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209. I concelebranti, in sagrestia o in altro luogo adatto, indossano le vesti sacre che abitualmente si utilizzano nella celebrazione individuale. Tuttavia per un ragionevole motivo, come ad esempio un numero notevole di concelebranti e la mancanza di paramenti, i concelebranti, fatta sempre eccezione per il celebrante principale, possono fare a meno della casula o pianeta, e usare soltanto la stola sopra il camice.
'''Riti di introduzione '''
210. Preparata ogni cosa in modo ordinato, si fa, come di consueto, la processione attraverso la chiesa fino all’altare. I sacerdoti concelebranti precedono il celebrante principale.
211. Giunti all’altare, i sacerdoti concelebranti e il sacerdote celebrante principale, fatto un profondo inchino, venerano l’altare con il bacio, quindi si recano al posto loro assegnato. Il sacerdote celebrante principale, secondo l’opportunità, incensa la croce e l’altare; si reca poi alla sede.
'''Liturgia della Parola '''
212. Durante la Liturgia della Parola, i sacerdoti concelebranti stanno al loro posto, e nel sedere e nell’alzarsi si uniformano al sacerdote celebrante principale.
213. L’omelia è tenuta normalmente dal sacerdote celebrante principale o da uno dei concelebranti.
'''Liturgia eucaristica '''
214. La preparazione dei doni (Cf. nn. 139-146) viene compiuta dal celebrante principale; gli altri concelebranti restano al loro posto.
Il diacono eserciti il suo ministero all’altare, servendo quando è necessario al calice e al Messale. Tuttavia, per quanto è possibile, egli sta abbastanza arretrato, un po’ indietro rispetto ai sacerdoti concelebranti che si dispongono attorno al celebrante principale.
'''Modo di dire la Preghiera eucaristica'''
216. Il prefazio viene cantato o detto dal solo sacerdote celebrante principale; il Santo viene cantato o recitato da tutti i concelebranti insieme con il popolo e la schola.
Le parti che devono essere dette insieme da tutti i concelebranti, se sul Messale sono musicate, è bene che vengano cantate.
'''Preghiera eucaristica I o Canone romano'''
219. Nella Preghiera eucaristica I o Canone Romano, solo il celebrante principale, con le braccia allargate, dice il Padre clementissimo.
225. Solo il celebrante principale dice: Per Cristo, nostro Signore, tu, o Dio.
'''Preghiera eucaristica II'''
226. Nella Preghiera eucaristica II solo il celebrante principale, con le braccia allargate, dice il Padre veramente santo.
228. Le intercessioni per i vivi: Ricordati, Padre e per i defunti: Ricordati dei nostri fratelli, conviene siano affidate all’uno o all’altro dei sacerdoti concelebranti, che dice queste parti da solo, con le braccia allargate e ad alta voce.
'''Preghiera eucaristica III'''
229. Nella Preghiera eucaristica III solo il celebrante principale, con le braccia allargate, dice il Padre veramente santo.
231. Le intercessioni: Egli faccia di noi, Per questo sacrificio di riconciliazione e Accogli nel tuo regno, conviene siano affidate all’uno o all’altro dei sacerdoti concelebranti, che recita queste parti da solo, con le braccia allargate e ad alta voce.
'''Preghiera eucaristica IV'''
232. Nella Preghiera eucaristica IV solo il celebrante principale, da solo, con le braccia allargate, dice Noi ti lodiamo, Padre santo, fino a compiere ogni santificazione.
236. La dossologia finale della Preghiera eucaristica viene recitata solamente dal sacerdote celebrante principale e, se sembra opportuno, insieme agli altri concelebranti, non invece dai fedeli.
'''Riti di Comunione'''
237. Quindi il celebrante principale, a mani giunte, dice la monizione prima della preghiera del Signore; poi, con le braccia allargate, recita il Padre nostro insieme con gli altri sacerdoti concelebranti, i quali pure allargano le braccia, e con il popolo.
Anche il diacono riceve la Comunione per intinzione e risponde Amen quando un concelebrante dice: Il Corpo e il Sangue di Cristo. Quindi il diacono, se è il caso con l’aiuto di alcuni concelebranti, all’altare, beve quanto è rimasto nel calice, poi lo porta alla credenza, dove egli stesso o l’accolito istituito compie la purificazione, asterge il calice e lo riordina come di consueto.
'''Riti di conclusione '''
250. Il celebrante principale compie i riti di conclusione nel modo consueto (Cf. nn. 166-169), mentre i concelebranti rimangono al loro posto.
