Ave mundi spes Maria (Sequentia)

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Ave mundi spes Maria è un'antica sequenza (ormai non più utilizzata) in onore della Beata Vergine Maria, attribuita a papa Innocenzo III (Perugia, 1060-1116). Il canto è presente nella raccolta Cantus Selecti, edizioni Desclée&Socii, 1957, a pag. 162*.

La costruzione è metricamente molto variata: terzine di dimetri trocaici chiusi da un catalettico (copulae 1,4,7) o tutti catalettici (3); distici di dimetri trocaici pieni (9) o di un pieno e un catalettico (2), o di due trochei e un dimetro catalettico (5); terzine di versi di tre o quattro giambi (6,8). Le rime sono di norma del tipo aax, bbx (aaa, bbb nella copula 8); nei versi catalettici prevalgono, al solito, gli omoteleuti semplici. Da notare la rima-al-mezzo della copula 2, e l’omoteleuto -itur in variazione di accento nella 7.[1]

Testo e traduzioni

'Testo latino

1a. Ave mundi spes, Maria,
ave mitis, ave pia,
ave plena gratia.

1b. Ave virgo singularis,
quae per rubum designaris
non passus incendia.

2a. Ave rosa - speciosa,
ave Jesse virgula:

2b. Cuius fructus - nostri luctus
relaxavit vincula.

3a. Ave cuius viscera,
contra mortis federa,
ediderunt filium.

3b. Ave carens simili:
mundo diu flebili
reparasti gaudium.

4a. Ave virginum lucerna,
per quam fulsit lux superna
his quos umbra tenuit.

4b. Ave virgo de qua nasci,
et de cuius lacte pasci
rex caelorum voluit.

5a. Ave gemma,
celi luminarium.

5b. Ave Sancti
Spiritus sacrarium.

6a. O quam mirabilis
et quam laudabilis
haec est virginitas!

6b. In qua per Spiritum
facta Paraclitum
fulsit fecunditas.

7a. O quam sancta, quam serena,
quam benigna, quam amoena
esse Virgo creditur!

7b. Per quam servitus finitur,
porta celi aperitur
et libertas redditur.

8a. O castitatis lilium,
tuum precare Filium,
qui salus est humilium,

8b. Ne nos pro nostro vicio
in flebili iudicio
subiciat supplicio.

9a. Sed nos tua sancta prece,
mundans a peccati faece,

9b. Collocet in lucis domo.
Amen dicat omnis homo. Amen.

Traduzione in lingua italiana

Ave speranza del mondo,
Maria, ave mite, pia,
ave piena di grazia.

Ave vergine unica,
preannunciata nel rovo
che non subiva il fuoco.

Ave splendida rosa,
ave virgulto di Iesse.

il tuo frutto ha sciolto
i legami del nostra colpa.

Ave a te, le cui viscere,
contro il patto della morte,
hanno generato un figlio.

Ave, donna senza pari:
hai ridato la gioia al mondo
da tempo in lacrime.

Ave lampada delle vergini,
che fece rifulgere la luce divina
a chi giaceva nelle tenebre.

Ave vergine, dalla quale
il re dei cieli volle nascere,
e nutrirsi del suo latte.

Ave gemma,
lampadario del cielo.

Ave sacrario
dello Spirito Santo.

O quanto stupenda
quanto lodabile,
è questa verginità!

In essa rifulse
la fecondità prodotta
dallo Spirito Santo.

O quanto santa, quanto serena
quanto benigna, quanto dolce
crediamo la Vergine.

Grazie a lei la schiavitù finisce,
la porta del cielo si apre
e la libertà ci è ridonata.

O giglio di castità,
prega tuo Figlio,
che è la salvezza di tutti,.

che per la nostra colpa,
nel tremendo giudizio finale
non ci infligga la condanna.

Ma per la tua santa preghiera,
liberati dalla macchia di peccato,

ci accolga nella casa della luce.
Ogni uomo dica “amen”. Amen.

Spartiti musicali

Spartito gregoriano, impaginato su foglio formato A4:

600px

Spartito disponibile in formato PDF impaginato su foglio A4, Media:xxx.pdf

Video

Versione tratta dal Liber Usualis (1961), p. pp. 880-881, cantata dai monaci benedettini di Santo Domingo de Silos.

Codice sorgente GABC

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Bibliografia

Note