seguenteinoltre, o quando si ha il fondato timore che il testo presenti difficoltà in qualche gruppo di fedeli. Si eviti tuttavia chegiudicare quali forme musicali, nella scelta dei testi della sacra Scritturaquali melodie e quali strumenti musicali sia lecito ammettere nel culto divino, alcune parti perché siano costantemente escluseveramente adatti all’uso sacro o possano adattarvisi.
362394. Oltre alle possibilità di cui si è parlato nei numeri precedenti per la scelta dei testi più adattiÈ necessario che ogni diocesi abbia il suo Calendario e il Proprio delle Messe. La Conferenza Episcopale poi prepari il calendario proprio della nazione o, con le altre Conferenze Episcopali hanno la facoltà di indicare, un Calendario per una più vasta regione, da approvarsi dalla Sede Apostolica<ref>Cf. Norme generali per particolari circostanzel’ordinamento dell’anno liturgico e del calendario, alcuni adattamenti nn. 48-51; Sacra Congregazione per le lettureil Culto Divino, Istruzione Calendaria particularia, 24 giugno 1970, nn. 4, a condizione che i testi vengano scelti da un Lezionario debitamente approvato8: AAS 62 (1970) 652-653.</ref>.
Le orazioniNel fare questo lavoro, si deve rispettare e difendere la domenica, come festa primordiale, quindi ad essa non siano anteposte altre celebrazioni, se non sono davvero di grandissima importanza<ref>Cf. Conc. Ecum. Vaticano II, Costituzione sulla sacra Liturgia, Sacrosanctum Concilium, n. 106.</ref>. Inoltre si presti attenzione che l’anno liturgico, rinnovato per volere del Concilio Vaticano II, non sia oscurato da elementi secondari.
363Nel preparare il calendario della nazione, si stabiliscano i giorni delle Rogazioni e delle Quattro Tempora, facendo particolare attenzione alle forme e ai testi per la loro celebrazione<ref>Cf. In ogni MessaNorme generali per l’ordinamento dell’anno liturgico e del calendario, salvo indicazioni in contrarion. 46; Sacra Congregazione per il Culto Divino, si dicono le orazioni proprie di quella MessaIstruzione Calendaria particularia, 24 giugno 1970, nn. 38: AAS 62 (1970) 660.</ref> e ad altre particolari disposizioni.
Nelle memorie dei Santi si dice la colletta propria oConviene che, se questa mancanella edizione del Messale, quella del Comune adatto; le orazioni sulle offerte e dopo celebrazioni proprie di tutta la Comunionenazione o territorio siano inserite a suo luogo nel calendario generale, se non sono quelle invece proprie, si possono scegliere dal comune di una particolare regione o dalle ferie del tempo correntediocesi siano poste in appendice.
Nelle ferie del tempo ordinario395. Infine, se la partecipazione dei fedeli e il loro bene spirituale esigono variazioni e adattamenti più profondi, perché la sacra celebrazione risponda allo spirito e alle tradizioni delle diverse popolazioni, oltre all’orazione le Conferenze Episcopali potranno proporle alla Sede Apostolica a norma dell’art. 40 della domenica precedenteCostituzione sulla Sacra Liturgia, si possono dire le orazioni per introdurle, col suo consenso, a favore specialmente di un’altra domenica del tempo ordinarioquelle popolazioni a cui è stato annunziato il Vangelo più recentemente<ref>Cf. Conc. Ecum. Vaticano II, oppure un’orazione scelta tra i formulari per «varie necessità» Costituzione sulla sacra Liturgia, Sacrosanctum Concilium, nn. 37-40.</ref>. Si osservino attentamente le norme particolari che si trovano nel Messalesono state stabilite nella Istruzione «La liturgia romana e l’inculturazione»<ref>Cf. Di queste Messe si può sempre comunque scegliere anche Congregazione per il Culto Divino e la sola collettaDisciplina dei Sacramenti, Istruzione Varietates Legitimae, 25 gennaio 1994, nn. 54, 62-69: AAS 87 (1995) 308-309, 311-313.</ref>.
In tal Nel modo viene proposta una maggior ricchezza di testi, con i quali viene nutrita più abbondantemente la preghiera dei fedeliprocedere in questo lavoro si osservi quanto segue.
Nei tempi più importanti dell’annoAnzitutto si faccia una previa esposizione particolareggiata alla Sede Apostolica, affinché, questo adattamento già avviene mediante l’orazione propria del tempodopo aver ottenuta la debita facoltà, che si trova per ogni giorno nel Messaleproceda ad elaborare i singoli adattamenti.
La Preghiera eucaristicaDopo l’approvazione delle proposte da parte della Santa Sede, si facciano esperimenti per i tempi e nei luoghi stabiliti. Se è il caso, terminato il tempo dell’esperimento, la Conferenza Episcopale stabilirà la prosecuzione degli adattamenti e sottoporrà al giudizio della Sede Apostolica la loro ultima formulazione<ref>Cf. ibidem, nn. 66-88: AAS 87 (1995) 313.</ref>.
364396. I numerosi prefaziTuttavia, prima di cui è arricchito il Messale Romanoarrivare a nuovi adattamenti, mirano specialmente se molto profondi, ci si dovrà dedicare con cura a mettere più pienamente in evidenza i motivi dell’azione di grazie nella Preghiera eucaristica promuovere saggiamente e ordinatamente una debita istruzione del clero e dei fedeli, a porre maggiormente in luce i vari aspetti del mistero condurre ad effetto le facoltà già previste e ad applicare pienamente le norme pastorali rispondenti allo spirito della salvezzacelebrazione.
365397. La scelta tra le Preghiere eucaristicheSi osservi anche il principio per cui ogni Chiesa particolare deve concordare con la Chiesa universale, non solo quanto alla dottrina della fede e ai segni sacramentali, ma anche quanto agli usi universalmente accettati dalla ininterrotta tradizione apostolica, che si trovano nel rito devono essere osservati non solo per evitare errori, ma anche per trasmettere l’integrità della Messafede, è regolata dalle norme seguentiperché la legge della preghiera della Chiesa corrisponde alla sua legge di fede<ref>Cf. ibidem, nn. 26-27:AAS 87 (1995) 298-299.</ref>.
