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'''PAGINA IN PREPARAZIONE'''
 PROEMIO Testimonianza di una fede immutata (2 - 5)Prova di una tradizione ininterrotta (6 - 9)Adattamento alle nuove condizioni (10 - 15) Capitolo I - IMPORTANZA E DIGNITÀDELLA CELEBRAZIONE EUCARISTICA (16 - 26) Capitolo II - STRUTTURA, ELEMENTIE PARTI DELLA MESSA I - Struttura generale della Messa (27 - 28) II - I diversi elementi della Messa (29 - 45) - Lettura della Parola di Dio e sua spiegazione- Le orazioni e le altre parti che spettano al sacerdote- Altre formule che ricorrono nella celebrazione- Il modo di proclamare i vari testi- Importanza del canto- Gesti e atteggiamenti del corpo- Il silenzio III - Le singole parti della messa (46 - 90) A) Riti d'Introduzione (46 - 54) - L'introito- Saluto all'altare e al popolo radunato- Atto penitenziale- Kyrie eleison- Gloria- Colletta B) Liturgia della Parola(55 - 71) - Il silenzio- Le letture bibliche- Il Salmo responsoriale- L’acclamazione prima della lettura del Vangelo- L'omelia- La professione di fede- La preghiera universale C) Liturgia eucaristica(72 - 89) - La preparazione dei doni- L'orazione sulle offerte- La preghiera eucaristica- Riti di Comunione- Preghiera del Signore- Rito della pace- Frazione del pane- Comunione D) Riti di conclusione(90)  Capitolo III - UFFICI E MINISTERI NELLA MESSA I - Uffici dell'Ordine Sacro (92 - 94) II - I compiti del popolo di Dio (95 - 97) III - Ministeri particolari (98 - 107) - Il ministero dell'accolito e del lettore istituiti- Gli altri compiti IV – La distribuzione dei compitie la preparazione della celebrazione (108-111)  Capitolo IV - DIVERSE FORME DICELEBRAZIONE DELLA MESSA I - Messa con il popolo (115 - 198) Cose da preparare (117 - 119) A) Messa senza diacono(120-170) - Riti di introduzione- Liturgia della Parola- Liturgia eucaristica- Riti di conclusione B) Messa con il diacono(171 - 186) - Riti di introduzione- Liturgia della Parola- Liturgia eucaristica- Riti di conclusione C) Compiti dell'accolito(187 - 193) - Riti iniziali- Liturgia eucaristica D) Compiti del lettore(194 - 198) - Riti iniziali- Liturgia della Parola II - Messa concelebrata (199 - 251) - Riti di introduzione- Liturgia della Parola- Liturgia eucaristica- Modo di dire la Preghiera eucaristica Preghiera eucaristica I o Canone romanoPreghiera eucaristica IIPreghiera eucaristica IIIPreghiera eucaristica IV - Riti di comunione- Riti di conclusione III - Messa a cui partecipa un solo ministro (252 - 272) - Riti di introduzione- Liturgia della Parola- Liturgia eucaristica- Riti di conclusione IV - Alcune norme di carattere generaleper tutte le forme di messa (273 - 287) - Venerazione dell'altare e dell'Evangelario- Genuflessione e inchino- L'incensazione- La purificazione- La Comunione sotto le due specie Capitolo V - DISPOSIZIONE E ARREDAMENTODELLE CHIESE PER LA CELEBRAZIONEDELL'EUCARISTIA I - Principi generali (288 - 294) II – Ordinamento del presbiterioper la Celebrazione eucaristica (295 – 310) - L'altare e le sue suppellettili- L´ambone- La sede per il sacerdote celebrante e le altre sedi  III – La disposizione della Chiesa (311 – 318) - I posti dei fedeli- I posti della "schola cantorum" e degli strumenti musicali- Il posto per la custodia della Ss.ma Eucaristia- Le immagini sacre Capitolo VI - COSE NECESSARIE PERLA CELEBRAZIONE DELLA MESSA I - Il pane e il vino per celebrare l'Eucaristia (319 - 324) II - Le suppellettili sacre in genere (325 - 326) III - I vasi sacri (327 - 334) IV - Le vesti sacre (335 - 347) V - Le altre suppellettili destinate all'uso della Chiesa (348 - 351) Capitolo VII - LA SCELTA DELLE PARTI DELLA MESSA I - La scelta della messa (353-355) II - La scelta delle parti della messa (356-367) - Le letture- Le orazioni- La Preghiera eucaristica- I canti Capitolo VIII - MESSE E ORAZIONIPER DIVERSE CIRCOSTANZEE MESSE PER I DEFUNTI I - Messe per diverse circostanze (368 - 378) II - Messe per i defunti (379-385) Capitolo IX - GLI ADATTAMENTI CHE COMPETONOAI VESCOVI DIOCESANIE ALLE CONFERENZE EPISCOPALI (386-399) == PROEMIO==
1. Cristo Signore, desiderando celebrare con i suoi discepoli il banchetto pasquale, nel quale istituì il sacrificio del suo Corpo e del suo Sangue, ordinò di preparare una sala grande e addobbata (Lc 22,12). La Chiesa, quando dettava le norme per preparare gli animi, disporre i luoghi, fissare i riti e scegliere i testi per la celebrazione dell’Eucaristia, ha perciò sempre considerato quest’ordine come rivolto a se stessa.
