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Tratto da Studia Gregorii[1]

Questa antifona è strutturata come fosse un introito, ma ovviamente, poiché la liturgia del Venerdì Santo comincia e finisce in silenzio, non è un introito all’intera liturgia: in effetti introduce il momento dell’adorazione della Croce, essendo il primo dei canti che il Messale propone “in adoratione sancta Crucis peragendi”, a cui seguono gli Improperia (antichissimo canto dalla vocalità molto arcaica, di una ricchezza anche “drammatica” notevole) e l’inno Crux Fidelis.

anche quest’antifona si alterna al primo versetto del salmo 66(67), “Dio abbia pietà di noi e ci benedica…”, salmo che rimanda alla richiesta di pietà e al Sacerdozio di Cristo che trova il culmine nella sua passione; in secondo luogo quest’antifona, come il Nos autem è nel IV modo (i modi gregoriani sono otto, e si caratterizzano per diverse note dominanti e finali: nel quarto modo la nota dominante è il La mentre la finale è il mi), quindi sono collegate anche da una certa uniformità stilistica.

Infine, in questa antifona continua il movimento dinamico verso la Pasqua. Come il Nos autem sottolinea il rapporto tra ultima Cena e morte in Croce di Gesù, il Crucem tuam sottolinea il rapporto tra Crocifissione e Risurrezione: Adoriamo la Croce, e in essa, come in trasparenza, gli occhi della fede vedono già la Risurrezione, che lodiamo e glorifichiamo. Attraverso il legno della croce infatti, venit gaudium in universo mundo, la gioia è venuta in tutto il mondo. Nel momento più triste e toccante del Venerdì Santo, in cui ci apprestiamo ad adorare il Cristo Crocifisso, noi cantiamo la gioia della Risurrezione, perché, come ebbe a dire don Tonino Bello, la Croce è Collocazione provvisoria.

Questo in epoca antica era visibile anche a livello pratico, perché la croce che veniva svelata il venerdì santo non presentava il Cristo morto, ma era una croce gemmata, gloriosa, che già figurava la vittoria di Cristo sul male, sulla morte. Infatti il Venerdì santo è giorno regale, è il giorno in cui possiamo contemplare la gloria del Cristo Crocifisso, una gloria paradossale, ma tanto splendente da rendere opaco, privo di luce, tutto ciò che vi era intorno (“si fece buio su tutta la terra”, Mt 27,45). Con la Croce, Cristo compie il suo supremo atto Sacerdotale e Regale: impetra al Padre pietà per noi, e decreta la fine della nostra schiavitù dal peccato, redenta dal suo sangue. Ecco il mistero mirabile del Golgota. Mistero che però è comprensibile solo se si riesce a guardare oltre quel lignum per scorgervi il gaudium della Risurrezione.

Molti manoscritti antichi (inizio X sec.) riportano questa antifona, che come quasi tutti i canti propri del Triduo Pasquale è davvero una perla per antichità e per bellezza, trasportandoci nel pregare assieme a generazioni e generazioni di padri nella fede che ci hanno preceduto e che a partire dalla Chiesa Apostolica ci hanno lasciato questi testi, vere meditazioni liturgiche e musicali dei Santi Misteri e della parola di Dio.

Indice

Testo e traduzioni

Testo latino

Crucem tuam adorámus, Dómine,
et sanctam resurrectiónem tuam
laudámus et glorificámus:
ecce enim propter lignum
venit gáudium in univérso mundo

Deus misereatur nostri, et benedicat nobis:
inluminet vultum suum super nos, et misereatur nostri.

Traduzione in lingua italiana[2]

Adoriamo la tua Croce Signore,
lodiamo e glorifichiamo
la tua santa risurrezione.
Dal legno della Croce
è venuta la gioia in tutto il mondo.

Dio abbia pietà di noi e ci benedica,
su di noi faccia splendere il suo volto.

English Translation[3]

We adore Thy Cross, O Lord
and we praise and glorify
Thy holy Resurrection
for behold by the wood of the Cross
joy has come into the whole world.

May God have mercy on us, and bless us:
may he cause the light of his countenance to shine upon us, and may he have mercy on us.

Spartiti musicali

Spartito gregoriano, impaginato su foglio formato A4:

600px

Spartito disponibile in formato PDF impaginato su foglio A4, Media:xxx.pdf

Video

Versione tratta dal Graduale Romanum (1974), p. 175, canale YouTube GradualeProject.

Codice sorgente GABC

name:Crucem tuam;
office-part:Antiphona;
mode:4;
book:Graduale Romanum, 1961, p. 231 & The Liber Usualis, 1961, p. 741;
transcriber:Andrew Hinkley;
%%
(c4) CRu(e)cem(g) tu(gh)am(h) *() ad(h)o(h)rá(h)mus,(g) Dó(h!iwj)mi(h)ne :(h.) (;) et(e) san(gh)ctam(h) re(h)sur(h)re(h)cti(h)ó(i)nem(h) tu(gh)am(g.) (,) lau(g)dá(gh)mus(g) et(g) glo(g)ri(gf)fi(d)cá(f)mus :(ef..) (;) ec(g)ce(d') e(f)nim(ef) pro(g')pter(f) li(d.)gnum(d.) (,) ve(d!ew!fvED)nit(d!ewf.) gáu(d)di(dg)um(g) (,) in(g) u(g)ni(gf)vér(g)so(ghg) mun(e.)do.(e.) (::) <i>Ps.</i> De(hg)us(gh) mi(h)se(h)re(h)á(h)tur(h) no(h)stri,(h.) (,) et(h) be(h)ne(hg)dí(gi)cat(i) no(hi)bis :(h.) (:) * il(hg~)lú(gh)mi(h)net(h) vul(h)tum(h) su(h)um(h) su(h)per(h) nos,(h.) (,) et(h) mi(h)se(h)re(h)á(gf)tur(gh) no(g)stri.(e.) (::)

Bibliografia

Note