Differenze tra le versioni di "Proclamatio Nativitas DNIC (Octavo Kalendas ianuarii)"

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Per il canto della Calenda è necessario un ministro particolarmente preparato e non improvvisato che si rechi all’ambone. Il testo della Kalenda può essere eseguito o al termine dell’Ufficio delle Letture oppure '''all’inizio della celebrazione eucaristica, dopo il canto d’ingresso, il saluto e una opportuna introduzione'''. In questo secondo caso l’atto penitenziale viene omesso e subito dopo si esegue l’inno del Gloria.
 
Per il canto della Calenda è necessario un ministro particolarmente preparato e non improvvisato che si rechi all’ambone. Il testo della Kalenda può essere eseguito o al termine dell’Ufficio delle Letture oppure '''all’inizio della celebrazione eucaristica, dopo il canto d’ingresso, il saluto e una opportuna introduzione'''. In questo secondo caso l’atto penitenziale viene omesso e subito dopo si esegue l’inno del Gloria.
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== Testo e traduzioni ==
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''Octavo Kalendas Ianuarii, Luna N-esima,''<br />
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''permultis etiam saeculis ex quo post diluvium''<br />
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''Altissimus in nubibus arcum posuerat''<br />
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''de Ur Chaldaeorum saeculo vigesimo primo;''<br />
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''ab egressu populi Israël de Aegypto, Moyse duce,''<br />
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''de Spiritu Sancto conceptus''<br />
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''Nativitas Domini nostri Iesu Christi secundum carnem!''<br />
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; '''Traduzione in lingua italiana'''
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Venticinque Dicembre, Luna N-esima,<br />
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trascorsi molti secoli dalla creazione del mondo,<br />
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quando in principio Dio aveva creato il cielo e la terra<br />
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e aveva fatto l’uomo a sua immagine;<br />
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e molti secoli da quando, dopo il diluvio,<br />
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l’Altissimo aveva fatto risplendere l’arcobaleno,<br />
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segno di alleanza e di pace;<br />
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ventuno secoli dopo la partenza da Ur dei Caldei di Abramo,<br />
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nostro padre nella fede;<br />
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tredici secoli dopo l’uscita di Israele<br />
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dall’Egitto sotto la guida di Mosè;<br />
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circa mille anni dopo l’unzione di Davide<br />
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quale re di Israele;<br />
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nel quarantaduesimo anno dell’impero di Cesare Ottaviano Augusto;<br />
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Gesù Cristo, Dio eterno e Figlio dell’eterno Padre,<br />
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volendo santificare il mondo con la sua venuta,<br />
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essendo stato concepito per opera dello Spirito Santo,<br />
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trascorsi nove mesi, nasce in Betlemme di Giuda dalla Vergine Maria, fatto uomo:<br />
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Natale di nostro Signore Gesù Cristo secondo la natura umana.<br />
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Versione delle 17:29, 26 dic 2021

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Tratto da Psallite.net[1]

La Kalenda (dal latino kalendae, "primo giorno del mese" e, per ampliamento di significato, "annuncio di una data") è l'annuncio liturgico del Natale del Signore riportato nel Martirologio Romano e proposto per la proclamazione o il canto all'inizio della Messa di Mezzanotte di Natale. Il testo non è altro che uno splendido riassunto dell'attesa universale del giorno ormai giunto, del compimento del tempo dell'Avvento. Originariamente tale annuncio trovava posto nella liturgia monastica all’ora di Prima, non più presente nell’attuale ordinamento della Liturgia delle Ore. Eseguito in canto offre, indubbiamente, una connotazione festosa e quasi di “sorpresa” ai riti di introduzione.

Storia ed utilizzo Liturgico

La Kalenda è stata ripristinata tra i riti della notte di Natale con la riforma liturgica voluta dal Concilio Vaticano II, allo scopo di esprimere la dimensione cosmica e teologica della nascita di Gesù e di radicarla nella storia. L'incipit iniziale indica anche il numero della luna che si ricava attraverso un preciso calcolo da ricavarsi attraverso l'interpolazione dei dati della tabella presente nel Martirologio Romano (CEI, Roma 2006, pp. 97-98).

Per il canto della Calenda è necessario un ministro particolarmente preparato e non improvvisato che si rechi all’ambone. Il testo della Kalenda può essere eseguito o al termine dell’Ufficio delle Letture oppure all’inizio della celebrazione eucaristica, dopo il canto d’ingresso, il saluto e una opportuna introduzione. In questo secondo caso l’atto penitenziale viene omesso e subito dopo si esegue l’inno del Gloria.

Testo e traduzioni

Testo latino

Octavo Kalendas Ianuarii, Luna N-esima,
innumeris transactis saeculis a creatione mundi,
quando in principio Deus creavit caelum et terram,
et hominem formavit ad imaginem suam;
permultis etiam saeculis ex quo post diluvium
Altissimus in nubibus arcum posuerat
signum foederis et pacis;
a migratione Abrahae, patris nostri in fide,
de Ur Chaldaeorum saeculo vigesimo primo;
ab egressu populi Israël de Aegypto, Moyse duce,
saeculo decimo tertio;
ab unctione David in regem
anno circiter millesimo;
hebdomada sexagesima quinta iuxta Danielis prophetiam;
Olympiade centesima nonagesima quinta;
ab Urbe condita anno septingentesimo quinquagesimo secundo;
anno imperii Caesaris Octaviani Augusti quadragesimo secundo,
toto orbe in pace composito,
Iesus Christus, aeternus Deus aeternique Patris Filius,
mundum volens adventu suo piissimo consecrare,
de Spiritu Sancto conceptus
novemque post conceptionem decursis mensibus
in Bethlehem Iudae nascitur ex Maria Virgine factus homo.
Nativitas Domini nostri Iesu Christi secundum carnem!

Traduzione in lingua italiana

Venticinque Dicembre, Luna N-esima,
trascorsi molti secoli dalla creazione del mondo,
quando in principio Dio aveva creato il cielo e la terra
e aveva fatto l’uomo a sua immagine;
e molti secoli da quando, dopo il diluvio,
l’Altissimo aveva fatto risplendere l’arcobaleno,
segno di alleanza e di pace;
ventuno secoli dopo la partenza da Ur dei Caldei di Abramo,
nostro padre nella fede;
tredici secoli dopo l’uscita di Israele
dall’Egitto sotto la guida di Mosè;
circa mille anni dopo l’unzione di Davide
quale re di Israele;
nella sessantacinquesima settimana,
secondo la profezia di Daniele;
all’epoca della centonovantaquattresima Olimpiade;
nell’anno 752 dalla fondazione di Roma;
nel quarantaduesimo anno dell’impero di Cesare Ottaviano Augusto;
quando in tutto il mondo regnava la pace,
Gesù Cristo, Dio eterno e Figlio dell’eterno Padre,
volendo santificare il mondo con la sua venuta,
essendo stato concepito per opera dello Spirito Santo,
trascorsi nove mesi, nasce in Betlemme di Giuda dalla Vergine Maria, fatto uomo:
Natale di nostro Signore Gesù Cristo secondo la natura umana.