251. I concelebranti, prima di allontanarsi dall’altare, fanno un profondo inchino. Il celebrante principale, invece, con il diacono venera l’altare con il bacio.
=== III. MESSA A CUI PARTECIPA UN SOLO MINISTRO===
252. Nella Messa celebrata dal sacerdote con la sola presenza di un ministro che gli risponde, si osserva il rito della Messa con il popolo (Cf. nn. 120-169).
255. Prima della Messa i vasi sacri necessari si preparano o alla credenza o sull’altare al lato destro.
'''Riti di introduzione '''
256. Il sacerdote si accosta all’altare e, fatto con il ministro un profondo inchino, venera l’altare con il bacio e si reca alla sede. Se lo preferisce, il sacerdote può rimanere all’altare: in questo caso lì si prepara anche il Messale. Allora il ministro o il sacerdote recita l’antifona d’ingresso.
259. Poi, a mani giunte, dice Preghiamo e, dopo una conveniente pausa, dice, con le braccia allargate, la colletta, al termine della quale il ministro risponde: Amen.
'''Liturgia della Parola '''
260. Le letture, per quanto è possibile, si fanno dall’ambone o da un leggio.
264. Segue la preghiera universale, che si può dire anche in questa Messa. Il sacerdote introduce e conclude la preghiera, mentre il ministro formula le intenzioni.
'''Liturgia eucaristica '''
265. Nella Liturgia eucaristica tutto si svolge come nella Messa con il popolo, tranne ciò che segue.
271. Dopo aver purificato il calice, conviene che il sacerdote osservi una pausa di silenzio; poi dice l’orazione dopo la Comunione.
'''Riti di conclusione '''
272. I riti di conclusione si svolgono come nella Messa con il popolo, tralasciato il congedo. Il sacerdote nel modo solito venera l’altare con il bacio e, fatto un profondo inchino, insieme al ministro si allontana.
=== IV. ALCUNE NORME DI CARATTERE GENERALEPER TUTTE LE FORME DI MESSA===
'''Venerazione dell’altare e dell’Evangeliario'''
273. Secondo l’uso tramandato, la venerazione dell’altare e dell’Evangeliario si esprime con il bacio. Qualora però questo gesto simbolico non corrispondesse pienamente alle tradizioni e alla cultura di una determinata regione, spetta alla Conferenza Episcopale determinare, con il consenso della Sede Apostolica, un gesto che sostituisca il bacio.
'''Genuflessione e inchino'''
274. La genuflessione, che si fa piegando il ginocchio destro fino a terra, significa adorazione; perciò è riservata al SS. Sacramento e alla santa Croce, dalla solenne adorazione nell’Azione liturgica del Venerdì nella Passione del Signore fino all’inizio della Veglia pasquale.
b) L’inchino di tutto il corpo, o inchino profondo, si fa: all’altare; mentre si dicono le preghiere Purifica il mio cuore e Umili e pentiti; nel simbolo (Credo) alle parole: E per opera dello Spirito Santo; nel canone romano, alle parole: Ti supplichiamo, Dio onnipotente. Il diacono compie lo stesso inchino mentre chiede la benedizione prima di proclamare il Vangelo. Inoltre il sacerdote, alla consacrazione, si inchina leggermente mentre proferisce le parole del Signore.
'''L’incensazione'''
276. L’incensazione esprime riverenza e preghiera, come è indicato nella sacra Scrittura (Cf. Sal 140, 2; Ap 8, 3).
Il sacerdote incensa le offerte prima dell’incensazione della croce e dell’altare con tre colpi di turibolo, oppure facendo col turibolo il segno di croce sopra le offerte.
'''La purificazione'''
278. Ogni volta che qualche frammento di ostia rimane attaccato alle dita, soprattutto dopo la frazione o dopo la Comunione dei fedeli, il sacerdote asterga le dita sulla patena, oppure, se necessario, lavi le dita stesse. Così pure raccolga eventuali frammenti fuori della patena.
280. Se un’ostia o una particola scivolasse via, si raccolga con rispetto; se poi si versasse qualche goccia del Sangue del Signore, si lavi il luogo con acqua, e l’acqua si versi nel sacrario che si trova in sagrestia.
'''La Comunione sotto le due specie'''
281. La santa Comunione esprime con maggior pienezza la sua forma di segno, se viene fatta sotto le due specie. Risulta infatti più evidente il segno del banchetto eucaristico, e si esprime più chiaramente la volontà divina di ratificare la nuova ed eterna alleanza nel Sangue del Signore, ed è più intuitivo il rapporto tra il banchetto eucaristico e il convito escatologico nel regno del Padre[105].
