Differenze tra le versioni di "Sub tuum praesidium"
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− | Sub tuum praesidium confugimus, | + | |valign=top| |
− | Sancta Dei Genetrix. | + | ; '''Testo''' |
− | Nostras deprecationes ne despicias | + | ''Sub tuum praesidium confugimus,''<br /> |
− | in necessitatibus, | + | ''Sancta Dei Genetrix.''<br /> |
− | sed a periculis cunctis | + | ''Nostras deprecationes ne despicias''<br /> |
− | libera nos semper, | + | ''in necessitatibus,''<br /> |
− | Virgo gloriosa et benedicta. | + | ''sed a periculis cunctis''<br /> |
+ | ''libera nos semper,''<br /> | ||
+ | ''Virgo gloriosa et benedicta.'' | ||
− | Sotto la tua protezione cerchiamo rifugio, | + | |valign=top| |
− | Santa Madre di Dio: | + | ; '''Traduzione''' |
− | non disprezzare le suppliche | + | ''Sotto la tua protezione cerchiamo rifugio,''<br /> |
− | di noi che siamo nella prova, | + | ''Santa Madre di Dio:''<br /> |
− | ma liberaci da ogni pericolo, | + | ''non disprezzare le suppliche''<br /> |
− | o Vergine gloriosa e benedetta. | + | ''di noi che siamo nella prova,''<br /> |
+ | ''ma liberaci da ogni pericolo,''<br /> | ||
+ | ''o Vergine gloriosa e benedetta.'' | ||
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+ | '''Versione ambrosiana''' | ||
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Questa versione, rimasta nel rito ambrosiano, è più vicina all'originale: | Questa versione, rimasta nel rito ambrosiano, è più vicina all'originale: | ||
− | Sub tuam misericordiam confugimus | + | ''Sub tuam misericordiam confugimus''<br /> |
− | Dei Genitrix | + | ''Dei Genitrix''<br /> |
− | (ut) nostram deprecationem | + | ''(ut) nostram deprecationem''<br /> |
− | ne inducas in tentationem | + | ''ne inducas in tentationem''<br /> |
− | sed de periculo | + | ''sed de periculo''<br /> |
− | libera nos | + | ''libera nos''<br /> |
− | sola casta | + | ''sola casta''<br /> |
− | et benedicta | + | ''et benedicta'' |
Lungo tutto il testo si riscontra la stessa situazione spirituale manifestata nei salmi individuali che chiedono l'immediato aiuto di Gesù, rifugio e liberatore del credente che fa ricorso a Dio per scampare ai pericoli che lo minacciano (salmi 16,27, 30,58-60 e soprattutto 17,3, 90,1, 114,2-5, 142,9). Questa preghiera mostra una relazione intima con la Chiesa dei martiri, esprimendo l'atteggiamento di un intero popolo che vive in uno stato di pericolo e anela la liberazione: è probabile una connessione alle persecuzioni di Valeriano e di Decio. Infatti, sotto Valeriano, Cipriano fu martirizzato in Africa mentre a Roma erano perseguitati papa Sisto II e il suo diacono Lorenzo. Anche nella persecuzione di Decio, furono numerosi i martirizzati africani: proprio nelle stesse zone fu composto il primitivo testo della preghiera (ritrovata, appunto, ad Alessandria d'Egitto). | Lungo tutto il testo si riscontra la stessa situazione spirituale manifestata nei salmi individuali che chiedono l'immediato aiuto di Gesù, rifugio e liberatore del credente che fa ricorso a Dio per scampare ai pericoli che lo minacciano (salmi 16,27, 30,58-60 e soprattutto 17,3, 90,1, 114,2-5, 142,9). Questa preghiera mostra una relazione intima con la Chiesa dei martiri, esprimendo l'atteggiamento di un intero popolo che vive in uno stato di pericolo e anela la liberazione: è probabile una connessione alle persecuzioni di Valeriano e di Decio. Infatti, sotto Valeriano, Cipriano fu martirizzato in Africa mentre a Roma erano perseguitati papa Sisto II e il suo diacono Lorenzo. Anche nella persecuzione di Decio, furono numerosi i martirizzati africani: proprio nelle stesse zone fu composto il primitivo testo della preghiera (ritrovata, appunto, ad Alessandria d'Egitto). |
Versione delle 19:08, 1 ago 2019
Tratto da WikiPedia.org
Il Sub Tuum praesidium (in italiano: sotto la Tua protezione) è il più antico tropàrion[1] devozionale cristiano a Maria, Madre di Gesù, risalente al III secolo[2] e ancora oggi usato in tutti i principali riti liturgici cristiani. È un'invocazione collettiva che lascia intravedere la consuetudine, da parte della comunità cristiana, di rivolgersi direttamente alla Madonna, che fin dalla remota antichità è chiamata Θεοτόκos, Dei Genetrix, Madre di Dio, invocando il suo aiuto nelle ore difficili. Il testo del Sub Tuum Praesidium esprime con efficacia la fiducia nell'intercessione della Vergine.
