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''Tratto da Psallite.net''<ref>Psallite!.net, link: http://new.psallite.net/a/La_Veglia_di_Natale_il_canto_della_Kalenda/4/3</ref>
La '''Kalenda''' (dal latino kalendae, "primo giorno del mese" e, per ampliamento di significato, "annuncio di una data") è l'annuncio liturgico del Natale del Signore riportato nel '''Martirologio Romano''' e proposto per la proclamazione o il '''canto all'inizio della Messa di Mezzanotte di Natale'''. Il testo non è altro che uno splendido riassunto dell'attesa universale del giorno ormai giunto, del compimento del tempo dell'Avvento. Originariamente tale annuncio trovava posto nella liturgia monastica all’ora di Prima, non più presente nell’attuale ordinamento della Liturgia delle Ore. Eseguito in canto offre, indubbiamente, una connotazione festosa e quasi di “sorpresa” ai riti di introduzione.
== Storia ed utilizzo Liturgico ==
La Kalenda è stata ripristinata tra i riti della notte di Natale con la riforma liturgica voluta dal Concilio Vaticano II, allo scopo di esprimere la dimensione cosmica e teologica della nascita di Gesù e di radicarla nella storia. L'incipit iniziale indica anche il numero della luna che si ricava attraverso un preciso calcolo da ricavarsi attraverso l'interpolazione dei dati della tabella presente nel Martirologio Romano (CEI, Roma 2006, pp. 97-98).
Per il canto della Calenda è necessario un ministro particolarmente preparato e non improvvisato che si rechi all’ambone. Il testo della Kalenda può essere eseguito o al termine dell’Ufficio delle Letture oppure '''all’inizio della celebrazione eucaristica, dopo il canto d’ingresso, il saluto e una opportuna introduzione'''. In questo secondo caso l’atto penitenziale viene omesso e subito dopo si esegue l’inno del Gloria.