a) La Preghiera eucaristica I o Canone Romano, si può sempre usare; il suo uso tuttavia è più indicato nei giorni ai quali è assegnato un In comunione proprio, o nelle Messe con l’Accetta con benevolenza proprio, oltre che nelle celebrazioni degli Apostoli e dei Santi di cui si fa menzione nella Preghiera stessa; così pure nelle domeniche, a meno che, per ragioni pastorali, non si preferisca la Preghiera eucaristica III. b) La Preghiera eucaristica II, per le sue particolari caratteristiche, è più indicata per i giorni feriali o in circostanze particolari. Quantunque abbia un prefazio proprio, può essere collegata con altri prefazi, specialmente con quelli che presentano in sintesi il mistero della salvezza, come ad esempio i prefazi comuni. Quando si celebra la Messa per un defunto, si può inserire la formula particolare proposta a suo luogo, cioè prima del Ricordati dei nostri fratelli. c) La Preghiera eucaristica III si può dire con qualsiasi prefazio. È preferibile usarla nelle domeniche e nei giorni festivi. Se questa Preghiera viene usata nelle Messe per i defunti, si può usare la formula particolare per un defunto, inserendola a suo luogo, cioè dopo le parole Ricongiungi a te, Padre misericordioso, tutti i tuoi figli ovunque dispersi. d) La Preghiera eucaristica IV ha un prefazio invariabile e offre un compendio più completo della storia della salvezza. Si può usare quando la Messa manca di un prefazio proprio e nelle domeniche del tempo ordinario. In questa Preghiera, in ragione della sua struttura, non si può inserire una particolare formula per un defunto. I canti 366. Ai canti stabiliti nell’ordinario della Messa, come ad esempio l’Agnello di Dio, non si possono sostituire altri canti. 367. Nello scegliere i canti fra le letture, e i canti di ingresso, di offertorio e di Comunione, si osservino le norme stabilite a suo luogo (Cf. nn. 40-41, 47-48, 61-64, 74, 86-88). Capitolo VIIIMESSE E ORAZIONI PER DIVERSE CIRCOSTANZEE MESSE PER I DEFUNTI I. Messe e orazioni per diverse circostanze 368. Poiché la Liturgia dei Sacramenti e dei Sacramentali offre ai fedeli ben disposti la possibilità di santificare quasi tutti gli avvenimenti della vita per mezzo della grazia che fluisce dal mistero pasquale[144], e poiché l’Eucaristia è il sacramento per eccellenza, il Messale presenta formulari di Messe e orazioni che si possono usare nelle diverse circostanze della vita cristiana, per le necessità di tutto il mondo o della Chiesa universale e locale. 369. Essendovi una maggiore facoltà di scegliere le letture e le orazioni, è bene che delle Messe per diverse circostanze si faccia un uso moderato, cioè quando lo esige l’opportunità pastorale. 370. In tutte le Messe per diverse circostanze, salvo espresse indicazioni in contrario, si possono usare le letture feriali con i loro canti responsoriali, se si accordano con la celebrazione. 371. Fra queste Messe vengono annoverate le Messe rituali, le Messe per le varie necessità, quelle per diverse circostanze e le votive. 372. Le Messe rituali sono collegate con la celebrazione di alcuni Sacramenti o Sacramentali. Sono proibite nelle domeniche di Avvento, Quaresima e Pasqua, nelle solennità, nei giorni fra l’ottava di Pasqua, nella Commemorazione di tutti i fedeli defunti, nel Mercoledì delle Ceneri e nelle ferie della Settimana santa; si devono inoltre osservare le norme indicate nei libri rituali o nei formulari delle Messe stesse. 373. Le Messe per varie necessità o per diverse circostanze si utilizzano in alcuni particolari momenti, in tempi stabiliti o anche di tanto in tanto. Tra queste, la competente autorità può scegliere Messe per eventuali suppliche pubbliche, stabilite dalla Conferenza Episcopale nel corso dell’anno. 374. Nel caso di una necessità particolarmente grave o di una utilità pastorale, si può celebrare una Messa adatta, per ordine o con il consenso del Vescovo diocesano, in qualsiasi giorno, eccetto le solennità e le domeniche di Avvento, Quaresima e Pasqua, i giorni fra l’ottava di Pasqua, la Commemorazione di tutti i fedeli defunti, il Mercoledì delle Ceneri e le ferie della Settimana santa. 375. Le Messe votive dei misteri del Signore o in onore della beata Vergine Maria o degliAngeli o di qualche Santo o di tutti i Santi, si possono celebrare per la pietà dei fedeli nelle ferie del tempo ordinario, anche se ricorre una memoria facoltativa. Tuttavia non si possono celebrare come votive le Messe che si riferiscono ai misteri della vita del Signore o della beata Vergine Maria, eccetto la Messa della sua Immacolata Concezione, perché la loro celebrazione è in armonia con il corso dell’anno liturgico. 376. Nei giorni in cui ricorre una memoria obbligatoria o una feria di Avvento fino al 16 dicembre, del tempo natalizio a cominciare dal 2 gennaio, e del tempo pasquale dopo l’ottava di Pasqua, sono per sé proibite le Messe per varie necessità e quelle votive. Se però lo richiede un’autentica necessità o un’utilità pastorale, nella Messa con partecipazione di popolo si può usare il formulario corrispondente a questa necessità o utilità, a giudizio del rettore della chiesa o dello stesso sacerdote celebrante. 377. Nelle ferie del tempo ordinario nelle quali ricorrono memorie facoltative o si fa l’ufficio della feria, si può celebrare qualunque Messa o utilizzare qualunque orazione per diverse circostanze, fatta eccezione per le Messe rituali. 378. Si raccomanda particolarmente la memoria di santa Maria in sabato, perché nella Liturgia della Chiesa viene venerata in modo speciale e prima di tutti i Santi la Madre del Redentore[145]. II. Messe per i defunti 379. La Chiesa offre il sacrificio eucaristico della Pasqua di Cristo per i defunti, in modo che, per la comunione esistente fra tutte le membra di Cristo, gli uni ricevano un aiuto spirituale e gli altri il conforto della speranza. 380. Tra le Messe per i defunti ha il primo posto la Messa esequiale, che si può celebrare tutti i giorni, eccetto le solennità di precetto, il Giovedì della Settimana santa, il Triduo pasquale e le domeniche di Avvento, Quaresima e Pasqua, osservando inoltre tutto quello che prescrive il diritto[146]. 