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Stella Caeli

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''Tratto da Avvenire.it''<ref>Avvenire.it, 19 marzo 2020, link: https://www.avvenire.it/agora/pagine/un-antico-canto-francescano-contro-la-peste-e-il-contagio</ref>
Il testo canto '''Stella Caeli''' (oppure '''Stella Coeli''') è molto noto tra gli appassionati di liturgia, e soprattutto di liturgia serafica, ossia legata all'ordine francescano, invocato per allontanare la Peste: almeno a partire dal XVIII secolo e certamente fino ai tempi del generalato di Bernardino da Portogruaro, questa preghiera è comparsa puntualmente tra le pagine di appendice del Breviario Romano serafico. La “Piissima antiphona et oratio contra luem contagiosam” (Devotissima antifona e preghiera contro la contagiosa peste) è divenuta così, con il passare del tempo, una delle più care pratiche di pietà dell’ordine serafico estesasi man mano in ogni dove.
La fonte prima e unica a cui risalire per ricostruire la storia dell’antifona Stella coeli è il De origine Seraphicae Religionis Franciscanae scritto dal padre Francesco Gonzaga (1541-1620) a partire dal 1587. Francesco, dei Gonzaga di Gazzuolo e già ministro generale dell’Ordine dei Frati Minori Osservanti, ne offre una genesi miracolosa nel terzo volume delle sue Cronache. È l’anno 1317: Coimbra, la florida città portoghese è piegata dalla peste. Il male misterioso e terribile sta mietendo strage e la paura regna sovrana. Lo sgomento arriva anche tra le clarisse del monastero di Santa Clara a Velha; nell’edificio maestoso voluto dalla pietà della regina Elisabetta le monache hanno ormai perso la serenità. Ogni preghiera è turbata dall’angoscia, aumentata ancor di più dal fatto che tutto il monastero è circondato da ammalati. La badessa è ormai pronta alla situazione estrema: aprire le grate e lasciare che le monache riparino altrove, sospendendo la clausura.
; '''Traduzione liturgica in lingua italiana'''
La Stella del Cielo, che diè latte al Signore, <br />
distrusse la peste della morte,<br />che fu introdotta al mondo dal progenitore degli uomini. <br />
Si degni ora la medesima Stella placare il cielo, <br />
che irato contro la terra distrugge i popoli con la crudele piaga di morte. <br />
O pietosissima Stella del mare, <br />Tu ne scampa dalla peste. <br /> Sii propizia alle nostre preghiere, o Signora, <br />perché il tuo Figliuolo, che nulla a Te nega, ti onora. <br />
O Gesù, salva noi, pei quali ti prega la Vergine tua Madre.<br />
Spartito gregoriano, impaginato su foglio formato A4:
[[File:xxxStellaCaeli.png|600px]]
Spartito disponibile in formato PDF impaginato su foglio A4, [[Media:xxxStellaCaeli.pdf]]
== Video ==
Versione tratta dal Liber Usualis Cantuale Romano-Seraphicum (19611951), p. pp136, cantato da padre Matteo Ferraldeschi O. 880-881, cantata dai monaci benedettini di ''Santo Domingo de Silos''F.M.
<youtube>videoh3FTZXWS2Y8</youtube>
== Codice sorgente GABC ==
<pre>
codicename:Stella caeli;office-part:Varia;mode:1;commentary:s. XV;%%(c4)STEL(d)LA(h') cæ(h)li(g') ex(h)stir(j')pá(i)vit,(g.) *(,) quæ(i') la(j)ctá(h')vit(i) Dó(g')mi(h)num :(h.) (;)Mor(d)tis(h') pe(h)stem(g') quam(h) plan(j')tá(i)vit(g.) (,) pri(i')mus(j) pa(h')rens(i) hó(g')mi(h)num.(h.) (::)I(h)psa(g') stel(f)la(e') nunc(g) di(h')gné(h)tur(g.) (,) sí(j')de(i)ra(h') com(i)pé(g')sce(h)re,(h.) (;)Quo(h)rum(g') bel(f)la(e') ple(g)bem(h') cæ(h)dunt(g.) (,) di(j')ræ(i) mor(h')tis(i) úl(g')ce(h)re.(h.) (::) O(k') pi(k)ís(j')si(k)ma(h'_) stel(k)la(j) ma(ih)ris,(g.) (,) a(i') pe(j)ste(h') suc(i)cúr(h)re(g') no(h)bis.(h.) (;)Au(k')di(k) nos,(j') Dó(k)mi(k)na,(h'_) nam(k) fi(k')li(j)us(i) tu(h)us(g.) (,) ni(i')hil(j) ne(h')gans(i) te(h) ho(g')nó(h)rat.(h.) (::)Sal(hgh)va(d') nos(h) Ie(gf)su,(e.) (,) pro(f') qui(g)bus(e') vir(f)go(g) ma(fe)ter(d) te(cd) o(defvED'e)rat.(ed..) (::)
</pre>
 
== Bibliografia ==
* Wikipedia.org, versione italiana, https://it.wikipedia.org
* GregoBase project, https://gregobase.selapa.net/
* ''Graduale RomanumCantuale Romano-Seraphicum'', Libreria Editrice Vaticana 1974Desclée & Socii, 1951, pagina 253136.
== Note ==