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Quando si fa la processione d’ingresso, vengano preparati anche l’Evangeliario; nelle domeniche e nelle feste, il turibolo e la navicella con l’incenso, se si usa l’incenso; la croce da portare in processione, i candelabri con le candele accese.
==== A) Messa senza diacono ====
'''Riti di introduzione'''
127. Quindi il sacerdote invita il popolo alla preghiera, dicendo a mani giunte: Preghiamo. E tutti insieme con il sacerdote pregano, per breve tempo, in silenzio. Poi il sacerdote, con le braccia allargate, dice la colletta; al termine di questa, il popolo acclama: Amen.
'''Liturgia della Parola'''
128. Terminata la colletta, tutti siedono. Il sacerdote in modo molto breve può introdurre i fedeli alla Liturgia della Parola. Il lettore va all’ambone e proclama la prima lettura dal Lezionario, già là collocato prima della Messa. Tutti ascoltano. Alla fine il lettore pronuncia l’acclamazione Parola di Dio e tutti rispondono Rendiamo grazie a Dio.
138. Terminato il canto o la proclamazione della professione di fede, il sacerdote stando alla sede, a mani giunte, con una breve monizione invita i fedeli alla preghiera universale. Quindi il cantore, il lettore o un altro ministro, dall’ambone o da un altro luogo conveniente, rivolto al popolo propone le intenzioni, mentre il popolo risponde supplicando. Alla fine il sacerdote, a braccia aperte, conclude la preghiera con un’orazione.
'''Liturgia eucaristica'''
139. Terminata la preghiera dei fedeli, tutti siedono e ha inizio il canto di offertorio (Cf. n. 74).
165. Poi, stando alla sede o all’altare, il sacerdote, rivolto al popolo, dice a mani giunte: Preghiamo, e, a braccia allargate, dice l’orazione dopo la Comunione, alla quale può premettere una breve pausa di silenzio, a meno che sia già stato osservato subito dopo la Comunione. Al termine dell’orazione il popolo acclama: Amen.
'''Riti di conclusione'''
166. Detta l’orazione dopo la Comunione, si possono dare, se occorre, brevi comunicazioni al popolo.
170. Se alla Messa segue un’altra azione liturgica, si tralasciano i riti di conclusione, cioè il saluto, la benedizione e il congedo.
==== B) Messa con il diacono====
171. Il diacono, quando è presente alla celebrazione eucaristica, rivestito delle sacre vesti, eserciti il suo ministero. Egli infatti:
f) compie lui stesso gli uffici degli altri ministri, secondo la necessità, quando nessuno di essi è presente.
'''Riti di introduzione'''
172. Il diacono precede il sacerdote nella processione verso l’altare portando l’Evangeliario un po’ elevato; altrimenti incede al suo fianco.
174. Incensato l’altare, insieme con il sacerdote si reca alla sede; qui rimane accanto al sacerdote, prestandogli servizio secondo le necessità.
'''Liturgia della Parola'''
175. Mentre si canta l’Alleluia o un altro canto, se si usa il turibolo, aiuta il sacerdote nell’infusione dell’incenso, quindi, inchinandosi profondamente dinanzi al sacerdote, chiede la benedizione dicendo a bassa voce: Benedicimi, o padre. Il sacerdote lo benedice con la formula: Il Signore sia nel tuo cuore. Il diacono si segna con il segno di croce e risponde: Amen. Poi, fatta la debita riverenza all’altare, prende l’Evangeliario che vi è stato collocato sopra e va all’ambone, portando il libro un po’ elevato; lo precedono il turiferario con il turibolo fumigante e i ministri con i ceri accesi. Qui saluta il popolo dicendo, a mani giunte, Il Signore sia con voi, quindi, alle parole Dal Vangelo secondo N., con il pollice segna il libro e poi se stesso sulla fronte, sulla bocca e sul petto, incensa il libro e proclama il Vangelo. Terminata la lettura, acclama: Parola del Signore; tutti rispondono: Lode a te, o Cristo. Quindi venera il libro con il bacio, dicendo sottovoce: La parola del Vangelo, e ritorna presso il sacerdote.
177. Alla preghiera dei fedeli, dopo l’introduzione del sacerdote, il diacono propone le varie intenzioni, stando abitualmente all’ambone.