381. La Messa dei defunti alla notizia della morte di una persona, o nel giorno della sepoltura definitiva, o nel primo anniversario, si può celebrare anche fra l’ottava di Natale, nei giorni nei quali occorre una memoria obbligatoria o una feria, che non sia il Mercoledì delle Ceneri o una feria della Settimana santa. Le altre Messe per i defunti, o Messe «quotidiane», si possono celebrare nelle ferie del tempo ordinario, nelle quali occorrono memorie facoltative o si fa l’Ufficio della feria, purché siano veramente applicate per i defunti. 382. Nella Messa esequiale si tenga normalmente una breve omelia, escludendo però la forma dell’elogio funebre. 383. Si invitino i fedeli, specialmente i familiari del defunto, a partecipare anche con la santa Comunione al sacrificio eucaristico offerto per il defunto stesso. 384. Se la Messa e il rito delle esequie vengono celebrati insieme, recitata l’orazione dopo la Comunione, si tralasciano i riti di conclusione e si compie l’ultima raccomandazione o commiato. Questo rito si fa soltanto quando il cadavere è presente. 385. Nell’ordinare e scegliere le parti variabili della Messa per i defunti (come le orazioni, le letture, la preghiera universale), specialmente nella Messa esequiale, si tengano presenti, come è giusto, gli aspetti pastorali che interessano il defunto, la sua famiglia e i presenti. Inoltre i pastori d’anime abbiano un riguardo speciale per coloro che in occasione del funerale assistono alla celebrazione liturgica o ascoltano la proclamazione del Vangelo, siano essi acattolici o cattolici che non partecipano mai o quasi mai all’Eucaristia, o che sembrano aver perduto la fede; i sacerdoti sono per tutti i ministri del Vangelo di Cristo. Capitolo IXGLI ADATTAMENTI CHE COMPETONO AI VESCOVI DIOCESANIE ALLE CONFERENZE EPISCOPALI 386. Ai nostri tempi, nel riformare il Messale Romano secondo i decreti del Concilio Ecumenico Vaticano II, ci si è sempre preoccupati che tutti i fedeli, nella celebrazione eucaristica, possano esercitare quella piena, cosciente e attiva partecipazione, che è richiesta dalla natura della stessa Liturgia e alla quale gli stessi fedeli, in forza della loro condizione, hanno diritto e dovere[147]. Perché la celebrazione risponda più pienamente alle norme e allo spirito della sacra Liturgia, in questo Ordinamento generale e nel rito della Messa vengono proposti alcuni ulteriori adattamenti, che sono affidati al giudizio o del Vescovo diocesano o delle Conferenze Episcopali. 387. Il Vescovo diocesano, che è da considerare come il grande sacerdote del suo gregge, dal quale in qualche misura deriva e dipende la vita dei suoi fedeli in Cristo[148], deve promuovere, guidare e vigilare sulla vita liturgica nella sua diocesi. A lui, in questo Ordinamento generale è affidato il compito di regolare la disciplina della concelebrazione (Cf. n. 202, 374), stabilire le norme circa il compito di servire il sacerdote all’altare (Cf. n. 107), circa la distribuzione della sacra Comunione sotto le due specie (Cf. n. 283), circa la costruzione e la ristrutturazione delle chiese (Cf. n. 291). Ma a lui spetta prima di tutto coltivare nei presbiteri, nei diaconi e nei fedeli lo spirito della sacra Liturgia. 388. Gli adattamenti sotto descritti, che esigono maggiore coordinamento, sono da stabilirsi, secondo il diritto, dalla Conferenza Episcopale. 389. Alle Conferenze Episcopali spetta anzitutto preparare e approvare l’edizione di questo Messale Romano nelle lingue moderne approvate, affinché, dopo la conferma della Sede Apostolica, si usi poi nelle rispettive regioni[149]. Il Messale Romano, sia nel testo latino che nelle traduzioni nazionali legittimamente approvate, si deve pubblicare integralmente. 390. È proprio delle Conferenze Episcopali, dopo la conferma della Sede Apostolica, definire e introdurre nel Messale gli adattamenti che sono indicati in questo Ordinamento generale nel rito della Messa, come: - i gesti dei fedeli e gli atteggiamenti del corpo (Cf. sopra, n. 43); - i gesti di venerazione verso l’altare e l’Evangeliario (Cf. sopra, n.273); - i testi dei canti all’ingresso, all’offertorio e alla Comunione (Cf. sopra, nn. 48, 74, 87); - le letture della sacra Scrittura da usare in particolari circostanze (Cf. sopra, n. 362); - la modalità dello scambio di pace (Cf. sopra, n. 82); - il modo di ricevere la sacra Comunione (Cf. sopra, nn. 160, 283); - la materia dell’altare e della sacra suppellettile, specialmente dei vasi sacri, e anche la materia, la forma e il colore delle vesti liturgiche (Cf. sopra, nn. 301, 326, 329, 339, 342-346). I Direttori o le Istruzioni pastorali, che le Conferenze Episcopali riterranno utili, previo il riconoscimento della Sede Apostolica, potranno essere introdotte nel Messale Romano in luogo opportuno. 391. Alle stesse Conferenze Episcopali spetta di dedicare una cura particolare alla traduzione dei testi biblici che si usano nella celebrazione della Messa. Dalla sacra Scrittura infatti sono desunte le pericopi che si leggono e che si spiegano nell’omelia e i salmi che si cantano; inoltre dalla sua ispirazione e dal suo contenuto sono nate le preghiere, le orazioni e i canti liturgici, come pure da essa prendono significato le azioni e i segni[150]. Si usi il linguaggio che risponda alla capacità dei fedeli e che sia adatto ad una proclamazione pubblica, osservando tuttavia ciò che è proprio dei diversi modi di parlare nei libri biblici. 392. Spetta inoltre alle Conferenze Episcopali preparare con grande diligenza la traduzione degli altri testi, cosicché, nel rispetto anche del carattere proprio di ciascuna lingua, venga reso pienamente e fedelmente il senso del testo originale latino. Nel compiere questo lavoro, conviene prestare attenzione ai diversi generi di espressioni che si usano nella Messa, quali le orazioni presidenziali, le antifone, le acclamazioni, i responsori, le invocazioni litaniche, ecc. Si tenga presente che la traduzione dei testi non ha come primo scopo la meditazione, ma piuttosto la proclamazione o il canto nell’atto della celebrazione. Si usi un linguaggio adatto ai fedeli della regione; tuttavia sia dignitoso e dotato di qualità letteraria, ferma restando la necessità di una catechesi sul senso biblico e cristiano di alcune parole ed espressioni. È opportuno che, nelle regioni che hanno la stessa lingua, per quanto possibile, si abbia la stessa traduzione dei testi liturgici, soprattutto dei testi biblici e del rito della Messa[151]. 