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Tratto da LaSacraMusica.blogspot.com

Un popolare canto d'ingresso alla messa è Attende Domine. Si tratta di un inno in terzine di endecasillabi con ritornello, da eseguire a responsorio fra cantore e assemblea. Il ritornello in particolare è un diretto riferimento al Miserere (salmo 50/51) mentre le strofe hanno comunque un contenuto penitenziale, perciò il canto è adatto soprattutto al tempo di Quaresima.

L'originale latino viene considerato un canto gregoriano, con melodia nel V modo, e un'estensione non troppo ardua che può essere affrontata da un'assemblea.

La tipicità musicale di questo canto risiede nella seconda frase del ritornello, dove troviamo la consecuzione di due quarte perfette discendenti, un vero e proprio solecismo medievale, assai appropriato per comunicare il tono della supplica penitenziale. L'inno costituisce il corrispettivo del Rorate coeli che si canta nel tempo di Avvento, e come quello anche Attende domine non fa parte del corpus originario gregoriano e non è inserito nella storica Edizione Medicea.

Il canto in effetti appartenne in origine alla liturgia mozarabica: si tratta infatti di una litania quaresimale del X secolo, proveniente dalla regione spagnola corrispondente all'antico territorio visigoto di Toledo, e popolarmente rimasto anche dopo la soppressione di quel rito (XI secolo).

Molto diffuso soprattutto in territorio francese, fu inserito nelle Variae preces di Solesmes sotto la categoria Liturgia Gothica (fu classificato da Solesmes come tono Lidio, ma è autenticamente Ionio).

Anche nel Liber Usualis è inserito in appendice tra i Canti vari. Fa quindi ora parte a pieno titolo del repertorio gregoriano ed è un canto ancora conosciuto, in uso nel tempo di Quaresima anche prima del Concilio, ed anche grazie alla sua semplicità andrebbe rivalutato e riproposto più spesso nelle nostre liturgie.

Indice

Testo e traduzioni

Testo latino

Attende Domine et miserere
quia peccavimus tibi

Ad te, Rex summe, omnium Redemptor,
oculos nostros sublevamus flentes:
exaudi, Christe, supplicantum preces.

Dextera Patris, lapis angularis,
via salutis, janua caelestis,
ablue nostri maculas delicti.

Rogamus, Deus, tuam majestatem:
auribus sacris gemitus exaudi:
crimina nostra placidus indulge.

Tibi fatemur crimina admissa:
contrito corde pandimus occulta:
tua, Redemptor, pietas ignoscat.

Innocens captus, nec repugnans ductus,
testibus falsis pro impiis damnatus:
quos redemisti, tu conserva, Christe.

Traduzione liturgica in lingua italiana

testo

Spartiti musicali

Spartito gregoriano, impaginato su foglio formato A4:

600px

Spartito disponibile in formato PDF impaginato su foglio A4, Media:xxx.pdf

Video

Versione tratta dal Liber Usualis (1961), p. 1872, cantata dai Cantori Gregoriani, Stirps Jesse, Enrico de Capitani..

Codice sorgente GABC

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Bibliografia

Note