287. Se la Comunione al calice si fa per intinzione, il comunicando, tenendo la patena sotto il mento, va dal sacerdote che tiene il vaso con le particole, al cui fianco sta il ministro che tiene il calice. Il sacerdote prende l’ostia, ne intinge una parte nel calice e mostrandola dice: Il Corpo e il Sangue di Cristo; il comunicando risponde: Amen, dal sacerdote riceve in bocca il Sacramento, e poi si allontana.
== Capitolo V- DISPOSIZIONE E ARREDAMENTO DELLE CHIESEPER LA CELEBRAZIONE DELLA EUCARISTIA==
=== I. Principi generali===
288. Per la celebrazione dell’Eucaristia, il popolo di Dio si riunisce di solito nella chiesa oppure, se questa manca o è insufficiente, in un altro luogo decoroso che sia tuttavia degno di un così grande mistero. Quindi le chiese, o gli altri luoghi, siano adatte alla celebrazione delle azioni sacre e all’attiva partecipazione dei fedeli. Inoltre i luoghi sacri e le cose che servono al culto siano davvero degne, belle, segni e simboli delle realtà celesti[108].
Queste disposizioni servono a esprimere la struttura gerarchica e la diversità dei compiti, ma devono anche assicurare una più profonda e organica unità, attraverso la quale si manifesti chiaramente l’unità di tutto il popolo santo. La natura e la bellezza del luogo e di tutta la suppellettile devono poi favorire la pietà e manifestare la santità dei misteri che vengono celebrati.
=== II. Ordinamento del presbiterioper la Celebrazione eucaristica===
295. Il presbiterio è il luogo dove si trova l’altare, viene proclamata la parola di Dio, e il sacerdote, il diacono e gli altri ministri esercitano il loro ufficio. Si deve opportunamente distinguere dalla navata della chiesa per mezzo di una elevazione, o mediante strutture e ornamenti particolari. Sia inoltre di tale ampiezza da consentire un comodo svolgimento della celebrazione dell’Eucaristia e da favorire la sua visione[115].
'''L’altare e le sue suppellettili'''
296. L’altare, sul quale si rende presente nei segni sacramentali il sacrificio della croce, è anche la mensa del Signore, alla quale il popolo di Dio è chiamato a partecipare quando è convocato per la Messa; l’altare è il centro dell’azione di grazie che si compie con l’Eucaristia.
308. Inoltre vi sia sopra l’altare, o accanto ad esso, una croce, con l’immagine di Cristo crocifisso, ben visibile allo sguardo del popolo radunato. Conviene che questa croce rimanga vicino all’altare anche al di fuori delle celebrazioni liturgiche, per ricordare alla mente dei fedeli la salvifica Passione del Signore.
'''L’ambone'''
309. L’importanza della parola di Dio esige che vi sia nella chiesa un luogo adatto dal quale essa venga annunciata, e verso il quale, durante la Liturgia della Parola, spontaneamente si rivolga l’attenzione dei fedeli[117].
È conveniente che il nuovo ambone sia benedetto, prima di esser destinato all’uso liturgico, secondo il rito descritto nel Rituale Romano[118].
'''La sede per il sacerdote celebrante e le altre sedi'''
310. La sede del sacerdote celebrante deve mostrare il compito che egli ha di presiedere l’assemblea e di guidare la preghiera. Perciò la collocazione più adatta è quella rivolta al popolo, al fondo del presbiterio, a meno che non vi si oppongano la struttura dell’edificio e altri elementi, ad esempio la troppa distanza che rendesse difficile la comunicazione tra il sacerdote e i fedeli riuniti, o se il tabernacolo occupa un posto centrale dietro l’altare. Si eviti ogni forma di trono[119]. È conveniente che la sede sia benedetta, prima di esser destinata all’uso liturgico, secondo il rito descritto nel Rituale Romano[120].
La sede del diacono sia posta vicino alla sede del celebrante. Per gli altri ministri le sedi siano disposte in modo che si distinguano dalle sedi del clero e che sia permesso loro di esercitare con facilità il proprio ufficio[121].
=== III. La disposizione della Chiesa===
'''I posti dei fedeli'''
311. Si curi in modo particolare la collocazione dei posti dei fedeli, perché possano debitamente partecipare, con lo sguardo e con lo spirito, alle sacre celebrazioni. È bene mettere a loro disposizione banchi e sedie. Si deve però riprovare l’uso di riservare dei posti a persone private[122]. Le sedie o i banchi, specialmente nelle nuove chiese, vengano disposti in modo che i fedeli possano assumere comodamente i diversi atteggiamenti del corpo richiesti dalle diverse parti della celebrazione, e recarsi senza difficoltà a ricevere la santa Comunione.