393. Considerando il posto eminente che il canto ha nella celebrazione, come parte necessaria e integrale della Liturgia[152], è compito delle Conferenze Episcopali approvare melodie adatte, specialmente per i testi dell’Ordinario della Messa, per le risposte e le acclamazioni del popolo e per riti particolari che ricorrono durante l’anno liturgico. È loro competenza, inoltre, giudicare quali forme musicali, quali melodie e quali strumenti musicali sia lecito ammettere nel culto divino, perché siano veramente adatti all’uso sacro o possano adattarvisi. 394. È necessario che ogni diocesi abbia il suo Calendario e il Proprio delle Messe. La Conferenza Episcopale poi prepari il calendario proprio della nazione o, con le altre Conferenze, un Calendario per una più vasta regione, da approvarsi dalla Sede Apostolica[153]. Nel fare questo lavoro, si deve rispettare e difendere la domenica, come festa primordiale, quindi ad essa non siano anteposte altre celebrazioni, se non sono davvero di grandissima importanza[154]. Inoltre si presti attenzione che l’anno liturgico, rinnovato per volere del Concilio Vaticano II, non sia oscurato da elementi secondari. Nel preparare il calendario della nazione, si stabiliscano i giorni delle Rogazioni e delle Quattro Tempora, facendo particolare attenzione alle forme e ai testi per la loro celebrazione[155] e ad altre particolari disposizioni. Conviene che, nella edizione del Messale, le celebrazioni proprie di tutta la nazione o territorio siano inserite a suo luogo nel calendario generale, quelle invece proprie di una particolare regione o diocesi siano poste in appendice. 395. Infine, se la partecipazione dei fedeli e il loro bene spirituale esigono variazioni e adattamenti più profondi, perché la sacra celebrazione risponda allo spirito e alle tradizioni delle diverse popolazioni, le Conferenze Episcopali potranno proporle alla Sede Apostolica a norma dell’art. 40 della Costituzione sulla Sacra Liturgia, per introdurle, col suo consenso, a favore specialmente di quelle popolazioni a cui è stato annunziato il Vangelo più recentemente[156]. Si osservino attentamente le norme particolari che sono state stabilite nella Istruzione «La liturgia romana e l’inculturazione»[157]. Nel modo di procedere in questo lavoro si osservi quanto segue. Anzitutto si faccia una previa esposizione particolareggiata alla Sede Apostolica, affinché, dopo aver ottenuta la debita facoltà, si proceda ad elaborare i singoli adattamenti. Dopo l’approvazione delle proposte da parte della Santa Sede, si facciano esperimenti per i tempi e nei luoghi stabiliti. Se è il caso, terminato il tempo dell’esperimento, la Conferenza Episcopale stabilirà la prosecuzione degli adattamenti e sottoporrà al giudizio della Sede Apostolica la loro ultima formulazione[158]. 396. Tuttavia, prima di arrivare a nuovi adattamenti, specialmente se molto profondi, ci si dovrà dedicare con cura a promuovere saggiamente e ordinatamente una debita istruzione del clero e dei fedeli, a condurre ad effetto le facoltà già previste e ad applicare pienamente le norme pastorali rispondenti allo spirito della celebrazione. 397. Si osservi anche il principio per cui ogni Chiesa particolare deve concordare con la Chiesa universale, non solo quanto alla dottrina della fede e ai segni sacramentali, ma anche quanto agli usi universalmente accettati dalla ininterrotta tradizione apostolica, che devono essere osservati non solo per evitare errori, ma anche per trasmettere l’integrità della fede, perché la legge della preghiera della Chiesa corrisponde alla sua legge di fede[159]. Il Rito romano costituisce una parte notevole e preziosa del tesoro e del patrimonio liturgico della Chiesa Cattolica; le sue ricchezze giovano al bene di tutta la Chiesa, tanto che la loro perdita le nuocerebbe gravemente. Questo Rito nel corso dei secoli non solo ha conservato gli usi liturgici che hanno avuto origine nella città di Roma, ma in modo profondo, organico e armonico ha integrato in sé alcuni altri usi che derivavano dalle consuetudini e dalla cultura dei diversi popoli e delle diverse Chiese particolari dell’Occidente e dell’Oriente, acquisendo in tal modo un carattere che supera i limiti di una sola regione. Nel nostro tempo l’identità e l’espressione unitaria di questo Rito si trova nelle edizioni tipiche dei libri liturgici, promulgati dall’autorità del Sommo Pontefice e nei libri liturgici ad essi corrispondenti, confermati dalle Conferenze Episcopali per i loro territori e riconosciuti dalla Sede Apostolica[160]. 398. La norma stabilita dal Concilio Vaticano II[161], che cioè le innovazioni nel rinnovamento liturgico non avvengano se non lo esige una vera e certa utilità della Chiesa, e usando quella cautela per cui le forme nuove in qualche modo scaturiscano organicamente dalle forme che già esistono, deve essere applicata per operare l’inculturazione anche dello stesso Rito romano[162]. L’inculturazione inoltre esige un congruo periodo di tempo, perché nella fretta e nella disattenzione non venga poi compromessa l’autentica tradizione liturgica. La ricerca dell’inculturazione infine non tende affatto alla creazione di nuove famiglie rituali, ma a provvedere alle esigenze di una data cultura, in modo però che gli adattamenti introdotti sia nel Messale sia negli altri libri liturgici non rechino pregiudizio all’indole propria del Rito romano[163]. 