Allo stesso modo le presenti norme, stabilite in base alle decisioni del Concilio Ecumenico Vaticano II, come anche il nuovo Messale, che d’ora in poi la Chiesa di Rito romano utilizzerà per celebrare la Messa, sono una prova di questa sollecitudine della Chiesa, della sua fede e del suo amore immutato verso il grande mistero eucaristico, e testimoniano la sua continua e ininterrotta tradizione, nonostante siano state introdotte alcune novità.
=== Testimonianza di una fede immutata(2 - 5) ===
2. La natura sacrificale della Messa, solennemente affermata dal Concilio di Trento, in armonia con tutta la tradizione della Chiesa[1], è stata riaffermata dal Concilio Vaticano II, che ha pronunciato, a proposito della Messa, queste significative parole: «Il nostro Salvatore nell’ultima Cena... istituì il sacrificio eucaristico del suo Corpo e del suo Sangue, al fine di perpetuare nei secoli, fino al suo ritorno, il sacrificio della croce, e di affidare così alla sua diletta sposa, la Chiesa, il memoriale della sua morte e risurrezione»[2].
5. Questa natura del sacerdozio ministeriale mette a sua volta nella giusta luce un’altra realtà di grande importanza: il sacerdozio regale dei fedeli, il cui sacrificio spirituale raggiunge la sua piena realizzazione attraverso il ministero del Vescovo e dei presbiteri, in unione con il sacrificio di Cristo, unico Mediatore[9]. La celebrazione dell’Eucaristia è infatti azione di tutta la Chiesa. In essa ciascuno compie soltanto, ma integralmente, quello che gli compete, tenuto conto del posto che occupa nel popolo di Dio. È il motivo per cui si presta ora maggiore attenzione a certi aspetti della celebrazione che, nel corso dei secoli, erano stati talvolta alquanto trascurati. Questo popolo è il popolo di Dio, acquistato dal Sangue di Cristo, radunato dal Signore, nutrito con la sua Parola; popolo la cui vocazione è di far salire verso Dio le preghiere di tutta la famiglia umana; popolo che, in Cristo, rende grazie per il mistero della salvezza, offrendo il suo Sacrificio; popolo infine che, per mezzo della Comunione al Corpo e al Sangue di Cristo, rafforza la sua unità. Questo popolo è già santo per la sua origine; ma in forza della sua partecipazione consapevole, attiva e fruttuosa al mistero eucaristico, progredisce continuamente in santità[10].
=== Prova di una tradizione ininterrotta(6 - 9) ===
6. Nell’enunciare le norme per la revisione del rito della Messa, il Concilio Vaticano II ha ordinato, tra l’altro, che certi riti venissero «riportati all’antica tradizione dei santi Padri»[11]: sono le stesse parole usate da san Pio V nella costituzione apostolica Quo primum, con la quale nel 1570 promulgava il Messale di Trento. Anche da questa corrispondenza testuale è facile rilevare come i due Messali romani, benché separati da quattro secoli, conservino una medesima e identica tradizione. Se poi si tengono presenti gli elementi profondi di tale tradizione, non è difficile rendersi conto come il secondo Messale completi egregiamente il primo.
9. La «tradizione dei santi Padri» esige dunque che non solo si conservi la tradizione trasmessa dai nostri predecessori immediati, ma che si tenga presente e si approfondisca fin dalle origini tutto il passato della Chiesa e si faccia un’accurata indagine sui modi molteplici con cui l’unica fede si è manifestata in forme di cultura umana e profana così diverse tra loro, quali erano quelle in uso nelle regioni abitate da Semiti, Greci e Latini. Questo approfondimento più vasto ci permette di constatare come lo Spirito Santo accordi al popolo di Dio un’ammirevole fedeltà nel conservare immutato il deposito della fede, per quanto varie siano le preghiere e i riti.
=== Adattamento alle nuove condizioni(10 - 15) ===
10. Il nuovo Messale, mentre attesta la norma della preghiera della Chiesa romana e salvaguarda il deposito della fede trasmesso dai recenti concili, segna a sua volta una tappa di grande importanza nella tradizione liturgica.