Si abbia cura che i fedeli possano non solo vedere, ma anche, ascoltare comodamente sia il sacerdote, sia il diacono che i lettori grazie ai mezzi tecnici moderni.
'''Il posto della "schola cantorum"e degli strumenti musicali'''
312. La schola cantorum, tenuto conto della disposizione di ogni chiesa, sia collocata in modo da mettere chiaramente in risalto la sua natura: che essa cioè è parte della comunità dei fedeli e svolge un suo particolare ufficio; sia agevolato perciò il compimento del suo ministero liturgico e sia facilitata a ciascuno dei membri della schola la partecipazione sacramentale piena alla Messa[123].
In tempo di Quaresima è permesso il suono dell’organo e di altri strumenti musicali soltanto per sostenere il canto. Fanno eccezione tuttavia la domenica Laetare (IV di Quaresima), le solennità e le feste.
'''Il posto per la custodia della Ss.ma Eucaristia'''
314. Tenuto conto della struttura di ciascuna chiesa e delle legittime consuetudini dei luoghi, il SS. Sacramento sia conservato nel tabernacolo collocato in una parte della chiesa assai dignitosa, insigne, ben visibile, ornata decorosamente e adatta alla preghiera[125].
317. Si osservino rigorosamente anche tutte le altre disposizioni previste dal diritto per la conservazione della SS. Eucaristia[131].
'''Le immagini sacre'''
318. Nella Liturgia terrena, la Chiesa partecipa, pregustandola, a quella celeste che viene celebrata nella santa città di Gerusalemme, alla quale tende come pellegrina e nella quale Cristo siede alla destra di Dio, e, venerando la memoria dei Santi, spera di avere parte con essi[132].
Perciò, secondo un’antichissima tradizione della Chiesa, negli edifici sacri si espongano alla venerazione dei fedeli le immagini del Signore, della beata Vergine Maria e dei Santi[133];lì siano disposte in modo che conducano i fedeli verso i misteri della fede che vi si celebrano. Si presti attenzione che il loro numero non cresca in modo eccessivo, e che la loro disposizione non distolga l’attenzione dei fedeli dalla celebrazione[134]. Di un medesimo Santo poi non si abbia abitualmente che una sola immagine. In generale, nell’ornamento e nella disposizione della chiesa, per quanto riguarda le immagini, si cerchi di favorire la pietà di tutta la comunità oltre che la bellezza e la dignità delle immagini.
== Capitolo VI- COSE NECESSARIE PER LACELEBRAZIONE DELLA MESSA==
=== I. Il pane e il vino per celebrare l’Eucaristia===
319. Fedele all’esempio di Cristo, la Chiesa ha sempre usato pane e vino con acqua per celebrare la Cena del Signore.
324. Se dopo la consacrazione, o al momento della Comunione, il sacerdote si accorge di aver usato acqua, anziché vino, metta l’acqua in un recipiente, versi nel calice vino con acqua e lo consacri, ripetendo la parte del racconto evangelico che riguarda la consacrazione del calice, senza dover nuovamente consacrare il pane.
=== II. Le suppellettili sacre in genere===
325. Come per la costruzione delle chiese, anche per ogni tipo di suppellettile sacra la Chiesa ammette il genere e lo stile artistico di ogni regione, e accetta quegli adattamenti che corrispondono alle culture e alle tradizioni dei singoli popoli, purché ogni cosa sia adatta all’uso per il quale è destinata[135].
326. Nello scegliere la materia per la suppellettile sacra, oltre a quella tradizionalmente in uso, si possono adoperare anche quelle che, secondo la mentalità del nostro tempo, sono ritenute nobili, durevoli e che si adattano bene all’uso sacro. In questo settore, il giudizio spetta alla Conferenza Episcopale delle singole regioni (Cf. n. 390).
=== III. I vasi sacri===
327. Tra le cose richieste per la celebrazione della Messa, sono degni di particolare rispetto i vasi sacri; tra questi, specialmente il calice e la patena, nei quali vengono offerti, consacrati e consumati il pane e il vino.
334. Si conservi la tradizione di costruire in sagrestia il sacrario per versarvi l’acqua per l’abluzione dei vasi sacri e della biancheria (Cf. n. 280).