399. Perciò il Messale Romano, anche nella diversità delle lingue e in una certa varietà di consuetudini[164], si deve conservare per il futuro come strumento e segno eccellente di integrità e di unità del Rito romano[165]. [1] Conc. Ecum. Tridentino, Sess. XXII, 17 settembre 1562, Denz-Schönm. 1738-1759. [2] Conc. Ecum. Vaticano II, Costituzione sulla sacra Liturgia, Sacrosanctum Concilium, n. 47; Costituzione dogmatica sulla Chiesa, Lumen Gentium, nn. 3, 28; Decreto sulla vita e sul ministero sacerdotale, Presbyterorum Ordinis, nn. 2, 4, 5. [3] Messa vespertina «Nella Cena del Signore», orazione sulle offerte. Cf. Sacramentarium Veronense, ed. L. C. Mohlberg, n. 93. [4] Cf. Preghiera eucaristica III. [5] Cf. Preghiera eucaristica IV. [6] Conc. Ecum. Vaticano II, Costituzione sulla sacra Liturgia, Sacrosanctum Concilium, nn. 7, 47; Decreto sulla vita e sul ministero sacerdotale, Presbyterorum Ordinis, nn. 5, 18. [7] Cf. Pio XII, Lett. enc. Humani generis, 12 agosto 1950: AAS 42 (1950) 570-571; Paolo VI, Lett. enc. Mysterium fidei, 3 settembre 1965: AAS 57 (1965) 762-769; Solenne professione di fede, 3 giugno 1968, nn. 24-26: AAS 60 (1968) 442-443; Sacra Congregazione dei riti, Istruzione Eucharisticum mysterium, 25 maggio 1967, nn. 3f, 9: AAS 59 (1967) 543, 547. [8] Conc. Ecum. Tridentino, Sess. XIII, 11 ottobre 1551, Denz-Schönm. 1635-1661. [9] Conc. Ecum. Vaticano II, Decreto sulla vita e sul ministero sacerdotale, Presbyterorum Ordinis, n. 2. [10] Conc. Ecum. Vaticano II, Costituzione sulla sacra Liturgia, Sacrosanctum Concilium, n. 11. [11] Ibidem, n. 50. [12] Conc. Ecum. Tridentino, Sess. XXII, Dottrina sul santissimo sacrificio della Messa, cap. 8, Denz-Schönm. 1749. [13] Ibidem, can. 9, Denz-Schönm. 1759. [14] Ibidem, cap. 8, Denz-Schönm. 1749. [15] Conc. Ecum. Vaticano II, Costituzione sulla sacra Liturgia, Sacrosanctum Concilium, n. 33. [16] Ibidem, n. 36. [17] Ibidem, n. 52. [18] Ibidem, n. 35, § 3. [19] Ibidem, n. 55. [20] Conc. Ecum. Tridentino, Sess. XXII, Dottrina sul santissimo sacrificio della Messa, cap. 6, Denz-Schönm. 1747. [21] Conc. Ecum. Vaticano II, Costituzione sulla sacra Liturgia, Sacrosanctum Concilium, n. 55. [22] Cf. Conc. Ecum. Vaticano II, Costituzione sulla sacra Liturgia, Sacrosanctum Concilium, n. 41; Costituzione dogmatica sulla Chiesa, Lumen Gentium, n. 11; Decreto sulla vita e sul ministero sacerdotale, Presbyterorum Ordinis, nn. 2, 5, 6; Decreto sull’ufficio pastorale di Vescovi, Christus Dominus, n. 30; Decreto sull’ecumenismo, Unitatis redintegratio, n. 15; Sacra Congregazione dei riti, Istruzione Eucharisticum mysterium, 25 maggio 1967, nn. 3e, 6: AAS 59 (1967) 542, 544-545. [23] Cf. Conc. Ecum. Vaticano II, Costituzione sulla sacra Liturgia, Sacrosanctum Concilium, n. 10. [24] Cf. Ibidem, n. 102. [25] Cf. Conc. Ecum. Vaticano II, Costituzione sulla sacra Liturgia, Sacrosanctum Concilium, n. 10; Decreto sulla vita e sul ministero sacerdotale, Presbyterorum Ordinis, n. 5. [26] Cf. Conc. Ecum. Vaticano II, Costituzione sulla sacra Liturgia, Sacrosanctum Concilium, nn. 14, 19, 26, 28, 30. [27] Cf. Ibidem, n. 47. [28] Cf. Ibidem, n. 14. [29] Cf. Ibidem, n. 41. [30] Cf. Conc. Ecum. Vaticano II, Decreto sulla vita e sul ministero sacerdotale, Presbyterorum Ordinis, n. 13; C.I.C., can. 904. [31] Cf. Conc. Ecum. Vaticano II, Costituzione sulla sacra Liturgia, Sacrosanctum Concilium, n. 59. [32] Per la celebrazione della Messa in situazioni particolari si osservi quanto stabilito: per le Messe nei gruppi particolari cf. Sacra Congregazione per il Culto Divino, Istruzione Actio pastoralis, 15 maggio 1969: AAS 61 (1969) 806-811; per le Messe con i fanciulli cf. Direttorio delle Messe con i fanciulli, 1 novembre 1973: AAS 66 (1974) 30-46; sul modo di unire le Ore dell’Ufficio con la Messa cf. Principi e norme per la Liturgia delle Ore, nn. 93-98; sul modo di unire alcune benedizioni e l’incoronazione dell’immagine della beata Vergine Maria con la Messa cf. Rituale Romano, Benedizionale, Premesse generali, n. 28; Rituale Romano, Rito per l’incoronazione dell’immagine della beata Vergine Maria, nn. 10, 14. [33] Cf. Conc. Ecum. Vaticano II, Decreto sull’ufficio pastorale di Vescovi, Christus Dominus, n. 14; Costituzione sulla sacra Liturgia, Sacrosanctum Concilium, n. 41. [34] Cf. Conc. Ecum. Vaticano II, Costituzione sulla sacra Liturgia, Sacrosanctum Concilium, n. 22. [35] Cf. Conc. Ecum. Vaticano II, Costituzione sulla sacra Liturgia, Sacrosanctum Concilium, n. 38; Paolo VI, Cost. Ap. Missale Romanum, 3 aprile 1969. [36] Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti, Istruzione Varietates Legitimae, 25 gennaio 1994: AAS 87 (1995) 288-314. [37] Cf. Conc. Ecum. Vaticano II, Decreto sulla vita e sul ministero sacerdotale, Presbyterorum Ordinis, n. 5; Costituzione sulla sacra Liturgia, Sacrosanctum Concilium, n. 33. [38] Conc. Ecum. Tridentino, Sess. XXII, Dottrina sul santissimo sacrificio della Messa, cap. 1, Denz-Schönm. 1740; cf. Paolo VI, Solenne professione di fede, 3 giugno 1968, n. 24: AAS 60 (1968) 442. [39] Cf. Conc. Ecum. Vaticano II, Costituzione sulla sacra Liturgia, Sacrosanctum Concilium, n. 7; Paolo VI, Lett. enc. Mysterium fidei, 3 settembre 1965: AAS 57 (1965) 764; Sacra Congregazione dei Riti, Istruzione Eucharisticum mysterium, 25 maggio 1967, n. 9: AAS 59 (1967) 547. [40] Cf. Conc. Ecum. Vaticano II, Costituzione sulla sacra Liturgia, Sacrosanctum Concilium, n. 56; Sacra Congregazione dei Riti, Istruzione Eucharisticum mysterium, 25 maggio 1967, n. 3: AAS 59 (1967) 542. [41] Cf. Conc. Ecum. Vaticano II, Costituzione sulla sacra Liturgia, Sacrosanctum Concilium, n. 48, 51; Costituzione dogmatica sulla divina Rivelazione, Dei Verbum, n. 21; Decreto sulla vita e sul ministero sacerdotale, Presbyterorum Ordinis, n. 4. [42] Cf. Conc. Ecum. Vaticano II, Costituzione sulla sacra Liturgia, Sacrosanctum Concilium, nn. 7, 33, 52. [43] Cf. ibidem, 33. [44] Cf. Sacra Congregazione dei Riti, Istruzione Musicam sacram, 5 marzo 1967, n. 14: AAS 59 (1967) 304. [45] Cf. Conc. Ecum. Vaticano II, Costituzione sulla sacra Liturgia, Sacrosanctum Concilium, nn. 26-27; Sacra Congregazione dei Riti, Istruzione Eucharisticum mysterium, 25 maggio 