'''Liturgia eucaristica'''
178. Terminata la preghiera universale, mentre il sacerdote rimane alla sede, il diacono prepara l’altare con l’aiuto dell’accolito; spetta a lui la cura dei vasi sacri. Sta accanto al sacerdote e lo aiuta nel ricevere i doni del popolo. Presenta al sacerdote la patena con il pane da consacrare; versa il vino e un po’ d’acqua nel calice, dicendo sottovoce: L’acqua unita al vino, e lo presenta poi al sacerdote. Questa preparazione del calice, la può fare alla credenza. Se si usa l’incenso, assiste il sacerdote nell’incensazione delle offerte della croce e dell’altare, poi lui stesso, o l’accolito incensa il sacerdote e il popolo.
183. Terminata la distribuzione della Comunione, il diacono ritorna all’altare con il sacerdote, raccoglie i frammenti, se ve ne fossero, quindi porta alla credenza il calice e gli altri vasi sacri, dove li purifica e riordina, come di norma, mentre il sacerdote ritorna alla sede. I vasi sacri da purificare si possono anche lasciare opportunamente ricoperti alla credenza, sopra il corporale; la purificazione si compia subito dopo la Messa, una volta congedato il popolo.
'''Riti di conclusione '''
184. Detta l’orazione dopo la Comunione, il diacono dà al popolo brevi comunicazioni, a meno che il sacerdote preferisca darle personalmente.
186. Quindi, insieme con il sacerdote, venera l’altare con il bacio e, fatto un profondo inchino, ritorna allo stesso modo come era venuto.
==== C) Compiti dell’accolito====
187. I compiti che l’accolito può svolgere sono di vario genere; molti di essi si possono presentare contemporaneamente. Conviene quindi distribuire i vari compiti tra più accoliti; se però è presente un solo accolito, svolga lui stesso gli uffici più importanti, e gli altri vengano distribuiti tra più ministri.
'''Riti iniziali '''
188. Nella processione all’altare, l’accolito può portare la croce, affiancato da due ministri con i ceri accesi. Giunto all’altare, colloca la croce presso l’altare, affinché sia la croce dell’altare, altrimenti la ripone in un luogo degno. Quindi va al suo posto in presbiterio.
189. Durante l’intera celebrazione, è compito dell’accolito accostarsi, all’occorrenza, al sacerdote o al diacono per presentare loro il libro o per aiutarli in tutto ciò che è necessario. Conviene pertanto che, per quanto possibile, occupi un posto dal quale possa svolgere comodamente il suo compito, sia alla sede che all’altare.
'''Liturgia eucaristica '''
190. In assenza del diacono, terminata la preghiera universale, mentre il sacerdote rimane alla sede, l’accolito dispone sull’altare il corporale, il purificatoio, il calice, la palla e il Messale. Quindi, se necessario, aiuta il sacerdote nel ricevere i doni del popolo e, secondo l’opportunità, porta all’altare il pane e il vino e li consegna al sacerdote. Se si usa l’incenso, presenta il turibolo al sacerdote, e lo assiste poi nell’incensazione delle offerte, della croce e dell’altare. Quindi incensa il sacerdote e il popolo.
193. Terminata la celebrazione della Messa, l’accolito e gli altri ministri, insieme al sacerdote e al diacono, ritornano in sagrestia processionalmente nello stesso modo e ordine con il quale erano arrivati.
==== D) Compiti del lettore====
'''Riti iniziali '''
194. Nella processione all’altare, in assenza del diacono, il lettore, indossata una veste approvata, può portare l’Evangeliario un po’ elevato; in tal caso procede davanti al sacerdote; altrimenti, incede con gli altri ministri.
195. Giunto all’altare, fa’ con gli altri un profondo inchino. Se porta l’Evangeliario, accede all’altare e ve lo depone. Quindi va ad occupare il suo posto in presbiterio con gli altri ministri.
'''Liturgia della Parola '''
196. Proclama dall’ambone le letture che precedono il Vangelo. In mancanza del salmista, può anche proclamare il salmo responsoriale dopo la prima lettura.
198. Se all’ingresso o alla Comunione non si fa un canto, e se non vengono recitate dai fedeli le antifone indicate nel Messale, le può dire il lettore al tempo dovuto (Cf. n. 48, 87).
=== II. MESSA CONCELEBRATA===
199. La concelebrazione, nella quale si manifesta assai bene l’unità del sacerdozio, del sacrificio e di tutto il popolo di Dio, è prescritta dal rito stesso: nell’ordinazione del Vescovo e dei presbiteri, nella benedizione dell’abate e nella Messa crismale.