Indice
Cenni storici
Il papiro in lingua greca ritrovato ad Alessandria d'Egitto e risalente al III secolo venne acquistato dalla John Rylands Library di Manchester nel 1917 e pubblicato per la prima volta nel 1938; presenta una scrittura a lettere onciali, alta e diritta, stretta e, nello stesso tempo, ariosa, con elementi ornamentali. Questo aspetto decorativo ha fatto ritenere vari studiosi che il papiro fosse un esemplare destinato come modello per un incisore. Questo piccolo foglio (14x9,4 cm), rovinato sul lato destro, riporta dieci righe di testo (completamenti in parentesi):
[Υ]ΠΟ [ΤΗΝ CΗΝ]
ΕΥCΠΛ[ΑΓΧΝΙΑΝ]
ΚΑ[Τ]ΑΦΕ[ΥΓΟΜΕΝ]
ΘΕΟΤΟΚΕ Τ[ΑC ΗΜΩΝ]
ΙΚΕCΙΑC ΜΗ Π[Α]
ΡΙΔΗC ΕM ΠΕΡΙCΤΑCΕΙ
ΑΛΛ ΕΚ ΚΙΝΔΥΝΟΥ
ΡΥCΑΙ ΗΜΑC
Μ[Ο]ΝΗ Α[ΓΝΗ, ΜΟΝ]
Η ΕΥΛΟ[ΓΗΜΕΝΗ]
La versione attuale della liturgia bizantina:
Traslitterazione Hypò tèn sèn eusplanchnían |
Sub misericordiam tuam |
Versione romana (da cui deriva la traduzione italiana)
Sub tuum praesidium confugimus, |
Sotto la tua protezione cerchiamo rifugio, |
Versione ambrosiana
Questa versione, rimasta nel rito ambrosiano, è più vicina all'originale:
Sub tuam misericordiam confugimus
Dei Genitrix
(ut) nostram deprecationem
ne inducas in tentationem
sed de periculo
libera nos
sola casta
et benedicta
Lungo tutto il testo si riscontra la stessa situazione spirituale manifestata nei salmi individuali che chiedono l'immediato aiuto di Gesù, rifugio e liberatore del credente che fa ricorso a Dio per scampare ai pericoli che lo minacciano (salmi 16,27, 30,58-60 e soprattutto 17,3, 90,1, 114,2-5, 142,9). Questa preghiera mostra una relazione intima con la Chiesa dei martiri, esprimendo l'atteggiamento di un intero popolo che vive in uno stato di pericolo e anela la liberazione: è probabile una connessione alle persecuzioni di Valeriano e di Decio. Infatti, sotto Valeriano, Cipriano fu martirizzato in Africa mentre a Roma erano perseguitati papa Sisto II e il suo diacono Lorenzo. Anche nella persecuzione di Decio, furono numerosi i martirizzati africani: proprio nelle stesse zone fu composto il primitivo testo della preghiera (ritrovata, appunto, ad Alessandria d'Egitto).
Questa preghiera era già presente nella liturgia copta natalizia del III secolo. Dal luogo originale, l'Egitto, che ospitò la sacra Famiglia, il Sub Tuum praesidium col passare dei secoli si è diffuso in tutto il mondo cattolico. Ad oggi è usata in tutte le principali liturgie (fra cui si ricordano come principali la Greca e sue diramazioni, la Bizantina e sue diramazioni, l'Ambrosiana e la Romana). Il Sub Tuum praesidium, è presente come antifona nel repertorio del canto gregoriano, nelle Variae Preces in honorem B. V. M.[3].
Ha ispirato in seguito molti compositori, fra cui Marc-Antoine Charpentier, Guillaume Dufay, Costanzo Festa, Jacob Obrecht, Bartłomiej Pękiel, Juan García de Salazar, Antonio Salieri, Jan Dismas Zelenka, Domenico Bartolucci che la musicarono come antifona o in forma di mottetto. Celebre è il Sub Tuum Praesidium KV198 attribuito a Wolfgang Amadeus Mozart.
Testo e traduzioni
Textus |
testo |
Spartiti musicali
Spartito gregoriano, impaginato su foglio formato A4:
Spartito disponibile in formato PDF impaginato su foglio A4, Media:xxx.pdf
Video
Versione tratta dal Liber Usualis (1961), p. pp. 880-881, cantata dai monaci benedettini di Santo Domingo de Silos.
Codice sorgente GABC
codice
Bibliografia
- Wikipedia.org, versione italiana, https://it.wikipedia.org
- GregoBase project, https://gregobase.selapa.net/
- Graduale Romanum, Libreria Editrice Vaticana 1974, pagina 253.
Note
- ↑ Il tropairon, in greco τροπάριον, nella musica bizantina e nella liturgia orientale, è una composizione poetico-musicale di una stanza di uso liturgico.
- ↑ Tuttavia, la data del papiro è stata abbassata all'VIII secolo da Hans Förster, «Die älteste marianische Antiphon - eine Fehldatierung? Überlegungen zum “ältesten Beleg” des Sub tuum praesidium», Journal of Coptic Studies 7 (2005), pp. 99-109.
- ↑ Liber Usualis, pag 36*