1967, n. 3: AAS 59 (1967) 542. [46] Cf. Conc. Ecum. Vaticano II, Costituzione sulla sacra Liturgia, Sacrosanctum Concilium, n. 30. [47] Cf. Sacra Congregazione dei Riti, Istruzione Musicam sacram, 5 marzo 1967, n. 16 a: AAS 59 (1967) 305. [48] S. Agostino di Ippona, Sermo 336, 1: PL 38, 1472. [49] Cf. Sacra Congregazione dei Riti, Istruzione Musicam sacram, 5 marzo 1967, nn. 7, 16: AAS 59 (1967) 302, 305. [50] Cf. Conc. Ecum. Vaticano II, Costituzione sulla sacra Liturgia, Sacrosanctum Concilium, n. 116; cf. anche il n. 30. [51] Cf. Conc. Ecum. Vaticano II, Costituzione sulla sacra Liturgia, Sacrosanctum Concilium, n. 54; Cf. Sacra Congregazione dei Riti, Istruzione Inter Oecumenici, 26 settembre 1964, n. 59: AAS 56 (1964) 891; Cf. Sacra Congregazione dei Riti, Istruzione Musicam sacram, 5 marzo 1967, n. 47: AAS 59 (1967) 314. [52] Cf. Conc. Ecum. Vaticano II, Costituzione sulla sacra Liturgia, Sacrosanctum Concilium, n. 30, 34; cf. anche il n. 21. [53] Cf. ibidem, n. 40; Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti, Istruzione Varietates Legitimae, 25 gennaio 1994, n. 41: AAS 87 (1995) 304. [54] Cf. Conc. Ecum. Vaticano II, Costituzione sulla sacra Liturgia, Sacrosanctum Concilium, n. 30; Cf. Sacra Congregazione dei Riti, Istruzione Musicam sacram, 5 marzo 1967, n. 17: AAS 59 (1967) 305. [55] Giovanni Paolo II, Lett. Ap. Dies Domini, 31 maggio 1998, n. 50: AAS 90 (1998) 745. [56] Cf. sotto, Appendice II. [57] Cf. Tertulliano, Adversus Marcionem, IV, 9: CCSL 1, 560; Origene, Disputatio cum Heracleida, n. 4, 24: SCh 67, 62; Statuta Concilii Hipponensi Breviata, 21: CCSL 149, 39. [58] Cf. Conc. Ecum. Vaticano II, Costituzione sulla sacra Liturgia, Sacrosanctum Concilium, n. 33. [59] Cf. ibidem, n. 7. [60] Messale Romano, Lezionario, seconda edizione tipica, Introduzione, n. 28. [61] Cf. Conc. Ecum. Vaticano II, Costituzione sulla sacra Liturgia, Sacrosanctum Concilium, n. 51. [62] Cf. Giovanni Paolo II, Lett. Ap. Vicesimus quintus annus, 4 dicembre 1988, n. 13: AAS 81 (1988) 910. [63] Cf. Conc. Ecum. Vaticano II, Costituzione sulla sacra Liturgia, Sacrosanctum Concilium, n. 52; C.I.C., can. 767, § 1. [64] Cf. Sacra Congregazione dei Riti, Istruzione Inter Oecumenici, 26 settembre 1964, n. 54: AAS 56 (1964) 890. [65] Cf. C.I.C., can 767, § 1; Pontificia Commissione per l’interpretazione autentica del C.I.C., risposta al dubbio circa il can. 767, § 1: AAS 79 (1987) 1249; Istruzione interdicasteriale su alcune questioni circa la collaborazione dei fedeli laici al ministero dei sacerdoti, Ecclesiae de mysterio, 15 agosto 1997, art. 3: AAS 89 (1997) 864. [66] Cf. Sacra Congregazione dei Riti, Istruzione Inter Oecumenici, 26 settembre 1964, n. 53: AAS 56 (1964) 890. [67] Cf. Conc. Ecum. Vaticano II, Costituzione sulla sacra Liturgia, Sacrosanctum Concilium, n. 53. [68] Cf. Sacra Congregazione dei Riti, Istruzione Inter Oecumenici, 26 settembre 1964, n. 56: AAS 56 (1964) 890. [69] Cf. Conc. Ecum. Vaticano II, Costituzione sulla sacra Liturgia, Sacrosanctum Concilium, n. 47; Sacra Congregazione dei riti, Istruzione Eucharisticum mysterium, 25 maggio 1967, nn. 3a, b: AAS 59 (1967) 540-541. [70] Cf. Sacra Congregazione dei Riti, Istruzione Inter Oecumenici, 26 settembre 1964, n. 91: AAS 56 (1964) 898; Istruzione Eucharisticum mysterium, 25 maggio 1967, n. 24: AAS 59 (1967) 554. [71] Cf. Conc. Ecum. Vaticano II, Costituzione sulla sacra Liturgia, Sacrosanctum Concilium, n. 48; Sacra Congregazione dei riti, Istruzione Eucharisticum mysterium, 25 maggio 1967, n. 12: AAS 59 (1967) 548-549. [72] Cf. Conc. Ecum. Vaticano II, Costituzione sulla sacra Liturgia, Sacrosanctum Concilium n. 48; Decreto sulla vita e sul ministero sacerdotale, Presbyterorum Ordinis, n. 5; Sacra Congregazione dei riti, Istruzione Eucharisticum mysterium, 25 maggio 1967, n. 12: AAS 59 (1967) 548-549. [73] Cf. Sacra Congregazione dei riti, Istruzione Eucharisticum mysterium, 25 maggio 1967, nn. 31, 32: AAS 59 (1967) 558-559; Sacra Congregazione per la Disciplina dei Sacramenti, Istruzione Immensae caritatis, 29 gennaio 1973, n. 2: AAS 65 (1973) 267-268. [74] Cf. Sacra Congregazione per i Sacramenti e il Culto Divino, Istruzione Inestimabile donum, 3 aprile 1980, n. 17: AAS 72 (1980) 338. [75] Cf. Conc. Ecum. Vaticano II, Costituzione sulla sacra Liturgia, Sacrosanctum Concilium, n. 26. [76] Cf. ibidem, n. 14. [77] Cf. ibidem, n. 28. [78] Cf. Conc. Ecum. Vaticano II, Costituzione dogmatica sulla Chiesa, Lumen gentium, nn. 26, 28; Costituzione sulla sacra Liturgia, Sacrosanctum Concilium, n. 42. [79] Cf. Conc. Ecum. Vaticano II, Costituzione sulla sacra Liturgia, Sacrosanctum Concilium, n. 26. [80] Cf. Caeremoniale Episcoporum, nn. 175-186. [81] Cf. Conc. Ecum. Vaticano II, Costituzione dogmatica sulla Chiesa, Lumen gentium, n. 28; Decreto sulla vita e sul ministero sacerdotale, Presbyterorum Ordinis, n. 2. [82] Paolo VI, Lett. Ap. Sacrum Diaconatus Ordinem, 18 giugno 1967: AAS 59 (1967) 697-704; Pontificale Romano, Ordinazione del Vescovo, dei Presbiteri e dei Diaconi, seconda edizione, 1992 n. 191. [83] Cf. Conc. Ecum. Vaticano II, Costituzione sulla sacra Liturgia, Sacrosanctum Concilium, n. 48; Sacra Congregazione dei riti, Istruzione Eucharisticum mysterium, 25 maggio 1967, n. 12: AAS 59 (1967) 548-549. [84] Cf. C.I.C., can 910, § 2; Istruzione interdicasteriale su alcune questioni circa la collaborazione dei fedeli laici al ministero dei sacerdoti, Ecclesiae de mysterio, 15 agosto 1997, art. 8: AAS 89 (1997) 871. [85] Cf. Sacra Congregazione per la Disciplina dei Sacramenti, Istruzione Immensae caritatis, 29 gennaio 1973, n. 1: AAS 65 (1973) 265-266; C.I.C, can. 230, § 3. [86] Cf. Conc. Ecum. Vaticano II, Costituzione sulla sacra Liturgia, Sacrosanctum Concilium, n. 24. [87] Cf. Sacra Congregazione dei Riti, Istruzione Musicam sacram, 5 marzo 1967, n. 19: AAS 59 (1967) 306. [88] Cf. ibidem, n. 21: AAS 59 (1967) 306-307. [89] Cf. Pontificio Consiglio per l’interpretazione dei testi legislativi., risposta al dubbio circa il can. 230, § 2: AAS 86 (1994) 541. [90] Cf. Conc. Ecum. Vaticano