Christe, qui splendor (ad Completorium)

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L'inno Christe, qui splendor è il secondo degli inni previsti nella Compieta, l'ultimo momento della Liturgia delle Ore. Noto anche come Christe, qui splendor et dies, letteralmente significa Cristo, splendore del giorno, ne riportiamo il testo latino e la traduzione ufficiale italiana adottata dopo il Concilio Vaticano II.

Testo e traduzioni

Testo latino[1]

Christe, qui, splendor et dies,
noctis tenébras détegis,
lucísque lumen créderis,
lumen beátis prædicans,

Precámur, sancte Dómine,
hac nocte nos custódias;
sit nobis in te réquies,
quiétas horas tríbue.

Somno si dantur óculi,
cor semper ad te vígilet;
tuáque dextra prótegas
fidéles, qui te díligunt.

Defénsor noster, áspice,
insidiántes réprime,
gubérna tuos fámulos,
quos sánguine mercátus es.

Sit, Christe, rex piíssime,
tibi Patríque glória,
cum Spíritu Paráclito,
in sempitérna sæcula. Amen.

Traduzione Ufficiale in lingua italiana[2]

Gesù, luce da luce,
sole senza tramonto,
tu rischiari le tenebre
nella notte del mondo.

In te, santo Signore,
noi cerchiamo il riposo
dall'umana fatica,
al termine del giorno.

Se i nostri occhi si chiudono,
veglia in te il nostro cuore;
la tua mano protegga
coloro che in te sperano.

Difendi, o Salvatore,
dalle insidie del male
i figli che hai redenti
col tuo sangue prezioso.

A te sia gloria, o Cristo,
nato da Maria vergine,
al Padre e allo Spirito
nei secoli dei secoli. Amen.

Spartiti musicali

Spartito gregoriano, impaginato su foglio formato A4:

600px

Spartito disponibile in formato PDF impaginato su foglio A4, Media:xxx.pdf

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Bibliografia


Note

  1. Liber Himnarius, Solesmes, 1983
  2. Versione CEI 1983