=== IV. Le vesti sacre===
335. Nella Chiesa, corpo mistico di Cristo, non tutte le membra svolgono lo stesso compito. Questa diversità di compiti nella celebrazione dell’Eucaristia, si manifesta esteriormente con la diversità delle vesti sacre, che perciò devono essere segno dell’ufficio proprio di ogni ministro. Conviene però che tali vesti contribuiscano anche al decoro dell’azione sacra. Le vesti che indossano i sacerdoti e i diaconi e gli altri ministri laici, prima di essere destinate all’uso liturgico, vengono opportunamente benedette secondo il rito descritto nel Rituale Romano[137].
347. Le Messe rituali si celebrano con il colore ad esse proprio, oppure con colore bianco o festivo. Le Messe per varie necessità con il colore proprio del giorno o del tempo, oppure con colore viola se hanno carattere penitenziale (ad es. le Messe in tempo di guerra o di disordini; in tempo di fame; per la remissione dei peccati). Le Messe votive si celebrano con il colore adatto alla Messa che si celebra o anche con il colore proprio del giorno o del tempo.
=== V. Altre suppellettili destinate all’uso della chiesa===
348. Oltre ai vasi sacri e alle vesti liturgiche, per cui viene prescritta una determinata materia, anche l’altra suppellettile, destinata direttamente all’uso liturgico[140], o in qualunque altro modo ammessa nella chiesa, deve essere degna e rispondere al fine a cui ogni cosa è destinata.
351. Si curi in modo particolare che anche nelle cose di minore importanza le esigenze dell’arte siano opportunamente rispettate e che una nobile semplicità sia sempre congiunta con la debita pulizia.
== Capitolo VII- LA SCELTA DELLE PARTI DELLA MESSA==
352. L’efficacia pastorale della celebrazione aumenta se i testi delle letture, delle orazioni e dei canti corrispondono il meglio possibile alle necessità, alla preparazione spirituale e alle capacità dei partecipanti. Questo si ottiene usando convenientemente quella molteplice facoltà di scelta che sarà descritta più avanti.
Dal momento che è offerta un’ampia possibilità di scegliere le diverse parti della Messa, è necessario che prima della celebrazione il diacono, il lettore, il salmista, il cantore, il commentatore, la schola, ognuno per la sua parte, sappiano bene quali testi spettano a ciascuno, in modo che nulla si lasci all’improvvisazione. L’armonica disposizione ed esecuzione dei riti contribuisce moltissimo a disporre lo spirito dei fedeli per la partecipazione all’Eucaristia.
=== I. La scelta della Messa===
353. Nelle solennità il sacerdote è tenuto a seguire il calendario della chiesa in cui celebra.
Quando poi c’è possibilità di scelta tra una memoria iscritta nel calendario generale e una memoria del calendario diocesano o religioso, si dia la precedenza, a parità di importanza e secondo la tradizione, alla memoria del calendario particolare.
=== II. La scelta delle parti della Messa===
356. Nello scegliere i testi delle diverse parti della Messa, sia del tempo che dei Santi, si osservino le norme seguenti.
'''Le letture'''
357. Alla domenica e nelle solennità vi sono tre letture: il Profeta, l’Apostolo e il Vangelo; la loro proclamazione educa il popolo cristiano al senso della continuità nell’opera di salvezza, secondo la mirabile pedagogia divina. Queste letture siano scrupolosamente utilizzate. Nel tempo pasquale, secondo la tradizione della Chiesa, al posto dell’Antico Testamento, la lettura viene tratta dagli Atti degli Apostoli.
362. Oltre alle possibilità di cui si è parlato nei numeri precedenti per la scelta dei testi più adatti, le Conferenze Episcopali hanno la facoltà di indicare, per particolari circostanze, alcuni adattamenti per le letture, a condizione che i testi vengano scelti da un Lezionario debitamente approvato.
'''Le orazioni'''
363. In ogni Messa, salvo indicazioni in contrario, si dicono le orazioni proprie di quella Messa.
Nei tempi più importanti dell’anno, questo adattamento già avviene mediante l’orazione propria del tempo, che si trova per ogni giorno nel Messale.
'''La Preghiera eucaristica'''
364. I numerosi prefazi, di cui è arricchito il Messale Romano, mirano a mettere più pienamente in evidenza i motivi dell’azione di grazie nella Preghiera eucaristica e a porre maggiormente in luce i vari aspetti del mistero della salvezza.
d) La Preghiera eucaristica IV ha un prefazio invariabile e offre un compendio più completo della storia della salvezza. Si può usare quando la Messa manca di un prefazio proprio e nelle domeniche del tempo ordinario. In questa Preghiera, in ragione della sua struttura, non si può inserire una particolare formula per un defunto.
'''I canti'''
366. Ai canti stabiliti nell’ordinario della Messa, come ad esempio l’Agnello di Dio, non si possono sostituire altri canti.