II, Costituzione sulla sacra Liturgia, Sacrosanctum Concilium, n. 22. [91] Cf. Conc. Ecum. Vaticano II, Costituzione sulla sacra Liturgia, Sacrosanctum Concilium, n. 41. [92] Cf. Caeremoniale Episcoporum, nn. 119-186. [93] Cf. Conc. Ecum. Vaticano II, Costituzione sulla sacra Liturgia, Sacrosanctum Concilium, n. 42; Costituzione dogmatica sulla Chiesa, Lumen gentium, n. 28; Decreto sulla vita e sul ministero sacerdotale, Presbyterorum Ordinis n. 5; Sacra Congregazione dei riti, Istruzione Eucharisticum mysterium, 25 maggio 1967, n. 26: AAS 59 (1967) 555. [94] Cf. Sacra Congregazione dei riti, Istruzione Eucharisticum mysterium, 25 maggio 1967, n. 47: AAS 59 (1967) 565. [95] Cf. ibidem, n. 26: AAS 59 (1967) 555; Istruzione Musicam sacram, 5 marzo 1967, nn. 16, 27: AAS 59 (1967) 305, 308. [96] Cf. Istruzione interdicasteriale su alcune questioni circa la collaborazione dei fedeli laici al ministero dei sacerdoti, Ecclesiae de mysterio, 15 agosto 1997, art. 6: AAS 89 (1997) 869. [97] Cf. Sacra Congregazione per i Sacramenti e il Culto Divino, Istruzione Inestimabile donum, 3 aprile 1980, n. 10: AAS 72 (1980) 336; Istruzione interdicasteriale su alcune questioni circa la collaborazione dei fedeli laici al ministero dei sacerdoti, Ecclesiae de mysterio, 15 agosto 1997, art. 8: AAS 89 (1997) 871. [98] Cf. sotto, Appendice III, Rito per incaricare volta per volta un fedele per la distribuzione dell’Eucaristia. [99] Cf. Caeremoniale Episcoporum, nn. 1118-1121. [100] Cf. Paolo VI, Lett. Ap. Ministeria quaedam, 15 agosto 1972: AAS 64 (1972) 532. [101] Cf. Conc. Ecum. Vaticano II, Costituzione sulla sacra Liturgia, Sacrosanctum Concilium, n. 57; C.I.C., can. 902. [102] Cf. Sacra Congregazione dei riti, Istruzione Eucharisticum mysterium, 25 maggio 1967, n. 47: AAS 59 (1967) 566. [103] Cf. ibidem, 565. [104] Cf. Benedetto XV, Cost. Ap. Incruentum altaris sacrificium, 10 agosto 1915: AAS 7 (1915) 401-404. [105] Cf. Sacra Congregazione dei riti, Istruzione Eucharisticum mysterium, 25 maggio 1967, n. 32: AAS 59 (1967) 558. [106] Cf. Conc. Ecum. Tridentino, Sess. XXI, 16 luglio 1562, Decreto sulla Comunione eucaristica, capp. 1-3, Denz-Schönm. 1725-1729. [107] Cf. ibidem, cap. 2, Denz-Schönm. 1728. [108] Cf. Conc. Ecum. Vaticano II, Costituzione sulla sacra Liturgia, Sacrosanctum Concilium, nn. 122-124; Decreto sulla vita e sul ministero sacerdotale, Presbyterorum Ordinis, n. 5; Sacra Congregazione dei Riti, Istruzione Inter Oecumenici, 26 settembre 1964, n. 90: AAS 56 (1964) 897; Istruzione Eucharisticum mysterium, 25 maggio 1967, n. 24: AAS 59 (1967) 554; C.I.C., can. 932, § 1. [109] Cf. Conc. Ecum. Vaticano II, Costituzione sulla sacra Liturgia, Sacrosanctum Concilium, n. 123. [110] Cf. Sacra Congregazione dei Riti, Istruzione Eucharisticum mysterium, 25 maggio 1967, n. 24: AAS 59 (1967) 554. [111] Cf. Conc. Ecum. Vaticano II, Costituzione sulla sacra Liturgia, Sacrosanctum Concilium, n. 123, 129; Sacra Congregazione dei Riti, Istruzione Inter Oecumenici, 26 settembre 1964, n. 13 c: AAS 56 (1964) 880. [112] Cf. Conc. Ecum. Vaticano II, Costituzione sulla sacra Liturgia, Sacrosanctum Concilium, n. 123. [113] Cf. ibidem, n. 126; Sacra Congregazione dei Riti, Istruzione Inter Oecumenici, 26 settembre 1964, n. 91: AAS 56 (1964) 898. [114] Cf. Sacra Congregazione dei Riti, Istruzione Inter Oecumenici, 26 settembre 1964, nn. 97-98: AAS 56 (1964) 899. [115] Cf. ibidem, n. 91: AAS 56 (1964) 898. [116] Cf. ibidem. [117] Cf. Sacra Congregazione dei Riti, Istruzione Inter Oecumenici, 26 settembre 1964, n. 96: AAS 56 (1964) 899. [118] Cf. Rituale Romano, Benedizionale, 1992, Benedizione di un nuovo ambone, nn. 1238-1266. [119] Cf. Sacra Congregazione dei Riti, Istruzione Inter Oecumenici, 26 settembre 1964, n. 92: AAS 56 (1964) 898. [120] Cf. Rituale Romano, Benedizionale, 1992, Benedizione di una cattedra o sede presidenziale, nn. 1214-1237. [121] Cf. Sacra Congregazione dei Riti, Istruzione Inter Oecumenici, 26 settembre 1964, n. 92: AAS 56 (1964) 898. [122] Cf. Conc. Ecum. Vaticano II, Costituzione sulla sacra Liturgia, Sacrosanctum Concilium, n. 32. [123] Cf. Sacra Congregazione dei Riti, Istruzione Musicam sacram, 5 marzo 1967, n. 23: AAS 59 (1967) 307. [124] Cf. Rituale Romano, Benedizionale, edizione italiana 1992, Benedizione di un organo, nn. 1478-1494. [125] Cf. Sacra Congregazione dei Riti, Istruzione Eucharisticum mysterium, 25 maggio 1967, n. 54: AAS 59 (1967) 568; Istruzione Inter Oecumenici, 26 settembre 1964, n. 95: AAS 56 (1964) 898. [126] Cf. Sacra Congregazione dei Riti, Istruzione Eucharisticum mysterium, 25 maggio 1967, n. 52: AAS 59 (1967) 568; Istruzione Inter Oecumenici, 26 settembre 1964, n. 95: AAS 56 (1964) 898; Sacra Congregazione per i Sacramenti, Istruzione Nullo umquam tempore, 28 maggio 1938, n. 4: AAS 30 (1938) 199-200; cf. Rituale Romano, Rito della Comunione fuori della Messa e Culto eucaristico, 1979, nn. 10-11; C.I.C., can. 938, § 3. [127] Cf. Rituale Romano, Benedizionale, 1992, Benedizione di un tabernacolo eucaristico, nn. 1312-1330. [128] Cf. Sacra Congregazione dei Riti, Istruzione Eucharisticum mysterium, 25 maggio 1967, n. 55: AAS 59 (1967) 569. [129] Cf. ibidem, n. 53: AAS 59 (1967) 568; Rituale Romano, Rito della Comunione fuori della Messa e Culto eucaristico, 1979, n. 9; C.I.C., can. can. 938, § 2; Giovanni Paolo II, Lett. Dominicae Cenae, 24 febbraio 1980, n. 3: AAS 72 (1980) 117-119. [130] Cf. C.I.C., can. 940; Sacra Congregazione dei Riti, Istruzione Eucharisticum mysterium, 25 maggio 1967, n. 57: AAS 59 (1967) 569; cf. Rituale Romano, Rito della Comunione fuori della Messa e Culto eucaristico, 1979, n. 11. [131] Cf. soprattutto Sacra Congregazione per i Sacramenti, Istruzione Nullo umquam tempore, 28 maggio 1938: AAS 30 (1938) 198-207; C.I.C., can. 934-944. [132] Cf. Conc. Ecum. Vaticano II, Costituzione sulla sacra Liturgia, Sacrosanctum Concilium, n. 8. [133] Cf. Pontificale Romano, Benedizione degli oli e dedicazione della chiesa e dell’altare, 1980, n. 161; Rituale Romano, Benedizionale, 1992, Benedizione per l’esposizione di nuove immagini alla pubblica venerazione, nn. 1358-1406. [134] Cf. Conc. Ecum. Vaticano II, Costituzione sulla sacra Liturgia, Sacrosanctum Concilium, n. 125. [135] Cf. Conc. Ecum. Vaticano II, Costituzione sulla sacra Liturgia, Sacrosanctum Concilium, n. 128. [136] Cf. Pontificale Romano, Benedizione degli oli e dedicazione della chiesa e dell’altare, 1980, Benedizione del calice e della patena, nn. 260-279; Rituale Romano, Benedizionale, 1992, Benedizione degli oggetti per il culto, nn. 1495-1505. [137] Cf. Rituale Romano, Benedizionale, 1992, Benedizione degli oggetti per il culto, nn. 1497. [138] Cf. Conc. Ecum. Vaticano II, Costituzione sulla sacra Liturgia, Sacrosanctum Concilium, n. 128. [139] Cf. ibidem. [140] Per quanto riguarda la benedizione degli oggetti che nella chiesa sono destinati all’uso liturgico, cf. Rituale Romano, Benedizionale, 1992, Parte terza. [141] Cf. Conc. Ecum. Vaticano II, Costituzione sulla sacra Liturgia, Sacrosanctum Concilium, n. 51. [142] Cf. Messale Romano, Lezionario, seconda edizione tipica, Introduzione, n. 80. [143] Cf. ibidem, n. 81. [144] Cf. Conc. Ecum. Vaticano II, Costituzione sulla sacra Liturgia, Sacrosanctum Concilium, n. 61. [145] Cf. Conc. Vaticano II, Costituzione dogmatica sulla Chiesa, Lumen gentium, n. 54; Paolo VI, Esort. Ap. Marialis cultus, 2 febbraio 1974, n. 9: AAS 66 (1974) 122-123. [146] Cf. soprattutto C.I.C., cann. 1176-1185; Rituale Romano, Rito delle esequie, 1974. [147] Cf. Conc. Ecum. Vaticano II, Costituzione sulla sacra Liturgia, Sacrosanctum Concilium, n. 14. [148] Cf. ibidem, n. 41. [149] Cf. C.I.C., can. 838, § 3. [150] Cf. Conc. Ecum. Vaticano II, Costituzione sulla sacra Liturgia, Sacrosanctum Concilium, n. 24. [151] Cf. ibidem, n. 36, § 3. [152] Cf. ibidem, n. 112. [153] Cf. Norme generali per l’ordinamento dell’anno liturgico e del calendario, nn. 48-51; Sacra Congregazione per il Culto Divino, Istruzione Calendaria particularia, 24 giugno 1970, nn. 4, 8: AAS 62 (1970) 652-653. [154] Cf. Conc. Ecum. Vaticano II, Costituzione sulla sacra Liturgia, Sacrosanctum Concilium, n. 106. [155] Cf. Norme generali per l’ordinamento dell’anno liturgico e del calendario, n. 46; Sacra Congregazione per il Culto Divino, Istruzione Calendaria particularia, 24 giugno 1970, nn. 38: AAS 62 (1970) 660. [156] Cf. Conc. Ecum. Vaticano II, Costituzione sulla sacra Liturgia, Sacrosanctum Concilium, nn. 37-40. [157] Cf. Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti, Istruzione Varietates Legitimae, 25 gennaio 1994, nn. 54, 62-69: AAS 87 (1995) 308-309, 311-313. [158] Cf. ibidem, nn. 66-88: AAS 87 (1995) 313. [159] Cf. ibidem, nn. 26-27: AAS 87 (1995) 298-299. [160] Cf. Giovanni Paolo II, Lett. Ap. Vicesimus quintus annus, 4 dicembre 1988, n. 16: AAS 81 (1988) 912; Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti, Istruzione Varietates Legitimae, 25 gennaio 1994, nn. 2, 36: AAS 87 (1995) 288, 302. [161] Cf. Conc. Ecum. Vaticano II, Costituzione sulla sacra Liturgia, Sacrosanctum Concilium, n. 23. [162] Cf. Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti, Istruzione Varietates Legitimae, 25 gennaio 1994, n. 46: AAS 87 (1995) 306.
[163] Questo Rito nel corso dei secoli non solo ha conservato gli usi liturgici che hanno avuto origine nella città di Roma, ma in modo profondo, organico e armonico ha integrato in sé alcuni altri usi che derivavano dalle consuetudini e dalla cultura dei diversi popoli e delle diverse Chiese particolari dell’Occidente e dell’Oriente, acquisendo in tal modo un carattere che supera i limiti di una sola regione. Nel nostro tempo l’identità e l’espressione unitaria di questo Rito si trova nelle edizioni tipiche dei libri liturgici, promulgati dall’autorità del Sommo Pontefice e nei libri liturgici ad essi corrispondenti, confermati dalle Conferenze Episcopali per i loro territori e riconosciuti dalla Sede Apostolica<ref>Cf. Giovanni Paolo II, Lett. Ap. Vicesimus quintus annus, 4 dicembre 1988, n. 16: AAS 81 (1988) 912; Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti, Istruzione Varietates Legitimae, 25 gennaio 1994, nnn. 2, 36: AAS 87 (1995) 288, 302.</ref>.
[164] 398. La norma stabilita dal Concilio Vaticano II<ref>Cf. ibidemConc. Ecum. Vaticano II, Costituzione sulla sacra Liturgia, Sacrosanctum Concilium, n. 5423.</ref>, che cioè le innovazioni nel rinnovamento liturgico non avvengano se non lo esige una vera e certa utilità della Chiesa, e usando quella cautela per cui le forme nuove in qualche modo scaturiscano organicamente dalle forme che già esistono, deve essere applicata per operare l’inculturazione anche dello stesso Rito romano<ref>Cf. Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti, Istruzione Varietates Legitimae, 25 gennaio 1994, n. 46: AAS 87 (1995) 308-309306.</ref>. L’inculturazione inoltre esige un congruo periodo di tempo, perché nella fretta e nella disattenzione non venga poi compromessa l’autentica tradizione liturgica.
[165] La ricerca dell’inculturazione infine non tende affatto alla creazione di nuove famiglie rituali, ma a provvedere alle esigenze di una data cultura, in modo però che gli adattamenti introdotti sia nel Messale sia negli altri libri liturgici non rechino pregiudizio all’indole propria del Rito romano<ref>Cf. Conc. Ecum. Vaticano IICongregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti, Costituzione sulla sacra LiturgiaIstruzione Varietates Legitimae, Sacrosanctum Concilium25 gennaio 1994, n. 38; Paolo VI, Cost. Ap36: AAS 87 (1995) 302. Missale Romanum</ref>.
399. Perciò il Messale Romano, anche nella diversità delle lingue e in una certa varietà di consuetudini<ref>Cf. ibidem, n. 54: AAS 87 (1995) 308-309.</ref>, si deve conservare per il futuro come strumento e segno eccellente di integrità e di unità del Rito romano<ref>Cf. Conc. Ecum. Vaticano II, Costituzione sulla sacra Liturgia, Sacrosanctum Concilium, n. 38; Paolo VI, Cost. Ap. Missale Romanum.</ref>.
''© Conferenza Episcopale Italiana, 2007''
== Note ==

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